I urge you to live. Vi esorto a vivere.

Se non vivi, non scrivi
Il mio Now di primavera

Instead of choosing merely to exist. I urge you to experience life. I urge you to live.
Invece di scegliere di esistere e basta, vi invito a sperimentare la vita. Vi esorto a vivere.

Stavo pensando di scrivere questo articolo, con un paio di riflessioni su cosa sto facendo in questo periodo e come spero di portare avanti i progetti tra primavera ed estate, e all’improvviso mi sono ricordata del post dell’anno scorso, esattamente un anno fa, proprio a fine di marzo, giusto un po’ prima del cambio all’ora legale: Le pulizie di primavera e il mio Now
Probabilmente l’arrivo di Aprile e della bella stagione ci porta a rivedere quei buoni propositi fatti a Gennaio, così carichi di aspettative, cercando di riportarci nella giusta direzione, se per caso abbiamo deviato di molto dall’idea iniziale. Nel mio caso poi si aggiungono un cambio di lavoro e ufficio davvero oramai prossimi (oggi ho visto la mia scrivania, sesto piano, si vedono le montagne!!), con conseguente riorganizzazione di orari e abitudini, e già due mesi dalla partenza del nuovo programma di My Peak Challenge, dove avendo finalmente sbrigato la parte burocratica cominciamo a pianificare le attività di gruppo, soprattutto quelle all’aperto.

Per certi versi, rileggendo quanto scritto lo scorso anno, stavolta sono pure un po’ in anticipo, perché ho già potato le mie Liriope muscari, come vi avevo raccontato qui: Potare è un lavoro lungo (editare è un lavoro infinito) Ho già messo fuori dalla serra le piante grasse, i cactus triplicati da soli durante l’inverno, e sto assistendo a delle rinascite incredibili in alcuni vasi dati oramai per spacciati. Una collega mi ha pure regalato due bellissime orchidee, una bianca e una fucsia, che ho battezzato le Letizie. La Pachira aquatica ha delle foglie bellissime, anche con nuovi rami sviluppati dopo la potatura. Mentre ho perso la mia Dracena storica, ben sedici anni di convivenza, non è sopravvissuta al cambio del terriccio. Per il mio pollice verde però sedici anni sono un vero record! 😀

Sì, le cose stanno andando un po’ meglio, me ne rendo conto rileggendo proprio il post dello scorso anno, quando ero in balia dei venti e quasi non sapevo più che direzione prendere. Oggi sto ancora navigando a vista per qualche attività, quelle non urgenti da infilare qua e là dove riesco, ma finalmente inizio a vedere il sole fare capolino dalle nuvole. Sto spuntando parecchie voci dalla todo list, con somma soddisfazione. Sono comunque convinta che buona parte del merito sia delle mie tre parole per una rotta scelte per questo 2023 (Heart – cuore, Shimmering – brillante, Schedule – pianificare). Le ho selezionate con cura, le ho scritte nella prima pagina della Moleskine, ho anche associato ad ognuna un timbrino fosforescente (dal set di flying tiger ricevuto a Natale, quelle cose sciocche ma troppo colorate per cui noi ragazzine impazziamo a qualsiasi età! 😛 )

Heart mi sta aiutando a scegliere solo progetti e persone che mi fanno stare bene, senza sentirmi mai obbligata, nemmeno da amicizie di lunga data. Se qualcosa non è nel mio spirito, rischia di generarmi ansia o preoccupazione, mi costringe a sacrificare altre attività benefiche, comprese lettura, scrittura e allenamento, rifiuto senza remore. Se poi qualcuno contesta pure il mio stile di vita, per forzarmi ad accettare altri impegni (purtroppo è capitato in passato, anche con parole alquanto offensive), allora proprio ne prendo le distanze. Alcune situazioni non si possono cambiare dall’oggi al domani, ma Heart mi mostra la rotta giusta.
Anche Shimmering sta facendo la sua parte, mi sento effettivamente brillare senza disperdere luce, come accadeva invece lo scorso anno. In vari ambiti, mi sono scoperta attorniata da collaboratori davvero capaci, non hanno bisogno della mia energia, di essere spronati all’attività. Anzi, spesso sono loro a mettere in circolo nuove idee e nuovo entusiasmo, mi sento davvero fortunata ad averli!
E Schedule? Ah beh, lei ha il compito più arduo, quello di trovare posto per tutto l’arretrato, tutte le scartoffie da sistemare, tutti i progetti da completare, tenendo però conto di un elemento importante: ogni tanto bisogna vivere, uscire, viaggiare.
La scrittura non si accontenta solo della fantasia e dell’immaginazione. Esige anche scampoli di vita vera… 😉

