"Si amavano, quei due, si regalavano libri." Comunicare con i libri, tra titoli e trame

Comunicare con i libri, tra titoli e trame

Si amavano, quei due, si regalavano libri.
I pesci non chiudono gli occhi, Erri De Luca

Questa citazione di Erri De Luca mi segue da un paio di anni almeno. L’ho incrociata per caso su Instagram, senza sapere in quale romanzo fosse contenuta, perché ahimè nelle grafiche per i social si nomina sempre l’autore, ma raramente il titolo del libro. Purtroppo non ho ancora letto nulla di Erri De Luca (pensiero laterale: ma di quanti scrittori devo ancora leggere qualcosa, almeno un racconto breve? basta una vita per apprezzarli un po’ tutti?!), però l’ho sentito parlare spesso in televisione, con quei suoi modi pacati, la voce tranquilla, ma fermo e capace nelle sue affermazioni. Mi colpisce leggere la sua biografia, perché Erri De Luca ha studiato sì in un liceo classico, ma ha poi lavorato duramente come operaio, nei cantieri edili di Roma o alla FIAT di Torino, e nel frattempo imparava da autodidatta lingue complesse come il russo, lo swahili, lo yiddish e l’ebraico antico. Ha esordito col suo primo romanzo a quarant’anni, ma con una vita davvero intensa già alle spalle.

Senza sapere ancora da dove provenisse, quella citazione mi ha subito evocato due ragazzi innamorati, felici in quel passato in cui si regalavano libri. Ma quali libri? E perché se li regalavano a vicenda? Era forse una forma di comunicazione, riservata a loro due, o solo oggetti regalati senza particolare significato? Ho sempre pensato che su questa frase, prima di leggere il romanzo da cui è tratta, ci avrei scritto un racconto mio, ma sono sempre stata “bloccata” proprio nella scelta dei libri che si scambiano i due protagonisti.
Regalare un libro è davvero complicato anche quando si conoscono bene i gusti di chi lo riceverà, perché sono molte le variabili in gioco. Per questo tempo fa ho scritto un post con qualche suggerimento, in base alle mie esperienze: 10 consigli per regalare un libro. Proprio perché comprendo la difficoltà, talvolta anch’io preferisco cercare altri oggetti da regalare restando però in tema di lettura, cose carine che non devono mai mancare nel comodino del lettore, qualche idea l’ho raccolta in quest’altro post: Regali per lettori (e pure per scrittori!)

Qui con voi però voglio abbattere quel particolare blocco e parlare della comunicazione per mezzo dei libri, tra titoli e trame. I libri utilizzati come messaggio, più o meno esplicito, quasi una caccia del loro significato per chi li riceve. Escludiamo, almeno in questo contesto, la relazione tra autore e lettore, concentrandoci solo sul rapporto tra due persone che condividono il medesimo romanzo. Scambiarsi libri come scambiarsi messaggi sul telefonino, solo più originali, magari misteriosi, in qualche modo più intimi e poetici. Anche perché ogni libro, che sia un romanzo da mille pagine o un racconto breve rilegato, nasconde infiniti mondi. Potremmo comunicare con il solo titolo, con un’immagine evocativa in copertina, con un pezzo di trama, con la sola frase logline stampata nel retro o con una citazione sottolineata al suo interno. Quei due si regalavano libri sì, ma cosa si dicevano?
Ecco, per rispondere a questa domanda chiedo l’aiuto da casa… 🙂

Comunicare con i libri
Parole e immagini

“I libri hanno legittimato – e questo è indiscutibile – fatti terribili, ma hanno nutrito anche i racconti migliori, i simboli, i saperi e le invenzioni che l’umanità ha costruito nel passato.[…] i libri ci hanno trasmesso il lascito di certe trovate dei nostri avi che non sono invecchiate affatto male: l’eguaglianza tra esseri umani, la possibilità di scegliere chi ci governa, l’intuizione che i bambini stanno senz’altro meglio a scuola che in un luogo di lavoro, la volontà di usare – e di spendere – le risorse dell’erario pubblico per curare i malati, gli anziani e i deboli. Tutte queste invenzioni […] sono giunte fino a noi per vie tortuose. Senza i libri, le cose migliori del nostro mondo sarebbero svanite nell’oblio.”
Invecchiare al tempo della rete, Massimo Mantellini

Ovviamente sto considerando solo i testi cartacei, perché sono questi che scegliamo con cura e incartiamo con amore quando decidiamo di regalare un libro a qualcuno. Altrimenti regaliamo una Gift Card, ma in quel caso non stiamo realmente regalando un libro, men che meno stiamo consegnando un messaggio: sarà il destinatario a scegliere per sé, in completa autonomia. Anche gli ebook non si prestano ad essere usati come doni letterari: dove la scriviamo la dedica se regaliamo un libro digitale?! 😀
In fondo, prima dell’avvento della tecnologia, sono i libri di carta, e prima ancora le pergamene arrotolate, che ci hanno tramandato la conoscenza da molto lontano nel tempo, vere e proprie missive dai nostri antenati. Una comunicazione indiretta, perché certo non immaginavano di essere letti in un futuro come il nostro (così come noi ora non sappiamo che fine faranno le nostre parole dopo di noi), ma pur sempre un messaggio giunto grazie ai libri, ambasciatori eccezionali.

