Social network power - Come pianificare i contenuti sui diversi social network

Come pianificare i contenuti sui diversi social network

 

 

Morto un social se ne fa un altro. Anzi due!
La dismissione della piattaforma Google+ prevista al prossimo 2 aprile mi ha messo nelle condizioni di aprire un altro profilo social.
Ero piuttosto indecisa tra Instagram e Pinterest, tanto da creare un sondaggio su Facebook tra i miei lettori. La vittoria era scontata, dato che Instagram è proprietà di Facebook e molti utenti sono stati favoriti ad iscriversi ad entrambe. Mancavo solo io!

Così, mi sono armata di pazienza e mi sono registrata su Instagram. Dopo cinque minuti mi avevano già bloccato l’account!
Non si sa bene per quale motivo, e nemmeno la loro assistenza ha saputo spiegarlo, ma hanno voluto essere sicuri che io fossi io, che la mia faccia fosse la mia, e che la mia mail fosse solamente mia. Per questo, mi hanno richiesto una mia foto, che tengo in mano un foglio, con su scritto nome e cognome, il mio indirizzo email ed un codice inviato su quella mail. E mi raccomando: mani bene in vista che tengono il foglio.
Ci hanno messo 7 giorni e 11 mail per sbloccarmi l’account, non è proprio cominciata benissimo.
Adesso potete vedere il mio nuovo profilo Instagram: barbarawebnauta 

Per riuscire ad automatizzare la pubblicazione dei post su Instagram da parte del blog, ho dovuto trasformare l’account personale in un account business e successivamente agganciarlo ad una mia pagina Facebook (in sostanza, tecnicamente il blog pubblicherà su Instagram passando per Facebook!).
Così facendo, mi sono ritrovata anche a dover creare la nuova pagina Facebook per il blog: webnauta.it 
Due social nuovi al posto di uno, non proprio un affarone!
Che si aggiungono al mio account Twitter e al mio profilo personale Facebook, dove già ho dei lettori che mi seguono.
Come fare a gestire tutti questi canali social adesso senza impazzire?!
Calma, qui ci vogliono righello e goniometro! 😀

 

L’utilizzo dei social oggi

E’ uscito proprio da poco il nuovo report Digital 2019 di We are social, condotta insieme ad Hootsuite, strumento per la gestione professionale dei social media.
Secondi gli ultimi dati, sono 35 milioni gli italiani registrati alle piattaforme social, il 59% della popolazione totale, con un trend in continua crescita soprattutto con l’abbassamento dei costi di connessione da mobile e l’estensione delle linee fisse veloci sul territorio. Questi utenti risultano attivi sui diversi canali sociali per circa due ore al giorno in media. Vediamo dove concentrano maggiormente questo tempo.

Digital 2019 - Accessi Italia

Digital 2019 - Tempo speso sui media Italia

Escludendo le app di messaggistica, la classifica premia i video di YouTube, seguiti dall’indiscusso leader Facebook (a livello mondiale, con un miliardo di connessioni quotidiane), strumento completo per la gestione di testi, foto, video, marchi e gruppi, e dal suo acquisito Instagram, dedicato invece alla condivisione di sole immagini da smartphone (da desktop le sue funzionalità sono solo di consultazione).
Molto più sotto troviamo Twitter con il 32% e Linkedin con il 29%.
Nonostante sia il social più longevo tra gli attuali, la brevità dei messaggi di Twitter è al contempo la sua forza, quando si tratta di informazione istantanea, e la sua limitazione, quando gli argomenti richiederebbero approfondimento e continuità. Qualcuno ogni anno ne decreta il funerale imminente, invece oltre oceano gode ancora di ottima salute.
Linkedin invece è un network specializzato sul mondo del lavoro, tagliato su misura per professionisti e aziende, probabile che abbia già raggiunto il massimo del suo target d’utenza nel nostro paese. Solo da pochi anni poi ha migliorato l’interattività tra i propri utenti, favorendo la condivisione di articoli scritti direttamente nel proprio profilo.