Se non vivi, non scrivi
Il mio Now in ricarica

L’idea della pagina “Now” (in Italiano sarebbe “Adesso”) è venuta a Derek Sivers, musicista, produttore, imprenditore e conferenziere TED, autore del libro Tutto quello che vuoi tu. 40 lezioni per una nuova specie di imprenditori. La maggior parte dei siti web, professionali o personali, ha una pagina “Chi sono” o “Chi siamo” dove si spiegano la struttura dell’azienda o le competenze della singola persona, con le principali informazioni. La maggior parte dei siti web mostra anche una pagina “Contatti”, con i vari canali di comunicazione verso i responsabili dell’azienda o il titolare del sito stesso. Così la pagina “Now” dovrebbe raccogliere le attività su cui si sta focalizzando quella persona in quel preciso momento della sua vita. Potete vedere diversi esempi navigando sul sito nownownow.com, dove sono elencati tutti gli utenti che hanno aderito all’iniziativa.

Come metodo, mi piacerebbe anche. Il concetto che sta dietro alla pagina “Now” non è sbagliato, anzi. Aiuta a riepilogare in poco spazio tutto quello che si sta seguendo, soprattutto un ottimo promemoria delle priorità. Mostrando pubblicamente ciò su cui ci concentriamo adesso, ci costringe a dire di no ad altre richieste. Però penso non sia del tutto applicabile a un blog personale, che per definizione dovrebbe già essere aggiornato con le attività in corso. Il rischio è di avere blog “sospesi”, senza alcun nuovo articolo pubblicato da mesi, con pagine “Now” rimaste congelate al passato. Senza contare che, almeno per quel che mi riguarda, negli ultimi anni ho cambiato troppo spesso “priorità”. Mi troverei ad aggiornare il “Now” ogni settimana… 😛

“Adesso” comunque ho davvero bisogno di ricaricarmi, perché è stato un lungo inverno, non ho avuto un attimo di vero stacco dallo scorso luglio in pratica, dopo le mie ultime ferie in Puglia, quando stavo leggendo Tutto sarà perfetto di Lorenzo Marone. Per diversi situazioni in ufficio, tra lunghe malattie e ferie pre-pensionamento di alcuni colleghi nonché impegni e scadenze non prorogabili, non ho mai potuto prendermi più di qualche giornata a casa qua e là nel calendario, non sufficienti a rilassare davvero la mia mente, men che meno organizzare un viaggetto qualsiasi.
Le continue corse, in bilico su più fronti, mi hanno portato a saltare qualche pubblicazione qui sul blog. Doveva essere almeno un post a settimana, preferibilmente sempre lo stesso giorno. Ma imprevisti e stanchezza mi hanno portato ad una media di tre post al mese, pubblicati quando posso. Spero col nuovo lavoro di trovare un assetto diverso.

Tra i progetti nel breve periodo ci sono un racconto per la Pasqua in arrivo (non sono obbligata, ma queste scadenze mi aiutano a tenere in allenamento immaginazione e scrittura, divertendomi un pochino), subito dopo una storia breve, al massimo una cartella editoriale, da mandare in valutazione (mah, non ci credo, ma metti mai… in fondo non credevo nemmeno ai due concorsi pubblici di gennaio, e poi ne ho vinto uno, sul podio!), almeno tre storie vere per la rivista Confidenze da terminare, rimandate per tutto l’inverno con mio sommo dispiacere, nonché quella Guida completa al software di scrittura yWriter6 da mettere in vendita su Amazon, ma non solo, perché sul software yWriter ho ancora tante altre idee da approfondire.

Voglio anche muovermi di più, viaggiare finalmente di nuovo, incontrare amici, blogger, peaker, scrittori.
Anche se non ho ancora una data per la Scozia quest’anno, non sappiamo ancora quando sarà MPC Gala 2023. Per fine aprile oramai è impossibile da organizzare, qualcuno scommette per giugno, in concomitanza con la Premiere della Stagione 7 di Outlander, qualcun altro (presente!) spera per metà luglio, insieme all’Outlander Conference organizzata dalla University of Glasgow, con la presenza della scrittrice Diana Gabaldon. O forse tutti rimandati a settembre, che il foliage della Scozia dev’essere pure qualcosa di paradisiaco.

Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi per non avere ancora una data di viaggio, perché quest’anno hanno già esaudito un mio grande desiderio: la maglietta ufficiale di MPC2023 è blu, proprio come l’avevo chiesta, ma che blu! Sembra scelta apposta per risaltare i miei occhi! Di più, perché il blu ha un significato: il partner di beneficienza per questo 2023 è niente di meno che Ocean Conservancy, organizzazione che sostiene la salute degli oceani, la protezione degli habitat marini, la pesca sostenibile, la riduzione dell’impatto umano su mare e spiagge. Quanto può essere felice questo navigatore qui?! 😀

 

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Un post condiviso da Barbara Businaro (@barbarawebnauta)

Un paio di amici, appena visto questo video, mi hanno suggerito di buttarmi in questa nuova forma comunicativa.
Sei fotogenica, simpatica, brillante, pure gnocca, mi hanno detto. Ma questo video funziona bene solo perché… io non parlo!! 😛

Pulizie di primavera
su Instagram, sul computer e sul blog

Quest’anno le pulizie di primavera sono cominciate innanzitutto sul mio profilo Instagram.
Già sui miei social ad uso anche scrittorio (Facebook e Instagram, un po’ meno Twitter) soffro di un account eterogeneo, con diversi interessi, tra lettura, scrittura e allenamento. Per cui grafiche e foto sono di stile differente, a seconda del contenuto. Difficile quindi darmi l’etichetta esclusiva di “bookblogger” o “scrittrice” o “peaker”, perché sono tutto questo insieme. Di conseguenza però diventa anche complesso promuovere il mio profilo. Un po’ come con i generi letterari, per cui un autore deve essere per forza incasellato in uno scaffale per essere venduto. Se gli piace scrivere sia romanzi rosa che thriller, è spacciato, almeno per il marketing…

In particolare su Instagram poi c’è parecchia confusione. Già devo pulire continuamente i commenti di spam sotto ogni post con le citazioni prese dai libri, qualcosa del tipo: “hai stile! che ne pensi di guadagnare facendo post per aziende di lusso come chanel e gucci, scrivimi in privato a cicciopasticcio123” oppure “Love it! Promote it on @thewritersplusbam” (peccato che le citazioni siano in Italiano e questi sono solo stupidi bot automatici, come spiegato qui: The Instagram Influencer Scam that no one is talking about)
Sono per altro uno dei pochi che si ostina a indicare il titolo del romanzo sotto le citazioni, perché è fin troppo facile copiare il testo da siti come frasicelebri.it o aforisticamente.com, ma trovo sia corretto indicare anche il libro da cui sono state estratte. Ma allora devi averlo quanto meno letto… 😉

Lorenzo Marone - citazione

Per aumentare il numero di followers nel mio profilo Instagram qualcuno mi aveva consigliato di partecipare ai “follow train” (letteralmente, treno di follow): un gruppo di persone si mettono d’accordo per seguirsi e sostenersi a vicenda, portando anche i propri followers verso gli altri account del gruppo. In genere, viene preparato e condiviso lo stesso post tra tutto il gruppo: si indicano le regole di partecipazione (di solito: seguire i profili del gruppo elencato, dare il “Mi piace” ad uno o più post di ognuno di questi profili, condividere almeno un post in una propria Stories, commentare il post del “follow train” quando completata l’attività) e poi segue un elenco degli account del “follow train”. Talvolta anche i profili esterni, leggendosi nei commenti, si scambiano il follow di propria iniziativa. Se tutti seguono le regole, questo meccanismo consente di accrescere il proprio pubblico velocemente.
Però non tutti seguono le regole…

Avevo partecipato a diversi “follow train” sotto il periodo natalizio e nell’immediato avevo visto diverse persone iniziare a seguirmi, in maggioranza profili di bookblogger, con tante belle foto di copertine, e self-publisher in cerca di lettori. Non mi sono accorta che dopo un mese hanno cominciato a togliere il follow, perché nel frattempo ero immersa in altre faccende. Quando sono tornata a dare uno sguardo al trend di crescita del mio profilo qualcosa non tornava nel conto. E così ho cominciato a verificare tutti i profili da me seguiti: in teoria, a parte le celebrità, gli scrittori affermati e le case editrici, gli altri dovrebbero seguirmi a vicenda. Così non è. Chi mi aveva dato il “follow” l’ha volutamente tolto. Perché? chiederete voi. Semplice: il concetto è che un profilo funziona quando il numero dei follower è superiore al numero dei profili che voi seguite. Mi hanno dato il follow per farsi seguire da me, e dopo un po’ mi hanno tolto il loro, sperando che non me ne accorgessi, per sistemare i loro numerelli. Bravi.
Il risultato è che sto passando tutta la mia lista e togliendo il follow a queste personcine. Saluti e baci.

Di diversa concezione, e decisamente più divertenti, sono invece i post interattivi, dove non c’è l’obbligo di seguire gli altri profili, ma dare uno sguardo alle bacheche altrui e seminare un po’ di “Mi piace” nei contenuti che ci incuriosiscono. Funziona meno, come numeri, ma si possono comunque costruire nuove amicizie su interessi comuni. Ho scoperto persone di una creatività incredibile, dal lettering all’amigurumi, dagli oggetti in legno alle pietre lavorate a mano. E sì, ovviamente anche libri, racconti, poesie, fumetti.