In questi nostri tempi, la comunicazione con i libri non è sempre basata sul testo, sul titolo o sulle citazioni contenute, ma possiamo comunicare anche attraverso le copertine, soprattutto quello che rappresentano con le immagini stampate nella fodera principale del volume. Lo ammetto: per me la copertina è un elemento fondamentale, se devo scegliere lo stesso romanzo in due edizioni differenti, una tinta unita e l’altra con lo sfondo del mare, quale sceglierò secondo voi?! E infatti, ho appena acquistato I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca con una bellissima copertina tutta blu, le squame del pesce, piuttosto che l’occhio truce del pesce stesso a fissarmi!

Però le copertine possono diventare esse stesse parte integrante di un utilizzo più artistico. Penso ad esempio alla storica Libreria Mollat di Bordeaux, libreria indipendente fondata in Francia nel 1896, che qualche anno fa si è inventata un gioco particolare con le copertine dei libri, diventato ben presto virale: clienti e librai si mettono in posa per completare con il loro corpo le immagini delle copertina dei volumi sugli scaffali. Potete rintracciare queste fotografie così particolari, prodotte anche con una certa maestria, direttamente su Instagram con l’hashtag #bookfacemollat Eccovi alcuni esempi davvero eccezionali:

 

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La comunicazione può anche diventare inversa, in un certo qual senso: anziché consegnare un libro ed affidare a lui il mio messaggio che dovrà essere trovato tra quelle pagine, nascondo il romanzo da leggere in un involucro scuro e metto fuori quello che penso si proverà leggendo quella particolare storia. Ci ha pensato Feltrinelli con i suoi “Libri al buio”: sono romanzi avvolti in carta da pacchi o da regalo che potranno essere scelti esclusivamente sulla base del consiglio scritto a penna sulla confezione o su un talloncino allegato, messaggi scritti a mano dai librai stessi. “Magico, artistico, avvolgente”, “Pauroso, inquietante, divertente” oppure “Tenero, commovente, toccante” indicano al lettore le emozioni che lo attendono.
Sperling & Kupfer invece li prepara direttamente in magazzino, dove vengono confezionati in una busta con il consiglio di lettura già stampato, rivolgendosi però alle preferenze del cliente: “A te, che ami la suspense, la tensione, il brivido”, “Per te, a cui batte sempre forte il cuore”, “A te, che vivi la tua vita come un sogno meraviglioso”, “A te che ami piangere, ridere e credi nell’amore eterno”.

Sono libri a sorpresa perché potranno essere scartati, e così scoperto titolo e trama, solamente dopo l’acquisto. L’idea è stata importata da una libreria indipendente australiana, Elizabeth’s bookshop, che ha allestito un piccolo angolo per questi libri, per incuriosire i propri clienti, eternamente indecisi sulla prossima lettura, e sfidarli sulla base di quel vecchio detto “non giudicare un libro dalla sua copertina”. Il loro progetto originale si chiama “Blind date with a book” (trad. Appuntamento al buio con un libro) e, meraviglia, li spediscono così confezionati anche intorno al mondo! Li potete scegliere nel loro shop online: Blind Date with a Book

 

La poesia dorsale

Un altro bellissimo gioco per comunicare con i libri è la “poesia dorsale”, con la quale mi sono divertita pure io! 🙂
Consiste nell’usare i titoli dei libri, stampati sul dorso del volume, per creare delle composizioni, semplici messaggi o particolari poesie. Una fotografia dei libri, impilati uno sopra l’altro nel giusto ordine, crea la nostra poesia dorsale. Ma qualcuno ha anche pensato di organizzare l’intera libreria di casa utilizzando questo stratagemma, complesso quanto affascinante.
In Italia la poesia dorsale è stata inventata dal graphic designer e fotografo Silvano Belloni, mentre fissava uno scaffale con dei libri ammucchiati alla rinfusa, in collaborazione con la giornalista Antonella Ottolina, subito innamorata dell’idea.
Trovate tutte le loro composizioni e quelle raccolte sui social media sul sito ufficiale www.poesiadorsale.it

