Le grandi manovre... del backup!

Le grandi manovre

Diciamocelo: ci hai provato in tutti i modi a schivare questa attività, ma lo sai benissimo che prima o poi, ma decisamente meglio prima, la devi depennare dalla To-Do-List. Doveva essere la scorsa estate e hai rinviato per il caldo estremo di quel periodo, che nella tua etica personale non si può accendere il climatizzatore solo per rinfrescare il computer, che deve stare sotto i 52 gradi dentro il case ma già fuori ce ne sono 40 quindi immagina dentro, e alla fine non accendi mai il computer da maggio a settembre, pure quando il climatizzatore è già acceso, e fai finta di niente. Poi quest’incombenza la dovevi sistemare a settembre-ottobre-novembre, i mesi della ripartenza di tutto, ma c’era sempre qualcosa che si incastrava tra quel tutto, l’ufficio, la palestra, le casa, il gruppo, il blog, la scrittura e la mente non era mai sgombra per un lavoraccio del genere. Ci siamo dette a dicembre, con le ferie natalizie, fuori finalmente un po’ di fresco e il computer fisso che funziona a meraviglia come stufetta supplementare nello studio gelido. Ti eri anche messa d’impegno con un primo check del sistema, ma sono arrivati i concorsi, non uno che già basta e avanza, ma ben due, uno più difficile dell’altro. E tu cosa fai? Ti iscrivi a entrambi, perché proprio non ce la fai ad accontentarti (e con quella storia di essere una peaker e di dover superare i tuoi limiti, perché nella vita non bisogna mai tirarsi indietro, il tuo corpo è più forte di quel che credi, e blablabla, un pochino ti freghi sempre, ammettilo!) L’esaurimento psico-fisico da concorso ti ha mandato dritta in catalessi per tutta la primavera, dovendo pure gestire un cambio repentino di lavoro, sede, orari, competenze, colleghi e pure auto. Nel frattempo, proprio nel tuo vecchio ufficio hai anche sistemato in corsa diversi altri sistemi, con lo stesso problema del tuo qui presente, oramai dovrebbe essere un’operazione di routine. E invece, come il sarto se ne va in giro con i calzini bucati e spaiati, l’informatico a casa sua è capace di usare ancora il pallottoliere.

Comunque siamo qui, non hai proprio più scuse. Devi sistemare e allineare i backup e poi aggiornare il computer fisso a Windows 10. Anzi, facciamo una fatica unica e lo aggiorniamo pure a Windows 11, così ci togliamo il pensiero per almeno altri cinque o sei anni. Forse.
Partiamo dal fattaccio, perché altrimenti chi legge non si spiega la mia preoccupazione: il mio computer era rimasto fermo, per mio errore di valutazione sia detto, alla versione Windows 8.1 il cui supporto, sia di aggiornamenti di sicurezza del sistema sia da parte di terze parti come Chrome, era scaduto lo scorso 10 gennaio 2023. Da quel momento, nessuno più garantiva l’integrità del sistema, schermata blu di avvertimento ad ogni avvio, qualche software ha smesso di funzionare, Chrome arrabbiato mi rispondeva “Io qui non ci sto, arrangiati con un altro browser!” Firefox ancora si degnava di concedermi qualche ricerca, ma sbuffando a ogni click.
(Se stai leggendo e pensi di commentare con un “Perché non passi a Linux?”, posso dirti che utilizzo anche sistemi Linux, ma non sono sufficienti, prestanti e organizzati per le attività che seguo io, e sinceramente nel 2023 è ora di finirla con i programmi a riga di comando, dai su! La tecnologia si deve avvicinare all’Uomo e non viceversa.)
Il passaggio gratuito da Windows 8.1 al nuovo, si fa per dire oramai, Windows 10 è ancora possibile. Un anno fa, o forse due, si presentava un’iconcina sulla barra, offrendovi questa meraviglia. L’ho ignorato, era un altro periodaccio e non è mai il caso di essere tra i primi a sperimentare questi passaggi, ma adesso l’aggiornamento va richiesto in manuale, con un tool da scaricare appositamente. L’ho fatto almeno dieci volte nei primi mesi dell’anno, per computer molto più vetusti del mio e l’operazione poteva essere semplice e veloce, in un batter di ciglio, oppure lunghissima e tediosa, con innumerevoli tentativi, percentuali di avanzamento impazzite, bip improvvisi e il bellissimo messaggio finale “Installazione a Windows 10 non riuscita.” Quando ci sono riuscita, non so nemmeno io come.
Ovviamente, quale opzione poteva scegliere tra le due il mio computer di casa? …#@oO$!!!

