Caporali, virgolette o trattini?
Come sostituire la punteggiatura nei dialoghi
Il buon senso ha sempre suggerito all’autore di dare al proprio manoscritto una forma che risulti gradevole alla lettura, evitando quindi font troppo fantasiosi, caratteri minuscoli o al contrario giganteschi, nessun colore se non il classico nero automatico e impostare il margine giustificato a destra della pagina. Questo per favorire la lettura e la valutazione della casa editrice, ma d’altro canto si aveva anche la certezza che in caso di pubblicazione sarebbe stato poi lo stesso editore ad adattare il testo alle proprie regole editoriali e prepararlo per la stampa.
Le regole editoriali (o norme editoriali o norme redazionali o regole ortoeditoriali – sono termini diversi in realtà, ma usati come sinonimi) sono un insieme di convenzioni, stilistiche e tipografiche, o di formattazione considerando il mondo digitale, che vengono adottare dagli editori, da quotidiane e riviste, dalle agenzie di comunicazione, come pure anche dai blogger, per dare un ordine chiaro e comprensibile ai propri testi scritti.
Se lo trovate disponibile, potete acquistare il manuale Regole editoriali, tipografiche & redazionali di Fabrizio Serra, diretto essenzialmente agli editori e agli autori di libri, una guida davvero puntuale su tutte le convenzioni da rispettare per impaginare al meglio un documento, dalle abbreviazioni alle note di piè di pagina, dalle citazioni alla bibliografia.
Ultimamente però le richieste da parte degli editori in termini di impaginazione si sono fatte sempre più stringenti, tanto da esigere un testo già formattato secondo precise linee guida, pena non essere nemmeno presi in considerazione. Ecco un esempio pratico di alcune regole da rispettare per l’invio di un manoscritto:
- Formato del file: estensione .doc, .docx oppure .pdf; niente manoscritti cartacei o foto di pagine stampate
- Font: Arial 14 punti
- Interlinea: 1,15 righe
- Layout: formato A5, 21 x 14,8 cm (praticamente già le dimensioni di una brossura/tascabile)
- Pagine: numerate al centro, con esclusione del frontespizio
- Capitoli: divisi da pagina bianca e numerati; se previsto dal manoscritto, anche titolati
- Paragrafi: divisione in paragrafi con spaziatura; niente testo monoblocco
- Dialoghi: aperti e chiusi da virgolette caporali (« dialogo »)
Come potete osservare, arrivano davvero a definire praticamente tutto della formattazione del testo. La parte più fastidiosa riguarda proprio i dialoghi, perché qui ogni casa editrice adotta scelte stilistiche differenti: Garzanti e Mondadori utilizzano le virgolette caporali (chiamate così perché ricordano i gradi della divisa di un caporale: «»), ma Mondadori in alcune collane preferisce i trattini lunghi; Bompiani e Feltrinelli impiegano le doppie virgolette alte, Einaudi Stile Libero invece stampa i trattini lunghi. Aprite un paio di romanzi dalla vostra libreria e cominciate a farci caso. La nostra “vista da lettore” infatti tende a non notare queste preferenze, soprattutto quando la storia ci piace e le pagine corrono veloci.
Nel caso intenda inviare la propria opera a più editori, l’autore si trova dunque nella situazione di dover adattare la formattazione più volte, producendo diverse versioni dello stesso manoscritto. Sembra proprio che le case editrici vogliano avere un testo quasi pronto per andare in pubblicazione, abbattendo i costi di quello che un tempo era il lavoro del correttore di bozze, figura oramai quasi in via d’estinzione nell’editoria (qui trovate un ripasso veloce: Le figure professionali della scrittura).
Ecco quindi che lo scrittore, oltre alla fatica di scrivere una storia, con tutto ciò che comporta, cercare di effettuare un minimo di editing sul manoscritto per avere maggiori possibilità di essere scelto per la pubblicazione, deve anche preoccuparsi di litigare con i programmi di videoscrittura e impaginare al meglio possibile il proprio documento. Un’altra competenza che richiede tempo e dedizione, ma soprattutto molta pazienza.