L’ultima piattaforma di cui tenere conto è Pinterest, dedicata alle immagini come Instagram, ma con una gestione tematica che organizza le foto (e i contenuti associati ad esse) in bacheche per uno o più argomenti, diventando una sorta di raccolta di segnalibri della rete grazie al bottone Pin it. Per diverso tempo è stato considerato un avversario agguerrito di Instagram, ma il collegamento di quest’ultimo a Facebook e gli investimenti fatti di conseguenza ne hanno decretato il sorpasso.
Seguono altri network minori, come Snapchat riservato ad un pubblico adolescente per la giocosità della proprio app, o Tumblr che non ha convinto del tutto il mercato e gli utenti, senza contare lo scandalo dello scorso novembre quando, a causa di materiale pedopornografico sfuggito ai controlli di sicurezza, Tumblr è stato cancellato dall’App Store. Anche se il social è corso ai ripari, con una pulizia di massa del suo archivio, sarà difficile che si riprenda dalla fuga degli utenti che si sono trovati bloccati anche immagini puramente artistiche.

Digital 2019 - Piattaforme social più attive Italia

Quale social network scegliere per la scrittura?

Scegliere quale social network su cui essere presenti non è solo una questione di numeri, preferendo le piattaforme con maggior concentrazione di iscritti per assicurarsi la miglior fetta possibile di nuovi lettori. Occorre tenere conto anche delle proprie personali affinità.
Rivediamo i social network in classifica:

  • YouTube
  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • Telegram (stranamente non viene considerato, lo aggiungo io)

Su YouTube ci sono già diversi blogger che presentano le proprie pubblicazioni, le recensioni delle letture fatte, approfondimenti su diversi temi di scrittura, consigli per l’editing o la pubblicazione. E ce ne sono di davvero bravi e capaci, che già hanno raccolto attorno a sé un buon pubblico.
Però bisogna avere una bella presenza, una buona dialettica e non arrossire di fronte alla videocamera.
Perché io non sono (ancora) su YouTube?
A parte che litigo con la tecnologia solo per un selfie, figuriamoci cosa posso combinare con un video…
Mi era però stato proposto di prendere i migliori post del blog e trasformarli in brevi presentazioni, parole e musica come in PowerPoint, perché le nuove generazioni sono abituate a ricercare più su YouTube che su Google, ritenendo il risultato visivo più immediato del risultato testuale. Ero alquanto indecisa, anche perché l’attività richiederebbe tempo e studio da parte mia (ma se non ho tempo per scrivere!). Ne vale la pena?
La risposta l’ho avuta da Riccardo Scandellari in persona, come commento a questo suo articolo, L’influenza del tempo sul contenuto (titolo azzeccatissimo!):
“Il video ha una sua grammatica e una modalità espositiva basata sulla capacità “attoriale” di chi lo crea. Se non hai questa capacità, oppure non aggiungi nulla a quello che già era contenuto nel testo, eviterei di farli.”

Se il video non fa per me (ma potrebbe fare per voi!), rimaniamo nel mondo delle parole: Facebook, Twitter e Linkedin sono i social dove, pur essendo presenti immagini e filmati, i testi la fanno ancora da padrone. Diventano poi strumenti potenti quando si condividono link a risorse esterne, ovvero agli articoli del nostro blog di proprietà fuori dal social network stesso.
Facebook è in questo momento il leader indiscusso nella rete sociale, anche se la promozione funziona solo per le inserzioni sponsorizzate
Ma è meglio esserci, e curare con pazienza la propria piccola rete, che sia solo il vostro profilo personale o una pagina dedicata alla vostra scrittura, che non esserci affatto. Se qualcuno vuole sapere chi sei, ti cerca prima su Google e poi su Facebook, case editrici comprese.
Lì io sono iscritta dal gennaio 2009, ben 10 anni! Mi ci muovo abbastanza bene, dopo qualche errore iniziale, dovuto anche alle prime versioni della piattaforma poco funzionali. Molti lamentano un eccesso di post e informazioni inutili, ma tutto dipende da chi avete dato la vostra preferenza di lettura. Se continuata a “mipiacciare” (orrore!) i gattini, continuerete a vedere solo gattini. 😉