Le pulizie non terminano qui, perché mi era rimasta indietro la pulizia e l’aggiornamento del mio computer workstation. L’avevo cominciata lo scorso dicembre, duplicando la potenza della memoria ram, speravo di terminarla con le festività natalizie, ma poi mi sono trovata invischiata in quei due concorsi pubblici, uno appunto vinto, come vi ho raccontato qui: Attenzione ai desideri… qualche volta si avverano!
Quindi adesso sono sul Master, come chiamo io il computer “grosso grosso”. Sto cercando di fare pulizia dei miei backup sparsi (sempre meglio un backup in più, che in meno!), aggiornare il sistema operativo prima a Windows 10 e subito dopo a Windows 11, così per un altro quinquennio me ne posso stare tranquilla.

Per ultimo, ma non più di tanto rimandabile, anche l’ottimizzazione del blog. Qualcosa è stata sistemata in corsa sempre lo scorso dicembre, quando ho avuto problemi con il plugin Yoast SEO Premium, e alla fine è risultato che l’anomalia era dovuta addirittura ad un loro precedente intervento, un’aggiunta al codice di qualche anno fa che adesso si infastidiva con l’ultima release del loro plugin. Ci è voluto solo un mese di email in inglese, il fuso orario di mezzo a rallentare la comunicazione, e la mia insistenza a pretendere una soluzione, visto quanto costa proprio quel plugin. Eh oh!
Altro rimane ancora da fare sul blog, soprattutto se voglio migliorare le prestazioni e la velocità di caricamento.
Ho capito che sono un informatico e i sistemi lenti mi infastidiscono… però ve lo ricordo: io vorrei solo scrivere storie!! 🙁

Learn to fly, every day

Se proprio sono un filino giù o mi preparo per una giornata difficile, ascolto quasi sempre questa canzone, a tutto volume.
Learn to fly dei Foo Fighters, perché mi sento sempre un po’ così, come se dovessi imparare a volare.
Imparare a volare appena un pochino più in alto di dove sono ora. 😉

 

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Comments (22)

Daniela Bino

Mar 28, 2023 at 10:34 AM Reply

Questo post mi ha messo una carica addosso… viaggia, cara Barbara, tanto e per te stessa. Segui il tuo cuore e continua a scrivere: hai talento e un’anima gentile e forte allo stesso tempo, una caratteristica che trasferisci in ogni tuo scritto. Approfitta della primavera per queste pulizie che hai in programma di attuare: lascia perdere i “follow train” e scrivi, Barbara, che sto aspettando quello che tu sai.
Ti rispetto molto, Bibi. Bellissimo questo post! Allora, alla via così!

Barbara Businaro

Mar 29, 2023 at 9:15 AM Reply

È MPC la mia carica di energia, poi in qualche modo io la amplifico e la diffondo tutto intorno. 😀
A proposito di viaggi, sono di nuovo a Milano e vado a caccia di libri, usati e introvabili (comprese le ultime copie dei romanzi di Outlander mancanti). E poi sì, torno a scrivere, la voglia c’è, pure un’idea folle per il prossimo racconto. C’entrano i calzini! 😉

Sandra

Mar 28, 2023 at 5:06 PM Reply

Il numero di follower non decreta un reale successo e, soprattutto, una reale qualità. Qualche giorno fa vedo che ha iniziato a seguirmi Elly Schlein, ovvio non era lei, bensì un profilo Fake che ho bannato, ma, di sicuro, ne ho altri tra i follower che non ho eliminato perché oggettivamente è un lavoraccio stare dietro a ste cose ma è chiaro che il numero così è falsato.
Preferisco poche interazioni davvero interessate.
Per il resto è bello sapere che guardando indietro sei consapevole di essere più avanti, felice e soddisfatta di un anno fa.
C’è sempre tanto da fare, lavorare, eh sì, anche eliminare.
Sono diventata una cinica (no, non è vero) che lascia cadere nel vuoto le proposte di vedersi di vecchie amiche super lagnose che mi rincorrono su Instagram, persone che hanno calpestato la mia amicizia a cui al momento servirei giusto per uno sfogo ma io non mi presto più. Il mio tempo libero è davvero dedicato completamente a cose e persone che mi piacciono, gli obblighi li lascio per il lavoro.
In quanto al video, sei proprio molto gnocca, te lo posso dire? Beh, ormai l’ho detto 🙂

