Tornare ad amare la lettura in pochi passi

Tornare ad amare la lettura

In questo periodo, dopo due mesi di studio intenso e ansiogeno (di cui vi ho raccontato l’epilogo in questo post: Attenzione ai desideri… qualche volta si avverano!), ho una certa difficoltà a tornare a leggere, a immergermi sì nei libri, intesi come oggetti fatti di copertine colorate e pagine profumate, ma libri belli, pieni di storie da scoprire, personaggi da amare, avventure da vivere, terre nuove da esplorare.
Subito dopo l’ultima prova orale, sono corsa a casa e ho fatto pulizia di tutto il materiale d’esame. Ho anche lanciato letteralmente il manuale da un kilogrammo e mezzo dietro le spalle, come si fa con il sale per superstizione. Salvo poi voltarmi subito e recuperarlo di corsa da terra, prima che si rovini troppo, con tutto quello che mi è costato! Pensavo bastasse questo gesto, di riporre tutti quei libri e dispense in un punto lontano e poco frequentato della mia libreria, per tornare alla normale lettura di narrativa.
Invece no. Il mio comodino arranca ancora sotto il peso delle letture accumulate nel frattempo e fatico a trovare il desiderio di sfogliare quelle pagine, sebbene così differenti dalle altre. Che diamine mi è successo?!

Preferisco quasi scrivere, e scrivere qualsiasi cosa, piuttosto che fermarmi con un libro in mano. E in effetti ho una storia di San Valentino da completare, ma mi conosco bene: soprattutto quando ho necessità di scrivere una storia piuttosto che un articolo per il blog, avrei ancora più bisogno di leggere un buon romanzo, meglio se dello stesso genere e un po’ nello stesso stile che penso di utilizzare per quella precisa storia, perché mi aiuta ad entrare nel giusto “mood”, in quello stato di entusiasmo frizzante misto a fluttuante irrequietudine che accompagna ogni parola, di ogni frase, di ogni paragrafo, di ogni scena, di ogni storia.
Essendo poi io affetta da tsundoku, ovvero quel forte impulso di acquistare nuovi e profumatissimi libri anche se abbiamo mensole intere ingombre di volumi in attesa, non mi mancano certo romanzi da leggere. E li avevo scelti io! Avevo proprio voglia di quelle trame, me lo ricordo bene, perché giusto ai primi di dicembre mi immaginavo di passare le feste praticamente solo leggendo. Sprofondata sul divano, con la mia caldissima copertina in tartan rosso, una tazza di tè fumante in una mano e un romanzo, diverso ogni giorno, nell’altra.

Adesso invece guardo la pila traballante, ci penso un po’ su, sposto qualche volume, li sfoglio nuovamente, mi impegno anche con l’idea di prendermi del tempo per leggere, ma poi faccio altro. La mia mente sembra avere assoluto bisogno di svago e pare rifiutare l’immagine che questo svago possa uscire da un libro. Si potrebbe pensare che sia l’oggetto libro stesso, associato ora ai brutti e indigesti testi di normative e codicilli studiati, a provocarmi questa reazione. Ma se penso al periodo universitario, altrettanto denso di manuali ed eserciziari fastidiosi, proprio da perderci la testa tra teoremi e formule complesse, in realtà è stato anche il momento in cui ho letto di più, specialmente i grandi classici. A volte approfittavo dei miei viaggi in treno da pendolare, mezz’ora all’andata e mezz’ora al ritorno. Altre nascondevo addirittura il romanzo, brossura economica e leggera, in mezzo al libro di testo. Al passaggio di occhi indiscreti, tornavo alla pagina giusta da studiare! Nemmeno dovessi occultare chissà quale sconcezza! 😀

