Intervista alla scrittrice Diana Gabaldon - Outlander

Dalla pagina allo schermo
Intervista alla scrittrice Diana Gabaldon

Da quando sono entrata nella community internazionale My Peak Challenge (ne ho scritto spesso qui sul blog, come pure nella mia ultima storia vera sulla rivista Confidenze: Sfido me stessa per rinascere), ho avuto modo di conoscere diverse persone dedite alla scrittura, sia di saggistica che di narrativa, con davvero ottimi risultati in quanto a libri pubblicati e accoglimento di critica e lettori.
Ci siamo incontrati virtualmente all’interno del gruppo Peaker Writers e mi sono stupita di quanti scrivono romanzi storici – che non sarebbe il mio genere preferito in verità – e trascorrono molta parte del loro tempo nella ricerca, che è poi la base di questo genere letterario. Per inventare qualcosa e calarlo in un determinato periodo del passato occorre documentarsi bene non solo degli eventi, tra battaglie e incoronazioni, ma pure della vita quotidiana, degli usi e dei costumi degli uomini di quel tempo, dall’abbigliamento al cibo sulle tavole. E’ davvero un lavoro immane e non so se potrò mai avere la pazienza per cimentarmi nell’impresa.

Proprio come Peaker Writers ho conosciuto la mia amica Rebekah Simmers, una delle amministratrici del gruppo e autrice della Metzlingen Saga, con il suo primo romanzo The King’s Sword (trad. La spada del Re), un’irresistibile miscela di narrativa storica, avventura e romanticismo. Una storia d’amore alquanto combattuta, incastonata nel paesaggio tedesco del Rinascimento, tra un semplice soldato fedele al suo re e una principessa straniera, degradata e diseredata, il cui unico futuro è il matrimonio con quello stesso re. Un viaggio che cambierà per sempre le loro vite, perché le battaglie più difficili sono spesso quelle combattute dentro di loro. Lo trovate su Amazon, in lingua Inglese, anche se spero di poterlo leggere un giorno tradotto in Italiano, chissà! 🙂

Rebekah Simmers è sposata con un militare, in movimento tra caserme e diverse nazioni, e genitore di cinque figli, alcuni con esigenze speciali, nonché di tre pelosetti. Ama la ricerca di qualsiasi tipo, si perde nei dettagli e nei perché, da qui la sua preferenza al romanzo storico, e ha girato il mondo fin dalla nascita, come figlia di un militare sempre in viaggio. E’ davvero incredibile come riesca a giostrarsi tra la scrittura e gli scatoloni dei traslochi! Da quando la conosco, credo ne abbia già fatti almeno tre, ed è organizzatissima. Da pochi mesi abita nella nostra bellissima Italia, il suo ventunesimo trasferimento, e speriamo di incontrarci presto anche dal vivo. Intanto la potete leggere nel suo sito personale: rebekahsimmers.com

La straordinaria novità è che quest’anno Rebekah Simmers è membro del comitato organizzatore della Historical Novel Society UK 2024 Conference, un convegno internazionale per lettori, scrittori ed editori di narrativa storica che si terrà presso Dartington Hall, nella contea inglese del Devon, nel weekend del 6-8 Settembre prossimi. Ho scoperto la Historical Novel Society agli inizi del mio blog, quando stavo cercando una definizione di “romanzo storico” e quali fossero i criteri per inquadrarlo nel genere, seppure in presenza di una parte romance o addirittura fantasy: Quando si definisce “romanzo storico”?
La Historical Novel Society è stata fondata nel Regno Unito ancora nel 1997, inizialmente concepita per pubblicizzare la narrativa storica che sembrava essere in crisi in quegli anni. Così è stata creata una prima rivista, per cercare di migliorare la connessione tra autori ed editori. Poi è stato creato un secondo magazine dedicato solo alle recensioni dei romanzi storici, diventando ad oggi la guida migliore e più completa al genere storico. La Historical Novel Society è un’associazione aperta sia ai lettori che agli autori, includendo sia scrittori affermati che esordienti in viaggio verso la prima pubblicazione. Ogni anno viene organizzato un convegno, in diverse parti del mondo, ma accessibile anche in streaming online.