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto bisogna provvedere al backup del sistema, essere certi di avere una copia completa di tutto ciò che è archiviato nei dischi del computer che si va ad aggiornare. Se l’operazione va storta, fattibilissimo, si può perdere tutto e dover reinstallare il sistema operativo pulito. Nel mio caso l’operazione di backup corrisponde alle grandi manovre militari delle guerre napoleoniche, più o meno come le ho lette in Guerra e pace di Lev Tolstoj: copia delle foto dal cellulare e dalla fotocamera professionale, allinea con le foto sul media server e aggiorna con le foto scaricate/condivise sia da Dropbox che Google Drive (e solo per questo ci ho messo due giorni); appello delle chiavette usb di varia forma e natura sparse tra scrivanie, astucci e borse, verifica il contenuto in documenti, foto, musica, video, e cerca di raccapezzarti su “cosa va dove”; recupero degli hard disks di archivio, che non sono nello stesso luogo fisico del sistema principale (nel senso: se scoppia un incendio, è bene che il computer non sia nella stessa stanza incendiata insieme con l’unico vostro backup, devono stare in luoghi diversi dell’edificio) per cominciare l’operazione di backup finale. Uhm, oltre al disco nero, e il disco blu, ma io non avevo anche un disco argento? Ma dove è finito il piccolino? L’ultima volta che l’ho visto era secretato in… ma quando l’ho visto? E poi l’ho preso? Non me lo ricordo… Forse si era rovinato e alla fine non l’ho più usato? “Ohi, ma tu ti ricordi del disco grigio argento?” “No, quale?” “Stava lì, credo.” “Ma non l’hai ritornato quel disco?” “Non lo so.” “Ma guarda che era appena di 80 giga, non te ne fai niente adesso, anche se ce l’hai ancora.” “Solo 80 gigaaa?! Azz. Forse hai pure ragione. Anche se lo trovo, non mi serve nemmeno praticamente più.”
Controllo tutti i luoghi sicuri di casa, non c’è. O forse c’è un luogo talmente sicuro che me lo sono scordato. Cerco di visualizzare gli ultimi passaggi con quel piccoletto tra le mani. Era lo scorso Natale? Prima dell’ultimo viaggio in Scozia? Lavoravo ancora con l’altro portatile? Lo avevo usato per le virtual machine? Niente, ho scampoli di memoria ma non riesco a incanalarli correttamente. Nel mezzo c’è quasi sempre quello strano buco mnemonico della pandemia. Insomma, mi sono persa un disco, o forse no. Magari è in qualche scatola, o forse no. Probabilmente lo scoprirò al prossimo trasloco. Soluzione veloce per tamponare (e non c’è niente di più definitivo del temporaneo): ordina un nuovo disco che fai prima.
Una settimana per la consegna, perché sono alquanto esigente e voglio quello che voglio io, però non posso però attendere così a lungo. Bisogna arrangiarsi con quel che c’è. Quindi dispongo sulla scacchiera tutti gli strumenti disponibili e mi accingo comunque al backup dello stato di fatto in un archivio spalmato, ops, distribuito, su più unità di memoria di massa. Con una moltiplicazione al cubo ogni volta che preparo un nuovo backup totale, stavolta un intero hard disk se ne va solo per le foto. E penso che davvero era meglio quando stampavamo le più belle e sorridevamo di fronte a quelle cartoline sbiadite. La magia si è un po’ dissolta in quest’epoca tutta digitale.

