Tre parole per una rotta
The greatest thing in this world is not so much where we stand as in what direction we are moving.
La cosa più importante a questo mondo non è tanto la posizione in cui ci troviamo, quanto la direzione in cui ci muoviamo.
Johann Wolfgang Von Goethe
Molti anni fa, durante le prove su circuito per il conseguimento della patente per la moto (che ho poi dovuto abbandonare per motivi di salute, ma non escludo di riprovarci in futuro), l’istruttore mi spiegò un concetto particolare per affrontare bene le curve, in particolare sul percorso a forma di numero otto, il più difficile per gli spazi ridotti, richiede parecchia agilità col mezzo.
“Quando entri nella curva, non guardare la curva stessa, muovi la testa e fissa il punto dove sei diretta. La motocicletta è un tutt’uno col tuo corpo, lei si muoverà esattamente nella direzione che tu le stai indicando. Se ti metti a fissare la curva, la imposterai male, troppo larga o troppo stretta, rischiando di toccare i birilli o addirittura cadere. Guarda avanti, nel punto di uscita della curva e il tuo corpo farà il resto.”
Giuro che lì per lì l’ho preso per pazzo e forse per questo, non dandogli credibilità, i primi tentativi sono stati disastrosi. Sono anche caduta molto rovinosamente a terra, con la moto dell’autoscuola. Niente paura, lei non s’era fatta niente, io ho ammaccato un po’ il ginocchio e guadagnato un paio di jeans sdruciti che vanno sempre di moda. 😀
Però poi ho chiesto ad amici e colleghi motociclisti, persone che vivono in simbiosi con le loro due ruote e potrebbero raccontarvi ogni singolo centimetro di asfalto delle Dolomiti alle nostre spalle. Mi hanno confermato questa regola da usare in curva, a maggior ragione quando la strada è tortuosa e stai fiancheggiando il costone della montagna. Non ti mettere a fissare la parete rocciosa!
D’altra parte, quando sono alla guida dell’automobile mi viene naturale osservare il punto dove sono diretta, non sto mica lì a rimirare la verniciatura del camion che sto sorpassando. Devi guardare dove vuoi andare e non rivolgere l’attenzione agli elementi ai lati del tragitto, magari controllare solo che non si spostino per intralciarti, ma il tuo futuro è davanti a te.
Vi assicuro che funziona. Eseguivo un otto perfetto in moto, anche se poi non ho più potuto dare l’esame finale.
Probabilmente è per questo che mi trovo bene con il metodo delle tre parole da usare come guida nelle mie decisioni durante il nuovo anno. L’ho provato proprio agli inizi di questo blog, più che altro per gioco, senza crederci davvero, ma i suoi risultati mi hanno stupito. Così ogni anno il primo post lo dedico proprio alla ricerca di queste tre parole che tracceranno la mia rotta sulla mappa. Perché le mie tre parole si trovano proprio là, oltre la curva.
Questa idea così particolare è di Chris Brogan, consulente in strategia aziendale per brand e contenuti digitali, esperto di social media marketing, giornalista e autore bestseller per il New York Times, che l’ha sviluppata ancora nel 2006 e da allora la porta avanti con successo. E’ davvero semplice: si tratta di scegliere tre parole, non una o quattro ma esattamente tre, per aiutarci nelle scelte e nelle azioni di ogni giorno.
Dovete pensare a queste tre parole come dei fari che illuminano il vostro cammino. Come spiega Chris Brogan stesso: “L’idea è nata dalla consapevolezza che i propositi finiscono quasi sempre entro il 19 gennaio di un nuovo anno. Uno dei motivi è che spesso li scegliamo da una mentalità negativa: “Ho bisogno di perdere peso. Non sto facendo abbastanza soldi.” Invece, l’idea delle 3 parole è più simile a: “Cosa posso usare per guidarmi verso i risultati che voglio sostenere per l’intero anno e oltre?” Non il risultato in sé. Il sentiero. Il processo.”