Il tema di questa conferenza in particolare è “From author’s page to screen and stage”, dalla pagina dell’autore allo schermo e al palcoscenico. Suddivisi in diverse sessioni per argomento, interverranno scrittori famosi tra cui Bernard Cornwell (noto per le avventure di Richard Sharpe, il romanzo di Excalibur e Alla ricerca del Santo Graal), Diana Gabaldon (sì, proprio lei, la mia scrittrice preferita, autrice della saga Outlander, che ho incontrato al Livre Paris nel 2018), Chris Humphreys, Kate Quinn (i suoi romanzi sono tradotti e pubblicati da Editrice Nord, come l’ultimo I misteri del Briar club), Ian Mortimer (ha vinto il prestigioso Alexander Prize per le sue ricerche sulla storia sociale della medicina), Elizabeth Chadwick (definita “la migliore autrice di fiction medievale dei nostri tempi”, è pubblicata in Italia da Tre60 e TEA), David Gilman, Jane Johnson (l’editor inglese di Dean Koontz e di George R.R. Martin, oltre ad aver collaborato alla realizzazione dei film Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit di Peter Jackson), S.G. Maclean e Lisa Highton.

Sono disponibili anche i biglietti per la partecipazione virtuale alla conferenza, con pass di due giorni o solamente un giorno. Permettono l’accesso allo streaming live e alle registrazioni di tutte le sessioni nella Great Hall di Dartington. Una bella opportunità se vi interessa la narrativa storica. Tutti i dettagli e le prenotazioni sul sito ufficiale: hns2024.com

Quale membro del comitato organizzatore, Rebekah Simmers ha avuto il privilegio di intervistare proprio Diana Gabaldon!
Come molti Peaker Writers, anche Rebekah è una fan dei suoi romanzi (è stato Outlander in qualche modo a condurci alla community My Peak Challenge) e dunque far parte di tutto questo è stato davvero un dono. Posso ben immaginare il suo entusiasmo!
Qui potete leggere la sua intervista originale, in lingua inglese: Conference Interview: Diana Gabaldon
Me la sono quasi imparata a memoria, perché ci sono sempre spunti interessanti nelle risposte di Diana Gabaldon. Per non rischiare però di dimenticarla, vi riporto la traduzione in Italiano qui sul blog.

Ma ci credete che volevano tagliare proprio il prologo di Outlander? Quel breve paragrafo che mi ha fatto totalmente innamorare della storia?! Per fortuna che zia Diana non li ha ascoltati! 😀

Historical Novel Society UK 2024 Conference

Dalla scrittura non lineare al successo di Outlander
Qualche domanda a Diana Gabaldon

Rebekah Simmers: Siamo così emozionati che ti unirai a noi per la conferenza Historical Novel Society 2024 UK! Cosa ti aspetti dalla conferenza?

Diana Gabaldon: Non ho mai partecipato a questa conferenza, quindi non vedo l’ora di incontrare nuove persone ed esplorare una parte del Paese in cui non sono mai stata prima!

Historical Novel Society ha lanciato la First Chapters Competition con la conferenza (ndr. un concorso a cui gli autori inviano i primi tre capitoli di un romanzo storico completo, mai pubblicato in precedenza in nessuna forma, per vincere un premio in denaro e magari anche una futura pubblicazione). Ho letto prima che non scrivi in modo lineare: puoi condividere come decidi dove e come dovrebbero iniziare le tue storie?

No, non scrivo in modo lineare; comincio dove vedo che succede qualcosa. Alla fine, i piccoli pezzi che fluttuano nella mia testa iniziano ad attaccarsi e a formare degli schemi, e poi la scrittura diventa… beh, non più veloce né più facile, ma riesco a lavorare di più in un posto alla volta. Riconosco una prima riga o una conclusione quando ne compare una, però!