Di Twitter viene predetta ogni anno la chiusura, invece è un social che funziona ancora molto bene e permette di conseguire buoni risultati.
Solo che le sue dinamiche sono differenti rispetto a quella a cui Facebook ci ha oramai abituati: su Twitter abbiamo a disposizione solo 140 caratteri, un’unica immagine (motivo per cui sono nate i collage fotografici, creati al volo dagli smartphone) o un unico link esterno. Ce la dobbiamo giocare tutta lì, con un messaggio ad effetto, con abbreviazioni e faccine, con i tag giusti agli altri account per iniziare conversazioni vivaci.
Dalla sua poi ha un potente utilizzo degli #hashtag per tenersi aggiornati in tempo reale su un dato argomento (mentre su Facebook proprio non hanno seguito, li si usa più o meno a casaccio, con frasi ironiche).
Su Twitter mi sono iscritta con l’apertura del blog, iniziando a seguire il fandom della serie tv Outlander per imparare a muovermici. Il mio miglior risultato? Il post che vedete sotto, della mia partecipazione a luglio alla Color Run di Riccione, ha raggiunto 207.300 visualizzazioni. Non è merito mio: sono stata retweettata dal coach in persona, direttamente sulla bacheca dei suoi 506 mila follower. A saperlo ci infilavo anche un “webnauta.it” sul testo, mannaggia!! 😀

Twitter - Color Run - Statistiche visualizzazione

Su Linkedin non pubblico nulla del blog, perché lì vale la propria professionalità e, nel mio caso, non è la scrittura. Potrebbe quindi essere fuorviante per un recruiter che sta ricercando uno sviluppatore, rintracciare il mio profilo Linkedin ma trovarsi di fronte a contenuti che non riguardano il mio lavoro quotidiano. Potrebbe pensare che ho cambiato mestiere, ma non ho aggiornato il curriculum con l’ultima posizione lavorativa.
Questa però è una scelta mia personale. Se la vostra attività è la scrittura, pensiamo ad un copywriter, o un content manager, o un professionista del marketing, Linkedin è un’ottima piattaforma di condivisione. Molte cose interessanti anch’io le leggo da lì.

C’è poi il segmento dei social “visual”: Instagram, Pinterest e Snapchat.
Essendo Snapchat dedicato ad un pubblico molto giovane, è da considerarsi solo se scrivete per bambini e ragazzi. Però dubito fortemente che la piattaforma sia funzionale per promuovere la lettura dei vostri contenuti o pubblicizzare il vostro libro. Forse con un messaggio divertente che possa divenire virale, ma è tutto da sperimentare.
Nonostante tutti i suoi difetti, Instagram è in forte ascesa, soprattutto perché legato a doppio filo con Facebook che l’ha acquistato.
Su questo social si possono condividere solo immagini e video, esclusivamente da uno smartphone. Le foto possono essere accompagnate da un testo, anche corposo, ma è visibile solo quando gli utenti aprono l’immagine stessa. E’ questa che deve attirare il pubblico per prima.
Soprattutto non sono consentiti link, di nessun genere, a risorse esterne. Questo limita parecchio la possibilità di acquisire lettori, però si può lavorare sulla loro curiosità e sulla vostra personalità per incuriosirli da cercare il vostro blog.
Per lo meno è quello che sto cercando di capire, ma sono iscritta appunto da pochi giorni.
Dal punto di vista funzionale, Pinterest sarebbe anche più interessante di Instagram: consente di salvare, condividere e dunque promuovere i link ai nostri blog, soprattutto se l’articolo è affiancato ad un’immagine accattivante. Meglio ancora perché ogni Pin può essere organizzato in aree tematiche, utili anche per la ricerca da parte degli utenti. Purtroppo però, dovendo fare comunque una scelta, Pinterest non ha al momento un bacino d’utenza abbastanza capiente.

Un discorso a parte per Telegram.
Non comprendo perché il report di We are social non l’abbia tenuto in considerazione, ma Telegram è una piattaforma di messaggistica istantanea in rapida ascesa. Molti utenti, stanchi dei continui disservizi, sono migrati da WhatsApp verso Telegram e se ne aggiungono ogni giorno.
La differenza con WhatsApp, e ciò che gli offre la possibilità di essere un ottimo strumento di marketing, è che Telegram mette a disposizione la creazione dei super-gruppi (fino a 5.000 iscritti, contro i 200 dei gruppi normali), quindi delle vere e proprie community, e dei canali tematici, dove un’unica persona pubblica degli aggiornamenti ai propri follower, come se fosse una newsletter.
E in effetti in quest’ultimo anno più di qualche blogger influente ha spostato la propria presenza proprio su Telegram, magari fornendo anche un accesso esclusivo dei propri contenuti a pagamento. Per ora però gli argomenti condivisi sono per lo più di marketing, impresa, tecnologia e innovazione.