Mentre riflettevo su questa mia strana difficoltà di tornare a leggere, prima di lasciarmi andare a nuovi acquisti librari sull’onda emotiva del momento, ecco che mi capita sotto il naso un curioso articolo su Vox, direi uno di quei sassolini da dio venuti in soccorso: How to fall back in love with reading. Even when your brain feels like mush (trad. Come innamorarsi di nuovo della lettura. Anche quando il tuo cervello si sente in poltiglia). Già, mi sento proprio così, con il cervello in poltiglia. Come se si fosse riempito a dismisura di nozioni, come se lo avessi compresso di tanto materiale e lasciato lì per troppo tempo, e adesso devo in qualche modo liberarlo, farvi spazio ed arieggiare, prima di tornare a riempirlo, un pochino per volta però, di storie emozionanti, piacevoli e intense. Quali strategie per attuare questa decompressione e tornare ad amare la lettura?
Prima di tutto occorre sfatare un paio di tabù: non esiste il libro “giusto” da leggere e non dobbiamo per forza leggere libri che non ci piacciono. 🙂

Tornare ad amare la lettura

Sono diversi i motivi che nelle varie fasi della vita ci allontanano dalla lettura. Se da bambini i libri, dagli albi illustrati ai fumetti ai racconti d’avventura, rappresentano una prima fonte di divertimento, semplice ed istantanea, con l’età adulta si fatica a trovare il tempo per leggere e rischia di diventare un altro dei tanti obblighi a cui sentirsi costretti, come camminare diecimila passi ogni giorno o bere almeno due litri d’acqua. Anche la lettura fa bene alla salute, senza dubbio, ma non possiamo trattarla allo stesso modo dei consigli del medico per il nostro fisico.

Rispetto ad altre attività per il tempo libero, i libri richiedono un’attenzione sostenuta del nostro cervello sulla pagina, qualcosa che pochi di noi posseggono per carattere e che alcuni hanno pure smarrito in questi anni di pandemia. Ora più che mai avvertiamo la necessità di uscire e riprenderci quegli spazi di libertà che ci sono stati preclusi a lungo. Così per qualcuno la lettura rimane relegata ai periodi di vacanza, quando l’ozio ci prende sotto l’ombrellone sulla spiaggia o su una fresca panchina in montagna. In effetti è lo stesso meccanismo che si è instaurato nella mia mente: dopo essere stata costretta a studiare sui libri, rinunciando non solo alla lettura di narrativa, ma pure alle occasioni mondane, compresi i saldi di fine stagione con le amiche, ora sento il bisogno di recuperare quella spensieratezza, rischiando però di abbandonare i libri troppo a lungo, forse per sempre. Come possiamo riportare la lettura nella nostra normale quotidianità, bilanciando il tutto?

Nell’articolo su Vox citato sopra, la giornalista Alissa Wilkinson chiede consiglio a Lynn Lobash, direttore associato dei servizi per i lettori della New York Public Library, e Allison Escoto, capo bibliotecario presso il Center for Fiction di Brooklyn, entrambe con una lunga esperienza di lettura e soprattutto di lettori, dai quali raccolgono confidenze e richieste di aiuto. Se è difficile acquisire un nuova abitudine (bastano 21 giorni seguendo la teoria del chirurgo Maxwell Maltz negli anni ’50, ma una ricerca più recente ha calcolato che ci vogliono almeno due mesi! Fonte: freeletics.com), talvolta è ancora più complicato riprenderne un’abitudine abbandonata, perché mancherà l’entusiasmo della novità. Ecco allora alcuni concetti e strategie che ci vengono in soccorso:

Non esiste il libro giusto da leggere

Questo è uno dei grandi miti da abbattere. Anche se riusciamo a prendere in mano un libro, potremmo sentirci in colpa perché non lo consideriamo abbastanza “importante”, un saggio che apporti davvero ricchezza alla nostra cultura, un romanzo che sia considerato di valore, secondo il giudizio popolare o della critica. Ma l’idea stessa del libro “corretto” è un esame a cui ci sottoponiamo e ci allontana dalla lettura. Invece i ricercatori hanno scoperto come le persone che si dedicano poche ore alla settimana alla lettura di libri vivano poi più a lungo di quelle che non leggono affatto o che leggono solo brevi articoli sui periodici (Fonte: New York Times) Leggere qualcosa dunque sarebbe più vitale del suo contenuto. L’atto prolungato di cognizione richiesto dai libri sembrerebbe essere il fattore decisivo. Secondo altri studi, leggere in particolare la narrativa aumenta l’empatia e libera la mente (Fonte: Harvard Business Review) Leggere non è solo divertimento: anche quando ci lasciamo andare a letture piacevoli e leggere, stiamo comunque considerando punti di vista differenti dal nostro. Come diceva il nostro scrittore Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita, la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.
Dunque, apriamo un libro, qualsiasi libro, e cominciamo.

