Leggere libri con Audible - La mia esperienza

La mia esperienza con Audible e Jonathan Coe

Avevo già scritto un articolo sugli audiolibri, perché sono un’opportunità interessante di leggere quando passiamo molto tempo fuori casa, in attesa o in viaggio, ma abbiamo la necessità di avere le mani libere per altre attività come guidare oppure vogliamo rilassare completamente la vista e lasciarci trasportare da un’altra voce. Lo trovate all’interno della rubrica dedicata ai lettori, il nostro Navigare informati: Leggere ovunque con gli Audiolibri (anche gratis) 
Però io non avevo mai sentito questa particolare esigenza: in auto ascolto solo musica, mi aiuta a pensare alle mie trame o sviluppare nuove idee, e in tram preferisco fare l’equilibrista, reggendo con una sola mano il Kobo o il cellulare con l’app Kindle e girando pagina con il pollice della stessa. Ma sono così brevi i miei tragitti che spesso approfitto del silenzio oppure curioso le vite altrui in cerca d’ispirazione.

Durante il mese di settembre però, in occasione della sfida Munro Step Challenge, dovevo camminare sul tapis roulant o pedalare sulla cyclette per almeno un’ora al giorno. Normalmente nei miei allenamenti utilizzo musica dance, veloce e aggressiva, per ritmare i movimenti e tenere alto il battito cardiaco, ma in questo caso era importante badare più alla costanza e alla resistenza che allo sforzo fisico immediato. Mi occorreva quindi qualcosa di più riflessivo da ascoltare, non troppo lento da farmi addormentare e abbastanza avvincente da tenermi lì per un’ora, tutti i giorni.
Nemmeno per un istante ho considerato i film in streaming o le serie televisive in arretrato, perché lo schermo della televisione mi stanca la vista quanto quello del computer, per questo preferisco leggere in cartaceo. Ma ho subito pensato agli audiolibri e alla curiosità di provare quest’esperienza.

Nell’ultimo anno poi ho assistito ad una piccola rivoluzione grazie ad Audible: un lettore dato per irrimediabilmente spacciato, il classico imperativo “non ho tempo per leggere” nonostante tutti i miei tentativi a più riprese, che ha ritrovato l’attenzione e il coinvolgimento per le belle storie proprio con gli audiolibri.
Quando gli ho detto di provare con Audible, l’avevo davvero buttata lì, come ultima spiaggia. Non credevo mi ascoltasse, non lo fanno mai, specie se parlo di libri! 😀
L’inizio è stato claudicante e non pensavo che, scaduto il periodo di prova gratuito, l’abbonamento sarebbe stato confermato. Adesso ogni volta che chiedo qualcosa, devo controllare prima che non abbia gli auricolari senza filo. Spesso mi ritrovo a chiacchierare inconsapevole col muro, conversazioni notevoli perché il muro mi dà sempre ragione, tra l’altro.
Insomma, questo Audible intrigava anche me, conosci il tuo nemico dicono, e così ho scroccato il tablet…

 

Occhi stanchi? Prova Audible!

Audible, società del gruppo Amazon, è un servizio in abbonamento per accedere al catalogo di audiolibri, intesi come registrazioni audio della lettura del testo di un libro, e pure di produzioni originali Audible, come podcast, inchieste e sceneggiati audio.
Una volta che avete concluso l’iscrizione, vi basta scaricare l’app Audible, funzionante su smartphone, tablet, smartwatch e computer. Consultate il catalogo dei titoli, ad oggi se ne contano circa 50 mila, e scegliete cosa ascoltare: con un click, l’audiolibro viene scaricato in locale, sul vostro cellulare, e potete ascoltare anche quando non siete connessi, in tutta comodità. Potete anche ascoltare lo stesso titolo da più supporti, Audible tiene traccia dei vostri progressi.

L’iscrizione ad Audible è gratuita per i primi 30 giorni. Dopo questo periodo, l’abbonamento si rinnova automaticamente a 9,99 euro/mese. Potete cancellarvi in qualsiasi momento, e se lo fate nei primi 30 giorni non vi sarà addebitato nulla, ma attenzione: Audible è un servizio di ascolto, quando vi disiscrivete non avete più accesso ai libri che avete già audioletto. Come pagare l’accesso ad una biblioteca: potete consultare i libri, ma non sono vostri e quando uscite dalla biblioteca, loro restano là dentro.
Occasionalmente Amazon attiva delle promozioni per Audible: per esempio in occasione del Prime Day agli iscritti Amazon Prime viene offerta l’iscrizione gratuita per 30 giorni, un intero anno scontato al 20%, ovvero a 7,99 euro/mese anziché 9,99 e pure un buono Amazon da 5 euro se rimangono dopo la prova gratuita. Vi consiglio di tenere d’occhio le offerte.

In un anno di iscrizione, il nostro audiolettore ha ascoltato 17 libri, di vario genere, con una lunghezza media di 200 pagine, circa 5 ore di ascolto ognuno. Nei primi tre mesi ha incontrato qualche difficoltà, sia nello scegliere i titoli adatti che mantenere un’audiolettura costante, probabilmente proprio perché non erano romanzi nelle sue corde. Il maggior risultato è negli ultimi nove mesi, con quasi 2 libri al mese, 10 ore recuperate alla lettura.
Utilizzando l’app Audible da cellulare o tablet, l’audiolettura viene associata ad attività a bassa concentrazione (giardinaggio, lavori domestici, bricolage) o durante le attese (metropolitana, autobus, tram, ufficio postale) con l’utilizzo di un paio di cuffiette. Solo alla guida ha riscontrato qualche disagio: nel traffico cittadino si perdono facilmente pezzi di trama, meglio audioleggere nei lunghi tratti autostradali se il viaggio scorre rilassato.