 

Come pianificare i contenuti

Dopo tutte queste considerazioni, mi ritrovo quindi a gestire quattro canali social: Facebook profilo personale, nuova pagina Facebook webnauta.it, il mio account Twitter e la nuova iscrizione su Instagram.
Come utilizzarli tutti, in maniera adeguata, senza perdere tempo prezioso, che dovrebbe essere riservato alla scrittura?
Dall’altra parte, Google mi ha appena inviato il backup di quattro anni di presenza online sul suo morente Google+ (un archivio di valore, considerato che non è altrettanto semplice ottenere il backup del proprio profilo Facebook…), che comprende anche tutti i post automatici provenienti da questo blog per ogni nuovo articolo pubblicato. Una risorsa che potrei sfruttare per “riempire” di contenuti proprio i nuovi canali appena aperti e completamente vuoti. Non posso pensare però di passare ogni giorno, su quattro piattaforme diverse, caricando le stesse immagini quattro volte, più o meno gli stessi testi (vanno adattati al linguaggio di quel canale), a differenti orari!
Occorre pianificare anche la propria presenza online.

Un passo indietro innanzitutto.
Già quando viene pubblicato un articolo qui sul blog c’è un plugin che si occupa di pubblicizzarlo sui miei canali social impostati, Facebook (profilo + pagina), Google+ e Twitter. Instagram per ora è escluso, perché essendo un account nuovo non mi è concesso di automatizzare troppo, potrebbero bloccarmi l’account di nuovo…
Il plugin per WordPress in questione è Social Networks Auto Poster, SNAP per gli amici, nella versione Pro a pagamento, senza limitazione di piattaforma social raggiungibile o di programmazione simultanea. L’ho testato per un anno nella versione free, prima di decidere che vale l’acquisto. (** Aggiornamento in fondo)
Quando scrivo l’articolo la sera prima, preparo anche il testo di accompagnamento al link che verrà inviato sui vari profili, tag o hashtag compresi. Il plugin mi evita di alzarmi alle 6.00 di mattina per la stessa attività e, soprattutto, di ricordarmi di farlo! 😀

La limitazione di SNAP però è l’impossibilità di pubblicizzare anche i vecchi post seguendo un calendario editoriale (o meglio, c’è la funzione di report, ma è randomica o programmabile con una query su contenuti pregressi).
Lo strumento migliore in questi casi è un “Social Media Management Dashboard” e io ho scelto Hootsuite 
Con la versione free, avete già la possibilità di dargli l’accesso a tre profili sociali, distinguendo la pubblicazione come profilo, pagina o gruppo (per me ho scelto la pagina Facebook, Twitter e Instagram, lasciando fuori il profilo personale Facebook che sarebbe stato il quarto).
Sempre con la versione free, potete pianificare 30 messaggi nel calendario a vostro piacere (se programmate lo stesso messaggio su due canali, lui li conteggia distintamente). Man mano che vanno pubblicati, potete inserirne altri fino al raggiungimento dei 30 totali nuovamente.

Ed è qui che il backup di Google+ mi è tornato utile.
Uno dei problemi del blog è che è difficile riproporre i contenuti precedenti ai nuovi lettori che si aggiungono via via. In questi tre anni, sono stati pubblicati 200 articoli, tra post, guest post e racconti, e non è sempre facile linkarli nei nuovi post. Sono divisi per categorie, sono rintracciabili anche tramite i tag associati, nonché visibili nell’archivio ad albero qui a fianco, ma non è agevole per i nuovi utenti. In homepage poi rimangono solo gli ultimissimi pubblicati. Esistono dei plugin per mostrare gli articoli correlati, ma non ne ho trovato uno che mi piacesse a sufficienza.
Così all’apertura della pagina Facebook, ho deciso di pubblicizzarli nuovamente, uno alla settimana. Sarebbe stato un bel lavoraccio se avessi dovuto preparare tutto manualmente. Invece scorrendo l’archivio di Google+, sto pianificando la pubblicazione tramite la dashboard di Hootsuite, il giorno e l’ora corretti senza dover essere lì presente.

