Guerra di muscoli: Rise of Tomb Raider

Guerra di muscoli

Non posso stare ferma, devo continuare a camminare anche se l’aria inizia a farsi calda e pesante. Il nemico è sulle mie tracce, potrebbe essere a pochi chilometri dietro di me. Oppure vicinissimo, nascosto tra le fronde di questo bosco impervio, in attesa del momento migliore per afferrarmi.
Aumento il passo, anche se il percorso inizia a salire e la fatica aumenta. I muscoli si tendono nello sforzo, il cuore accelera il suo battito sicuro, il respiro si fa più forte e riesco a tenere il ritmo senza problemi. Procedo spedita sempre più in alto, solitaria nel mio percorso ondivago tra le montagne, nessun aiuto vicino e niente rinforzi in caso di bisogno.
La frescura degli alberi che mi aveva coccolato fino a pochi minuti fa si trasforma in una terribile cappa d’umidità. Un rivolo di sudore scende lungo la mia schiena. I vestiti intrisi aderiscono alla mia pelle in maniera fastidiosa. Devo reintegrare i liquidi, se non voglio svenire per la disidratazione. Proseguo incessante la mia fuga, mentre bevo dalla mia fedele borraccia. Acqua fresca che entra in circolo nel mio corpo come una scarica d’energia supplementare.
Nelle orecchie l’eco di tamburi lontani, immaginari, che mi aiutano a incedere sicura lungo il cammino. Cerco di concentrarmi nell’andatura per non sprecare alcun movimento e resistere alla fatica più a lungo possibile, il tempo di mettermi in salvo.
E poi lo sento, un rumore netto alle mie spalle, qualcosa di metallico che mi avvisa del pericolo imminente. Correre, devo correre a più non posso. Ora, subito. Davanti a me si apre una vallata scoperta, in discesa certo, ma molto più rischiosa perché mi lascia completamente alla vista del mio inseguitore, ovunque si trovi.
Dall’altra parte della conca mi aspettano ancora rocce adamantine da scalare, o forse un rifugio temporaneo per nascondermi e riprendere fiato.
Mi lancio nella corsa come se non ci fosse un domani, perché potrebbe davvero non esserci. Quando lotti per la vita non ci sono scuse: devi chiamare all’appello tutte le energie, fisiche e mentali, mai vacillare nel dubbio, ma sempre avanti con tenacia e fede.
Man mano che la stanchezza aumenta, i pensieri si mescolano veloci in una completa entropia di immagini e suoni, cose che avrei voluto fare, cose che forse farò, cose che potrebbero cessare di esistere all’istante, fino a lasciare il cervello completamente sgombro, nel vuoto necessario alla sopravvivenza.
La vista si annebbia, le sagome intorno a me perdono i loro contorni distinti per assumere forme vaghe. Luci e ombre si intervallano in una sequenza indistinta. Forse sono già nel bardo (*) e la mia coscienza vaga nei ricordi di un’esistenza al limite. Nella mia prossima vita voglio essere un’aquila, per vedere il mondo dall’alto come è concesso a pochi esseri fortunati. Io in fondo non lo sono stata.
I polpacci imprecano pietà, diventando sempre più rigidi ad ogni falcata. Il cuore sembra voler esplodere dentro la cassa toracica, i polmoni sembrano ardere in un incendio che divampa in ogni fibra del mio corpo.
Avverto improvvisamente il terreno cedere sotto i miei piedi, come se la Terra si fermasse di colpo.
STACK.

 

“Di nuovo!! Non è possibile! Ma che diamine ha questo aggeggio?” Mi alzo dal tappeto in plastica morto sotto il mio peso, aggrappandomi alle sponde. Guardo il display muto e tento di rianimarlo pigiando dei tasti a caso. “Ci doveva essere un motivo per un tapis roulant scontato dell’80%… Non è stata proprio un’idea brillante. E’ la terza volta che fa saltare l’impianto elettrico! Venti minuti appena di corsa… Non avrò smaltito nemmeno la fetta di Clafoutis che mi sono concessa a pranzo! Maledizione!!”