Dopo questo anno di Audible, ecco alcuni consigli, e avvertenze, per qualche audiolettura di prova:

Titoli piaciuti

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury letto da Fabrizio Rocchi

L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi letto da Pietro Biondi

Il monaco che vendette la sua Ferrari di Robin Sharma letto da Marco Troiano

La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone letto da Edoardo Siravo

Titoli non piaciuti

Castelli di rabbia di Alessandro Baricco letto da Riccardo Bocci

Le assaggiatrici di Rosella Postorino letto da Valentina Mari

Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez letto da Jenny De Cesarei e Riccardo Rovatti

Auris, un audio sceneggiato da un’idea di Sebastian Fitzek, con un cast completo con tra gli altri Adriano Giannini, Alessandro Quarta, Sara Labidi, Roberto Draghetti, Manuel Meli, Jesus Emiliano Coltorti. Il sonoro di questo audiolibro comprende anche musiche e rumori di fondo, come ascoltare un film senza vederne le immagini.

Per scegliere il titolo, al di là del genere letterario, molto importante è il narratore, colui che leggerà la storia per voi, perché fa molta differenza sulla comprensione del testo e il livello d’attenzione, soprattutto sulla godibilità del libro. Se il romanzo è noioso e vi si aggiunge pure una voce atona, l’audiolettura diventa una sofferenza. O un perfetto sonnifero.
Per questo vi aiuta il breve estratto audio presente nelle schede di presentazione dei vari titoli. Se Edoardo Siravo con il suo tono severo, baritonale e cadenzato è perfetto nella lettura del romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, dove un anziano narra in prima persona le sue vicende famigliari, Gianrico Carofiglio non riesce a infondere intensità nel suo stesso romanzo Né qui né altrove, troppe pause e poca enfasi. Un po’ urticanti gli accenti sbagliati di Pietro Biondi ne L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi, come nel caso della parola “palamito” letto sia come “palàmito” che “palamìto”, ma riferendosi ugualmente ad un particolare attrezzo per la pesca.

Una delle lamentele è che la suddivisione in capitoli dell’audiolibro non segue quella originale del cartaceo tradizionale, l’abbiamo visto con Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez dato che avevo l’edizione rilegata e abbiamo fatto un confronto su vari pezzi.
Soprattutto i capitoli sono semplicemente numerati, e non vi è alcun riferimento al loro contenuto: se per errore (ed è capitato anche a me), cliccate a caso nell’app Audible e perdete il vostro segnalibro di lettura, diventa impresa ardua ritrovare il capitolo e il punto preciso!
Diciamo che come tutte le grandi innovazioni, anche questa può essere migliorata.

Infine c’è l’argomento scottante del costo: l’abbonamento ad Audible è una spesa non indifferente con 119,88 euro/anno a pieno regime, senza sconti. Quanti libri potrei acquistare con questa cifra? Libri cartacei che potrei rivendere o regalare, non degli audiolibri inconsistenti.
Ma la questione così è posta in termini totalmente errati.
Prima di tutto un audiolibro ha un costo di realizzazione maggiore rispetto ad un libro tradizionale, dovendo includere le registrazioni in studi attrezzati e le ore di lavoro dei narratori. Poi voi non state pagando l’audiolibro, ma l’esperienza di lettura.
Quando andate al cinema per vedere un film, che cosa vi portate a casa con quel biglietto da 9 euro? Se poi ci andate in coppia, spendete addirittura 18 euro, praticamente il costo dell’uscita in DVD o BluRay qualche mese dopo. Però dal cinema uscite a mani vuote, giusto?
Potreste obiettare che Audible però è un abbonamento anticipato, che pagato comunque anche se in quel mese non state leggendo nulla. E non funzionano allo stesso modo certe piattaforme televisive a pagamento, per gli eventi sportivi o il cinema in anteprima? Li pagate comunque, che voi siate lì a guardarli tutto il giorno o che decidiate di spegnere e uscire a godervi il sole.
Con la differenza che l’audiolibro vi segue anche nelle vostre passeggiate, senza togliere nulla al belvedere! 😉

 

La mia audiolettura di Jonathan Coe

Veniamo dunque al mio esperimento con Audible, il mio mese di camminate e pedalate immerse nell’audiolettura.
La scelta dei titoli che mi accompagnassero in questa avventura è stata difficile anche per me: quasi tutto quello che ho in lista di lettura, tra classici e romanzi consigliati, non è presente come audiolibro in lingua italiana (se vi interessano, avete accesso anche a tutti gli audiolibri in lingua originale). Confermo che il catalogo rincorre quindi le novità letterarie, più qualche sempreverde come Agatha Christie, ma mancano autori classici contemporanei, come ad esempio Haruki Murakami o Paulho Coelho.
Mi sono quindi buttata su un autore consigliato dalla nostra Sandra Faé (l’avete incontrata qui: La ragazza che ascoltava De André e le sue canzoni): Jonathan Coe, scrittore britannico, di Birmingham per la precisione, un maestro nel creare trame arzigogolate e avvincenti, con un pizzico di comicità tragica.
Ho scelto quindi prima La banda dei brocchi di Jonathan Coe letto da Jesus Emiliano Coltorti. E subito dopo, attirata dalla presentazione e volendo proseguire con lo stesso narratore, I terribili segreti di Maxwell Sim di Jonathan Coe letto da Jesus Emiliano Coltorti.