Scegliete tre parole che ritenete possano guidarvi in avanti nei vostri differenti progetti. Pensate alle parole che ispirano un’azione, soprattutto di fronte a una scelta. Nel suo primo anno, Chris Brogan utilizzò questi tre verbi: Ask (chiedere), Do (fare) e Share (condividere). Lo hanno aiutato a raggiungere dei risultati eccellenti: “Quando ho chiesto qualcosa, ho imparato. Quando ho preso decisioni basate su quello che avevo imparato chiedendo, ho guadagnato più terreno e mi sono impadronito di una parte maggiore dell’universo. Quando ho condiviso con tutti ciò che avevo imparato, ho creato connessioni e trovato nuove amicizie.”
Ma quali sono le regole per scegliere bene le vostre tre parole? Ecco alcuni consigli di Chris Brogan, forte della sua esperienza:
- non fatene una frase: “pubblica il libro” è una pessima scelta, perché “il” è una parola sprecata, “pubblicare” può bastare;
- cercate parole orientate all’azione, meglio un verbo: “espandere” è migliore di “più grande”;
- meglio se le parole hanno più utilità, ognuna potrà aiutarvi in diverse circostanze; queste parole saranno la vostra bussola;
- attenetevi alle tre parole per tutto l’anno, non cambiatele; quando Brogan ne ha cambiata una, il suo anno si è inceppato;
- evitate parole “fantasiose”, con troppi e differenti significati; rischiate di smarrirvi nelle decisioni, preferite la semplicità;
- non dovete preoccuparvi di spiegare le vostre parole, devono avere un senso solo per voi;
- parole come “concentrazione” non sembrano funzionare: concentrazione su cosa? Scegliete una linea precisa, perché se avete troppe cose su cui concentrarvi, questa è proprio mancanza di concentrazione!
A questi suoi suggerimenti, ne aggiungo qualcuno di mio, perché anch’io sto imparando ad affinare la tecnica:
- non scegliete le tre parole in anticipo, attendete che sia cominciato l’anno per evitare che si attivino subito; mi è accaduto all’inizio di dicembre 2018, quando avevo già scelto change, ma il cambiamento è arrivato repentino e non voluto!
- focalizzarsi su una sola parola può sembrare una scelta potente, ma porta un forte rischio di immobilità, come un punto fermo;
- le tre parole devono essere sempre con voi: nella prima pagina della nuova agenda, su un foglietto adesivo bene in vista sulla scrivania, come sfondo del vostro cellulare, un appunto colorato appiccicato al frigorifero;
- quando siete nel dubbio per una decisione importante, invocatele alla mente e chiedete loro consiglio, non vi deluderanno!
Per questo 2023 appena iniziato, Chris Brogan ha scelto le seguenti parole: Master (maestro, con i significati nascosti di preparazione e pratica) come promemoria per padroneggiare alcuni aspetti del suo lavoro, Pleasure (piacere) per ricordarsi di rendersi felice più spesso, concedersi un buon caffè, una visita alla spiaggia, e Gather (incontrare, radunare) per riunire intorno a sé persone intelligenti, menti affini, grandi pensatori con cui collaborare.
Quali parole ho scelto io invece per il nuovo anno? Non è stato banale trovare le parole adatte per il percorso che voglio seguire. Le mie precedenti parole hanno funzionato così bene che sono arrivata alla fine stanchissima, mi hanno davvero fatto correre troppo. Quindi ho riflettuto su che cosa voglio davvero in questo 2023, ma anche su cosa non voglio affatto, per selezionare bene le mie parole guida.
La prima parola è stata quasi istantanea, non me l’ha dettata il cervello, ma proprio il cuore…
Le rotte degli anni precedenti
Queste sono state le mie tre parole negli anni precedenti (cliccate per leggere il relativo post e le motivazioni delle scelte):
2016: Resilienza, Perseveranza, Evoluzione
2017: Challenge (sfida), Straight (diritto), Achieve (raggiungere)
2018: Unchain (liberare), Peak (vertice), Conquer (conquistare)
2019: Soar (librarsi, alzarsi in volo), Forgive (perdonare), Delight (deliziarsi, rallegrarsi)
2020: Recharge (ricaricare), Endurance (resistenza, tolleranza, pazienza), Sparkling (scintillante, sfavillante)
2021: Insight (intuito, intuizione), Bright (luminoso, brillante), Awareness (consapevolezza, percezione)
2022: Luminous (luminoso, chiaro), Inspire (ispirare, incoraggiare), Reach (raggiungere, estendere, toccare)
Come potete osservare dall’elenco, dal secondo anno le mie tre parole sono in lingua inglese: le scelgo in onore della community My Peak Challenge di cui faccio parte (questo sarà il mio ottavo anno come peaker!), anche come amministratore di uno dei gruppi ambassador riconosciuti, Clan McPeaker Italian SPeakers, dove promuoviamo lo studio della nostra lingua e la diffusione della cultura italiana, tra gli allenamenti intensivi, le lezioni di yoga, le sedute di mindfulness e altre sfide divertenti. Ho anche compreso che la musicalità della lingua inglese mi aiuta meglio a usare queste parole come un mantra, una preghiera magica a cui appellarmi nei momenti di bisogno. Funziona, e se funziona, non occorre domandarsi troppo perché! 😉
Ma come sono andate poi le mie tre parole dello scorso anno?