I libri devono essere ovunque e in qualsiasi forma

Non è sufficiente l’intenzione per tornare alla lettura. Occorre avere un libro a portata di mano, devono essere ovunque intorno a noi e adattarsi all’esigenza del momento. Possiamo avere un romanzo da leggere al mattino per qualche minuto a colazione o un audiolibro da ascoltare durante il tragitto al lavoro, mentre siamo in auto o in metropolitana. Dobbiamo sfruttare gli audiolibri perché sono un’occasione importante (e sono la prima a dovermelo ricordare, avevo anche cominciato bene ascoltando romanzi mentre pedalavo sulla cyclette, come avevo raccontato qui: La mia esperienza con Audible e Jonathan Coe) Non sono perfetti, mancano del profumo della carta, della consistenza del nostro progresso sulla storia e dipendono dalla voce narrante. Ma non dobbiamo lasciare che il perfetto (il cartaceo) sia nemico del buono (l’audiolibro).
Possiamo anche “allenarci” alla lettura, tentando di sostituire una pessima abitudine con una buona: tenere un libro vicino al cellulare o alla televisione, così quando ci viene voglia di scorrere i social media o i canali televisivi, possiamo in quel momento scegliere qualche minuto di sana lettura. Addirittura qualcuno “spezza” i libri per renderli più comodi alla lettura:

Quel tipo di vicinanza fisica, che facilita la lettura da parte tua, è un ottimo modo per riprendere l’abitudine. Anni fa, avevo un collega che acquistava copie tascabili a buon mercato di lunghi libri che aveva bisogno di leggere, e poi li strappava fisicamente lungo il dorso e portava con sé pezzi del libro. Sono rimasta inorridita la prima volta che l’ho visto farlo, ma alla fine ho capito che era il suo modo per assicurarsi che il peso o la larghezza di un libro non costituissero un ostacolo alla lettura.

…state inorridendo anche voi all’idea?! 😀
Beh, rabbrividisco, ma se aiuta a riconquistare un lettore, acconsento anche a questo scempio. Guarda come mi tocca scrivere!

Leggere in compagnia aumenta l’allegria

I gruppi di lettura possono essere un’altra ottima risorsa per tornare ad amare i libri. Possiamo iscriverci a un circolo di lettura della nostra zona, dove scelgono un romanzo al mese e si riuniscono in presenza per condividere le loro diverse impressioni sulle pagine lette e quale altro autore suggerire per lo stesso tema, come approfondimento ulteriore. Per conciliare la partecipazione con gli impegni lavorativi, evitando gli spostamenti, possiamo utilizzare i social: parecchi gruppi di lettura si organizzano online, sia con una newsletter che con un canale social specifico, dove commentare con il proprio giudizio il romanzo concluso, oppure con delle videoconferenze dove comunque poter scambiare in diretta le differenti opinioni.
In passato ho raccontato di due letture condivise con altri amici blogger, per la Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams, un romanzo di fantascienza umoristica, e poi per Tess dei d’Urberville di Thomas Hardy, un grande classico di fine ‘800. Abbiamo concordato una data di partenza della lettura e man mano ci scrivevamo, in privato oppure nei rispettivi blog, le impressioni, cogliendo aspetti totalmente differenti nelle stesse pagine lette insieme. Dobbiamo solo fare attenzione agli spoiler, a non anticipare parti di trama a chi è rimasto anche solo un capitolo indietro rispetto a noi.