Le foto le copio in questo disco qui. Musica e video in quest’altro di qua, mi avanza ancora un pelino di spazio. Tutto il materiale di webnauta va allineato nel suo archivio DropBox e nella seconda copia su chiavetta. Sempre bene avere almeno due backup di tutto. Ah, devo ricordarmi anche il backup del vecchio cellulare dismesso a novembre, tutto impolverato da mesi sopra la mia scrivania, nonché quello del nuovo citofono galattico, che accumula immagini e video alla velocità della luce. Poi c’è tutta la documentazione sul disco dati del computer fisso, da sincronizzare con le ultime scartoffie lavorate direttamente dal portatile, che essendo fresco di acquisto tutti questi problemi di aggiornamento e sicurezza non ce li ha proprio. Questa cartella quanto occupa? Tasto destro, proprietà, la clessidra macina, i numeri girano veloci, si fermano, quanti? Cento venti giga?! Ma ti sei impazzito? Che cosa ci hai messo dentro eh? I tuoi temporanei del cavolo?! Scivolo veloce tra le cartelle, “le direttrici” come direbbe un mio caro ex collega milanese. Cerco di pulire l’inutile, che purtroppo nell’informatica le dimensioni contano eccome. Sbuffo. Impreco. Sbatto pure un pugno sul tavolo. Ma la situazione cambia di poco. Tutto questo movimentare tra dischi, chiavette e spazi in rete mi ricorda quella canzone del… che anno era? boh, meglio non saperlo. La cantava Francesco Salvi addirittura. “Quella macchina qua devi metterla laaaa… Quella macchina la devi metterla quaaaa…” Ecco, quando io devo fare il backup dei miei sistemi sono proprio come il parcheggiatore. E non mi danno mica la mancia.

Durante la snervante attesa delle diverse copie di cartelle, afferro un libro dal tavolino, quasi soprappensiero, lo sfoglio un po’ e mi metto a leggiucchiare. Non pensavo di leggere dall’inizio, ma qua la questione è lunga, tanto vale approfittarne. A metà del romanzo, il backup finalmente termina. Sono tentata di finire la lettura, ma non posso resistere a vedere subito come va l’aggiornamento del sistema. Se sono fortunata, sarà una cosa veloce, massimo mezz’ora. Lancio l’eseguibile, qualcosa frulla dentro il case, una schermata blu mi dà il benvenuto e mi chiede qualche impostazione, inizia a calcolare se tutti gli quadra, e ci mancherebbe, e poi scrive che comincia. 10% e io proseguo la lettura. Mangio capitoli borbottando contro un editor inesistente, attacco post-it sulle pagine dove incespico. 36% e un sospiro. Continuo con la storia dove si moltiplicano i cucchiaini da tè e vedo un avanzamento veloce al 63%. Zona Cesarini: quando l’aggiornamento si pianta con errore, lo fa esattamente al 75% perché lì c’è qualche controllo, non è dato sapere cosa, che fallisce. Trattengo il respiro. 74% 75% 76% Forse ce la fa? 79% Non riesco ancora a respirare. 80% Beh, direi che siamo a posto, no? La schermata si chiude all’improvviso ed esce una finestrella piccolina, al centro, caruccia.
“Installazione a Windows 10 non riuscita.”
E poi dicono che la Legge di Muprhy è una scemenza. Se qualcosa può andare storto, lo farà. Eccolo qua, l’ha appena fatto. Va bene, calma. Passiamo al piano B: installazione del sistema direttamente dall’avvio con chiavetta usb, ne avevo già preparata una con i file scaricati dal sito ufficiale. Infilo la chiavetta, riavvio del computer, tasto F2 per entrare nella configurazione del BIOS, impostare il boot da chiavetta e… dov’è il boot da chiavetta? Non scenderò qui troppo nei dettagli, ma ci ho perso un’altra ora abbondante di vita prima di capire che, da manuale della scheda madre, dovrei avere questa funzionalità, però in pratica non c’è. Passiamo al piano C: invece del boot da chiavetta usb, torniamo alla preistoria con il boot da compact disc. Sì, voi adesso li chiamate CD, ma loro poverini sono nati come Compact Disc. Afferro la colonna dei dischi vergini, impolverata anche questa, e chi li usa più oramai i dischi?! Ma il signor Windows 10 non si accontenta di un banale dvd, vuole addirittura un double layer, doppia faccia, doppio spazio, doppio costo. Dopo aver masterizzato il disco, riprovo con l’installazione. Stavolta tutto parte a dovere, ma le sorprese non sono finite: se l’installazione parte da boot, vuole cancellare tutti i dati residenti nel sistema, pulire tutto da zero. Anche no. E’ un aggiornamento, non deve radere al suolo tutto ciò che trova a vista!