Luminous (luminoso, chiaro) l’avevo scelta come variante di sparkling e bright, parole che mi avevano servito davvero bene negli anni precedenti. Ma luminous ha un significato differente di luce, un chiarore non accecante ma persistente, che si mostra soprattutto nel buio, esattamente come un faro nella notte. Doveva guidarmi nelle decisioni da prendere per aiutare le persone intorno a me, per portare un po’ di luce là dove la pandemia aveva colpito duramente. Devo dire che ha assolto più che egregiamente il suo compito, anche troppo! Proprio come un faro che lancia lontano nella notte i suoi raggi luminosi, rimanendo però il suo interno al buio completo, così sono arrivata io al termine dell’anno: senza luce, scarica, stanca, flebile. Ho proiettato così a lungo e forte la mia luminosità all’esterno verso gli altri da ritrovarmi nell’oscurità senza accorgermene. Anche nel suo secondo significato, quello della chiarezza, sembra aver funzionato allo stesso modo: sono stata comprensibile nei miei discorsi verso gli altri, ma non mi sono capita io! 😀
Vista l’assonanza con Lumos, l’incantesimo di Harry Potter, forse ho necessità di cambiare bacchetta…
Inspire (ispirare, incoraggiare) aveva un duplice utilizzo nel mio intento: come verbo attivo, ispirare gli altri intorno a me, e come verbo passivo, lasciarmi ispirare, pure nell’immaginazione e nella creatività. Anche questa parola è stata portentosa, quasi troppo. Ho incoraggiato molte persone, sia sul lavoro che a livello personale, ricevendone davvero molto in cambio, parole di ringraziamento che mi hanno toccato nel profondo. Mi sono sforzata di sorridere agli altri nonostante per me fossero giornate storte, ed è in quei frangenti che venivo a mia volta incoraggiata a proseguire. Nel vero significato della community di My Peak Challenge: we can all effect positive change in our lives while helping others (trad. tutti possiamo apportare cambiamenti positivi nelle nostre vite mentre aiutiamo gli altri).
Reach (raggiungere, estendere, toccare) era una parola fortemente a rischio, perché i suoi significati molteplici potevano portare solo confusione nelle mie decisioni (come avverte appunto Chris Brogan nei suoi consigli per la scelta delle tre parole). L’avevo presa in considerazione soprattutto per la definizione di raggiungere, arrivare, ottenere, conseguire un risultato, in qualunque progetto fossi riuscita a concentrarmi durante l’anno. Troppo generico, e infatti qualcosa ho raggiunto in effetti, anche mete che non immaginavo (sono finalmente tornata in Scozia, quel viaggio a lungo rimandato!), ma non ho ottenuto proprio quello che speravo. Beh, devo pure ammettere che richiedo sempre tanto a me stessa, ma a volte sbaglio anche bersaglio e nel frattempo mi arrivano risultati straordinari, non preventivati. Quindi, in maniera generica, questa parola mi ha fatto ottenere davvero molto.
Anche nel concetto di allungarsi, estendersi, tendersi mi ha aiutato in maniera eccellente: ho recuperato la mia spalla destra (un anno fa ero all’inizio di una lunga fisioterapia) ma soprattutto ho imparato a usare bene le mie preziose scapole. In quando al significato di toccare, mettersi in contatto, eh, ci eravamo quasi, accidenti… 😛
Quali saranno dunque le parole per questo 2023? Non è stato affatto semplice trovare quelle giuste, ma alla fine ho scelto un sostantivo, un aggettivo e un verbo, per non farmi mancare proprio nulla. 🙂
Heart
Heart härt
sostantivo
1. cuore, parte vitale.