Un esempio di quanto divertente può essere la lettura in gruppo? Guardatevi il film Book Club. Tutto può succedere, con Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen, quattro attrici eccezzionali, veri colossi di Hollywood. Dovranno leggere, senza arrossire, il romanzo Cinquanta sfumature di grigio di E.L.James… 😀 😀 😀

Riparti dal tuo genere preferito, non solo letterario

Se non sappiamo quale romanzo scegliere per tornare a leggere, pensiamo all’ultimo film che ci è piaciuto guardare. I nostri gusti letterari sono nascosti anche negli altri media, Netflix compreso. Ci siamo lasciati prendere da una serie televisiva con un intrigo internazionale? Allora dobbiamo cercare nello scaffale dei libri di spionaggio. Restiamo incollati davanti allo schermo in attesa di scoprire l’assassino? Thriller e polizieschi ci riporteranno sicuramente a scorrere in fretta le pagine. Consumiamo tonnellate di fazzoletti davanti a una bella storia d’amore? Il romance, la letteratura rosa oppure quella più erotica, ci attendono in libreria. Spesso le grandi storie del cinema si rifanno ai romanzi o ai racconti (ed è il motivo perché vado sempre a curiosare su Wikipedia a finale di un film!), allora potreste orientarvi a leggere altro dello scrittore che ha ispirato lo sceneggiatore.

La rilettura è un’amica insostituibile

Se poi siamo davvero bloccati, perché non riprendere un libro che già ci aveva regalato emozioni? Tornare alla nostra giovinezza di lettore, rivisitare i nostri romanzi preferiti, per andare sul sicuro. Non c’è da vergognarsi nel rileggere i libri che ci hanno fatto innamorare in primo luogo. Potrebbero essere le stesse emozioni, ma se è trascorso molto tempo, la lettura potrebbe offrirci una nuova esperienza, una seconda chiave di interpretazione, tutta da scoprire.
Quasi come la lasagna riscaldata il giorno dopo: è sempre la stessa, eppure è decisamente più buona! 😉

Solo libri che piacciono!

All’interno di una vecchia newsletter ho poi rintracciato un altro articolo interessante, parte della serie “How to Be a Better Human” (trad. Come diventare un essere umano migliore) della comunità TED, firmato da Ryan Holiday, scrittore, saggista e stoico moderno: 6 strategies that will make you a better reader — and person (trad. 6 strategie che ti renderanno un lettore e una persona migliore). Anche qui ci vengono presentati alcuni consigli per leggere di più e meglio, come tenere un quaderno di citazioni, idee e storie presi dai libri che stiamo leggendo, rileggere i grandi classici perché con il mondo in continua evoluzione anche i vecchi libri possono offrirci nuove soluzioni, chiedere quale libro ha cambiato la vita alle persone che hanno la nostra ammirazione e poi farlo nostro, perché certamente avrà qualcosa anche per noi.

Ma il punto più importante è decisamente questo: smettere di leggere libri che non ci piacciono.
Se stiamo arrancando nella lettura e allo stesso tempo vorremmo terminare in fretta le pagine, dobbiamo chiederci se ne vale la pena. Spegniamo la televisione se il programma o il film che stiamo guardango è noioso. Smettiamo di mangiare se il cibo che non ha un buon sapore. Smettiamo anche di seguire le persone sui social quando ci rendiamo conto che i loro contenuti sono inutili. Perché allora dobbiamo continuare a leggere un libro che non ci sta regalando un minimo di emozione? Non dobbiamo, appunto.
Per capire però quando e come smettere, Ryan Holiday utilizza addirittura un formula matematica!

La vita è troppo breve per leggere libri che non ti piacciono. La mia regola è di 100 pagine meno la tua età, quindi se hai 30 anni e un libro non ti ha affascinato a pagina 70, smetti di leggerlo. In questo modo, invecchiando, devi sopportare sempre meno libri scadenti.

Beh, arrotondando io mi posso fermare dunque a pagina 50. Se fino a lì, il romanzo non mi ha convinto, posso lasciarlo andare. Mi riprometto di provarci con le prossime letture, così da sfoltire anche in fretta code di lettura di libri regalati o accumulati da talmente tanto tempo che intanto i miei gusti sono pure cambiati.
Però con i romanzi brevi, sotto le 100 pagine, siamo ancora in difficoltà… 😉

E se la lettura avesse un altro scopo?