Torniamo al piano A ma con la variante bis. Andiamo di nuovo all’eseguibile da lanciare dal sistema attivo, da dentro il vecchio Windows, ma disabilito tutto quello che gli può dare fastidio. Spegni il monitor delle stampanti, la sincronizzazione automatica di DropBox, il software dello scanner rotativo, il check della batteria del gruppo di continuità. Lancio l’aggiornamento e torno a leggere il mio libro. Questa volta mi fa cucù al 75% preciso.
Cosa mi sono dimenticata? Uhm, non c’azzecca nulla, ma sospetto che potrebbe volere pure che il vecchio Windows abbia tutte le sue patch. Windows Update su quella macchina infatti mi nasconde degli aggiornamenti facoltativi, quasi un giga da installare. Che è un’assurdità, a ben pensarci. Cosa mi interessa di cambiare l’olio del motore se sto per cambiare direttamente il motore?!
Procedo, se ne va un’altra mezz’ora. E alla fine, incrociando anche le dita dei piedi, riprovo con l’aggiornamento a Windows 10. Niente, esce sempre lo stesso errore al 73% stavolta. Chiedo aiuto a Google e rileggendo una delle tante pagine che già avevo consultato nei mesi addietro, mi viene in mente anche questo: tocca disabilitare l’antivirus. Un’altra assurdità pure questa: per rendere il sistema più sicuro, prima devo togliergli le mutande e lasciarlo girare nudo per la rete. Bah.
Penso che è l’ultimo tentativo della giornata. Potrei pure mollare la presa e portare il computer in assistenza, che se la vedano loro, io ho già dato che basta. Non ho più quello sprint di un tempo, perdo la pazienza troppo facilmente alla tastiera. Rilancio l’aggiornamento e mi rimetto a leggere, ma sono al gran finale del romance, lei e lui si stanno finalmente dichiarando amore eterno. Quando chiudo l’ultima pagina e alzo lo sguardo mi trovo direttamente Windows 10 installato che mi saluta. Ciao.
(Un Ciao che incute più terrore di un film horror, comunque.)
Alla fine, in mezzo a tutte queste pause, ho letto un libro brutto (poi ho pianto perché è una storia bella) Forse, ripensandoci, ho pianto dall’emozione per essere riuscita a terminare questo tedioso aggiornamento, me lo portavo dietro da mesi.

Bene, finalmente il mio computer è “in regola” in quanto a sicurezza, Windows mi sorride adesso e Chrome mi offre pure il caffè.
Però. Eh si, c’è già un però. Il supporto a Windows 10 scadrà il prossimo 14 ottobre 2025. Dopo quella data non sarà più garantita la sua integrità. Ecco perché sarebbe utile già aggiornare il sistema al nuovo e fiammante, con molta ironia, Windows 11.
Però. E questo secondo però è davvero mastodontico: dovete prima passare il check di integrità. Sì, se ne sono inventati un’altra. Funziona esattamente come il controllo di sicurezza in aeroporto: così come l’addetto ti apre la valigia e verifica che non ci siano oggetti strani prima di lasciarvi salire a bordo, qui c’è uno strumento automatico che testa minuziosamente il vostro hardware per sapere se soddisfa i requisiti minimi per la futura installazione, soprattutto per quanto concerne il processore.
E secondo voi il mio computer l’ha passato il check per Windows 11?! 😐