La tua serie Outlander ha avuto un immenso successo come romanzo e sullo schermo, e sembra continuare a evolversi creativamente in cose nuove, come la conferenza a Glasgow (ndr. l’Outlander Conference Glasgow si è tenuta nel luglio 2023, ospitata dall’Università di Glasgow, con la partecipazione della scrittrice e diversi studiosi, incentrata sui temi della storia giacobita, la medicina e la stregoneria, il gaelico e gli scozzesi, la produzione cinematografica e il design dei costumi, il turismo scozzese e il fandom) e ora anche la serie prequel (ndr. si intitola Blood of my Blood, attualmente in lavorazione per Starz e seguirà i futuri genitori di entrambi i protagonisti della serie originale). Outlander è sicuramente un mondo e un fandom a sé stante: come ti ha influenzato creativamente? In generale? Riesci a separarti dall’enormità di tutto ciò e a tornare alla narrazione di base mentre scrivi?

Be’, sì; quando scrivo, ci sono solo io e il libro, non importa cosa mi succeda intorno. I fan, lo spettacolo, le conferenze, le lauree honoris causa, la posta e le e-mail, ecc. sono fenomeni separati. La scrittura li causa, ma di per sé non influiscono affatto sulla scrittura stessa.

Indipendentemente da dove provengano, dai tuoi romanzi, dallo show televisivo o da entrambi, i tuoi fan spesso ti descrivono come generosa con il tuo tempo e la quantità di coinvolgimento con loro: come gestisci tutto questo? Puoi condividere le strategie che hai per mantenere lo slancio, evitare il burnout e organizzare i tuoi vari progetti?

Ho un laptop davvero grande (un computer da gioco con uno schermo enorme, una tastiera larga, che si illumina di diversi colori, e un sacco di RAM) che si adatta alla mia forma di scrittura molto ADHD (ndr. dall’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder, disturbo da deficit di attenzione/iperattività). Di solito ho fino a una dozzina di documenti aperti in un dato momento: due o tre o quattro (o cinque…) saranno cose su cui sto lavorando attivamente all’interno del libro principale del momento; un altro sarà… ehm… qualcosa come questa intervista…; un altro sarà un documento organizzativo, o il MFILE (per Master File) complessivo in cui elenco tutti i file per un dato romanzo (i grandi romanzi di OUTLANDER hanno in media circa 400 file), con parole chiave e personaggi coinvolti, per dare una speranza di trovare ciò che voglio quando ne ho bisogno, o un breve documento provvisorio di “pensiero” chiamato COSA SO [data], che mi aiuta a rimettermi in sesto quando torno da un viaggio o non mi è stato possibile continuare il lavoro perché ho dovuto fare qualcos’altro, come scrivere o commentare gli script (gli script usano il loro software di formattazione specializzato, quindi vengono gestiti separatamente). Stampo anche ogni file o lettera completata, perché ho lavorato con i computer per troppo tempo per fidarmi di loro. La roba stampata finisce, a volte, in una cartella, più spesso in una scatola, alias “dump” (ndr. in inglese “discarica”). Finché è su carta e nel mio ufficio, alla fine la troverò.

Ndr. Ecco qua. Noi diventiamo matti con software come Scrivener o yWriter, per organizzare al massimo la nostra scrittura, e lei invece utilizza semplici documenti di testo, tanti ma davvero tanti file, ma di un semplice programma di videoscrittura. Chapeau! 😀
Avevo già letto di questo suo modo particolare di lavorare in un suo commento su Twitter e mi aveva incuriosita. Per quanto riguarda il Master File, il documento che organizza un elenco di tutti gli altri, è una funzionalità di Microsoft Word e LibreOffice Writer, ne avevo scritto in questo mio articolo sul blog: Organizzare i capitoli del proprio libro con il Documento Master 
Nel caso vogliate cimentarvi anche voi in questa modalità. 🙂

Outlander di Diana Gabaldon - Book cover

Seguendoti sui Social Media, offri spesso (molto apprezzati) preziosi e vari consigli di scrittura nei tuoi post. Ripensando alla tua carriera di scrittrice, qual è stato il consiglio di scrittura più importante che hai ricevuto da un altro autore? Come sei riuscita a farli funzionare per te?