La banda dei brocchi di Jonathan Coe su Audible

Trotter, Harding, Anderton e Chase: sembra il nome di un prestigioso studio legale; in realtà si tratta di un quartetto di giovani amici, che frequenta un liceo elitario di Birmingham, quel tipo di scuola che preleva giovani intelligenti dal loro background ordinario e li fa atterrare in una classe sociale diversa da quella dei loro genitori. I ragazzi sono destinati a Cambridge e Oxford, a carriere importanti, mentre i loro genitori rimangono impantanati nel loro mondo di matrimoni sciovinisti, scontri sindacali, guerre di classe e di razza, di ignoranza culturale. Siamo negli anni settanta, anni completamente marroni, come scrive Coe, dove s’incastrano sconvolgimenti sociali, lotte politiche, attentati dell’IRA, nuove richieste culturali.
Su questo mare in tempesta cercano di destreggiarsi, con alterne fortune, i quattro ragazzi. A fianco di questo ristretto gruppo di amici, si muovono altre figure, non meno interessanti e ben delineate, che aiutano a definire l’atmosfera e il sapore di quegli anni. Perché è anche l’epoca a rendersi protagonista: sono anni di grandi speranze egualitarie, di nuova musica, di grandi esperimenti sociali, di altrettanto grandi delusioni. Anni volutamente dimenticati, ma ancora strettamente legati ai nostri.

Non posso dire che mi sia piaciuto, e nemmeno dispiaciuto del tutto, sicuramente mi ha emozionato moltissimo. Ho avuto qualche difficoltà nel seguire una platea numerosa di personaggi, tra l’altro con nomi inglesi: ad esempio, in una scena di un incontro di lavoro proprio mi sono persa chi era chi e chi diceva cosa. La banda dei brocchi è formata da Ben Trotter e sua sorella Lois (giocando sul cognome, dato che “rotter” in inglese significa brocco, schiappa, inetto), così li hanno soprannominati nella scuola d’elite che frequentano, il prestigioso liceo privato King William di Birmingham. Vi si aggiunge l’altro loro fratello Paul, il più intelligente e scaltro, ma ahimè anche quello che si perderà in idee pericolose. Nella trama sono coinvolti anche i loro genitori, tra l’impiego nella locale fabbrica Longbridge e le difficili relazioni coniugali, scappatelle comprese. Sono gli anni Settanta, quelli degli attentati dell’IRA e delle dure lotte sindacali dell’epoca. Ho riso alla lacrime quando Ben si è dimenticato a casa il costume per l’ora di piscina e la punizione prevista sarebbe stata di nuotare completamente nudo, in una classe mista, sotto la derisione di tutti. Così come sono rimasta scioccata da quella bomba piombata in un pub, quando un ragazzo stava proprio per chiedere la mano alla sua fidanzata, e Coe me ne ha rivelato i destini solo molti capitoli dopo.

Quel che mi è dispiaciuto in effetti è la mancanza di un lieto fine, anche perché, come spiega l’autore, non c’è un punto preciso dove far finire una storia. Finisce, e basta. (Per la verità, questa poi prosegue nel romanzo successivo, Circolo chiuso, che audioleggerò in futuro.)
Eccezionale di questo audiolibro è proprio il narratore, Jesus Emiliano Coltorti, attore e doppiatore versatile, ha prestato la voce anche a Sheldon Cooper in The Big Bang Theory e lo avete visto in Romanzo criminale nel ruolo del Nero. Durante la lettura, è riuscito a variare le voci nei dialoghi e riversare nel tono la comicità della scena, quasi pareva ridesse pure lui, o infondere il dramma con la giusta cadenza delle parole e dei silenzi tra le frasi. Credo che più il narratore legga ad alta voce avvicinandosi alla nostra “voce mentale”, più l’audiolibro sarà di nostro gusto.
Per questo ho proseguito con un altro titolo letto da lui.

 

I terribili segreti di Maxwell Sim di Jonathan Coe su Audible

9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia (ndr. Ecco, potevo io far finta di niente a questo richiamo?! 😀 ), durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos’è accaduto? Com’è arrivato fin lì?
Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Non avendo più niente da perdere, decide di accettare una curiosa opportunità di lavoro: un viaggio da Londra alle isole Shetland per pubblicizzare un’innovativa marca di spazzolini ecocompatibili. Si mette in macchina con mente aperta, le migliori intenzioni e la voce amica del navigatore come compagnia. Ben presto si accorge che il viaggio prende una direzione più seria, che lo porta nei luoghi più remoti delle isole britanniche, ma soprattutto nei più profondi e bui recessi del suo passato.