Questo post nasce infatti un sabato mattina qualsiasi, quando un’amica mi scrive disperata perché il suo computer all’improvviso non vuole saperne di sostituire delle semplici virgolette in malefiche caporali. Senza saperlo, è incappata in una funzione intelligente di Microsoft Word, talmente intelligente da risultare dannosa proprio a noi scrittori. E te pareva… 😐
Come sostituire la punteggiatura nei dialoghi
Per quanto riguarda i dialoghi, questi sono i segni tipografici che dobbiamo tenere in considerazione, sia se pensiamo di inviare il manoscritto in valutazione a diverse case editrici, come pure per definire le nostre regole editoriali nel self-publishing:
- Caporali, dette anche virgolette francesi: «Esempio di dialogo» (da non confondere assolutamente con i segni di maggiore > o minore < che vedete in basso a sinistra della tastiera!)
- Virgolette alte doppie, dette anche virgolette italiane: “Esempio di dialogo”
- Virgolette alte singole, dette anche virgolette inglesi: ‘Esempio di dialogo’
- Trattino lungo, anche se il suo vero nome è Lineetta emme perché è larga quanto il carattere “m”: — Esempio di dialogo (da non confondere con il trattino breve, che unisce due parole come “italo-scozzese”, o la lineetta enne, larga quanto il carattere “n”, usata per gli intervalli come “pagine 55-100”)
Per le caporali, potete copiarle dalla Mappa caratteri del vostro sistema operativo oppure utilizzare le scorciatoie da tastiera: tasto ALT premuto + 0171 digitato al tastierino numerico per la caporale di apertura « e tasto ALT + 0187 per la caporale di chiusura ». Per il trattino lungo invece, dovete tenere premuto il tasto ALT + 0151, senza distinzione tra apertura e chiusura. Tutto molto semplice, vero?!
La confusione in questo ambito regna sovrana anche a causa delle tastiere di derivazione anglosassone, dove le caporali e il trattino lungo non hanno tasti dedicati. Ricorrere ogni volta alla scorciatoia come combinazione di tasti (più veloce rispetto a cercare il menù Inserisci > Carattere speciale del programma di videoscrittura) interrompe il flusso creativo e rischia di far scappare a gambe levate l’ispirazione del momento. Ecco perché di solito si usano le virgolette alte (quelle sul tasto del numero 2, trasformate poi in virgolette di apertura e chiusura dal programma stesso) oppure dal trattino breve (anche questo corretto nel trattino lungo in automatico). La mia scelta, perché così mi hanno insegnato al corso di dattilografia alle scuole superiori e soprattutto perché come informatico mi rifiuto di perdere tempo con le combinazioni di tasti, è da sempre sulle virgolette alte doppie.
In ogni caso, sostituire la punteggiatura nei dialoghi con quella richiesta dalla casa editrice è un’operazione abbastanza semplice: basta utilizzare la funzione “Trova e sostituisci tutti” presente in qualsiasi programma di videoscrittura.
La sostituzione più complicata è quella dal trattino lungo, presente solo in apertura di dialogo, agli altri segni, perché manca la chiusura del dialogo (se il discorso non è inserito all’interno di un inciso o di un periodo più lungo). E mica possiamo sostituire tutti i punti fermi del testo! Avete idea della confusione?! 😀
Un workaround piuttosto semplice consiste nell’usare i trattini lunghi sia all’inizio che alla fine del dialogo, e al termine della revisione, prima dell’invio alla casa editrice, passare alla sostituzione massiva: l’inizio “– ” (lo spazio è fondamentale!) diventa “«” e la fine ” –” (anche qui ricordarsi di digitare lo spazio in scrittura) diventa “»”. In certi momenti risulterà una forzatura nel dialogo, ma è l’unico modo per non dover verificare tutto il documento manualmente.
Finirete anche voi con l’amare le mie care virgolette alte doppie…
Attenzione alle virgolette “intelligenti” di Microsoft Word
Il caso specifico con cui ci siamo scontrati riguarda la sostituzione in blocco delle virgolette alte doppie dei dialoghi con le caporali, come richiesto dalla casa editrice in questione. La funzione Trova e Sostituisci tutto di Microsoft Word si conclude con un messaggio di operazione completata, con tanto di numero di sostituzioni effettuate, ma in realtà non viene apportata alcuna modifica al testo. Come esempio qui ho preso un dialogo dal mio racconto Semi mortali (Dead Seeds) della serie La storia di Liam e Caitlyn. Halloween sta arrivando… e pure un nuovo racconto. 😉
Qui sto utilizzando Microsoft Word Professional Plus 2019, provate a vedere se anche nella vostra versione riscontrate questa curiosità. Non è una vera e propria anomalia, quanto piuttosto una funzione avanzata che accorpa le virgolette alte alle caporali, senza di fatto distinguerle più. Ecco perché alla fine non le sostituisce davvero. Queste virgolette “intelligenti” non sono state proprio pensate per noi scrittori!