Barbara Businaro

Mar 29, 2023 at 9:31 AM Reply

No, il numero di follower non è in realtà la metrica presa in considerazione dai brand quando cercano influencer con cui collaborare. Vogliono le statistiche complete del profilo, dove guardano le interazioni effettive, nemmeno i Like, proprio i commenti. Però, il pubblico normale, lettori compresi, quel numero lo valutano comunque d’impatto. Un profilo con 12.000 follower sarà inconsciamente considerato “popolare” rispetto ad un altro di 600 follower, ahimè… 🙁
Della pulizia dei fake account non devi preoccuparti. Li creano e li chiudono in un lampo, appena hanno trovato qualche ingenuo da spennare, poi spariscono da soli. Io ho Keanu Reeves che mi segue almeno due volte a settimana, con foto diverse, per convincermi a un appuntamento con lui…
Sulle amicizie fintamente interessate, ne ho perse tante per strada, in qualche modo è anche il ciclo della vita. Un po’ cambiano gli interessi e i luoghi, e un po’ non c’è più nulla da dirsi. Per altre amicizie invece mi rammarico di non avere abbastanza tempo libero, dei pochi treni e pure dei pochi aerei (detto da me, è uno sproloquio!!) per raggiungerle. Prima o poi, ce la farò comunque.
Ehhhh… anche tu con sto gnocca… I gnocchi si fanno di giovedì!

Giulia Mancini

Mar 28, 2023 at 8:41 PM Reply

Stai facendo un sacco di cose Barbara, sei una bomba di energia, complimenti, per di più con un lavoro nuovo da responsabile
Fai bene però ad avere dei progetti di viaggi, è una bella cosa, perché è bello dedicare le energie anche alla vita.
Per i follower che prima seguono e poi smettono di seguire trovo che sia davvero una modalità di fare meschino, una volta ci facevo caso e ci rimanevo malissimo, è da tanto tempo che ho smesso di occuparmene, è la reazione allergica ai social che mi é presa da un po’ di tempo a questa parte…la penso come Sandra.

Barbara Businaro

Mar 29, 2023 at 9:39 AM Reply

Il lavoro nuovo lo comincio il prossimo lunedì, infatti per Aprile non ho programmato viaggi, perché prevedo un mese difficile, conoscendo la mia eterna ansia da prestazione. Però sì, non mi rendo ancora conto di aver gestito due concorsi pubblici, col lavoro a pieno regime e tutto il resto. È anche lo spirito di MPC, sfidarsi a spostare in là i propri limiti, perché troppo spesso ci sottovalutiamo. Poi a Maggio mi sto già preparando per la Pink Run, la camkinata solidale tutta in rosa in Prato della valle a Padova. Se qualcuno di voi vuole partecipare, vi aspetto volentieri! 🙂

Grazia Gironella

Mar 28, 2023 at 9:16 PM Reply

Non capita spesso di guardare indietro e constatare la propria evoluzione, senza se e senza ma. Quindi vai, con il vento in poppa! Se ti avanza un posto nello zaino per la Scozia, io occupo pochissimo posto… XD

Barbara Businaro

Mar 29, 2023 at 9:46 AM Reply

Beh, qualche se e ma, con un po’ di impegno, li posso anche trovare! Ma ho lavorato duramente, sacrificando tanto, davvero difficile fare di più.
In quanto alla Scozia, certo che abbiamo posto in valigia e anche in appartamento per te, why not?!
Solo gli impegni del Gala richiedono che tu sia peaker iscritta nell’anno e con biglietto del Gala a parte, ma capita che qualcuno viaggi con noi e mentre siamo in giro a seminar piante o sudare in palestra, loro visitano la città di Edimburgo (e di solito prendiamo casa in centro, basta solo uscire dalla porta! 😛 ) Magari tu mi accompagni poi a Lochness, mi dicono che non è bello, non c’è niente di che, alla fine si sceglie sempre altro… Ma io devo salutare Nessie! 🙂

Marina Guarneri

Mar 30, 2023 at 2:49 PM Reply

Io parto dal tuo video con la musichetta wow: è fantastico! Sei fotogenica, vero e hai il giusto spirito: voto anch’io per un eventuale approfondimento dello strumento mediatico 🙂
Il mio “now” prevede nuovi cicli di fisioterapia (protrusioni su tutte le vertebre cervicali, che mi manca poco che mi si stacca il collo!), che hanno messo in pausa molte mie attività; ma siccome se una porta mi si chiude in faccia ne spalanco un’altra, ho semplicemente recuperato gli hobby e le passioni che posso ancora permettermi e dunque mi è tornata la voglia di scrivere, aleeeè! Con i social, per ora mi faccio bastare Facebook e anche lì con parsimonia.
Hai avuto un inverno difficile, lo studio ti ha premiata, alla fine, ma la stanchezza merita di essere smaltita, dunque organizzati e parti! Per volare… se vuoi ti presto le mie ali! 😛