Per la verità, volevo tentare con un altro narratore, ma quanto ho letto Scozia… non ho capito più niente! 😀
Con la storia di Maxwell Sim, Jonathan Coe rimane nei nostri giorni, densi di cellulari, email e social network, ma anche di crisi bancarie e lavorative, di relazioni che annaspano per mancanza di dialogo nell’era della comunicazione digitale, di voli intercontinentali presi l’indomani, ma soprattutto di viaggi: anche quando il protagonista, che si racconta in prima persona, è fermo in un luogo in realtà è in movimento con il proprio pensiero e ci porta altrove. Sublime soprattutto lo stile di Jonathan Coe che riesce ad incastrare altre narrazioni, ulteriori storie nella storia, come ad esempio le vicende di Donald Crowhurst, scomparso nell’Oceano Atlantico durante la Golden Globe Race nel 1968, per la quale aveva fornito indicazioni false alla giuria. Sarà proprio con questo navigatore sfortunato con cui si immedesimerà anche Maxwell alla fine del suo viaggio verso le isole Shetland, perduto e fallito.
L’ultimo capitolo, che potreste anche non leggere affatto, come afferma lo stesso autore, perché la storia è finita, è talmente assurdo che per un attimo non ne ho capito il senso, come lettore, ma come scrittore l’ho apprezzato tantissimo: in un dialogo surreale, Jonathan Coe ci spiega come è nato lo stesso romanzo, da dove giungono tutte quelle idee strampalate, quelle sue trame incredibilmente complicate.

Dopo queste due audioletture, devo dire che Audible non mi dispiace del tutto. E voi sapete quanto io adori il profumo della carta…
Ho trovato difficile riascoltare un passaggio o rintracciare una citazione, perché la ricerca di un testo sull’audio non funziona. L’evoluzione dell’audiolibro come lo conosciamo oggi potrebbe in effetti essere un audiolibro con agganciata la sua trascrizione, audio più ebook collegato. Tecnicamente non credo sia poi così impossibile, in fondo già sui video abbiano i sottotitoli sincronizzati.

L’audiolettura richiede comunque concentrazione sull’ascolto, per cui è sconsigliabile usare Audible mentre si lavora a qualcosa di intellettivo. Non è come lasciare la radio accesa in sottofondo mentre si guarda la posta elettronica e si risponde veloce a qualcuno: se si perde qualche minuto, anche solo pochi secondi, della narrazione è facile non raccapezzarsi più con la trama.
Audible quindi è perfetto per la camminata, anche sostenuta, per la cyclette, per stirare o per cucire e ricamare, anche per cucinare se ricordate bene la ricetta senza confondere le dosi dei vari ingredienti. Ma non potrei mai ascoltarlo nemmeno io alla guida dell’auto nel traffico dell’ora di punta.

Per le prime ore di lettura, mi sono dotata di auricolari, anche se non stavo rischiando di disturbare nessuno, essendo da sola nella stanza dove tengo cyclette e tapis roulant. Il mio livello di sopportazione di questi oggetti invasivi nelle orecchie è piuttosto basso (ad eccezione delle cuffiette da corsa) e comunque ho escluso da subito l’utilizzo di Audible prima di addormentarmi, rischia di provocarmi acufeni notturni. Ho apprezzato molto di più l’ascolto in vivavoce, proprio come avessi la radio accesa in un vecchio sceneggiato d’altri tempi, come facevano i nostri nonni, prima della televisione.
Vuoi vedere che era meglio quando si stava peggio?! 😀

 

Avete provato gli audiolibri?

Sia con Audible che con altre piattaforme, avete mai sperimentato l’audiolettura? Com’è andata la vostra audiolettura?
E se invece non avete mai provato, cosa vi blocca dall’utilizza anche questo strumento? Il costo eccessivo degli audiolibri?
Dopo questo mio esperimento, penso che proseguirò con Audible, almeno durante le ore obbligate all’asse da stiro. 😉

 

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Comments (25)

Grazia Gironella

Ott 04, 2020 at 6:43 PM Reply

Ho provato Audible una volta soltanto, per cinque minuti. Credo di avere capito che: 1) la mia situazione non richiede audiolibri, al momento; 2) detesto seguire il ritmo di lettura di un altro! Sono una lettrice veloce, è il mio ritmo. Nell’audiolibro giustamente il narratore non andava di corsa, ma mi innervosiva parecchio.

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 9:23 PM Reply

Hai provato ad aumentare la velocità di lettura? Se normalmente il narratore viaggia a 1x, puoi arrivare a 1,5x senza perdere in qualità. Invece a 2x inizia a mangiarsi le parole, stile Paperino. 😀

Grazia Gironella

Ott 05, 2020 at 9:29 PM Reply

Quello lo faccio con uno youtuber che parla molto, molto lentamente… arrivo anche a 2 x, e sopporto Paperino. Per leggere, però, ho bisogno del mio ritmo, al di là della velocità. Non dico che non riproverò, ma di sicuro non promette bene.

Sandra

Ott 04, 2020 at 7:32 PM Reply

Commento random.
Sul pagare prima è normale in molti campi, es i mezzi pubblici, ho un abbonamento che per 3 mesi non ho usato, tanto per dirne una. Non so se riuscirei ad appassionarmi a Audible ma trovo possa essere una buona soluzione, per molti e in diverse situazioni es in auto o facendo i mestieri.
Coe è spaziale e io lo adoro in ogni suo romanzo.