All’estero si chiama Book Spine Poetry” e risale al progetto fotografico Sorted Books dell’artista Nina Katchadourian. Dal 1993 ha esaminato le biblioteche di tutto il mondo, selezionando, impilando e fotografando gruppi di due, tre, quattro o cinque libri così che i loro titoli potessero essere letti come frasi, creando narrazioni stravaganti. Composizioni stimolanti, intelligenti e talvolta divertenti: un gruppo di titoli della biblioteca di ricerca dell’Akron Museum of Art è composto da “Primitive Art / Just Imagine / Picasso / Raised by Wolves” (trad. Arte primitiva / Immagina / Picasso / Allevato dai lupi). Il progetto è confluito in un libro, con tutte le fotografie raccolte, pubblicato nel 2013. Nel frattempo nei social l’idea era diventata virale e diversi blogger letterari sfidavano i propri lettori a creare la composizione migliore.

Spesso sono le biblioteche a lanciare questo tipo di contest, per giocare con i libri e con l’entusiasmo dei lettori, come la Biblioteca di Monte Claro di Cagliari, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, oppure della Biblioteca Lazzerini di Prato. Si mettono in fila, ordinando i dorsi, i libri di casa oppure si passa proprio in biblioteca, e si gira per gli scaffali in cerca delle parole mancanti o di ispirazione improvvisa. Anche questa è un’occasione interessante per scoprire nuovi romanzi e nuove trame.
Ci ho provato anch’io, ancora nel 2019, con alcuni titoli che avevo a disposizione, anche in prestito. Non è venuta male. 😉

Per dieci minuti
esco a fare due passi,
lungo cammino verso la libertà.
La passeggiata
un lungo, fatale inseguimento d’amore,
al di qua del paradiso.
Il ritorno
il mio cuore è più stanco della mia voce.

Che libri si regalavano quei due?
…chiedo l’aiuto da casa!

Proprio in questo periodo è arrivata l’occasione per scrivere quel racconto di cui accennavo nella premessa: quei due si amavano, o forse ancora non sapevano di amarsi, e si regalavano libri. Devo capire quali romanzi si sono scambiati e per dirsi che cosa, e la mia fantasia qui rischia di scontrarsi con i limiti della mia libreria e delle mie preferenze di lettura.
Ecco perché chiedo l’aiuto da casa: quali libri usereste voi e per comunicare quale messaggio? Chissà, potremmo pure mettere insieme un bel prontuario per i prossimi regali natalizi… 😀

Sul mio scaffale ora c’è un libro di Pratolini, Mestiere da vagabondo. Una data 18/1/50 e una dedica di papà a mamma per i suoi venticinque anni. Erano sposi da quattro. Si amavano, quei due, si regalavano libri. Lei era incinta di me.
I pesci non chiudono gli occhi, Erri De Luca

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Comments (31)

Sandra

Apr 24, 2023 at 8:41 AM Reply

Wow Pratolini, “Cronache di poveri amanti” è un must della mia adolescenza.
A Emanuele per il primo mesiversario regalai proprio un libro “E’ una vita che ti aspetto” sul contenuto Fabio Volo, si sa, non è che sia sta profondità, però il titolo era azzeccato per la nostra storia all’inizio che stava diventando importante, lui era davvero il mio Mr Right che aspettavo da una vita, visto che avevo 36 anni.
NOI di David Nicholls – stupendo, è perfetto per una coppia che attraversa una fase di stanchezza. Un lui lo potrebbe regalare per uscire dalla routine con una storia a tratti molto comica.
E per farla invece la proposta di matrimonio di sicuro LA TRAMA DEL MATRIMONIO di Eugenides, un romanzo pazzesco, che parla in realtà anche tanto di amicizia.
Magari torno in questi giorni con altre proposte. Baci