2. (fig.) animo, mente.
3. affetto, sentimento, sensibilità.
4. coraggio, entusiasmo, slancio.
Questa è la prima parola che ho scelto, senza nemmeno tanto cercarla. Me l’ha dettata proprio il cuore! 🙂
In alcuni dizionari il termine heart risulta avere ben 14 significati diversi, a seconda del contesto in cui si inserisce e dell’accezione che gli si vuole attribuire. Spesso sono gradazioni che variano di pochissimo, come tra il cuore inteso come organo vitale in anatomia e il cuore come parte centrale del petto, quando vogliamo “stringere al cuore qualcuno” per esempio. Ma qui voglio restringere il campo a soli due modi di intendere questa parola: per questo anno devo considerare di più il mio cuore, sia come sentimenti, ciò che davvero mi rende felice e mi fa stare bene, sia come motore propulsivo del mio corpo, che ultimamente si è fatto sentire con qualche sobbalzo, una lamentela che non posso proprio ignorare. Ed è una fortuna che mi alleno con costanza da oramai dieci anni, perché altrimenti il cuore invece di lagnarsi un po’, urlerebbe proprio! All’epoca fu il cardiologo a ordinarmi di recuperare la forma fisica con attività più intensiva: “Il cuore è un muscolo e va allenato, ma a lei non basta camminare, deve iniziare a correre.”
E in quanto al mio animo, questi ultimi sono stati anni nei quali il mio cuore ha sofferto un po’, ha sopportato situazioni che lo mettevano in disparte, per quieto vivere, in attesa di tempi migliori, nella speranza di un cambiamento che poi non giunge mai.
Adesso basta. Quest’anno seguirò il mio cuore e mi dispiace per chi non ci sarà.
Shimmering
Shimmering ˈSHim(ə)riNG
aggettivo
1. brillante, luccicante, scintillante.
2. riflesso di luce, leggermente mosso.
Dopo gli effetti della parola luminous, che ha illuminato sì la strada delle persone intorno a me, ma lasciando la sottoscritta nella penombra, ho cercato un nuovo termine, un vocabolo per recuperare parte della mia luce, darle per lo meno modo di rigenerarsi. Ho evitato di scegliere parole troppo rilassanti, non voglio rischiare un periodo di immobilità completa. Il mio desiderio è comunque di restare attiva, portare il mio lumicino a chi ne ha bisogno, ma cercando anche di riflettere la luminosità delle altre persone. Spesso infatti la loro luce interna c’è, va solo alimentata, hanno bisogno di vederla amplificata, come attraverso uno specchio. Come si chiama quell’effetto di luce dato dall’acqua del mare, brillante sotto i raggi dorati del sole? The shimmer of the light on the water. Da qui l’aggettivo, shimmering appunto. Come nella foto lassù. Voglio quel particolare brillio per questo mio 2023!
Schedule
Schedule ˈskejəl
verbo
1. programmare, pianificare, progettare, fissare.
2. includere in una lista.
La parola schedule sarebbe sia un verbo, pianificare le attività, che un sostantivo, l’elenco stesso delle attività pianificate. Ma in questo caso la mia necessità è di agire, quindi mi serve un verbo per esprimere il movimento, per aiutarmi a compiere quell’azione durante tutto l’anno. Considerare il sostantivo potrebbe riempirmi la casa di foglietti pieni di lunghe liste di cose da fare, ma senza farle mai, rimandarle all’infinito. Mentre programmare delle attività mi costringerà anche a rivedere spesso quella pianificazione, adattandola al periodo e migliorandola nei suoi obiettivi. In questo 2023, avrò anche dei nuovi collaboratori in alcuni ambiti, lavorativi e personali. Mi solleveranno dagli incarichi che mi erano praticamente crollati addosso negli ultimi mesi, limitando notevolmente il mio raggio d’azione qui sul blog e sulla mia scrittura. Quindi è tempo di tracciare una nuova rotta e pianificare tanti progetti che mio malgrado avevo sospeso.
Quali sono le vostre tre parole?
Volete provare questo metodo anche voi? Pensate a cosa volete realizzare questo anno, e associatevi tre parole, semplici ma potenti.
Scrivetele qui sotto nei commenti oppure, se le avete pubblicate nel vostro blog, lasciate liberamente il link!