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 9:33 PM Reply

Ecco, agli abbonamenti dei trasporti non avevo pensato, nonostante sono stata pluri-pendolare per un decennio. In effetti paghi in anticipo e non è detto che alla fine lo sfrutterai. C’erano dei mesi in cui eri in bilico con la convenienza: se non sbaglio con 10 corse avevo già pagato l’abbonamento, ma magari per sfortuna mi fermavo proprio a 9 corse. Anche con Audible bisogna capire quanto effettivamente lo si può sfruttare, tenendo conto che un audiolibro singolo in formato mp3, acquistato come download, ha un costo variabile dai 7 ai 12 euro, guardando altre piattaforme.
Stasera ho cominciato Circolo chiuso di Jonathan Coe. 😉

Giulia Mancini

Ott 04, 2020 at 8:16 PM Reply

Ho provato l’ascolto degli audiolibri per curiosità, con iBooks puoi ascoltare l’anteprima di ogni libro, in effetti per quanto io ami Carofiglio, i suoi libri preferisco leggerli piuttosto che ascoltarli con la sua voce. Gli audiolibri letto da attori o doppiatori invece sono tutta un’altra cosa, ho ascoltato l’anteprima del gabbiano JonathanLivingston letto da Enzo De Caro ed è davvero notevole.
Tuttavia non credo di potermi convertire agli audiolibri, mi distraggo e i pensieri vanno per loro conto, anche se sono in attività, se poi sono distesa sul divano l’effetto soporifero potrebbe essere assicurato.

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 9:40 PM Reply

Se lo dici tu che adori Carofiglio, a maggior ragione! Però solo in lettura, perché quando lo ascolto in televisione non è così monocorde. 🙂
Credo che la distrazione dipenda dalla stanchezza e da quanto prenda la narrazione, perché nonostante stessi pedalando con sforzo, simulando la pendenza in salita, non mi sono mai distratta dalla storia. Anzi, era proprio la trama a distrarmi dalla pedalata! Spesso mi sono bloccata, o perché stavo ridendo o perché aspettavo il colpo di scena! 😀

Paola

Ott 04, 2020 at 10:24 PM Reply

Tantissimi spunti di riflessione in questo post!
Da dove iniziare? Facile, dal grande amore della mia vita: i libri! Tutti ma con una predilezione per i cartacei con le pagine porose e tendenti al beige, rilegati e con sovracopertina. Non che non mi sia data agli ebook, il mio Google drive ne è pieno e così posso leggerli ovunque da PC, tablet o smartphone con play libri ma poi, quelli che più mi son piaciuti, li acquisto nella versione predetta.
Detto questo, durante le primissime settimane di lockdown mi imbattei di Fb in una bellissima iniziativa di Lino Guanciale il quale, costretto in casa come tutti noi, ha deciso di leggere a tutti “il barone rampante”, ogni settimana un capitolo (recuperatelo perché è entusiasmante). Ho evitato quel libro tutta la vita ma dopo aver ascoltato il terzo capitolo…l’ho acquistato su Amazon. Ho quindi deciso di convertirmi ad Audible ed ho approfittato della promozione dei 30 giorni che in effetti scadono il prossimo mercoledì e sono fortemente indecisa sul rinnovo. Avendo partecipato anch’io al Munrostepchallenge ho deciso di seguire il tuo consiglio e ascoltare un audiolibro ed in particolare il nuovissimo “Fu sera e fu mattina” di Ken Follett, prequel della trilogia de “i pilastri della terra” che ho letto e che mi sono piaciuti molto. Il mio primo, vero audiolibro è stato…una delusione enorme; letto con voce piatta, monotona e, nonostante il primo capitolo sia molto drammatico e denso di pathos, noioso al punto che anche un’attività noiosa come pedalare sulla cyclette non consente di seguirne la trama. Adesso sto leggendo la versione cartacea ed è degna dei precedenti anche se non mi spiego la cupa copertina della versione italiana a fronte di una bellissima copertina della versione inglese. Per cui non ho ancora stabilito se gli audiolibri facciano o meno per me ma sicuramente ho compreso che a fare la differenza, più che il libro, è il narratore

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 10:00 PM Reply

Caspita Paola, un commento così lungo vale tutto un post! 😀 😀 😀
Allora, intanto recuperiamo subito per i lettori del blog l’iniziativa di Lino Guanciale Trovate le 15 puntate della lettura de Il barone rampante di Italo Calvino sul canale IGTV (il canale video di Instagram) dello stesso attore: @lino_guanciale_official
Non sapevo avessi in prova Audible! Sono andata ad ascoltare l’estratto di Fu sera e fu mattina di Ken Follett letto da Riccardo Mei, e in effetti se sono quasi 32 ore lette tutte così, c’è da impazzire… Sembra la voce molto impostata dei documentari naturalistici. Lo credo che è stato un fiasco! 🙁
Si, il narratore fa decisamente la differenza. Potresti provare, almeno entro mercoledì (oppure puoi pagare il primo mese e disdire prima del secondo mese), il secondo che ho ascoltato io, I terribili segreti di Maxwell Sim, giusto per capire se qualcosa si può salvare. 😉

Marco

Ott 05, 2020 at 9:12 AM Reply

Avere nelle orecchie la voce di un altro che… Legge al posto mio? No grazie, è una cosa che mi fa perdere le staffe! 😀

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 10:01 PM Reply

Hai proprio ragione! Per la verità io Marco Freccero ce lo vedrei come narratore, pensa un po’! 😉

Darius Tred

Ott 05, 2020 at 9:35 AM Reply

No.
Non ho mai provato un audiolibro e credo che mai li proverò.