Hoosuite Dashboard

Un bell’aiuto, no?
Attenzione però. Strumenti come Hootsuite vanno impiegati con parsimonia, devono essere degli assistenti, non dei sostituti!
Ogni canale social ha un linguaggio proprio, non si può pensare di programmare lo stesso messaggio identico per tutti i profili, proprio per le differenze che abbiamo analizzato poco sopra. Inoltre, se la pubblicazione del post è automatica, dobbiamo comunque essere disponibili al dialogo con i lettori e quindi a rispondere ai loro commenti.
Nel mio caso, è evidente che Hootsuite mi aiuta negli orari in cui sono pagata per fare altro, ma i lettori sono lì a leggere.
Ma ovviamente i miei profili restano miei e nulla vieta che se vedo una bella copertina di un libro la fotografo per Instagram, o che leggo un contenuto interessante su un altro blog non condivida manualmente quel link sulla mia pagina Facebook.
Non mi piace nemmeno il cambio automatico sulle auto, figuriamoci se lascio tutto in mano ai computer! 😀

 

Pronti al nuovo viaggio?

Tutto questo per dire che, se vi iscrivete alla nuova pagina Facebook webnauta.it qui sotto avrete la possibilità di leggere quello che vi siete persi o rileggere quello che nel frattempo vi siete dimenticati. Su Instagram invece potrete spiare qualche pagina dei libri che sto leggendo o la mia faccia scorticata dopo gli allenamenti in palestra… A voi la scelta! 😀

 

(**) Aggiornamento dicembre 2019

Da agosto 2019 il plugin Social Network Auto Poster SNAP di Nextscript.com non funziona più. In particolare, contestualmente ad un innalzamento delle barriere di sicurezza di Facebook, l’API di pubblicazione su Facebook fornita con l’abbonamento Premium viene bloccata ad ogni tentativo di accesso automatico sul social network. Tutte le settimane dovevo reimpostare le mie password social, qui sul blog, sulle app e sulla piattaforma Hootsuite per la programmazione dei vecchi post. Il delirio!
In più dovevo arrangiarmi a pubblicare da sola sulla piattaforma Facebook, in orari impossibili per il mio lavoro o inutili per agganciare le letture del pubblico. A riprova che il problema non era solo mio ma del componente, sono giunte diverse segnalazioni nella pagina di worpress.org dedicata al plugin, questa la più commentata: Constantly getting logged out of Facebook
Ho aperto diversi ticket di assistenza, ma ho ricevuto dal loro supporto solo risposte lacunose, spesso solo il copia-incolla delle loro vecchie guide per l’aggancio ai social, e nessuna soluzione valida. Dopo tre mesi di agonia, ho deciso di cambiare servizio.
Il nuovo plugin che si occupa di postare ora sui social, sia alla pubblicazione del nuovo articolo sia calendarizzando i vecchi articoli (quindi potrebbe sostituire l’uso di Hootsuite), è Blog2Social di Adenion GmbH
Nel frattempo però Nextscript si è casualmente dimenticata di inviarmi le notifiche di rinnovo automatico alla scadenza del plugin, che ogni anno giungevano puntuali. Così mi sono trovata l’importo addebitato direttamente sulla carta di credito tramite Paypal, il quale si, mi ha inviato la notifica. All’arrivo della mail, mi sono subito attivata per aprire la contestazione, scoprendo che, fatalità, Nextscript applica una politica di non rifondere la spesa, in nessun caso, adducendo inesistenti motivi tecnici: Refund Policy (Siamo sicuri che sia legale?)
La contestazione è stata convertita in reclamo ufficiale su Paypal, il quale dopo 30 giorni di attesa, me l’ha rifiutato. Non ho diritto ad avere il mio denaro indietro, anche se ho pagato un servizio non funzionante e ho portato tutte le prove del caso.
Ho colto quindi l’occasione per sganciare tutte le carte di credito da Paypal, lasciando solo una vecchia ricaricabile vuota, e verificato di non avere altri rinnovi automatici in essere. Nessun’altro in effetti, perché i servizi professionali non hanno bisogno di questo espediente per far rinnovare gli acquisti dai loro clienti soddisfatti. Lascerò aperto l’account solo per altri sei mesi, giusto il tempo di controllare di avere modificato ovunque le mie preferenze di pagamento. E poi abbandonerò anche PayPal. Era nato come un servizio di protezione dei propri acquisti, soprattutto verso l’estero, ma in questo caso non mi ha assolutamente protetto, anzi. Nel frattempo il mercato dei pagamenti si è evoluto e ci sono valide alternative da poter utilizzare, in tutti gli ambiti.