Niente panico, una soluzione l’ho trovata andando a leggermi un paio di articoli sulla community Microsoft.
I passi corretti per procedere alla sostituzione, istruendo bene il nostro programma Word, sono questi: andate al menù File > Opzioni > Strumenti di correzione e premete sul bottone Opzioni di correzione automatica. Si apre una nuova finestra di Correzione automatica, andate al tab Formattazione automatica durante la digitazione: qui togliete la spunta alla voce Virgolette semplici con virgolette inglesi. Cliccate sul bottone OK per salvare.
Tornate allo stesso menù File > Opzioni > Strumenti di correzione e premete sul bottone Opzioni di correzione automatica, ma stavolta scegliete il tab Correzione automatica. Inserite le sostituzioni sia delle virgolette di apertura che di chiusura con le relative caporali: questa ” con questa », poi premete il tasto Aggiungi. Poi questa “ con questa « e di nuovo il tasto Aggiungi. Cliccate sul bottone OK per salvare le modifiche apportate.
Ci siamo quasi. Tornate sul documento e usate adesso la funzione Trova e Sostituisci tutti, sempre inserendo il trova questa ” e sostituisci con questa ». E subito dopo, trova questa “ e sostituisci con questa «. Questa volta funziona correttamente, perché abbiamo spiegato a Microsoft Word, in sostanza, di non considerarle uguali. Quindi adesso le riconosce e le sostituisce davvero.
Questa configurazione non riguarda il vostro singolo documento, quello che avete appena modificato, ma è un’impostazione del software stesso e rimane attiva anche per i documenti successivi. Pertanto per tornare alla vostra consueta modalità di utilizzo (per esempio, se come me digitate le virgolette sopra il numero 2 e lasciate che sia il programma a trasformarle in virgolette di apertura e chiusura), dovete ripristinare il default. Insomma, rimettete tutto com’era prima.
E’ sicuramente più semplice che modificare 700 virgolette in caporali, una per una.
Altri problemi di formattazione?
Dovendo preparare l’invio del manoscritto a una casa editrice, oppure preparando il file da caricare per il self-publishing, vi siete scontrati con altri problemi di formattazione nei software di videoscrittura? Avete poi trovato una soluzione o un modo per aggirare l’ostacolo?
Un’ultima raccomandazione, che potrebbe sembrare ovvia e invece no, non lo è, fidatevi: lavorate sempre su una copia del file originale. Tenetevi sempre da parte il documento iniziale e sperimentate le modifiche su un duplicato, fino a quando non siete sicuri del risultato ottenuto. Meglio ancora: tenete sempre un file di backup di scorta. Non si sa mai. 😀
Comments (23)
Sandra
Set 30, 2024 at 11:05 PM ReplyAmica impanicata presente!
Uso anch’io le virgolette alte, retaggio dell’odiosa dattilografia che nel tempo mi è stata poi tanto utile, ma anche, come dici tu, che balls i segni speciali, odio la combinazione di tasti, tanto che quando sono costretta a usare i caratteri speciali appunto, me li metto in alto alla pagina e vado di copia-incolla.
Ma venne anche il giorno in cui trovai il famigerato elenco con le regole precisetti di un editore, per cui occorreva cambiare le ” in caporali. Pensai di fare sostituisci e…sorpresa, appariva la finestrella “effettuate 700 sostituzioni” ma col piffero, non era cambiato nulla. Provo io, riprova l’Orso, niente.
Prima di attaccare a modificarle una a una, prevedendo un tempo lungo e noioso, ho pensato, “magari Barbara ha qualche idea, strumento, soluzione!” Ed è stato proprio così, e così è nato questo post di pubblica utilità. E io sono stata salvata da un lavoraccio e quel tempo risparmiato ho potuto utilizzarlo per la scrittura vera e propria. Ancora grazie.