Barbara Businaro

Apr 24, 2023 at 7:11 PM Reply

Leggo questo commento Sandra e penso proprio che quell’hashtag, di cui abbiamo parlato nel tuo blog, dovremmo proprio inventarlo: #ConsigliDiSandra
“E’ una vita che ti aspetto” ce l’ho anch’io qui, me ne avevano parlato bene, ma insomma, ho fatto fatica a finirlo. Però questo titolo lo potrei usare! 😉
Nel frattempo ho guardato nella mia libreria, ho dato un’occhiata ai vari dorsi, per vedere cosa poteva venirmi in mente. Ce ne sono un paio di Sophie Kinsella che si prestano ad essere regalati da un lui misterioso alla lei, come “Ho il tuo numero” (e dentro ci mette un bigliettino con il suo cellulare?! Brividi! 😀 ) oppure “Ti ricordi di me?” (qui la storia ci casca bene, perché la protagonista ha perso la memoria e non ricorda chi amava davvero, quindi potrebbe essere un invito a cercare nel passato).
Se invece dovessi far comprendere a un’amica che l’amore a volte prende vie traverse da quelle che abbiamo immaginato, direi “La vita che hai sognato” di Jojo Moyes. Mi è stato regalato penso per questa frase sulla quarta di copertina: “il coraggio di confrontarsi con il passato e immaginare un futuro.” Poi però la trama è complessa, con due linee narrative tra presente e passato.
Lì vicino ci sono i due romanzi di Daniel Glattauer, “Le ho mai raccontato del vento del Nord?” e il suo seguito “La settima onda”. Li regalerei entrambi per invitare a superare l’apparenza e studiare la sostanza delle parole. Lo eviterei però per un’amicizia virtuale, il rischio è che ci si convinca subito di essere fortunati come Emmi e Leo, non sempre è così.
Aprendo un’altra anta trovo i romanzi di Carlos Ruiz Zafòn, e mi viene in mente che “Le luci di Settembre” (contenuto ne “La trilogia della nebbia”, ma venduto anche separatamente) potrebbe essere un ottimo romanzo da regalare tra ragazzi, visto il primo amore tra i protagonisti Irene e Ismael. Della trilogia è quello che mi è piaciuto di più.
Stesso scaffale ci sono i miei libri di Paulo Coelho (e di fianco Isabel Allende, sono andata per provenienza geografica, più o meno): uno dei più erotici, al contempo poetici, che ho mai letto è “Undici minuti”, sul significato dell’amore e sulla sessualità. Lo regalerei per riaccendere qualche senso assopito. Si dice sia una storia vera, per altro.

Brunilde

Apr 24, 2023 at 10:42 AM Reply

Barbara, hai sbloccato un ricordo…
Mille anni fa era nata una certa attrazione con un ragazzo, l’ironia era un po’ il nostro registro comunicativo: non sapevamo se sarebbe successo qualcosa fra noi e dove ci avrebbe portato. Ebbene, mi regalò ” Amori ridicoli ” di Milan Kundera. Ricordo la mia grande risata appena scartai il pacchetto, vedendo il titolo.
Insomma, non ci prendevamo molto sul serio, e infatti non se ne fece niente, però il romanzo è bellissimo ed è ancora nelle mia libreria, sezione Adelphi!

Barbara Businaro

Apr 24, 2023 at 7:23 PM Reply

Oibò, sono contenta di averti sbloccato un ricordo, e io ho scoperto un libro nuovo! 🙂
Sono andata a vedere questo “Amori ridicoli” di Milan Kundera che non conoscevo: un’antologia di racconti, mi ha incuriosito, me la segno nella lista della spesa.
Ci sono anche alcuni romanzi il cui titolo si presterebbe benissimo come messaggio, penso a “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone appena letto, ma la trama del libro discosta un po’ da quell’idea, e quindi tocca stare attenti. Un altro di Lorenzo Marone che invece è perfetto per qualsiasi regalo: “Tutto sarà perfetto”, appunto! 😀

Luz

Apr 24, 2023 at 6:31 PM Reply

Uh quante chicche da queste parti. Cominciamo da Erri De Luca. Lo scoprii un po’ di anni fa, ho letto Non ora, non qui e La doppia vita dei numeri. Del primo in particolare ricordo alcuni passaggi molto poetici, ma nient’altro. Insomma, è stato per me un autore che non ho desiderato continuare a percorrere.
Adoro le iniziative di alcune librerie e biblioteche. I ritratti dalle copertine poi applicati sulla realtà trovo sia una cosa stupenda, alcune sono riuscite in maniera sorprendente. Molto meno mi piace l’iniziativa dei “libri al buio” perché magari come trovata per vendere di più attorno alla curiosità del mistero del libro ci può stare, ma di più non saprei. Trovo le definizioni banalissime, ma poi penso che quella è la forza della “trovata”, arrivare a più acquirenti utilizzando una sintesi breve, pochi aggettivi e via. Personalmente non comprerei mai un libro così. 😀
La “poesia dorsale” invece è una cosa spettacolare. Non mi sono ancora cimentata, ma prima o poi ci voglio provare. Magari proporla come attività a classi di alunni che saprebbero accogliere con entusiasmo l’idea.
Riguardo a “quei due” che si regalano libri… Ho una particolare predilezione per quelle scoperte fulminanti che mi sono capitate negli ultimi anni: Roth, McCarthy, Steinbeck. Ecco, io farei uno scambio fra autori di questa portata e autori e generi totalmente diversi, una contaminazione di contenuti che non rappresenta l’uno che cerca di convincere l’altro ma l’uno che cerca di farsi conoscere e di “parlare” attraverso quei libri. Non è una genialata, eh. 😀