 

Sharing is caring! Condividi questo post:

Comments (24)

Nadia

Mar 09, 2019 at 8:12 AM Reply

Intanto congratulazioni per il tuo arrivo in instagram e fb, nuovi succhiatempo nonostante le buone intenzioni. Io ormai un giorno alternato all’altro mi dico di non farcela più a stare dietro a tutto e infatti non accedo a nesssun social per disintossicarmi. Forse più invecchio più me ne distacco. Purtroppo è sempre una gara di like e aumento di follower che rischia di esaurire le già provate energie. E purtroppo se questo è il futuro io mi sento poco adatta a cavalcarlo. Ma tu hai la forma mentale per mettere a servizio le sue potenzialità per far conoscere a più persone possibili il tuo lavoro. Dunque vento in poppa Webnauta!

Barbara Businaro

Mar 09, 2019 at 5:21 PM Reply

Ma come Nadia, se questa settimana ho visto passare anche una tua sponsorizzata per il tuo ebook Il giardino Viola? Ho pensato: Caspita Nadia quant’è avanti!! Hai usato anche una bella grafica accattivante! 🙂
L’importante con i social è usarli, ma non farsi usare.

Brunilde

Mar 09, 2019 at 10:53 AM Reply

Sono ammirata! Dopo aver studiato greco antico a scuola e diritto romano all’università, sono sopravvissuta (per testardaggine) al processo civile telematico e alla fatturazione elettronica . Ma non mi spingo oltre! Mi piace Instagram, infatti ti sto già seguendo. Ma twitter e facebook non mi avranno. Lo so, dovrei essere visibile. Ma , come dice Nadia, ci vuole la giusta forma mentale, di cui sono priva e che invece, ripeto, ti ammiro molto.
Quindi: buona fortuna social, Barbara!

Barbara Businaro

Mar 09, 2019 at 5:22 PM Reply

Io invece non sono ancora sopravvissuta alla fatturazione elettronica… pensavamo fosse finita, poi sono arrivate le prima fatture semplificate a infastidire tutti i processi testati per le fatture ordinarie! Ricordatevi che tra voi clienti, acquirenti o fornitori che siate, e lo SDI, Sistema di Interscambio, c’è sempre qualche sviluppatore come me che arriva a sera vedendo i puffi camminare per la stanza… 😀
Che poi, dopo greco antico e diritto romano, non dovrebbe spaventarti nulla! 😉

Sandra

Mar 09, 2019 at 11:53 AM Reply

Ecco, copioincollo il commento di Nadia, io che sono pure più anziana di lei e qui mi fermo.
Solo blog.
E whatsApp che non so se possa essere considerato un social, mi sa di no.
E il forum Writer’s dream? (Ma tu ci sei?)
Sto diventando sempre meno social, è probabile che mi perda qualcosa, ho già esposto il dubbio nel mio blog, però non mi importa.
Mio marito era su google + per le foto ma lo usava davvero poco.
Mi piace l’immediatezza di Instagram foto + breve testo, pare sia il top per propagandare i libri ultimamente, ma 11 mail per farti sbloccare l’account mi terroreizzano e ne starò fuori.

Barbara Businaro

Mar 09, 2019 at 5:23 PM Reply

Whatsapp è un social media, ma di tipo instant messagging, messaggistica istantanea. A differenza di Telegram, non è adatto alla promozione perché non consente gruppi oltre i 200 iscritti e nemmeno la creazione di canali.
I forum non sono considerati social network perché in genere vi partecipano persona già legate da un determinato argomento. Se vogliamo usare un paragone, il social network è una piazza pubblica dove puoi incontrare chiunque, mentre il forum è una sala riservata dove si entra per chiacchierare di un tema definito.
Non sono iscritta a Writer’s dream, lo utilizzo solo da Google per cercare informazioni su questa o quella casa editrice. Non ci sono per due motivi: ho una luuuuuuuuunga esperienza di forum (nel 1995 se entravi in rete c’erano solo quelli) e non è che mi manchino così tanto; su quel forum ci sono scrittori e case editrici minori, mentre io al momento sono più interessata a stanare i lettori “puri”. 🙂
Su Instagram, le 11 mail sono probabilmente dovute al fatto che mi sono iscritta dal computer, e non dal cellulare. Si è incastrata la registrazione (ho proprio visto una finestra con un errore di programmazione) e loro non ci hanno capito più nulla.
Se lo fai dal telefono, non incorri in nessun problema. 🙂