Barbara Businaro
Ott 01, 2024 at 5:36 PM ReplyEccoti! Non sapevo se citarti esplicitamente nell’articolo o lasciarti lo spazio dell’anonimato, ma ti sei palesata tu! 😀
Quel mattino, quando ho ricevuto la mail, ho pensato a qualche configurazione sbagliata di Word o qualche Microsoft Update mancante. Ho preso il tuo file e ho provato a lavorarlo con la mia versione sul portatile, convinta di risolvere in qualche passaggio. Immagina la mia faccia quando il mio Word si permette di non fare quello che gli comando… !!! Perché ricordavo bene di aver già fatto sostituzioni di questo tipo in passato (probabilmente con vecchie versioni di Word, senza la funzione intelligente troppo intelligente). Sono andata in cerca in rete di qualcuno che lamentasse lo stesso problema, però di solito cerco direttamente in lingua inglese. Errore! Non sanno nemmeno cosa sono le caporali loro! Che fortunelli, eh!
Cercando tra le risorse in Italiano, qualcosa ho trovato, ma erano tutti convinti che l’anomalia fosse dovuta alla mancanza della vecchia funzione “Matchcase” che in realtà abilitava la ricerca precisa del testo considerando differenti maiuscole e minuscole. Ma in mezzo a tutto quel trambusto, ho rintracciato la configurazione corretta, quella indicata qui sopra. E nel giro di mezz’oretta (credo, perché poi io mi perdo sempre a studiare anche altro, scopro nuovi comandi e funzioni, non si sa mai) avevo sistemato la sostituzione con le caporali sul tuo documento. Poi ho pensato di farci un post, per non dimenticarlo innanzitutto, ma perché sicuramente servirà ad altri scrittori nella fase di invio dei manoscritti. 🙂
Darius Tred
Ott 01, 2024 at 3:37 PM ReplyLe virgolette sono sempre una spina nel fianco. Non solo in Word, ma anche nei linguaggi di programmazione (e credo che tu sappia davvero cosa intendo…). Diciamo semplicemente che per non interrompere la mia vena creativa quando scrivo, nei dialoghi uso semplicemente le virgolette doppie alte.
Se poi devo sottostare a qualche stupida regola di bon-ton scrittorio, allora solo alla fine faccio una sostituzione automatica-massiva-a tappeto-totale-globale.
Così litigo una volta sola con Word.
Barbara Businaro
Ott 01, 2024 at 5:41 PM ReplyPiù che le virgolette e gli accenti, che pure quelli recano danno, sono gli apici il vero terrore di ogni analista di database… E non parliamo delle virgole decimali, che per qualcuno invece indicano le migliaia. Non bastava avere timezone e valute differenti, no, pure a scrivere i numeri e le date… le date!!! E tutte quelle stramaledette conversioni, che funzionano una volta ogni 999 tentativi… Chiudiamo la parentesi, prima che diventi una voragine! XD
Comunque sì, siamo informatici e ste cose ci urtano parecchio. Sono con te fratello. 😎
Giulia Mancini
Ott 01, 2024 at 8:56 PM ReplyUna volta preferivo usare le virgolette alte, nel mio primo romanzo ho usato quelle. L’ho fatto anche nel secondo salvo poi sostituire una ad una le virgolette alte con le caporali (quanto tempo mi è costato, ma era poi una revisione anche di altre parti del romanzo). Successivamente ho sempre usato le caporali, perché tutto sommato le preferisco anche quando leggo un romanzo. Se poi un romanzo mi prende mi dimentico della punteggiatura e quindi anche delle virgolette dei dialoghi (confesso che non sopporto il trattino lungo, quando leggo un libro mi da proprio fastidio, però vale quello che ho detto prima, se vengo presa dalla storia mi dimentico).
Certo che le case editrici hanno molte pretese ma credo che abbiano ragione almeno in parte, in effetti un testo monoblocco non si legge, avere un romanzo con i capitoli numerati, suddiviso in paragrafi agevola la lettura.
Comunque voglio salvare questo tuo prezioso post, dovessi tornare a scrivere potrebbe essere utilissimo.