Un altro fatto curioso è che in queste due settimane non sono riuscita a leggere granché di narrativa nostrana, ma dovendo riprendere lo studio dell’Inglese, ho ripreso in mano un libro in questa lingua, scoprendo di esserci piacevolmente attirata, nonostante non sia proprio una lettura scorrevole. Più che un romanzo è un reportage di un viaggio alla scoperta della Scozia: Clanlands: Whisky, Warfare, and a Scottish Adventure Like No Other di Sam Heughan e Graham McTavish. Lo avevo leggiucchiato alla sua uscita nel novembre 2020, quando mi sono fatta recapitare una copia autografata direttamente da Londra, ma all’epoca facevo molta più fatica a leggere e comprendere non solo l’Inglese, ma un po’ di slang, qualche termine in Gaelico e alcuni concetti. In due anni, ora anche con il supporto di un’insegnante madrelingua, mi accorgo di avere maggior dimestichezza e quando proprio non ci arrivo, uso il traduttore del cellulare con la fotocamera sulla pagina. 😛

Il “foreword” di questo libro, la presentazione nelle prime pagine, è scritto dalla mia scrittrice preferita, Diana Gabaldon, conosciuta per la serie di romanzi storici Outlander (e io qui sul blog ne parlo in continuazione!). C’è un passaggio tra le sue parole che mi ha riportato al vero scopo della lettura.

I will always recall one woman who brought me a book at a signing, who told me that she lived alone, had been alone for many years, seldom got out and had no family – but that she’d become attracted to the story, found others who felt likewise, and who invited her to go with them to book-signings, premieres and conventions. ‘Now I have friends!’, she said. She cried, and so did I.
I hope you’ll feel that sense of friendship in these pages.
(trad. Ricorderò sempre una donna che mi ha portato un libro a un firmacopie, mi ha detto che viveva da sola, che era stata sola per molti anni, che usciva raramente e che non aveva una famiglia – ma che era stata attratta dalla storia, aveva trovato altri che la pensavano allo stesso modo, e che l’avevano invitata ad andare con loro ai firmacopie dei libri, alle anteprime e alle convention. ‘Ora ho degli amici!’, ha detto. Ha pianto, e anch’io ho pianto.
Spero che sentirete quel senso di amicizia in queste pagine.)
Diana Gabaldon
Foreword to Clanlands. Whisky, Warfare and a Scottish Adventure Like No Other

Forse mi sono dimenticata della parte più importante, dopo tutto. Leggere Outlander mi ha portato una marea eccezionale di nuove amicizie, dislocate praticamente in tutto il globo (il vero motivo per cui devo perfezionare il mio Inglese). Leggere altri romanzi, condividere le mie impressioni, cercare altri consigli di lettura, mi ha regalato altre amicizie ancora e ancora. Non ci si sente mai soli, se sei un lettore. Puoi attaccare conversazione con chiunque, partendo da un romanzo tra le mani di qualcun altro.
I libri riempiono la vita di amici. Quelli veri, quelli fuori dalle pagine. 😉

 

Comments (14)

Lisa Agosti

Feb 11, 2023 at 11:08 AM Reply

Interessante! Grazie e buona lettura (o no!)

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 11:48 AM Reply

Al momento, buona scrittura. Sono sul prossimo racconto per San Valentino. 😉

Sandra

Feb 11, 2023 at 12:25 PM Reply

Ci sono molti spunti interessanti in questo post. Per esempio quello di spezzare i libri, certo farei un po’ fatica, ma convengo che non potermi portare Crossroads (600 pagine edizione copertina rigida, quindi tipo un dizionario) in metropolitana, io leggo molto sui mezzi e/o in attesa nelle sale mediche, posta ecc) ha rappresentato un limite. Peggio che peggio per il bellissimo volumone con i racconti di Ellery Queen 1200 pagine, compie un anno – fu il regalo di San Valentino dell’Orso 2022 – e ne ho letto pochissimo, eppure quei brevi racconti sarebbero perfette per i tragitti e le attese.
Sto facendo pace coi libri abbandonati, scelte sbagliate, capita, perché perseverare fa perdere tempo e spesso allontana proprio dalla bellezza della lettura e poi, come racconti tu, ricominciare è un casino.
Il problema di questo tempo è di sicuro una soglia di attenzione che va riducendosi e su questo tocca lavorarci, io a volte posiziono il cellulare in un’altra stanza altrimenti mi distraggo andando su Instagram.
Grazie per aver ricordato la lettura condivisa di Tess.