Non posso dire di aver mai ricevuto consigli di scrittura da un altro autore (beh, non consigli utili; vedi “Prologhi”, sotto…). Il che non significa che non abbia mai preso niente dai libri di un altro autore, perché lo faccio sempre.
Guarda, gli scrittori non hanno davvero segreti. Tutto ciò che sappiamo fare è proprio lì, sulla pagina. Tutto quello che devi fare è imparare a vedere gli schemi, e per fortuna non è stato difficile per me: è anche quello che fanno gli scienziati, solo che lì devi raccogliere tu stesso i dati di base.

Cosa pensi che serva per avere longevità in una carriera da scrittore? Sanità mentale? Divertimento? Quale gioia inaspettata è arrivata nella tua vita da una carriera così di successo?

Beh, in pratica, non ti fermi mai. Quanto alla gioia… beh, i soldi sono stati belli. Anche se, francamente, la gioia più inaspettata è stata lo show televisivo. È stato un bel viaggio!

Da dove inizi di solito la tua ricerca? Hai una risorsa a cui fare riferimento? C’è qualcosa che hai ricercato per la tua scrittura nel corso degli anni che ha avuto un impatto enorme su di te o su un romanzo o sulla serie che stavi scrivendo?

Beh, ho iniziato la mia ricerca nella biblioteca dell’università in cui lavoravo (nella mia precedente incarnazione professionale ero uno scienziato); non avevo molta scelta nel 1988, poiché Internet in quanto tale non esisteva ancora e le risorse online come DARPANET, Genie, CompuServe non erano realmente organizzate per essere consultabili, anche se CompuServe si è dimostrato molto prezioso nel tempo, poiché ho incontrato molte persone interessanti che potevano raccontarmi cose interessanti.

C’è una scena specifica che hai scritto nel corso degli anni a cui ti senti particolarmente legata? Se non una scena specifica, una trama secondaria che ti è piaciuta scrivere?

Beh, c’è una riga in particolare: “Le persone scompaiono di continuo”. (Tra l’altro, non è stata la prima riga che ho scritto. È comparsa due o tre mesi dopo averla scritta, se non erro. L’ho scritta, pensando che potesse essere l’inizio di una scena, ma non sembrava, quindi ho scrollato le spalle, ho detto “OK, un Prologo, allora?” e l’ho attaccata sulla parte anteriore della storia. (Nonostante le infinite persone online che si consigliavano severamente a vicenda di NON scrivere Prologhi, perché “editor e agenti li odiano!” e/o “Nessuno legge i prologhi!” (“Oh, scommetto che hanno letto il mio”, ricordo di aver pensato, ogni volta che vedevo qualcosa del genere. Rafforzato non solo dall’autostima <cough>, ma da trent’anni e passa di lettura di libri, molti dei quali con eccellenti Prologhi.)

Ndr. Non toccatemi il Prologo di Outlander! E’ il motivo per cui ho cominciato a leggere il romanzo! Ho visto su YouTube, incuriosita, la scena presa dalla serie televisiva, ancora poco conosciuta in Italia, e me ne sono innamorata (purtroppo non ritrovo lo stesso video, ma qui sotto potete vedere il primissimo trailer di Starz – 9 agosto 2014!!) Sono state quelle parole a convincermi alla lettura, nonostante sia un romanzo storico e io non impazzisca per i romanzi storici. 😛

Le persone scompaiono di continuo. Chiedetelo a un poliziotto. Meglio ancora, a un giornalista. I casi di sparizione sono il pane quotidiano per i cronisti.
Ragazzine che scappano di casa. Bambini che si allontanano dai genitori e svaniscono nel nulla. Casalinghe che non ne possono più, prendono i soldi per la spesa e vanno alla stazione in taxi. Esponenti della finanza internazionale che cambiano nome e si dissolvono nel fumo dei sigari d’importazione.
In molti verranno ritrovati, alla fine, vivi o morti. In fondo, di solito le sparizioni hanno una spiegazione.
Di solito.
da Outlander. La straniera, Diana Gabaldon. Traduzione di Chiara Brovelli

Cosa puoi dirci di ciò che stai scrivendo ora? O di una prossima uscita?