P.s. Avevo pensato che l’amica fosse Sandra e ne ho avuto conferma
Barbara Businaro
Ott 02, 2024 at 3:44 PM ReplyHo sempre usato le virgolette alte perché, prima di interessarmi di scrittura creativa e aprire il blog, proprio non sapevo cosa fossero le caporali! Le leggevo ovviamente, ma senza vederle davvero, nemmeno nel romanzo più brutto. 😀
Certo una formattazione minima è richiesta a qualsiasi testo, anche una semplice mail deve rispettare la suddivisione in paragrafi, con lo spazio per evidenziare i concetti, il ritorno a capo formale dopo il saluto d’apertura o lo stacco della firma finale. Però le case editrici che chiedono già il formato A5, invece di un comunissimo A4 che più si avvicina alla classica cartella editoriale mi sembra eccessivo. Così come appunto la richiesta delle caporali, che dovrebbe proprio essere in carico all’editore.
PS. Qualche giorno prima un’altra amica scrittrice mi ha chiesto aiuto per un software che ha cominciato con le sostituzioni automatiche all’inglese, giusto all’ultima revisione. Ma si è tutto risolto con un paio di aggiornamenti del software, che hanno corretto qualche bisticcio tra i Regional Settings del sistema operativo e la Lingua impostata nel programma. Questo di Sandra invece è un caso che meritava un post, perché sono certa che se mi ricapita, la soluzione la trovo qui adesso. 😉
Sandra
Ott 03, 2024 at 2:13 PM ReplyEh sì, Giulia, sono io, sempre alle prese con le esigenze degli editori. Nonostante i miei “basta”. Baci
Camillo
Ott 02, 2024 at 2:16 AM ReplyGrazie delle preziose dritte! Io finora ho sempre lavorato solo su articoli e comunicati, i romanzi solo nel tempo libero e mai finiti…mannaggia! Però sapere come ridurre i corrosivi “tempi di rielaborazione”testi è estremamente utile! Grazie ancora!
Camillo
Barbara Businaro
Ott 02, 2024 at 3:45 PM ReplyPrego e benvenuto nel blog Camillo. 🙂
Ah, sui romanzi solo nel tempo libero e mai finiti qua sei assolutamente in buona compagnia! Mannaggia pure a me!
Prima o poi troverò una soluzione informatica anche per quelli?!
Marina
Ott 02, 2024 at 9:15 AM ReplyCon questo articolo corposo mi hai fatto venire il mente il casino con la casa editrice che ha pubblicato il mio romanzo. Un lavoro deludente, se non pessimo (purtroppo mi costa ammetterlo). Io avevo separato l’uso delle caporali da quello delle virgolette alte doppie: le prime le avevo impostate per i dialoghi, le seconde quando riportavo un pensiero o facevo citazioni esterne (come riportare titoli o nomi di qualcosa). In fase di correzione di bozze, il lavoro è stato terribile: tutto ribaltato; la tipa che se n’era occupata (straniera: te lo immagini, una straniera che corregge l’italiano!) non aveva capito il senso di quella differenziazione e aveva uniformato tutto, tolto persino il corsivo dove era necessario che ci fosse. Ho dovuto riformattare il lavoro e spiegare, chiedendo di lasciare tutto com’era. Hanno capito e accolto il mio suggerimento, ma DOVEVO ESSERE IO a insistere? Vabbè, è passata tanta acqua sotto i ponti!
Sono affezionata alle caporali nei dialoghi, mi sembrano più eleganti, ma ho usato anche il trattino lungo in qualche racconto. E sai come risolvo tante volte? Alla fimminina: copiando il segnetto una volta e incollandolo dove serve (faccio tutta l’andata con le caporali di apertura e poi il ritorno con quelle di chiusura). Ovviamente in un racconto di poche pagine, per un romanzo (eventuale) ho salvato questa pagina.
Barbara Businaro
Ott 02, 2024 at 3:49 PM ReplyOh mamma! Ecco che succede quando pure il correttore di bozze non è proprio avvezzo al proprio mestiere. In sostanza, tu avevi impostato delle norme redazionali, ma non personali perché sono alquanto condivise nel mondo editoriale: caporali per i dialoghi, virgolette per pensieri e citazioni, il corsivo in altri punti, magari parole particolari, termini tecnici, in lingua straniera. Il correttore di bozze accorto, se non le comprende, quanto meno va a chiedere delucidazioni all’autore, per poi uniformarsi alle regole della collana/casa editrice di pubblicazione.