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 12:03 PM Reply

Il volume dei libri ahimè ha la sua importanza, quando lo si deve trasportare, ma anche sollevare. Ricordo che all’epoca, sempre periodo universitario, ho fatto fatica a terminare Il Signore degli Anelli, edizione in brossura della BUR, ma tutta la trilogia insieme (mentre si trovano anche i tre libri divisi: La Compagnia dell’Anello, Le due Torri, Il ritorno del Re). Pesa un bel kiletto, pagine morbide come quelle del dizionario, ma impossibile da portare in giro e, peggio ancora, leggerlo a letto. Finivo con l’addormentarmi e il libro calato in faccia! 😀 😀 😀
Tra l’altro, ora vanno di moda le custodie in tessuto per i romanzi, ce ne sono di bellissime, anche realizzate a mano. Ma il problema sono le misure, alcune non sembrano proprio poter contenere un rilegato, a malapena ci stanno i tascabili in economica! Ecco allora che ci dovrebbero venire in auto l’ebook, e a volte me lo sono portata dietro, peccato che a casa stessi leggendo altro, in cartaceo, e mi scocciava dover iniziare un altro titolo… non sarebbe utile che ogni libro cartaceo fosse venduto anche con la possibilità, meglio se gratuita, di leggere il rispettivo ebook? Questo sì, aumenterebbe la lettura!
La lettura condivisa di Tess è stata una bella esperienza. Magari con la primavera potremmo pensare a un’altra lettura di questo tipo. 🙂

IlVecchio

Feb 11, 2023 at 2:16 PM Reply

Quando viaggiavo per lavoro leggevo qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani, poco ingombrante e leggera da stare dentro la ventiquattrore, al più nel bagaglio a mano. Per questo in aeroporto, nelle stazioni, negli autogrill il primo posto dove mi fermavo erano le edicole, con i tascabili in bella vista. Non erano i libri “giusti” secondo i canoni della critica, ma erano buone storie e mi tenevano compagnia. Sovente mi portavano nuove conoscenze. Si partiva col chiedere se quello lì era un romanzo interessante e si finiva col scambiarsi i biglietti da visita. Mi hanno portato solide amicizie e proficue relazioni commerciali.
I libri arricchiscono, sempre e comunque. : -)

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 2:37 PM Reply

Probabilmente una volta si leggeva di più anche nei viaggi di lavoro, ma nelle mie ultime trasferte ricordo solo il vagone pieno di portatili aperti sui tavolini o sulle ginocchia, connessi col cellulare in tethering, oppure manager in piena conversazione d’affari a volume elevato, battute sessiste comprese. Alla fine ero una dei pochi, se non l’unica, con un libro o l’ereader in mano, un lusso che mi concedevo perché sinceramente non si può essere produttivi in quella confusione.
Il primo volume di Outlander, costa alta ben 6 cm, me lo sono proprio portato in trasferta a Milano, ero troppo immersa nella storia per attendere addirittura tre giorni per sapere come andava avanti! E in albergo, la sera, non riuscivo a smettere di girare pagina!

Brunilde

Feb 11, 2023 at 2:32 PM Reply

” Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro? ”
Da IL BUOI OLTRE LA SIEPE di Harper Lee ( riletto di recente dopo decenni).

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 2:37 PM Reply

Conosco bene quella citazione. Forse devo mettere i libri sottochiave per farmi tornare la voglia di leggere?! 😀

Darius Tred

Feb 11, 2023 at 6:45 PM Reply

Be’, la rilettura è una buona risorsa a cui ultimamente ricorro anch’io sempre più spesso.