Sto lavorando al decimo libro (ho un titolo, ma non voglio svelarlo finché non siamo abbastanza vicini alla pubblicazione; non voglio cancellare tutto il “nuovo”!). Di tanto in tanto, sto lavorando al primo romanzo prequel (la serie televisiva sta preparando la sua versione di questa storia, scritta essenzialmente dalla mia sinossi del libro, ma con aggiunte divertenti da parte degli sceneggiatori della serie, “Blood of my Blood”, che non è male, ma non so se sarà il titolo effettivo del romanzo o meno). E di tanto in tanto, sto lavorando a cose che saltano fuori.

Qual è stato l’ultimo bel libro che hai letto?

Solo negli ultimi due mesi, ANXIOUS PEOPLE di Fredrik Backman (ndr. in Italia tradotto con Gli ansiosi), per la narrativa, e THE LOST TOMB di Doug Preston (ndr. non ancora tradotto per l’Italia), per la saggistica. (Badate bene, leggo sempre e quasi tutto, quindi la risposta potrebbe essere diversa dopodomani…)

***

Ringrazio Rebekah Simmers per questa intervista, per aver posto praticamente le domande che avrei voluto rivolgere io a Diana Gabaldon. Da dove le arriva la scrittura, come riesce a gestire tutto questo insieme, quanto le ha cambiato la vita, qual è il suo segreto?!!

The King's Sword - Rebekah Simmers

Vi piace la narrativa storica?

Siete appassionati del romanzo storico? Quali sono i vostri titoli preferiti, quelli che portereste con voi in un lungo viaggio solitario?
Se ve la cavate discretamente con la lingua inglese, dovreste proprio partecipare alla conferenza con l’accesso allo streaming.
Per invogliarvi ancora di più, qui trovate le altre interviste agli scrittori della conferenza: HNS UK 2024 Conference Interviews
Credo sia un’ottima occasione per imparare qualcosa, fosse anche portarsi a casa un’altra lunga lista di libri da leggere! 😉

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Comments (12)

Sandra

Ago 22, 2024 at 9:04 AM Reply

Le interviste con i nostri autori preferiti sono sempre preziose, se poi condotte da qualcuno che conosciamo, beh, è magia!
Non sono una grande estimatrice dei romanzi storici, né sarei mai in grado di scriverne uno, troppa ricerca, il rischio castroneria è elevatissimo, per cui la mia stima a chi li scrive, e pure bene, è tanta.
Certo, quell’incipit sulle sparizioni è notevole, davvero un super acchiappa lettori, come infatti è avvenuto con te e con migliaia di altri nel tempo.

Barbara Businaro

Ago 24, 2024 at 5:39 PM Reply

Guarda, è andata così: Rebekah ha pubblicato sul suo profilo Facebook il link dell’intervista in inglese, io mi sono fiondata a leggere, mi sono tradotta meglio qualche passo, perché certe sfumature della lingua ancora mi mancano, e alla fine mi è venuta l’idea, perché non riportarla tradotta sul mio blog? Almeno così me la vengo a rileggere.
Ho chiesto a Rebekah, lei a sua volta ha chiesto al comitato e all’organizzazione, si sono detti entusiasti e io mi sono messa al lavoro (che in realtà avevo già fatto 😛 )
Sì, anch’io penso che un romanzo storico sia il genere più difficile su cui cimentarsi, molto più del giallo o del thriller. Perché l’errore storico è davvero facile, e anche in Outlander, nonostante una revisione completa dalla prima pubblicazione, sono rimaste delle inesattezze, anche riconosciute ma oramai accettate (come lo zucchero nel tè nel dopoguerra, quando era ancora impossibile da trovare).
In quanto all’incipit, va detto che su di me, per tutta la saga, ha avuto davvero un forte impatto la musica di Bear McCreary. Sentire quelle parole, sia in inglese quanto in italiano (abbiamo una bravissima doppiatrice in Italia per la protagonista Claire), con la musica in sottofondo… è da brivido.