Barbara Businaro

Apr 24, 2023 at 8:05 PM Reply

Su Erri De Luca vedremo, è in arrivo il primo romanzo che leggerò di lui, magari me lo porterò quest’estate in vacanza vista l’ambientazione marina.
Sui “Libri al buio” anch’io avrei qualche incertezza, ma non ho problemi a scegliere da me le mie letture (giusto oggi, ho scoperto un altro romanzo da leggere, nascosto tra gli altri, mi ero persino dimenticata di averlo comprato!). Ma se un utente è fortemente indeciso e vuole sfidare il destino, perché non provare? Sono sempre convinta che i libri scelgono i lettori, quindi potrebbe essere una gradita sorpresa, una volta tanto. 🙂
Sulla poesia dorsale, se cerchi in rete mi pare ci sia anche materiale per le scuole. Quindi sì, è un gioco che viene proposto ai ragazzi.
In quanto a Roth, McCarthy e Steinbeck sono andata a curiosare nelle loro biografie, a caccia di titoli interessanti. Non ho letto nulla ancora di questi autori, però mi ispirano: “Lasciar andare” di Philip Roth dove il tema riguarda la vita di coppia in contrasto con le famiglie d’origine, lo immagino un romanzo per esplorare quei conflitti che si innescano in culture e tradizioni diverse; “La strada” di Cormac McCarthy (da cui hanno tratto un film con Viggo Mortensen, non l’ho ancora visto per intero, ma qualche spezzone sì) potrebbe essere un bel regalo da un padre a un figlio, un romanzo di formazione, l’entrata nel mondo adulto, almeno sbirciando la trama (ricordo che lo avevi letto, e infatti ce l’ho nella mia lista di future letture, su tuo suggerimento 😉 ).
Invece di John Steinbeck non riesco a trovare nulla per “quei due” che si regalavano libri: i suoi temi sono forti, dalla Grande Depressione alla Generazione perduta. Romanzi di tutto rispetto, ma storie drammatiche, con finali “rassegnati” (penso a “La valle dell’Eden” di cui ho visto la trasposizione cinematografica con James Dean, a “Furore” di cui ricordo la tua recensione sul blog). Se un amico cerca di “parlarmi” attraverso quei romanzi… comincio a preoccuparmi! 😀

Daniela Bino

Apr 24, 2023 at 6:52 PM Reply

Cosa si regalano due persone che si amano, sia per un’amicizia sincera che per un amore triste e disperato, senza possibilità di una svolta in positivo? Un amico mi regalò “Poesie” di Paul Verlaine, con testo francese a fronte. Avrei dovuto capire e invece… sempre stata torda in queste cose.
Federico, mio figlio, con i suoi risparmi di bimbo, mi regalò “Il palazzo di mezzanotte” di Carlos Ruiz Zafon: un treno a vapore dominava sulla copertina. In quel libro c’era l’essenza del suo amore e la consapevolezza che io avrei compreso il suo gesto in tutte le sue sfumature. C’era un messaggio in quel dono in particolare. E quella volta, non ero torda!
Sono i regali di chi ti vuole bene sempre e a prescindere i miei preferiti. I romanzi che prediligo mi parlano di avventure e sapori e profumi, di delitti e investigazioni, di pirati, daiacchi e gaviali del Gange, di isole misteriose e viaggi in ottanta giorni. E questi romanzi arrivano sempre da chi mi ha capita e mi dona così un’avventura.
Se qualcuno vuole viverne una, consiglio Michel Bussi: ogni suo romanzo è diverso dagli altri e sorprende sempre, mai banale. E adoro Sujata Massey, Lidia Tugnoli, Cristina Rava e la friulana Ilaria Tuti, scoperta per caso perché avevo dimenticato il romanzo a casa e me ne sono scaricato uno da tablet, che senza libro in giro mi sento nuda e chi mi ama lo sa.

Barbara Businaro

Apr 25, 2023 at 3:44 PM Reply

“Noi saremo” di Paul Verlaine
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,

talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta

che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?

Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,

saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,

non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.

Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.

Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?