Barbara Businaro

Apr 01, 2023 at 4:59 PM Reply

No, dai Marina, anche tu del gruppo “vogliamo Barbara fare la scema in video”! Che poi non occorre il video, mi viene proprio naturale! 😛
Giusto stamattina ho preso un caffè con un amico, abituato anche ad organizzare eventi di livello, in contesti però seriosi diciamo, e mi ha fatto i complimenti per quel video, pure lui! Avevo lì lo smartphone e gli ho mostrato il “making of”. Una cosa fatta praticamente per gioco, pensando “verrà fuori na schifezza”, ma poi il telefonino (acquisto prezioso dello scorso dicembre) ha aggiustato tutto da solo, sono rimasta sorpresa pure io della velocità con cui ha incastrato bene le sequenze. Quando l’ho caricato, non pensavo sarebbe stato ripreso nemmeno qualche ora dopo, direttamente sul canale ufficiale di My Peak Challenge! Ma per ora, il video non mi ha conquistata, non è il mio elemento.
Mi spiace molto per la fisioterapia, spero che almeno ti possa capitare qualche bel fisioterapista che, almeno alla vista, possa alleviare parte del dolore… lo dico per esperienza. Ogni tanto in palestra mi prendono ancora in giro: “Quand’è che ti metti fuori uso anche la spalla sinistra, per tornare da chi-sai-tu?!”
Ma della tua voglia di scrivere sono contenta, questi blog hanno bisogno di essere rivitalizzati. Metti una canotta (che la camicia è scomoda) e dispiega quelle ali! 😀

Marco Amato

Mar 30, 2023 at 6:14 PM Reply

Questo tuo post si aggiunge alla riflessione che sto compiendo in questi giorni. D’un tratto, confrontandomi con un negoziante accanto alla mia attività, mi sono accorto che mentre lui è rimasto fermo, io ho corso al doppio, se non al triplo della velocità. E’ una sensazione strana. Lui ha vissuto nella sua attività, tutti i giorni, espletando il suo lavoro al meglio, ma in buona sostanza fra ciò che è adesso e ciò che era due anni fa, non è mutato nulla. Viceversa, in me è mutato tutto. E allora, se i giorni sono uguali per tutti, perché per alcuni si compiono i consueti passi, mentre per altri no? A cosa è dovuta questa differenza? E’ un approccio mentale? Avere obiettivi ambiziosi e perseguirli con accanimento e ostinazione aumenta la tua velocità?
E da ciò mi rendo conto di quanto io stesso, nel mio passato, sia rimasto fermo, stagnante nella mia chiusura mentale, senza nessun progresso. Tu in questo momento pure, almeno, mi dai questa sensazione d’esserti mossa a una velocità maggiore, come se i tuoi passi fossero più lunghi di molti altri. Cos’è che ci rende veloci in pochi anni oppure lenti anche per decenni?
Francamente non lo so, però questo tuo post, il tuo percorso, mi porta a riflettere ulteriormente su questo qualcosa di impalpabile a livello pratico, nella quotidianità, ma che poi si rende palese nel confronto fra un prima e un dopo.
E qui mi sorge la domanda delle domande. E per la scrittura? Esisterebbe la possibilità di correre al doppio o al triplo della velocità? E se sì, avrebbe senso andare rapidi, magari a costo di perdersi forse la cosa più bella nelle essenze umane, il viaggio.
Francamente non lo so. Però, credo, che porsi questi interrogativi, sia già un passo più lungo del normale.

Barbara Businaro

Apr 01, 2023 at 5:13 PM Reply

Marco, quando ho ricevuto la notifica di questo tuo commento, ho sorriso. Se il mio post si aggiunge nella tua riflessione, il tuo commento si incastra in altri ragionamenti miei laterali, che quasi sembravi avermi letto nel pensiero, giuro! 😀
Come te, anche altri hanno la sensazione che io mi sia mossa a velocità maggiore, me lo dicono con la consueta domanda “Ma come fai a fare tutto?” Intendono ovviamente: lavorare full time, allenarmi con costanza, leggere, scrivere, tenere un blog, mantenere una casa pulita e ordinata (non ho alcun aiuto professionale), studiare pure Inglese, talvolta pure cucinare (non che detesti cucinare eh, ho fatto i muffin al cioccolato ieri sera, ma se cucino mangio, e questo non va per niente bene!) Bene, e adesso la domanda te la faccio io: com’è che io invece ho la sensazione di essere ferma?! 🙁
Se avessi corso davvero come dici tu, quel manoscritto sarebbe terminato. Avrei terminato anche l’arretrato di storie vere da scrivere. Avrei letto di più. Ma come vedi, sto guardando il tutto da una prospettiva differente dalla tua, e credo sia la prospettiva a rendere, in un certo senso, il tempo relativo. Lo diceva anche quel geniaccio di Einstein: “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando.” E siccome ho fatto tanto, ma non esattamente quello che volevo, mi sembra proprio di aver camminato lentamente, altro che corse.
La scrittura, secondo me, non è un’attività che può essere accelerata senza perderne in qualità. E non intendo il mero atto di buttare giù delle parole sulla carta o sullo schermo del computer, ma tutta la preparazione mentale che precede la stesura della storia, che è parte del processo creativo. Come voler partecipare a una maratona senza essersi mai allenati alla corsa. Forse ce la fai, ma rischi di farti molto male.