E che succederà adesso, con la correzione di bozze gestita dall’Intelligenze Artificiale?! Non voglio manco pensarci…
Toccherà tenere da parte un bel po’ di file di backup! XD
Andrea
Ott 02, 2024 at 9:30 AM ReplyPerò nel 2024 quasi 2025 non si può sentire che si utilizzi ancora Word per scrivere in modo professionale! Ci sono tante di quelle alternative, anche gratuite, che chi usa Word se lo merita di tutta quella sofferenza! 😀
Barbara Businaro
Ott 02, 2024 at 4:07 PM ReplyMah… La differenza tra un software licenziato e un’alternativa gratuita opensource è che il primo offre un’assistenza professionale, anche se molti utenti non conoscono il canale adeguato, mentre per l’opensource ti devi arrangiare, cercare in rete dove ognuno dice la sua, suggerendo patch e codici di dubbia provenienza, perché ci hanno messo le mani in tanti, e poi è gratuito, cosa pretendi?! Scrivere in modo professionale con un’alternativa gratuita è praticamente un ossimoro: si vuole essere professionali nella scrittura ma non si riconosce la professionalità dei programmatori che sviluppano software, e che se lo fanno bene di certo non lo fanno gratis. Pensa un po’.
Senza contare che nel 2024 quasi 2025 non si possono più vedere certe interfacce vetuste, che l’usabilità non l’hanno manco mai sentita nominare, sebbene se ne parli da 30 anni almeno. A me viene da piangere tutte le volte che chiedo qualcosa di particolare su sistemi opensource e mi sento rispondere “Semplice, si fa tutto a linea di comando!” A linea di comando?! Come nel 1992 quando usavo il DOS?!! Ma su, dai, siamo seri. Preferisco di gran lunga litigare con Word.
Resta poi il blocco delle caporali anche in alcuni software dedicati alla scrittura creativa: essendo prodotti di origine anglosassone e poi tradotti, comunque non conoscono l’uso delle caporali, solo italiane, e raramente ne contemplano la sostituzione automatica.
In quanto a preferire un semplice programma di videoscrittura rispetto a un software composito, con strutture, schede personaggi, storyboard e quant’altro, è una scelta personale. Questo lo dico nonostante io utilizzi pure (ma non solo) il software yWriter, tanto da scrivere articoli sopra articoli: Corso gratuito di yWriter6 in italiano
La mia scrittrice preferita, Diana Gabaldon, che ha venduto 50 milioni di copie in 39 lingue e 114 nazioni diverse (possiamo considerarla abbastanza professionale?), usa proprio Microsoft Word, un file per ogni scena e poi un documento master dove riunirli tutti (e i suoi romanzi sono tomi da 1000 pagine):
Dalla scrittura non lineare al successo di Outlander. Qualche domanda a Diana Gabaldon
Chi sono dunque io per dirle che sbaglia?! 🙂
Sandra
Ott 03, 2024 at 2:11 PM ReplyAndrea caro, che mi pare anche tu essere team 11/12, quindi ti si vuole bene, sarà assurdo usare word ma funziona, visto che continuo a pubblicare con editori magari non blasonati ma free. Ho già il mio bel daffare per adattarmi alle novità informatiche in ufficio, nel tempo libero il mio amatissimo word uber alles.
Andrea
Ott 04, 2024 at 11:35 AM ReplyHo da sempre quest’idiosincrasia con Word, fin dai tempi dei floppy disk. Quando ero ancora utente Windows, piuttosto usavo quell’altro programma preinstallato di cui non ricordo il nome che produceva RTF, e in effetti con quello tutte le mie esigenze erano soddisfatte.
Ma la cosa che proprio non sopporto è che da una versione all’altra, se si utilizzano funzioni un minimo avanzate, la compatibilità va in pappa!