Certo che se ti aveva dedicato poesie come questa, le intenzioni erano anche abbastanza chiare, no? E’ il francese a fronte secondo me che ha ingannato! 😉
Non so quale fosse invece il messaggio ne “Il Palazzo di Mezzanotte” (che ho letto anch’io, dentro la “Trilogia della Nebbia”), perché in copertina c’è sì un bellissimo treno a vapore, ma poi la storia è alquanto triste: un ragazzo orfano scopre ai suoi sedici anni (l’entrata nell’età adulta in quella società), di avere una sorella gemella, di come è morta sua madre quand’erano appena nati, e perché proprio suo padre lo abbia messo in grave pericolo di vita. Mi pare di capire che per regalarti libri le persone devono conoscerti bene, di devono aver capito, ma il mio post parte proprio dal principio di usare i libri “per farsi conoscere”. Cosa che non è riuscita al povero Verlaine.
Allora giriamo la domanda: invece dei romanzi che ti sono stati regalati, quali romanzi hai regalato tu e quale messaggio si portavano dietro? 🙂

Daniela Bino

Mag 03, 2023 at 12:14 PM Reply

Hai ragione, Barbara. I libri che mi sono stato regalati spesso portavano un messaggio e mi hanno aiutato a capire la persona che si era ricordata di me o che, visto un libro in vetrina, ha pensato che era quello giusto per farmene dono. È stata la raccolta di Verlaine che mi ha tratto in inganno: non ho pensato all’amico e al suo messaggio (non voleva più essere amico, desiderava passare ad un altro livello di relazione ma, ripeto, ero “torda” e desideravo sempre quelli che non mi volevano o non mi meritavano). Ciò che ho provato in quel momento, con quel regalo graditissimo, era felicità perché l’uomo mi stava davanti mi aveva capita. Ma IO non avevo capito lui e questo è stato un errore. E forse l’ho deluso.
“Il Palazzo di mezzanotte” era un dono di un bambino speciale e anche quella volta il messaggio era chiaro. Solo che in quel momento, ho solo pensato alla tenerezza di quei riccioli e del sorriso orgoglioso di chi è consapevole di avermi regalato una gioia immensa. Il romanzo è triste e lo voglio rileggere assolutamente (ebbene, io sono una che rilegge) in quest’ottica di conoscere ancor di più quel bambino, ora cresciuto, che con i suoi soldini aveva pensato a me e mi aveva mandato un messaggio forte.

Barbara Businaro

Mag 03, 2023 at 5:03 PM Reply

Questo è proprio il motivo per cui alcune volte, di fronte a un romanzo particolare che ricevo, mi ostino a chiedere la ragione della scelta. Come è successo per L’esercito delle cose inutili di Paola Mastrocola. Perché sotto il titolo diceva: “Lì erano tutti inutili ma felici.” Mi hanno risposto di averlo trovato per caso, con delle buone recensioni. Ma non ci ho creduto. Perché nella quarta di copertina si legge: “Questo è un romanzo speciale, che ruota intorno a una domanda semplice e decisiva: cos’è che riempie davvero la nostra vita?”
I libri che ci regalano bisogna maneggiarli con cura. E rileggerli, assolutamente! 🙂

Giulia Mancini

Apr 24, 2023 at 8:41 PM Reply

Con un ragazzo che mi piaceva ci scambiavamo dei libri, lui mi diede La nausea di Jean Paul Sartre (mi disse che lo aveva letto due volte) adorai quel libro, io gli prestai Avere o essere di Erich Fromm ma fu un caso, lo avevo con me e lui me lo chiese per leggerlo, come potevo dirgli di no! Altri libri che ci scambiammo Bel ami di Maupassant (lui) e Il ritratto di Dorian Gray (io). In realtà ci scambiavamo di più delle musicassette, ma ho un ricordo indelebile di quei libri…
Tornando al tuo post, anch’io non ho letto nulla di Erri De Luca però ho apprezzato molto alcune sue interviste, mi sembra una persona estremamente solida con un innato senso di giustizia, chissà magari lo leggerò più avanti. Molto carino il gioco del “componimento” con i titoli dei libri (di Fabio Volo ho letto È una vita che ti aspetto ed Esco a fare due passi ma il suo romanzo che ho amato di più è Le prime luci del mattino, a me piace molto come scrive Fabio Volo)
Credo che regalare un libro a chi si ama sia complesso, secondo me bisogna seguire un po’ i gusti della persona e cercare di regalare qualcosa che si è già letto per essere sicuri del contenuto, oppure si può puntare su un libro di poesie.

Barbara Businaro

Apr 25, 2023 at 4:26 PM Reply

“La nausea” di Jean-Paul Sartre, contrariamente al titolo, pare essere un bel romanzo (che se fosse per il titolo, il mio stomaco avrebbe subito da ridire! 😀 ) La trama sembra essere imperniata sul disagio di vivere, da cui appunto la “nausea”, ma sembra poi approdare ad una visione tutto sommato ottimista della vita: siamo liberi anche di sbagliare, il che come concetto mi piace. 🙂
“Avere o essere” di Erich Fromm è un saggio di psicoanalisi, non l’ho letto e in qualche modo escludo nella mia mente di regalare saggistica, chissà perché. Invece potrebbe essere un messaggio decisamente importante.
“Bel ami” di Guy de Maupassant e “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde sono due classici indiscussi, e direi che i classici, come il tubino nero, vanno bene per ogni occasione. 😀
Il mio preferito di Fabio Volo resta “Il giorno in più” perché ho adorato il film, prima ancora del romanzo. Ora che mi ci fai pensare, da parte ho anche un copia de “Le prime luci del mattino”, potrei portarmelo in vacanza quest’estate. E se ricordo bene la trama (punto di vista femminile – ricordo che all’uscita qualcuno malignò sul vero autore del romanzo – donna insoddisfatta di vita, lavoro e matrimonio) potrebbe essere un libro da regalare a qualche amica incastrata nelle stesse riflessioni. 🙂