Mi convince poco la regola del “100 meno la tua età” …
Significherebbe che, quando andrò in pensione (e avrò un sacco di tempo per leggere), avrò tempo fino a pagina 30 per promuovere o bocciare un libro… ?

No. I migliori libri che ho letto finora sono decollati ben oltre pagina 30…
Regola bocciata.
🙂

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 2:53 PM Reply

Quando andremo in pensione (…ti piace proprio la fantascienza eh! 😀 ) vedrai che non avremo pazienza manco per arrivare a pagina 20!!

Giulia Mancini

Feb 11, 2023 at 8:26 PM Reply

Forse c’è solo bisogno di riposarsi un po’. Fare solo quello che va di fare, poi la voglia di leggere tornerà. Io avevo smesso di leggere anni fa e ho ripreso grazie agli eBook, li trovo più pratici della carta, salvo rare eccezioni in cui leggo ancora libri di carta.
Confesso però che negli ultimi giorni fatico anch’io a leggere, non per voglia ma perché ho male agli occhi, troppe ore al computer per il lavoro. Ho prenotato l’oculista per tranquillità…

Barbara Businaro

Feb 12, 2023 at 3:04 PM Reply

Anch’io quest’anno ho assistito a un bel calo della vista, ma da lontano. Da vicino, quindi anche a leggere, tutto bene, almeno per ora.
Sicuramente devo assecondare un po’ questa voglia di relax, ho tirato troppo nell’ultimo periodo e c’è stanchezza, non si può negare. Però la voglia di storie resta, perché in televisione cerco solo quello. Non ne posso accidenti più di tutti quei programmi sulla cucina, sui ristoranti, sulle cene per gli ospiti. Basta! Ne ho veramente le tasche piene! E quindi cerco storie, bei film, intriganti, appassionanti, complicati anche. Ieri sera, ahimè in seconda serata, davano un film d’animazione in stop-motion, eccezionale per la trama e ancora più per la tecnica: Kubo e la spada magica Vorrei vedere più queste magie, che piatti in cucina…

Luz

Feb 25, 2023 at 12:30 PM Reply

Anch’io come te ho difficoltà a concentrarmi sulla pagina se sono molto molto stanca, se mi sento il cervello in poltiglia. Per esempio leggo pochissimo a giugno, mese di scrutini, esami, chiusura anno scolastico. Ma anche mese in cui esco tramortita dall’anno scolastico e dall’anno laboratoriale. Devo sentire quel vuoto dal 1° luglio per riprendermi.
Vale come scrivi andare verso letture congeniali, i generi che sono la nostra comfort zone. E poi sì, un libro può portare tante belle cose. Riguardo alle letture condivise, riesco a farla a due, massimo a tre, fra persone conosciute e che sono come possono leggere quel determinato libro. Non riesco a partecipare a condivise di gruppi nutriti, almeno fino ad ora mai riuscita. Forse perché si sono presentate solo occasioni fra gruppi virtuali. C’è bisogno di incontrarsi, vedersi, guardarsi. Da anni accarezzo l’idea di mettere su un club del libro, magari in 6/7 persone al massimo. Ma tutte sceltissime. Io ne conosco appena tre, per ora. 🙁

Barbara Businaro

Feb 25, 2023 at 4:45 PM Reply

Oh ecco, non avevo pensato agli scrutini, ma in effetti ho amiche insegnanti in palestra e giugno sospendiamo già le lezioni fino a settembre, sia per il caldo (io già da metà di maggio soffro, pure con il climatizzatore acceso) ma soprattutto per i consigli di classe, gli ultimi compiti, gli scrutini. La pizza di fine palestra la anticipiamo a maggio, che poi a luglio molte scappano in villeggiatura per recuperare energia mentale.
Per le letture condivise, certamente il meglio è incontrarsi, faccia a faccia, su questo concordo. Quelle che ho seguito tramite i blog erano comunque ristrette alla fine, tre massimo quattro persone che effettivamente scambiavano la propria opinione. Però quelle quattro amiche nel film Book Club le invidio proprio perché si vedono, ridono e scherzano. Non sempre riesci a farlo online, con una tastiera di mezzo. 🙂

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