A me, spesso, capita che la distrazione venga dalla lettura stessa: leggo una frase che magari mi innesca una riflessione, anche di pochi secondi. Quella stessa riflessione che ti porta a chiedere “dove ho già sentito questo nome?”, “dove ho già sentito parlare di questo posto?” o di questo evento o di questo personaggio storico. Sono pochi secondi che mi portano a indugiare con gli occhi su quella frase.
Uno degli aspetti dell’esperienza di lettura forse si nasconde proprio qui: mettere insieme, proprio mentre leggi, tutti i pezzi del tuo background cognitivo, vale a dire tutto ciò che hai già letto prima e che già sai, che si tratti di libri, romanzi, saggi, riviste. Anche filmati, film. Tutto ciò che sai, in un certo senso lo ripercorri mentre leggi per “aggiungere” pezzi nuovi con la lettura che stai facendo in quel momento.
E a volte ci impieghi qualche secondo: una frase ti colpisce, ci pensi un attimo, la rileggi.
Queste micropause, che quasi non ti accorgi di fare, come fai a gestirle con un audiolibro?

Non puoi.
La voce narrante, che non è più la tua e quindi non puoi più governare, fa le sue pause, imprime i suoi ritmi. Va per i fatti suoi. E se ti fermi a pensare anche solo qualche secondo (come ti capita di fare quando leggi), sei perduto, perdi il filo. Come fai a tornare indietro di qualche secondo?

Fermo restando l’elenco di difetti che tu stessa elenchi: voce “sbagliata”, troppe pause, poca enfasi, accenti sbagliati.

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 10:22 PM Reply

Non ho proprio avuto di queste distrazioni. O meglio, c’erano delle frasi che mi avevano colpito e mi sarebbe piaciuto poterle conservare come citazione (da qui l’idea dell’ebook agganciato all’audio) e c’erano dei luoghi o dei nomi che volevo approfondire, e l’ho fatto solo in seguito, con l’audio stoppato e cercando in rete l’informazione. Ma è la stessa differenza che guardare un film in televisione, dove solo le pause pubblicitarie ti consentono di fermarti, o in dvd/blueray/streaming dove sei tu a controllare il ritmo. 🙂

Giovanni

Ott 05, 2020 at 1:18 PM Reply

Gli audiolibri li ho provato, ma uno si distrae, come si fa a seguire qualcosa mentre fai altro? Non so.
A meno che uno non si sieda in poltrona e ascolti molto concentrato, oppure ascolti una sceneggiatura e su Audible ce ne sono alcune di Alien e The X-Files inedite e fatta apposta per Audible dove ritrovi le voci dei doppiatori originale del film e della serie e non ci sono descrizioni ma solo dialoghi, rumori di fondo ed effetti audio speciali. In quel caso è proprio come vedere un film o una puntata della mia amata serie TV. Puoi ascoltarla anche mentre non sei in poltrona.
Che uno cucini, stiri, faccia la doccia o ginnastica ascoltando un audiolibro generico a me risulta strano assai perché o ti perdi pezzi mentre la mente vaga su altre cose (succede anche mentre si leggere per conto proprio, non può non succedere mentre ascolti) però prosegui l’ascolto e quindi avrai percepito una percentuale di tutto il testo. In tal caso non tutti i romanzi sono adatti. Devi ascoltare qualcosa mi molto breve e di poco impegnativo così anche se ti distrai 10 minuti puoi proseguire l’ascolto senza inficiare la comprensione del resto.
Su Google Play Libri ho comprato un audiolibro a 0 euro ma mi risulta difficile ascoltarlo anche perché è una spy story un po’ banale che non è proprio il mio genere. Forse, sempre su Google Play Books, comprerò Delitto e Castigo perché in ascolto mi sembra più fluido di tutte quelle traduzioni che usano termini, aggettivi e avverbi pesantucci. Ho l’anteprima di circa 2 ore e mezza, vedo se mi convince.
E poi su Audible non puoi comprare l’audiolibro che ti piace, a differenza di Apple e Google, ma devi pagare un abbonamento mensile fisso. Appena smetti perdi tutti i titoli. Non capisco perché si possono comprare gli e-book e si possono anche tenere tutti in noleggio con una cosa tipo Kindle Unlimited (non è ovviamente lo stesso catalogo, KU è molto ridotto e ci stanno molti titoli che avrebbero anche potuto non pubblicare mai e nessuno se ne sarebbe mai dispiaciuto).
Contenti quelli di Audible. Inoltre quando ascolti l’audiolibro non hai il testo corrispondente. Avevo letto che Amazon aveva messo un software per trasformare il parlato in testo violando ovviamente il copyright del formato testuale dell’autore visto che l’utente dovrebbe comprare l’e-book corrispondente per avere il testo. Non so se lo hanno rimosso o se è presente per alcuni e-book, non ho più seguito la cosa. In ogni caso anche se compri l’e-book corrispondente ti sfido a trovare e-book e audiolibri che pronunciano esattamente il testo dell’e-book. Cambiano sempre fossero anche poche parole, aggettivi, l’ordine della frase. Sui classici in particolare, 3547 versioni diverse gli e-book e ulteriore versione diversa l’audiolibro anche quando stesso lo store ti suggerisce da quale e-book è tratto.