 

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Comments (18)

Daniela Bino

Giu 28, 2023 at 11:04 AM Reply

Il sarto che va in giro con il calzino bucato è quello che lavora tanto. Quindi, un ottimo segno!
Tu sei stata bravissima e coraggiosa: cambiare lavoro in quattro e quattr’otto, destreggiandoti tra ufficio ed esami, continuando a governare questa meravigliosa nave. Chapeau, amica mia! E sappimi dire come andrà a finire con l’aggiornamento a Windows 11.

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 4:33 PM Reply

E l’informatico che usa il pallottoliere è quello stressato da troppi sistemi obsoleti, vetusti e lenti. Non un buon segno per l’innovazione tecnologica di questa nazione…
L’aggiornamento a Windows 11 è rimandato alla primavera del 2025. 😎
Probabilmente per allora Microsoft dovrà rivedere i propri piani, non è ammissibile infatti né in termini economici né di tutela ambientale pensare di rottamare tutti quei computer, direi milioni di macchine, che non passano il check di integrità. Dovremmo riempire il pianeta di spazzatura elettronica ogni due anni?! Senza pensare che al momento non c’è una produzione di processori adeguata alla completa sostituzione. Dovranno, per causa maggiore, pensare a una versione di Windows “calmierata”, che garantisca un livello decente di sicurezza anche nelle macchine più vecchie. Il tema ambientale oramai non può più essere sottostimato.

Grazia Gironella

Giu 28, 2023 at 11:40 AM Reply

Sono appena passata a Windows 10 (il PC non supporta la versione 11) affidandomi a dei professionisti. Mi sono lievemente stufata di risparmiare e studiare per imparare cose tecniche complesse, con relativo impiego di tempo, per poi ritrovarmi spesso con un risultato parziale o, peggio, un problema da far risolvere ad altri. Mi sento una peaker a rovescio! Tu però sei nel tuo campo, almeno; il fallimento non è un’opzione. Comunque un bel pianto liberatorio finale ci sta. 😉

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 4:38 PM Reply

Non è esattamente il mio campo, perché io non sono un sistemista di formazione, ma per passione. 🙂
Quello che più mi disturba è trovare online delle risorse completamente farlocche, articoli e guide proprio sbagliati su come procedere in questi casi, talvolta come traduzione errata di fonti originali in lingua inglese, altri dove una soluzione apparente ad un caso limite viene assunta a soluzione per tutte le problematiche similari. La confusione è anche alimentata dalla scarsità di informazioni rilasciate da Microsoft stessa, certe volte sembra che non sappiano nemmeno loro dove mettere le mani… 😀
Poi c’è il problema del coinvolgimento in prima persona: quando lavori su sistemi terzi hai l’obiettività e la tranquillità giusta, come un chirurgo in sala operatoria che non conosce il paziente sul tavolo; quando il computer è il tuo, basta davvero poco per farti perdere lucidità. Da qui, l’extrema ratio di portare il proprio computer direttamente in assistenza e che s’arrangino loro. Magari facciamo uno scambio: io gli aggiorno uno dei loro e loro aggiornano il mio. 😛

Sandra

Giu 28, 2023 at 12:36 PM Reply

Di tutto ciò se ne occupa l’Orso marito.
Non molto tempo fa ha cancellato per sbaglio diverse cose, fogli word e foto… 50 euro e un negozio apposito, che ho trovato io googlando, ha ripristinato tutto.
E niente, la tecnologia proprio non riesce ad appassionarmi, ma capisco bene le tue fatiche, pianti annessi e rimandi dovuti ad altre cose in cui, al solito, ti distingui per tenacia e bravura.