Potete anche postarle nei vari social utilizzando l’hashtag lanciato dallo stesso Chris Brogan (anche se l’idea l’avevo lanciata io qui nel blog nel 2016, andate a verificare, non dico bugie!):
#my3words
Altri blog hanno già scelto le loro parole per questo 2023:
Daniele Imperi su Pennablu
Giulia Mancini su Liberamente Giulia
Luz su Io, la letteratura e Chaplin
Comments (14)
Daniele
Gen 09, 2023 at 8:21 AM ReplyLe parole rilassanti vanno bene per chi, l’anno prima, è stato oberato di progetti e ha bisogno di sano riposo. Ma un anno intero senza far niente non è possibile.
In fondo sostantivo, aggettivo e verbo che hai scelto non indicano staticità.
Grazie per il link 🙂
Barbara Businaro
Gen 10, 2023 at 4:28 PM ReplyInfatti nel 2020 avevo scelto “recharge” (ricaricare) proprio perché il 2019 era stato denso e volevo prendermela un po’ tranquilla, la ricerca assidua di un cambio di lavoro. E invece quella parola ci ha rinchiusi in casa, fermi sul divano sì, ma mica tanto sereni! Quindi meglio se scelgo parole a medio-bassa intensità, lasciamo stare il relax. 🙂
Eh, siamo rimasti in pochi a partecipare a questo gioco, un vero peccato. Non si tratta di fissare obiettivi stringenti, ma definire una linea per le decisioni che verranno.
Brunilde
Gen 09, 2023 at 9:13 AM ReplyProve su circuito per il conseguimento della patente della moto? Santo cielo! Eppure, chissà perchè non mi stupisce, tu riesci a rivolgere la tua energia a progetti e passioni “forti”, quindi sarei rimasta molto più sorpresa se avessi fatto un corso di ricamo.
Non ho ancora scelto le tre parole per il 2023.
Prendo a prestito il tuo shimmering, posso? Da sempre mi incanto a osservare i piccoli specchi di luce che si formano sull’acqua del mare, con il riflesso del sole. E’ qualcosa di splendente e magico… Portare nella propria vita e in quelle altrui un po’ di quello splendore e quell’incanto sarebbe fantastico.
Invece, sarebbe una buona idea NON programmare, per me che tendo a controllare e pianificare tutto. Continuerò a compilare le mie To do list, ma cercherò di essere più elastica e rilassata, imparando a lasciarmi andare.
A te e a tutti i webnauti felice anno!
Barbara Businaro
Gen 10, 2023 at 4:39 PM ReplyNo, mai stata brava col ricamo. Qualcosina a punto croce l’ho fatto, quelle stampe che devi ricalcare con il filo colorato, mi avevano anche insegnato un po’ il lavoro a maglia con la lana, ma poi c’era la Magliera magica di Barbie che faceva tutto da sola, quindi, a che serve?! 😀 😀 😀
Non ho più preso la patente A2 che consente di guidare moto sopra i 250cc, anche perché ho perso tempo nel cambiare autoscuola: la prima mi aveva assicurato di avere il mezzo giusto per la mia altezza, non era vero, e nel cambio ci ho rimesso due mesi di foglio rosa, oltre che denaro. Ogni tanto penso di riprovarci, ma costa quanto la classica patente B per le auto. Posso guidare i 125cc e in effetti a quella tentazione potrei cedere, prima o poi…
Certo che puoi scegliere anche tu Shimmering! Nel dubbio di cosa significasse, che i dizionari si divertono a confondere le idee con le lingue straniere, ho chiesto a diverse amiche straniere, che mi hanno confermato. Sarebbe anche il luccichio del sole che passa attraverso le foglie del bosco. E pure quello è magico! 🙂
Daniela Bino
Gen 09, 2023 at 4:22 PM ReplyIl mio cuore si è spezzato il 25 agosto e tu sai perché! Poi, subito prima di Natale, ho capito il motivo di tanti eventi che mi avevano fatto soffrire. La consolazione è stata magra ma ho imparato la lezione. Perciò, basta! Ora devo capire come andare oltre al disastro che si è creato in questi anni e quindi: fortitude, love, shining.
Vediamo se funziona! Ti saprò dire!