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 11:10 PM Reply

Probabilmente la capacità di fare due cose in contemporanea, una manuale e l’altra uditiva/visiva, dev’essere caratteristica tipica femminile, dato che comunque ci tocca nelle faccende domestiche. Mia nonna lavorava ad uncinetto o a maglia mentre seguiva i quiz di Mike Bongiorno o la Corrida di Corrado, e rispondeva alle mie impertinenti domande. Mia madre ha sempre stirato, cucito e cucinato ascoltando qualche film, dibattito o documentario in televisione, e in contemporanea pure marito e figlie. Io addirittura sto rispondendo a questo commento dal portatile sulle ginocchia, mentre seguo alcuni punti di una trasmissione piuttosto lenta. Quando pedalo o cammino, le gambe vanno per conto loro, perciò la mente può concentrarsi nell’audiolibro. Se mi metti in poltrona, solo ad ascoltare/vedere un film, non riesco comunque a star ferma. Finisco col giornalino dei crucipuzzle, dove ogni tanto sottolineo una parola. 😀 😀 😀
Qualche anno fa la piattaforma de Il Narratore aveva investito nel formato audio-ebooks EPUB3, che però utilizzano la sintesi vocale per l’audio: LETTURA+ASCOLTO. COME MIGLIORARE L’APPRENDIMENTO LINGUISTICO, EMOTIVO ED EMPATICO CON GLI AUDIOLIBRI
In sostanza è un Text to Speech, non c’è un narratore naturale, e infatti non ha avuto molto mercato. Al contrario Audible, nonostante il costo come abbonamento prepagato, è in continua crescita: L’incredibile successo degli audiolibri durante il lockdown I nuovi audiolettori avranno abbandonato la piattaforma al termine di questo periodo? Non credo. 😉

Brunilde

Ott 05, 2020 at 4:26 PM Reply

Lettura e ascolto sono modalità molto differenti per fruire di una storia. Non sono interessata nè incuriosita dall’esperienza dell’ascolto, anch’io sono troppo legata ai miei ritmi di lettura, e poi non ho molte occasioni per ” impegnare le orecchie” mentre faccio altro. Sicuramente segnalerò Audibile a un’amica che lavora fuori Bologna e trascorre una parte della sua vita in autostrada, infatti utilizza gli audiolibri.
Ho letto tempo fa ” Middle England ” di Coe, un romanzo che ho trovato molto interessante: parla dell’effetto divisivo e devastante che ha avuto la Brexit sulle coscienze e le relazioni di un gruppo di persone legate fra loro da vincoli di parentela e affetto. Ovvero, l’impatto di un grande fenomeno storico ed economico sulle singole vite delle persone cosiddette comuni. Davvero consigliato!

Barbara Businaro

Ott 05, 2020 at 11:23 PM Reply

Ecco Brunella, dopo che era giunto il tuo commento, avevo cercato Middle England sul catalogo Audible, pronta a immergermi nelle riflessioni di Jonathan Coe su un argomento che mi interessa, quello della Brexit. Purtroppo non c’è, anche se ci sono tutti gli altri, un gran peccato! 🙁
Challenge a parte, sono poche le occasioni che posso stare in ascolto. Magari adesso mi piacerà pure stirare! 😀 😀 😀

Luana Petrucci

Ott 06, 2020 at 7:46 PM Reply

Mi sento divisa su questo argomento. Da una parte penso che sia meglio questo che non leggere affatto. Poi non riesco a capire se l’audiolibro abbia un valore equivalente rispetto alla lettura. Ne dubito. Penso che se ben costruiti abbiano un valore. Non mi stupisce che alcuni non ti abbiano convinto. Se la lettura non è professionale, finisce con l’essere scadente, col non rendere la bellezza di una narrazione.
A volte si preferisce affidare queste letture al personaggio celebre, piuttosto che a quello più capace.
Stamattina facevo una lezione sulla lettura drammatizzata. Non è per nulla semplice entrare nel racconto e dargli vita. Ogni genere poi ha una propria intonazione, che deve risultare assolutamente diversa da un’altra.

Barbara Businaro

Ott 07, 2020 at 11:47 AM Reply

Sono nel tuo stesso dubbio: meglio questo che niente o questo si avvicina comunque al niente?
Perché adesso posso dire di aver provato tutti e tre i modi di leggere: cartaceo, ebook e audiolibro. Almeno finché non inventeranno il frullatore per i libri… 😀 😀 😀
Alla fine sempre al cartaceo va la mia preferenza, pur riconoscendo la comodità degli altri in varie occasioni.
E sulla comprensione e memorizzazione del testo? Non saprei dire, personalmente mi trovo meglio anche qui col cartaceo, complice purtroppo un ereader che trovo scomodo nei segnalibri e nelle evidenziazioni. Ma ho trovato questo articolo interessante del Time: Are Audiobooks As Good For You As Reading? Here’s What Experts Say
Mentre leggi un racconto, la sequenza di eventi è importante e sapere dove ti trovi in ​​un libro ti aiuta a costruire quell’arco narrativo […] Sebbene gli e-reader provino a replicarlo dicendoti quanto di un libro ti è rimasto, in percentuale o per un periodo di tempo fino alla fine, questo non sembra avere lo stesso effetto di orientamento narrativo della lettura di un libro tradizionale. (ndr. questo succede proprio a me)
Circa il 10-15% dei movimenti oculari durante la lettura sono in realtà regressivi, il che significa che (gli occhi) tornano indietro e ricontrollano […] questa stranezza della lettura quasi certamente rafforza la comprensione (ndr. con l’audio è difficile, non puoi anticipare e con fatica torni indietro)
Un’altra considerazione è che, sia che stiamo leggendo o ascoltando un testo, le nostre menti occasionalmente vagano.[…] Anche girare la pagina di un libro ti dà una piccola pausa […] Questa breve pausa può creare spazio per il tuo cervello per memorizzare o assaporare le informazioni che stai assorbendo. (ndr. E questo è quello che affermava Darius in effetti)
Però dice anche: Gli esseri umani condividono le informazioni oralmente da decine di migliaia di anni […] Gli ascoltatori, d’altra parte, possono ricavare molte informazioni dalle inflessioni o dalle intonazioni di un oratore.
Conclude con: se stai leggendo o ascoltando per svago, non per lavoro o studio, le differenze tra audiolibri e libri stampati sono probabilmente “piccole patate”. […] Ascolto sempre gli audiolibri mentre guido, ma non proverei ad ascoltare nulla di importante per il mio lavoro.
Quindi non è proprio la stessa cosa, ma è meglio di niente, per la narrativa almeno. 🙂