Barbara Businaro
Ott 04, 2024 at 4:21 PM ReplyPenso tu ti riferisca al caro vecchio Microsoft WordPad, che ahimè è stato eliminato nel nuovo Windows 11. Per certi versi, ti capisco. Ci sono programmi che, per vari motivi o coincidenze, non ci entusiasmano e non c’è verso. Con Word ci ho scritto due tesi universitarie, le mie, e ho corretto la formattazione per altre due, di amici che non conoscevano l’uso degli stili, del sommario automatico, dell’indice delle illustrazioni e quant’altro. Allora ci siamo scontrati di brutto, poi siamo diventati amici tranquilli. Ma comunque gli articoli per il blog e i racconti ancora li scrivo su… tienti forte alla sedia… BLOCCO NOTE. Fa te. Più pulito e semplice di così! 🙂
Andrea
Ott 04, 2024 at 5:18 PMNon ho bisogno di reggermi, anche io scrivo su quaderno 😀
Manuela
Ott 02, 2024 at 5:59 PM ReplyChe bel posto e che bel post! Utile e preciso, grazie! Uso Word da anni ma le caporali ancora mi sfuggono. Ho installato anche yWriter ma confesso che non lo so usare. Scrittrice da tempo libero, eccomi
Barbara Businaro
Ott 04, 2024 at 4:07 PM ReplyBenvenuta nel blog Manuela! E benvenuta anche nel gruppo “Scrittori del tempo libero”, con romanzi in attesa nell’angolino della scrivania! 😉
yWriter è un software strutturato per seguire tutte le varie fasi della scrittura, dall’ideazione dei personaggi, alla verifica dei tempi della storia, allo spostamento veloce di scene o punti di vista nell’intero romanzo, non solo la scrittura semplice del testo. E’ molto ricco, tanto da essere considerato l’alternativa gratuita al più famoso Scrivener e conosco diversi scrittori che si trovano bene con questa modalità strutturata.
Però ognuno deve trovare la propria via. Qualsiasi cosa faciliti la scrittura e aiuti a scrivere di più, va benissimo!
Luz
Ott 02, 2024 at 7:03 PM ReplyIo per esempio detesto le caporali anche quando leggo un romanzo. Le trovo davvero troppo pesanti. Di contro, preferisco quell’essenziale nel trattino Einaudi, la pagina è alleggerita. Forse però dipende anche dal tipo di romanzo. Un romanzo contemporaneo scritto con caporali ce lo vedo sempre poco, mentre quelle benedette virgolette in un romanzo classico non stanno poi così male.
Barbara Businaro
Ott 04, 2024 at 4:12 PM ReplyPotrebbe essere infatti una buona consuetudine riservare l’uso delle caporali ai romanzi classici, lasciando respirare la narrativa contemporanea con virgolette alte o trattini lunghi. Semplificherebbe anche la vita, e di parecchio, agli esordienti, alle nuove pubblicazioni e alle piccole case editrici. Come lettore, credo di preferire più le virgolette alte, sia per un fattore meramente estetico sulla pagina sia perché il trattino lungo, non chiuso, talvolta mi confonde le idee (ma qui potrebbe essere un problema della scrittura in sé, non chiara).
Daniela Bino
Ott 03, 2024 at 8:52 AM ReplyGrazie, Barbara! Un post utilissimo che devo assolutamente condividere che non si sa mai! Ho notato spesso la differenza tra un editore e un altro. Ma anche un utilizzo diverso a seconda che il soggetto stia parlando con qualcuno oppure tra sé e sé. E qui mi confondo sempre.
Infine, mi incuriosisce il metodo della Gabaldon, specie il discorso sul documento master. Devo leggere il libro per capire. Grazie ancora per le dritte, Barbara.
Barbara Businaro
Ott 04, 2024 at 4:19 PM ReplyPiù che leggere il libro di Diana Gabaldon, romanzo storico bellissimo, ma non un saggio sulla scrittura, per il documento master conviene leggere l’articolo che avevo scritto tempo fa: Organizzare i capitoli del proprio libro con il Documento Master
Poi Diana Gabadon ha anche scritto due compendi alla saga Outlander, The Outlandish Companion Volume 1 e The Outlandish Companion Volume 2, che contengono anche qualche riflessione sulla sua scrittura. Se ti ricordi, le ho fatto firmare proprio la mia copia cartacea del Volume 1 quando siamo state al Livre Paris 2018. Però sono in lingua inglese e costano pure una bella cifra! :/