Barbara Businaro
Gen 10, 2023 at 5:20 PM ReplyFortitude (forza d’animo), love (amore), shining (splendore) sono belle parole, molto potenti!
Quello che ti ha spezzato il cuore, come dici tu, lo comprendo. Conosco l’evento, e per quanto sia il cerchio della vita, non si è mai sufficientemente preparati. Probabilmente ti attendevi anche altre reazioni da parte delle persone a te vicine. Purtroppo non va così, l’ho già visto quand’ero ragazzina e temo lo rivedrò tra qualche anno. Anche tu sai a cosa mi riferisco. La lezione, ammesso che ce ne sia una, è di vivere per ciò che abbiamo scelto e conquistato, e non per ciò che ahimè ci è capitato o ci ha affibbiato il destino. Che il signor destino prima o poi risponderà anche delle sue malefatte, sarò in prima fila a presentargli il conto. E tu subito dietro di me! 😉
Sandra
Gen 09, 2023 at 7:05 PM ReplyMolto belle le tue parole. In cuore tu l’hai sempre messo anche negli anni passati quando la parola non era in lista. La luce è una costante e sulla tabella tipo “orario scolastico con giorni e materie”. Ogni Schedule ha l’implicita regola intrinseca “salvo imprevisti” ahhhahh e quelli ci sono sempre, quindi toccherà – già l’hai detto – aggiustare la rotta, ma una Webnauta in questo è già esperta.
Non ho parole, ho abbandonato il blog ma ho appena scritto un post su IG con un proposito che può sostituire le tre parole: amare la vita e non insultarla mai.
Buon anno.
Barbara Businaro
Gen 10, 2023 at 5:57 PM ReplyIl cuore l’ho messo sempre, hai ragione, ma non me ne sono forse tenuto un pezzettino per me, come per la luce? Diciamo che in alcune situazioni è stato maltrattato e me ne sono forse stata troppo buona e zitta. Questo 2023 già è partito con due concorsi che, a ben pensarci, non volevo fare, il cuore mi diceva di no. Oramai sono in ballo, sono stati decisi a dicembre, e mi tocca ballare. Ma la prossima volta, ascolterò il cuore. E la ragione… se ne faccia una ragione! 😛
Gli imprevisti ci sono sempre, fanno parte della vita. Le parole non servono a creare una fantomatica rotta senza imprevisti, non servono nemmeno a fissare degli obiettivi stretti o stabilire dei buoni propositi che poi non segue nessuno (è nell’introduzione di Chris Brogan: lui il metodo l’ha inventato proprio per evitare i buoni propositi! 😀 )
Però, seguire la corrente e lasciarci trasportare passivamente può essere pericoloso. Se non sappiamo dove andare, rischiamo di girare a vuoto, lasciarci prendere in un mulinello e non uscirne più. Se non abbiamo una direzione, seppur minima, a cui tendere, rischiamo di lasciarci sbatacchiare dai venti.
Peggio ancora: se non sappiamo quel che vogliamo, rischiamo di passare le nostre giornate a invidiare chi invece un’idea ce l’ha.
E sprecare le nostre energie in una vita arrabbiata. Personalmente l’ho già visto e non è un bel vivere. Meglio scegliere tre parole e provare a muoversi un po’. 🙂
Giulia Mancini
Gen 09, 2023 at 8:28 PM ReplyComplimenti per la guida della moto, io ammiro molto le donne che lo fanno perché mi sarebbe piaciuto imparare ma per ora soprassiedo. Tornando alle parole, mi sembra che le tue prime due parole del 2022 fossero rivolte più agli altri che a te stessa, il che è bello ma alla fine può essere sfibrante, meglio la terza.
Per l’anno 2023 mi piacciono soprattutto le prime due tue parole, ti auguro di seguire il tuo cuore e di recuperare la tua luce. Per quando riguarda me, forse scrivo anch’io un post su tre parole, quest’anno mi stanno frullando in testa…
Barbara Businaro
Gen 10, 2023 at 6:03 PM ReplyGrazie ma, al momento, non guido la moto. Quelle che sono qui non le posso guidare, e sono proprio troppo grandi e pesanti per il mio “un metro e un citofono” di altezza! 😀
Avevo una bellissima Yamaha Ybr 125, poi venduta per… depressione direi. Io ero ferma, tra ospedali, lei era ferma, in attesa. L’ho lasciata andare, aveva bisogno di correre. Forse un giorno ci incontreremo di nuovo, chissà.