Rebecca Eriksson

Ott 22, 2020 at 5:09 PM Reply

Mi convertii agli audiobook qualcosa come 12 anni fa: facevo una vita errante in Europa e non conoscevo le lingue autoctone.
I corsi di lingua mi stancavano dopo poche settimane, perchè mi rendevo conto che in una classe con tutti compagni stranieri alla fine tutti pronunciavano le parole con il loro accento e non imparavo la lingua corretta.
Così diventai autodidatta: cercai di frequentare ambienti del luogo, mi procurai libri (partivo da quelli per adolescenti), cercando principalmente classici di cui era facile trovare audiobook gratis.
Per me gli audiobook sono un supporto alla lingua, non un sostituto alla lettura. Dopo essere tornata in Italia ho smesso di ascoltarli, anche se ogni tanto mi rendo conto che sarebbe opportuno esercitare la lingua e mantenere l’orecchio, per cui qualche capitolo di opere lette e rilette lo ascolto volentieri.

Barbara Businaro

Ott 22, 2020 at 8:41 PM Reply

Non sei la prima a dirmi di usare gli audiobook come supporto all’apprendimento o al mantenimento di una lingua straniera. Tra l’altro mi dicono che alcuni audiobook sono recitati meglio nella lingua originale che nella versione italiana. Io però con l’inglese ho proprio il problema di associare la fonia alla parola, per cui ho ancora bisogno di avere i sottotitoli in lingua inglese per capire cosa dicono. Nell’ultimo anno ho riscontrato un miglioramento, e dai e dai qualcosa entra anche nella mia zucca. Però c’è una tale diversità di accenti che impazzire è un attimo! 😀
Se hai qualche titolo semplice semplice da consigliare in inglese, sono in …ascolto! 😉

Rebecca Eriksson

Ott 23, 2020 at 6:03 PM Reply

Io ho il problema inverso del tuo: ho un buon orecchio per la fonetica delle parole, ma una pessima memora sui vocaboli.
Per questo ho anche problemi con gli accenti stranieri che parlano una lingua (coi dialetti invece tendo ad abituarmi dopo qualche frase).
Se hai la combinazione kindle con uscita audio puoi fare incetta di libri su amazon.com, ci sono moltissimi classici disponibili in modo gratuito (senza il pacchetto kindle unlimited). Puoi scegliere varie lingue (eccetto italiano).
Io partivo dai classici per bambini o fiabe, magari che conoscevo già. Credo di aver ascoltato Harry Potter in almeno 3 lingue.
Per audiobook di classici disponibili in modo gratuito all’epoca mi avvalevo di libiVox, ma sono veramente troppi anni che non ci bazzico, per cui non conosco la qualità dei prodotti adesso (sono tutti volontari lettori, non professionisti, ma mi piaceva sentire i vari accenti. Poi se ti affezioni ad un lettore cerchi le sue varie letture).

Barbara Businaro

Ott 24, 2020 at 3:45 PM Reply

Ecco, io invece ho discreta memoria per i vocaboli, ma non bene la loro pronuncia. Spesso parto a scrivere dritta in inglese e mi interrompo, credendo di sbagliare, controllo sul traduttore e invece è corretto. Altre volte scrivo pensandoci troppi, e sbaglio. 😀
Non ho Kindle come ereader, ma uso la Kindle app sul cellulare al bisogno. Ma tu intendi i classici gratuiti su Amazon (che ce ne sono anche per l’Italiano) e poi ascoltarli con la funzione “Da testo a voce” (Text to Speech)? Di solito è una lettura “meccanica”. A quel punto, la prossima volta che prendo in ostaggio il tablet con Audible, vado a sentirmi qualche favola per bambini in inglese, vediamo cosa trovo! 🙂

Rebecca Eriksson

Ott 24, 2020 at 6:13 PM

12 anni fa non avevo kindle e usavo libri cartacei (comprati nei negozi dell’usato a meno di € 2). Non ti ho specificato che cercavo autori che scrivessero in quella lingua, in modo da non avere traduzioni (in Francia autori francesi, in Spagna spagnoli…). Così, quando cercavo gli audiobook ero sicura che indipendentemente dall’editore il testo corrispondesse.
Poi io avevo con me un lettore MP3, quindi avevo il libro da una parte e un lettore dall’altra.
Io aborro Text to Speech, anche se devo dire che che in rare occasioni mi si è rivelato utile.

La mia versione di Kindle è antidiluviana, ma so che dalle versioni successive la mia era possibile caricare mp3 per ascoltare musica o audiobook.

Barbara Businaro

Ott 25, 2020 at 9:07 PM

Non è questione di Kindle antidiluviano, ma il modello base anche attuale non ti dà questa possibilità. Si deve avere almeno il Kindle Paperwhite, la fascia intermedia. Così mi dicono. 🙂

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