E questo è un regalino per i miei lettori…

Grazia Gironella

Ago 22, 2024 at 4:03 PM Reply

Non sono un’appassionata del romanzo storico in generale, ma quando luogo e periodo mi affascinano, mi tuffo a pesce! E poi e poi, negli ultimi mesi il mio interesse per la storia ha subito una sorprendente impennata, a partire da quella legata al Friuli, regione in cui vivo. Sulla saga della Gabaldon non dico niente perché sai già, del mio amore per la Scozia idem. 🙂

Barbara Businaro

Ago 24, 2024 at 5:50 PM Reply

Guarda, anch’io dico che il romanzo storico non è nelle mie corde, e poi quest’estate ho letto Sujata Massey, prima Le vedove di Malabar Hill, il primo romanzo delle inchieste dell’avvocata Perveen Mistry, ambientato nella Bombay del 1921, e poi L’amante di Calcutta, una storia triste, per fortuna con un lieto fine da favola, anche questo ambientato tra il 1930 e il 1947, nel travagliato periodo dell’India colonia inglese verso la sua indipendenza. Sono romanzi storici, fatti e finiti, eppure li ho letti! 😀
Comunque tu leggi in lingua inglese, potresti lasciarti tentare dal romanzo di Rebekah, ha ricevuto davvero ottime recensioni, anche di critica.

Marco Amato

Ago 23, 2024 at 10:20 AM Reply

Grazie per aver segnalato e tradotto questa intervista. Davvero interessante.
Certo, quando ho letto del documento master con quattrocento file sono caduto dalla sedia. Come una sorta di incubo mi sono scapicollato al computer per controllare se dentro il mio Scrivener ci fossero ancora tutti i documenti del romanzo in scrittura. Io sono salvo. XD
Certo, ho avuto un altro impulso quando ha detto che stampa i documenti perché ha compreso che non bisogna fidarsi dei computer e io ero lì a dire: il cloud, tutto ciò che scrivi sempre sincronizzato con il cloud. XD
Bellissimo il prologo. Prima o poi dovrò cimentarmi, o con il romanzo, o con la serie. Fra l’altro Startz è già garanzia di qualità. Con la serie Black Sails hanno fatto un capolavoro.
Prima o poi comincio. Giuro.

Barbara Businaro

Ago 24, 2024 at 5:57 PM Reply

Quando ho letto che usa addirittura 400 file di Word, mi sono sentita meno sola, io che scrivo i racconti ancora in formato .txt sul Notepad.
E poi quando ho letto che si stampa i documenti, ho pensato che è proprio da lì che devo ripartire, con quel progetto là fermo. Lo stampo e comincio pure a scriverci sopra a mano, se serve a farmi ripartire a scrivere. Il cloud… eh, caro mio, anche il cloud ha i suoi bei problemi e ogni tanto perde colpi, meglio non fidarsi del tutto.

Black Sails per altro ha le musiche di Bear McCreary, che ha curato tutte le stagioni di Outlander, un lavoro eccezionale davvero.
Se cominci, sappi che poi non finirai più… 😛

Giulia Mancini

Ago 23, 2024 at 12:07 PM Reply

Interessante intervista, mi è piaciuto molto scoprire che una grande scrittrice di successo non usi grandi sistemi di scrittura (io uso da sempre solo il file word che salvo ogni volta anche su una chiavetta usb, forse dovrei usarne due per sicurezza. Ogni tanto mi mando il file anche via mail). Io adoro i prologhi e questo è davvero notevole, wow
I romanzi storici non mi attraggono, non so perché, però ho letto un thriller di Riccardo Bruni ambientato nella Venezia settecentesca e mi è piaciuto…