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 4:40 PM Reply

Standing ovation per l’Orso marito allora! 🙂
Ti hanno fatto un buon prezzo per il recupero dei dati cancellati. In genere è un prezzo a dimensione del disco fisso da leggere. L’eliminazione dei file dal cestino di windows infatti è fittizia, i file restano finché non vengono sovrascritti da nuovi file salvati. Quindi la prima cosa da fare è fermare tutto, non salvare più nulla, portare il disco/computer in assistenza. Lì vengono utilizzati degli strumenti appositi, una sorta di lettura a basso livello, come uno scalpellino che riporta in superficie i file sepolti.
In quanto a tenacia… sono cocciuta inside! 😛

Andrea Cabassi

Giu 28, 2023 at 2:37 PM Reply

Poi mi chiedono perché odi winzozz! 😀

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 4:52 PM Reply

Mah, non è che lo odio. Tra i tanti sistemi operativi provati, come interfaccia utente, Windows per me resta il migliore. E tra tutte le versioni, direi proprio Windows 10.
Sono gli aggiornamenti a tediarmi, in fondo sono rimasti al Mesozoico. Certi messaggi di errore sono ancora dei tempi del DOS, e cianciano di Intelligenza Artificiale… 😀

Brunilde

Giu 28, 2023 at 4:25 PM Reply

Molto interessante questo post, peccato sia scritto … in arabo, almeno per me.
Ho PC rupestri, non capisco nulla di quelle scritte che ogni tanto compaiono, schiaccio qualche tasto a casaccio qua e là e quando me la vedo brutta chiamo Tommaso, il mio angelo custode informatico.
Detto questo, cara Wonder Woman, considerando quello che hai fatto ( e come lo hai fatto ) nell’ultimo anno, mi meraviglio che tu sia ancora in piedi e a pieno regime, allenamenti allenamenti compresi.
Quindi: sii indugente con te stessa!
Firmato: la scimmia del computer

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 5:06 PM Reply

Intanto, non sottovalutare la scimmietta! Ricorda che ogni buon pirata ha una scimmietta al suo fianco, che sembra carina e simpatica, ma è tostissima!! 😉
In quanto al resto, sì, è vero, ho fatto proprio gli straordinari quest’anno e in effetti sto contando i giorni alle mie agognate ferie. Sto leggendo di meno e dormendo di più, segno di stanchezza del fisico. Mi mancano 5 giorni a completare la mia 30×30 Running Challenge (30 minuti di corsa ogni giorno x 30 giorni), sono soddisfatta di esserci riuscita, lo dovevo a me stessa, ma dopo il mio unico pensiero sarà preparare le valigie. Casa fronte mare. Libro, bagnetto, libro, bagnetto, libro, bagnetto. Magari anche un ghiacciolo, via. Senza zucchero. 😀

Darius Tred

Giu 28, 2023 at 10:30 PM Reply

… e io che pensavo di leggere un post sulla migrazione dell’hosting di webnau… … …
Ops! Non dovevo dirlo?

Barbara Businaro

Giu 28, 2023 at 11:15 PM Reply

Eh, quella è la prossima fatica… Non so a che numero sono arrivata, delle famose 12 fatiche… 🙄

Giulia Mancini

Giu 29, 2023 at 7:34 PM Reply

Io odio gli aggiornamenti, quando accendi il pc e aspetti mezz’ora per poterlo usare…
Sai che non so neanche che tipo di window ho sul mio pc personale, non lo accendo da un po’ (due o tre settimane) perché non sto scrivendo e per la pubblicazione del libro (che avevo già caricato su streetlib per fare l’ebook) ho usato il notebook che mi hanno dato per il telelavoro visto che è molto più veloce, nel week end provo ad accenderlo…
Comunque ormai hai fatto tutto, ora pensa alle meritate ferie