Lisa Agosti

Apr 25, 2023 at 8:52 AM Reply

Ho apprezzato molto le idee libresche di cui parli, non conoscevo la libreria francese e mi sono divertita a guardare le foto su instagram. I libri al buio li conoscevo, invece la “book spine poetry” non la conoscevo e ovviamente d’ora in poi ci giocherò. Sto già pensando ai titoli, tipo “La fine è il mio inizio”, “Un altro giro di giostra”, “Un indovino mi disse” di Terzani sono tra i miei titoli preferiti di sempre.
Non avendo fissa dimora io uso molto le biblioteche e gli e-books ma ho questo giochetto personale per cui se un libro della biblioteca mi conquista lo compro, perché mi sembra giusto, e così posso darlo in custodia a una persona cara che lo tenga per me, fino al mio ritorno. In questo modo dico a chi amo “ti penso, anche se vado lontano tornerò sempre da te, ti affido questo mio bene prezioso sperando che ti doni tante emozioni quante ha regalato a me e per sentirci vicini anche quando lontani”. Mentre leggo un libro passo molto tempo a pensare a chi passerò il testimone, alcune volte la decisione è immediata, tipo “La zona cieca” di Chiara Gamberale, adatto a varie donne di mezza età che conosco. Altre volte ci sono più persone che mi girano in testa. Ora ho appena terminato una lettura difficile ma assolutamente magica che consiglio a tutti: “Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti, me l’hanno regalato per il compleanno e ho bestemmiato per le prime 50 pagine perché è tutto in dialetto veneto e parla di barche, non riuscivo a capire il senso ma mi sono fidata di chi me l’ha regalato e in effetti poi l’ho centellinato per mesi e ho goduto ogni pagina. Adesso però a chi lo regalo? Me lo tireranno in testa? 🙂

Barbara Businaro

Apr 25, 2023 at 4:46 PM Reply

Che bel gioco il tuo Lisa! <3
Tu non regali libri, tu gli trovi una casa e un lettore affidatario. Con la promessa che un giorno tornerai a trovarli. E' proprio un bel concetto. 🙂
Guarda, “La zona cieca” di Chiara Gamberale ce l’ho, mi veniva gratuito su un ordine di altri libri e l’ho preso. Quando è arrivato, pensavo di leggerlo e poi “liberarlo” alle casette (sono molto più affezionata all’altro romanzo della Gamberale, “Per dieci minuti”, perché all’epoca avevo anche seguito tutto il programma televisivo su LaEffe). Ma una volta terminato, è rimasto qui, non me la sono sentita di “restare senza”.
In quanto a “Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti, in dialetto veneto e che parla di barche, non so a chi potresti regalarlo… non guardare me… io preferisco il dialetto toscano!!! 😀 😀 😀
Infatti ho appena terminato “La briscola in cinque” di Marco Malvaldi, il primo della serie I delitti del Bar Lume. In toscanaccio stretto.

Andrea Cabassi

Apr 27, 2023 at 4:19 PM Reply

Se è scritto in veneto probabilmente le bestemmie le hai lette! 😛

Lisa Agosti

Apr 28, 2023 at 10:51 AM Reply

Certo! Erano tante e anche molto pittoresche 🙂
Come facevi a saperlo?

Andrea Cabassi

Apr 28, 2023 at 3:11 PM Reply

Ho lavorato per un’azienda di Verona per un sacco di anni 😀

Barbara Businaro

Apr 28, 2023 at 8:12 PM

Eh! I Veronesi ancora ancora si contengono! Ma le bestemmie di Venessia Venessia, per non dire Buràn, non le batte nessuno! 😀 😀 😀

Andrea Cabassi

Apr 28, 2023 at 11:59 PM

Non scordiamo che Verona è la patria del Vate Germano Mosconi e del mona che sbàte a porta!