Marco Amato

Apr 01, 2023 at 11:12 PM Reply

Tu pensi d’essere ferma, ma il problema, oltre che di prospettiva o di relatività, è dovuto al fatto che siamo umani. Si può correre in certi ambiti, ma restare fermi in altri. Il tempo è limitato, le nostre risorse fisiche e mentali sono limitate, quindi bisogna scegliere, dare priorità. Io ho scelto in questi anni di dare priorità al lavoro e ho messo a dieta la mente per impedirmi di scrivere. Perché il problema principale di ciascuno di noi si riduce in quella sorta di slogan moderno, e che in realtà era inciso sulla base del tempio di Apollo a Delfi, ovvero, il “conosci te stesso”. E per fortuna, la maturità degli anni, oltre che gli acciacchi, ci fornisce l’esperienza per conoscerci meglio.
Io non sono il tipo che può dedicare alla scrittura un’ora la sera. Per me la scrittura è totalizzante. Una storia mi accompagna quando mi addormento, quando mi sveglio, quando guido l’auto o quando sono in coda alla cassa del supermercato.
Questo significa che necessito di ampi spazi della giornata per scrivere. Dedicare alla scrittura un’ora la sera, dopo cena, quando sono ormai stanco, mi mette in crisi. Non fa per me. Ma viceversa, altri scrittori si trovano bene a scrivere nei ritagli di tempo, la sera, la notte, nei weekend o durante le ferie estive. Ciascuno è fatto a suo modo e la sfida è tutta lì, imparare a conoscersi e trovare gli spazi che più si addicono alla propria natura.

E’ meglio scrivere una prima stesura di getto, andando veloci, per poi revisionare con calma, oppure si è più portati a scrivere alla perfezione parola dopo parola, scena dopo scena, rischiando di completare la prima stesura dopo anni?
Non c’è una risposta universale, l’unica vera risposta è già dentro di noi.

Barbara Businaro

Apr 02, 2023 at 11:33 PM Reply

Come diceva Quelo (Corrado Guzzanti): “Ma la risposte non le devi cercare fuori, la risposte è dentro di te! Epperò è sbajata…” 😀 😀 😀
(Eh, anche tu, me l’hai servita pronta e io non ho resistito! 😛 )

Marco Amato

Apr 03, 2023 at 9:51 PM

La battuta è fra le mie preferite di Guzzanti. Resta il fatto che se non si sa quel che si vuole. Se non si conoscono i propri punti di forza e le proprie debolezze, si viaggia a zonzo. E’ il mondo è pieno di umani che conducono vite a zonzo. 😛

Barbara Businaro

Apr 04, 2023 at 11:51 PM

Per rispondere alla tua domanda (è meglio scrivere di getto e poi revisionare con calma oppure scrivere già alla perfezione scena dopo scena, allungando la stesura), ognuno di noi deve scoprire a quale categoria appartiene: Plotter, pantser o plotser
Personalmente credevo che, per me, funzionasse la scrittura di getto (quindi un pantser), invece col tempo vedo che, dopo l’idea, ho necessità di avere una traccia definita prima di scrivere le scene, anche se poi la fantasia durante la scrittura vera e propria può aggiungere elementi imprevisti (un plotser). 🙂

Andrea Cabassi

Mar 31, 2023 at 12:14 PM Reply

Il mio now: mettere al margine i social e in prima linea le relazioni vere!
PS: che cos’è un peaker?