Barbara Businaro

Lug 02, 2023 at 11:36 PM Reply

Gli aggiornamenti di Windows 11 sono meno invasivi, questo bisogna darne atto. Me li trovo sempre allo spegnimento del computer e scelgo sempre “Aggiorna e poi arresta”, è una bella comodità. Non ho mai usato il notebook del telelavoro per questioni personali per le implicazioni sulla sicurezza. Nel mio lavoro sono sempre rilevanti, visti gli accessi privilegiati a diversi sistemi.
Adesso sì, sono concentrata solo nel preparare valigie e zaini. Le ultime ore di lavoro e poi via per l’avventura! 😀

Marina

Lug 03, 2023 at 12:07 PM Reply

Stessa scuola di Brunilde: grande lavorone il tuo, ma io non ho capito un emerito! :D:D Il computer per me e tutto ciò che è informatico è tabù, i problemi rimangono tali (convivo col mio, quello famoso dell’account non riconosciuto, ormai da mesi), se proprio proprio ho bisogno di cose importanti e urgenti mi rivolgo a un amico di mio marito, che per me è una specie di guru informatico. Quanto vi invidio, voi esperti nel settore! 🙂

Barbara Businaro

Lug 03, 2023 at 7:51 PM Reply

Beh, se consideri che ho cominciato da autodidatta, sui computer dismessi di amici di famiglia (una volta ho smontato e riassemblato due vecchi computer non più funzionanti, per farne uno solo, funzionante, detto Frankenstein 😛 ) e leggendo riviste per appassionati prese in edicola, all’epoca c’erano PC Open, Computer Magazine, PC Professionale. A PC Open sono rimasta abbonata per anni, avevo raggiunto una torre di due metri di riviste! Al giorno d’oggi, con tutto il materiale disponibile in un click in rete, è decisamente più semplice. Anche se i sistemi cambiano velocemente e noi tecnici siamo di fatto in continua auto-formazione. Comunque io spesso invidio voi utenti inconsapevoli. Che se io chiamo un call center e sento l’operatore dare la colpa ai sistemi, io so come funzionano generalmente i sistemi e so che mi sta prendendo per il cu… e certe volte preferirei proprio non saperlo! XD

Luz

Lug 06, 2023 at 12:52 PM Reply

Tu, da esperta quale sei, ottimizzi e progetti, realizzi, ti prendi cura di questo delicato aggeggio. Meglio tardi che mai.
Io invece sono distratta (e oltretutto molto meno all’altezza, so fare davvero pochissimo) e mi ritrovo il Mac praticamente intasato, con la memoria che fa difetto e la sensazione di una povera creatura che annaspa, diventata lenta, incatramata.
Abbiamo acquistato un hard-disk esterno e sto via via scaricando eliminando dal pc almeno i video teatrali, le innumerevoli immagini molto cariche, decine e decine di documenti inservibili. È un decluttering vero e proprio, sono troppo distratta e procrastinatrice per tenere un pc “pulito”. 🙁

Barbara Businaro

Lug 07, 2023 at 1:38 PM Reply

Non è una buona pubblicità per la Apple questa, visto che si vantano di sistemi così avanzati e precisi, anche nella pulizia automatica, da non essere mai intasati e mai rallentati! 😀
Comunque non sono i file prodotti dall’utente a rallentare un sistema operativo, quanto piuttosto le installazioni successive a quelle di fabbrica e la non ottimizzazione del disco. Se poi il computer ha poca memoria ram, cercherà di appoggiarsi al disco fisso (si chiama swapping): allora sì, se hai poco spazio residuo sul disco fisso, tutto diventa terribilmente lento. Quindi sì, il “decluttering” diventa necessario e urgente. Anche perché il disco fisso si sta stressando, c’è il rischio che si danneggi. Dipende dalla versione del tuo Mac, ma dovresti poter fare un backup automatico sul loro iCloud. Parte con un piano gratuito di 5 Gb, ma anche i piani a pagamento non sono male. Se non l’hai già in uso, ti conviene attivarlo. 😉

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