Barbara Businaro

Apr 30, 2023 at 11:55 AM

Caspita, avevo dimenticato la provenienza del fu Germano Mosconi. Però ti assicuro che certi venessiani di Burano sono ancora più incisivi! 😛

Andrea Cabassi

Apr 30, 2023 at 4:16 PM

CMQ è bella Burano! 🙂

Barbara Businaro

Mag 02, 2023 at 3:25 PM

Tutta Venezia è bella, nessuna isola esclusa! 🙂

Andrea Cabassi

Apr 27, 2023 at 4:17 PM Reply

Sembra divertente la poesia dorsale, anche perché in quanto tale può usufruire del bonus “licenza poetica” 😀
Vediamo un po’:

Strani mondi
La strada
Dalla terra alla luna
Non ora, non qui
Prima di Adamo
Indietro nel tempo
L’uomo è forte
Il diavolo in corpo
Straniero in terra straniera

Scambiare i libri? Solo con molte persone contemporaneamente per poi rubarli e fuggire! 😉

Barbara Businaro

Apr 28, 2023 at 8:07 PM Reply

Esatto, la poesia dorsale gode di molta libertà nella composizione, virgole comprese. 😀
Direi che la tua è venuta molto bene, non ricordo gli autori dei romanzi originali, ma la poesia mi sembra virare sulla fantascienza. Almeno così la leggo io.
Più che scambiare era regalare libri, quindi regalarseli a vicenda. Che no, io non scambio né presto i miei libri, semmai ne regalo una copia.
Specie dopo che mi è successo questo con la mia adorata copia de I Promessi Sposi: Vent’anni per ritrovarti

Andrea Cabassi

Apr 29, 2023 at 12:01 AM Reply

Sì, molta SF, ma ci ho cacciato dentro anche “Non ora, non qui” di Erri de Luca

Barbara Businaro

Apr 30, 2023 at 11:53 AM Reply

Avevo riconosciuto quello di Erri De Luca e La strada di McCarthy, citato poco sopra. Ho rintracciato tutti i titoli (le ricerche mi vengono meglio dal portatile 😉 )
Strani mondi di Urania, Autori Vari
La strada di Cormac McCarthy
Dalla terra alla luna di Jules Verne
Non ora, non qui di Erri De Luca
Prima di Adamo di Jack London
Indietro nel tempo di Jack Finney
L’uomo è forte di Corrado Alvaro
Il diavolo in corpo di Raymond Radiguet
Straniero in terra straniera di Robert A. Heinlein

Andrea Cabassi

Apr 30, 2023 at 4:17 PM

Beccati tutti!

Marina

Mag 02, 2023 at 2:09 PM Reply

Ho partecipato ad alcune iniziative in rete con le poesie dorsali, però in maniera diversa, a mo’ di catena: una persona scriveva un titolo e chi veniva dopo aggiungeva il suo e gli altri a seguire si agganciavano all’ultimo titolo. Ne sono venute fuori composizione strepitose. Invece, i libri al buio non mi hanno mai incuriosita, perché fondamentalmente non mi fido dei giudizi dati da altri e a mettere due tre aggettivi siamo bravi tutti. Cosa regalerei per dire cosa? Qui la faccenda si fa difficile: credo che accumulerei un sacco di male figure, con le mie proposte di lettura! E lo so che i buoni non sono esattamente un regalo bello a vedersi, ma spesso salvano.

Barbara Businaro

Mag 03, 2023 at 4:47 PM Reply

Però! Non conoscevo la “poesia dorsale a puntate”! La possiamo chiamare così? 😀
Potrebbe essere qualcosa di divertente da rilanciare, magari questa estate, mettendo insieme i libri che si leggono in vacanza, chissà cosa ne esce!
In quanto ai libri al buio, io parto un po’ sempre dall’idea che siano i libri stessi a sceglierci, a mettersi nella nostra strada, per cui che li acquistiamo in libreria, che ce li regali un’amica per Natale, che li troviamo in un banchetto al mercatino dell’usato, dovevano arrivare in quel momento nelle nostre mani. Per questo i libri al buio mi incuriosiscono: chissà quale romanzo si farebbe pescare da me! 😛
Sul regalare libri… forse dipende dal lettore ricevente. Intendiamoci: seguo il tuo blog da un po’ e, La Recherche di Proust a parte (ma solo perché dopo Guerra e pace – anzi, dopo le ultime 50 paginette di Guerra e Pace – ho bisogno di cose umanamente gestibili 😛 ), non mi pare di aver visto letture così sconvolgenti! Ti era persino piaciuto Guida galattica per autostoppisti, mentre abbiamo perso Darius su Magrathea!! E da quel che so, sta ancora lassù… 😀 😀 😀

Marina Guarneri

Mag 09, 2023 at 3:47 PM Reply

Ma vero: che fine ha fatto il buon Darius?

Barbara Businaro

Mag 09, 2023 at 10:37 PM Reply

Temo stia cercando il prossimo romanzo per una nostra lettura condivisa… e temo cosa possa trovare! XD

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