Giusta la tua osservazione: avevo scelto le parole per gli altri, forse per la filosofia di My Peak Challenge, aiuta te stesso mentre aiuti gli altri. Si vede ch c’era davvero tanto da aiutare, oltre le mie capacità, e quest’anno devo recuperare un pochino, ecco.
Attendo con curiosità le tue tre parole! 🙂
Marina Guarneri
Gen 11, 2023 at 3:46 PM ReplyLo sai, non sono mai stata forte con le parole riassuntive di un progetto o di nuovi obiettivi, però le tue come al solito sono azzeccate (viene voglia di farle proprie): mi piace “heart”, perché nei suoi tanti significati abbraccia tutti gli ambiti che più contano nella vita: prendersene cura non è mai scontato. Anch’io tengo sotto controllo dei valori che potrebbero avere delle ripercussioni sul cuore organo vitale e sul cuore nell’altra accezione uh, mi perderei a sfogarmi su quanto sia stato messo a dura prova negli ultimi anni. “Va dove ti porta il cuore”, dunque, mi sembra un buon augurio.
Barbara Businaro
Gen 12, 2023 at 7:23 PM Reply“Va dove ti porta il cuore” mi porta dritta dritta in Scozia!! 😀 😀 😀
Diciamo che io non utilizzo le tre parole per indicare dei progetti specifici, per ogni parola un progetto o un ambito della mia vita. Non sono nemmeno buoni propositi, in senso pratico (“considerare di più il mio cuore” raccoglie molti significati, appunto). Sono parole che tengo in considerazione nelle decisioni che vengono, ma ancora senza sapere quali saranno le opportunità e le difficoltà. E’ una linea d’azione, se vuoi. Per dire, a dicembre quando mi sono iscritta ai concorsi cui sto partecipando, non ero convinta, non è il periodo giusto, studiare sotto Natale è un tedio, al lavoro sono nel vortice di inizio anno, ho cambiato lavoro due volte in tre anni, mò basta. Qui ho capito che non stavo rispettando il mio “cuore”. Però ho scelto “schedule”, mi sono pianificata stretta lo studio, tenendomi un po’ di spazio per lo “shimmering”, e sembrano pure arrivare i risultati. Stamattina sono uscita da due test scritti, di un’ora e un’ora e mezza, davvero soddisfatta. E’ andata assolutamente bene, poi se decidono per una graduatoria diversa, pace. Ci sono sempre tanti altri elementi da considerare. Ma delle mie competenze, sono davvero soddisfatta. Ed è rarissimo!!!!
Luz
Gen 21, 2023 at 11:05 AM ReplyUno degli aspetti più curiosi di questi percorsi stabiliti a inizio anno è proprio scoprirne il bilancio alla fine. Nella tua disamina del “come è andata a finire” poi ti accorgi che sei stata fedele al tuo proposito e sai vedere dove ti ha portato la scelta. Percorsi che svelano come la vita sia un cammino, un procedere.
Io come sai ho individuato una mia parola: “focalizzare”, di cui ho scritto nel blog.
In quella c’è tutto quello che intendo racchiudere in questo anno. Il lavoro è cominciato, la fatica è tanta, ma devo restare salda e magari andare a ripassare ogni tanto proprio quanto ho scritto a inizio anno. Tu rileggi ogni tanto il proposito per tenerlo fermo dentro la tua volontà?
Barbara Businaro
Gen 21, 2023 at 4:22 PM ReplyRileggo spesso le tre parole sì, sono nella prima pagina dell’agenda, quella che si apre in modo naturale, a causa della rilegatura, ogni volta che prendo l’agenda. Quest’anno le ho scritte e messo pure un timbrino accanto (mi hanno regalato per Natale dei bellissimi timbrini colorati di Tiger :D): cuore fucsia per heart, sole giallo per shimmering e stella blu per schedule. Poi a volte vengo a rileggermi il post, ma averle nell’agenda è immediato, ricordo perché le ho scelte e che significato ho loro attribuito.
Quando ci ritorno a fine anno, capita di stupirmi perché mi accorgo che le ho usate in una determinata decisione, anche senza accorgermene, senza richiamarle esplicitamente.