Barbara Businaro

Apr 01, 2023 at 5:48 PM Reply

Capisco l’esigenze di limitare l’uso dei social. Nel mio caso diventa difficile, perché molte di quelle relazioni vere sono nate proprio nei social e si alimentano dentro i social, data al distanza fisica, e di fuso orario, che ahimè mi separa da molti amicizie. 🙂
E hai ragione che non ho spiegato cos’è un peaker! Lo scrivo talmente spesso che temo di esagerare, ma chi approda in questo blog direttamente sulla pagina rischia di non capire. Un peaker è un membro attivo della comunità My Peak Challenge (per altro, la parola è registrata e protetta dall’uso improprio, tanto per far capire come la questione è presa seriamente), che ho raccontato qui agli inizi, nel 2018: My Peak Challenge: sfida te stesso!
My Peak Challenge è una community internazionale dedicata a ispirare i suoi partecipanti a vivere vite più sane e più equilibrate, tramite un programma di fitness vario (yoga, ginnastica posturale, allenamento muscolare, cardio o combinato), una dieta studiata su quell’allenamento, anche vegetariana e vegana, e la filosofia di aiutare sé stessi mentre si sta aiutando gli altri, perché ogni peaker all’interno della community è sostenitore e sostenuto dagli altri. La convinzione fondamentale è che le sfide promuovono la crescita personale e possono anche essere sfide non fisiche, così abbiamo anche i gruppi per attività creative, dal lavoro a maglia alla scrittura (io sono anche nei gruppi Peaker Writers e Motorsport Peakers). Il fine ultimo della community è comunque di raccogliere fondi per vari partner di beneficenza: il primo, quello storico, è Blood Cancer UK, per la ricerca sui tumori del sangue, e poi ogni anno ne viene aggiunto uno, quali Marie Curie, per aiutare le famiglie dei malati, One Tree Planted, per la riforestazione, Ocean Conservancy, per la protezione degli oceani e dell’ambiente marino. Sono al mio ottavo anno da peaker (ho perso solo il primissimo, quando era poco più di un gruppetto di amici, sconosciuto fuori dalla Scozia) e sono un Ambassador, perché amministro il gruppo Clan McPeakers Italian SPeakers (se clicchi, vedrai la nostra pagina ufficiale; le mani intrecciate del nostro logo l’ho disegnato io, anche il tartan blu è nostro, registrato a nostro nome), che raccoglie non solo peaker italiani ma anche italiani all’estero o stranieri interessati al nostro paese, alla nostra cultura e alla nostra lingua. 🙂

Andrea Cabassi

Apr 05, 2023 at 5:24 PM Reply

Credo che non importi dove nasca una relazione, se è vera è vera! Quando dicevo di mettere al margine i social intendevo tutti gli aspetti negativi: la corsa ai like, alle ultime tendenze usa e getta, alle notifiche sui cellulari, insomma alla non-vita. Interessante il concetto della Peak Challenge!

Barbara Businaro

Apr 07, 2023 at 5:53 PM Reply

Per qualcuno io sono fin troppo social, sempre connessa alla grande rete (il mio smartphone si riempie di notifiche in poco, dovendo gestire sia i miei account personali/blog, che quelli del gruppo Clan McPeakers, ma poi sono solo di sicurezza, perché ogni admin ha i suoi compiti). E per altri io sono invece addirittura poco social (mi si vede poco, non posto a sufficienza, soprattutto non uso WhatsApp, come ho raccontato qui: Si può vivere senza WhatsApp?) Certe volte poi, specie se sto leggendo/scrivendo, mi dimentico proprio dove ho messo il telefono, altro che controllare le notifiche! E siccome ce l’ho perennemente in vibrazione (da quando ero in smart working), pure se mi chiamano rischio di non rispondere! 😛
In quanto a My Peak Challenge, all’inizio ero scettica. Perché devo sfidarmi per avere dei risultati? Che roba è?! Pian piano invece ho provato che su di me funziona. Molte attività me le ero precluse solo perché qualcuno mi aveva “insegnato” che erano oltre le mie capacità. Ma non era vero, affatto. Scrittura compresa. 😉

Luz

Apr 02, 2023 at 11:50 AM Reply

Percepire che ci sia un evolverci, un “muoverci” reale e metaforico verso qualcosa è sempre fondamentale.
Il mio “now” mi piace. Quel focalizzare come parola chiave di questo 2023 sta funzionando. Ho appena completato 3 mesi di dieta in cui ho perso 4Kg e mezzo, e conto di continuare a rispettare una dieta del tutto differente sempre; ho scritto il copione per i ragazzi e iniziato le prove che sono a buon punto; ho realizzato il giornale d’istituto esattamente come me lo ero immaginato; mi sto prendendo cura della casa trasformando alcune stanze e forse forse ho venduto il divano di cui intendevo liberarmi. Insomma, piccole e grandi cose che ci fanno percepire un movimento, un mai fermarsi… è vita!

Barbara Businaro

Apr 05, 2023 at 12:04 AM Reply

Il tuo “focalizzare” sta andando proprio alla grande! Sono bei risultati, ma soprattutto come dici tu sono la percezione del movimento.
A proposito di trasformare alcune stanze della casa, io ho un angolino da mettere a posto: togliere un vecchio mobiletto riciclato e un paio di scatole inutili, per fare spazio a qualcosa di nuovo, con scaffali o cassetti, meglio organizzato. Devo andare a fare un giretto all’Ikea per ispirarmi… 😉

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