 

(c) 2018 Barbara Businaro

3650 battute spazi inclusi,
tutte le parole del contest Racconti da spiaggia presenti, anche le impreviste,
scritto in due ore
e potete anche dire che l’ho scritto con i piedi, mentre mi allenavo! 😀

 

(*)  Il bardo è lo stato della mente dopo la morte, è lo stadio intermedio, quando la coscienza viene separata dal corpo. Il bardo rappresenta lo stato tra la vita passata e quella futura. Nel bardo, la mente acquisisce un corpo mentale simile a quello del sogno ed ha il potere di raggiungere qualsiasi luogo, in qualsiasi momento senza alcun ostacolo. La durata massima dello stato del bardo è di 49 giorni, ma in qualsiasi momento la coscienza può assumere una nuova vita, in uno dei sei reami descritti nel Buddismo. Questo dipende dal karma delle vite passate e soprattutto da quello della vita precedente. La vita nel bardo è fatta di sofferenze, sia per la non accettazione della propria morte, sia per l’attaccamento a se stessi, alla famiglia, agli amici, ai propri averi, ecc.
Fonte: Tibetan Medicine Education center

 

Foto originale “Rise of the Tomb Raider: The Game I Need” di BagoGames
Creative Commons License Alcuni diritti sono riservati.

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Comments (10)

Nadia

Ago 03, 2018 at 6:15 AM Reply

Fiù meno male che lo hai scritto fuori concorso e con i piedi, altrimenti… Lunedì esce il mio tentativo perché anche se lo credevo impossibile si può fare,si può fare. Ci stanno tutte le parole superbamente diverse tra loro in un racconto,quindi no,nessuna scusa da questo punto di vista.
Certo però Barbara che mi sa ti alleni un po’troppo intensamente tu!

Barbara Businaro

Ago 03, 2018 at 6:16 PM Reply

Ah, io alla fine dell’allenamento vedo passare i Puffi… 😀 😀 😀

Darius Tred

Ago 03, 2018 at 9:54 AM Reply

Dì la verità: ti sei dopata… 😀 😀 😀

E il tapis roulant non ha retto la tua velocità…

Barbara Businaro

Ago 03, 2018 at 6:19 PM Reply

Si, lo confesso. Tutti i giorni mi faccio di liquirizia Amarelli e bustine di Polase Plus! 😀

Rosalia pucci

Ago 03, 2018 at 1:47 PM Reply

Ciao Barbara bella prova con rovesciamento finale in cui intravedo anche una critica all’ antieroe postmoderno. Chissà se nel frattempo mi viene l’ispirazione…

Barbara Businaro

Ago 03, 2018 at 6:23 PM Reply

Critica all’antieroe postmoderno?! Mah, se lo dici tu, mi fido! 😉

Giulia Mancini

Ago 03, 2018 at 9:59 PM Reply

Molto avvincente, che ansia, aspettavo di veder spuntare il serial killer da dietro l’albero, invece il tapis roulant si è bloccato…bravissima, anche i tuoi piedi che resistenza con questo caldo poi, ancor di più 😉

Barbara Businaro

Ago 04, 2018 at 2:43 PM Reply

Beh, in queste ultime due settimane ho sospeso gli allenamenti intensivi, che già muoversi con questo clima è un bello sforzo. Ma appena riscendiamo sotto i 30 gradi riprenderò, perché i muscoli sono qui che scalpitano. 😉

newwhitebear

Ago 03, 2018 at 10:10 PM Reply

come racconta da spiaggia non è male. E’ breve e odora di morte.
Per fortuna usi i piedi, se usassi la testa chissà cosa uscirebbe.
Brava

Barbara Businaro

Ago 04, 2018 at 2:43 PM Reply

Ho idea che qualche volta i piedi facciano meglio della testa! 😀 😀 😀

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