Barbara Businaro

Ago 24, 2024 at 6:13 PM Reply

Sì, lei non usa chissà quale software per scrivere. Ha un computer alquanto potente, un Dell Alienware da gaming che ricordo in alcune sue foto, e poi un altro più piccolino da viaggio, però non un MacBook perché ricordo un post dove si lamentò delle funzionalità perditempo dei sistemi Apple (e lì ho pensato: ma vedi che non sono la sola?!)
(Ti conviene non fidarti completamente della chiavetta usb no, tieni una copia anche su un disco fisso, va bene un SSD di piccola taglia, collegabile sempre via usb; anche una copia su un cloud gratuito – se hai un indirizzo @gmail puoi usare il servizio Google Drive associato – così diversifichi le fonti e riduci il rischio.)
Guarda, di prossima lettura ho C’era una volta di Agatha Christie, l’unico storico che lei ha ambientato nell’anno 2000 a.C. a Tebe, nell’Antico Egitto.

Brunilde

Ago 23, 2024 at 12:10 PM Reply

Le passioni danno sapore all’esistenza. E possono essere contagiose…
La tua passione per Outlander è nota. Io non mi ci sono ancora avvicinata, il mondo celtico ( e nordico in genere ) non mi affascina più di quel tanto, però mi hai così incuriosito che vorrei provare a leggere qualcosa della mitica Diana.
Da dove comincio?
Più che romanzi storici, mi capita di leggere biografie storiche, talvolta romanzate,per conoscere meglio certi personaggi ed epoche passate che, puntialmente, si rivelano ancora attuali, per dinamiche e meccanismi psicologici e sociali. Della serie: tutto già accaduto!

Barbara Businaro

Ago 24, 2024 at 6:24 PM Reply

Ti direi di cominciare dal primo romanzo, Outlander. La straniera (ti ho linkato l’edizione tascabile appena pubblicata da Mondadori, con la nuova traduzione rivista e aggiornata). Si può anche terminare la lettura lì, e rimane una storia dal finale aperto, se vuoi. Però se vuoi capire come scrive zia Diana, occorre partire da lì.
Anche perché lei di fatto da scritto due serie: questa di Outlander, non ancora conclusa (sta scrivendo ora il romanzo numero 10, che dovrebbe essere conclusivo) e la serie di Lord John, uno spin-off di Outlander incentrato sul personaggio di Lord John Grey (il cui cuore però batte per altri uomini, ahem…) Ci sono altri racconti brevi sparsi, ma non sono stati tradotti e pubblicati in Italia, purtroppo.

Darius Tred

Set 02, 2024 at 10:15 PM Reply

Una settimana fa ero in volo seduto a fianco di una tipa che stava leggendo proprio il Volume 1.
Non eri tu…
…però sono riuscito a scroccare ben 2 paragrafi.

E da questo avrai capito che non sono ancora riuscito a iniziare la lettura: stavo facendo il mega-acquisto tempo fa, quando ho scoperto che mia sorella aveva i romanzi. Ho optato quindi per il mega-scrocco, salvo scoprire che aveva perso proprio il primo volume, prestato a non so chi e mai più tornato.
Ma dimmi un po’: manco delle sorelle ci si può più fidare…

Insomma, il Volume 1 me lo devo proprio comprare. E la tipa sull’aereo me l’ha ricordato.

Comunque, sì: mi piace la Storia, mi piacciono i romanzi storici, mi piace anche leggere saggistica e riviste di storia.
Mi piacciono i film di storia.
Il tutto purché accurato, dettagliato e rigorosamente documentato.
Insomma: mi piace ficcare il naso nei dettagli delle epoche passate.

Barbara Businaro

Set 03, 2024 at 4:49 PM Reply

Delle sorella non ci si può fidare no, la mia ha perso il mio prezioso Promessi Sposi, prestato anche quello a non so chi e mai più tornato (quell’edizione rossa di cui ho raccontato qui: Vent’anni per ritrovarti)
Però significa che Outlander sta per raggiungerti eh. Sei circondato, ti toccherà capitolare alla lettura…
Potrebbe piacerti anche per i dettagli esoterici: soprattutto nel secondo romanzo, La libellula nell’ambra, ambientato nella Parigi di Luigi XV, c’è un certo Mastro Raymond, fisico ed erborista (eh? ti dice niente? erborista?) nonché anche… ah no, niente spoiler!! 😛

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