Giulia Mancini

Mar 09, 2019 at 12:59 PM Reply

Leggendo il tuo post ho capito quanto sono ignorante in materia social (lo sapevo già ma ho avuto la conferma, tra l’altro telegram non lo conoscevo proprio!)
Io uso i social molto a caso, cerco di curare la mia pagina facebook e di recente anche Instagram, ma i miei post sono pochini, al massimo (se è un periodo in cui ho più tempo, cioè quasi mai…) uno al giorno. Sono anche su Twitter, anche lì posto poco e per lo più seguo gli altri.
Riguardo a WhatsApp se non fosse che mi serve per comunicare con le persone più care lo eliminerei, ieri al lavoro, mentre ero intenta a far quadrare i conti del bilancio consuntivo che dovevo assolutamente terminare in giornata, ho ricevuto dai vari gruppi non so quanti messaggi sulla festa della donna, mimose, frasi spiritose, auguri, maschi a torso nudo ecc…
In ogni caso mi salvo il tuo post dettagliatissimo (sei bravissima Barbara) un giorno potrebbe essermi utile. A proposito su YouTube anch’io non ho un canale, sono davvero negata per i video, anche creare un video richiede un gran lavoro, infatti apprezzo molto Marco Freccero che posta video brevi su libri di nicchia e che sta lentamente crescendo.

Barbara Businaro

Mar 09, 2019 at 5:24 PM Reply

Beh, Telegram va per la maggiore tra gli informatici perché nativamente più sicuro di WhatsApp (che ci ha messo anni a crittografare i messaggi tra gli utenti, lasciandoli esposti a pericolose intercettazioni). Io non sono iscritta a nessuno dei due, Facebook mi ha “obbligato” ad usare Messenger quando l’ha acquistato ed oramai utilizzo quello (funziona molto bene con le videochiamate!)
Su YouTube ne abbiamo parecchi di bravi, il nostro Marco Freccero, ma anche la nostra Elena Ferro! Seguo anche le editor Stefania Crepaldi e Sara Gavioli. Poi guardo anche Chiara Beretta Mazzotta, che i video però li pubblica solo su Facebook.
Questo per dire che i video funzionano, ma non si improvvisano, ecco. 😀

Elena

Mar 09, 2019 at 2:23 PM Reply

Come al solito leggerti è una miniera di suggerimenti! Non sapevo della possibilità di pubblicare in automatico su Instagram tramite Facebook, vado subito a smanettare! Quanto al resto credo che impazzirei a seguire più profili di quanti non ne abbia già. Per questo tutto sommato la morte annunciata di Google plus per me non è una tragedia, anzi. Mi interesserebbe un social per la promozione di vecchi post, in realtà anche la pagina Facebook lo consente. Ho usato per un po’ la versione pro di Crowdfire ma ne sono rimasta delusa. È che ci vuole più tempo di quanto sia disposta a investirne…

Barbara Businaro

Mar 09, 2019 at 5:24 PM Reply

Da Instagram, con profilo business (che è gratuito, ci sono solo funzioni statistiche in più), puoi agganciare la tua pagina Facebook (devi essere uno degli admin). Ugualmente dalla pagina Facebook puoi agganciarti al tuo profilo Instagram (nonostante sia lo stesso padrone, non è automatico l’aggancio in entrambe le direzioni). La pubblicazione automatica di Hootsuite su Instagram ti richiede il passaggio per la pagina Facebook (probabilmente per i controlli di sicurezza, a Instagram non piace la pubblicazione programmata).
Crowdfire non l’ho mai usato, anche se lo conosco. Diciamo che nella versione free ti consente di agganciare 4 social network (ma unico profilo per tipologia di social), quindi uno in più di Hootsuite, poi però ti dà solo 10 post programmabili, contro i 30 post di Hootsuite. Ovvio che poi a pagamento tutti offrono più servizi, lì ognuno deve fare le proprie valutazioni. 🙂

newwhitebear

Mar 09, 2019 at 9:53 PM Reply

troppo per me. WP mi basta e avanza. Su facebook ho aperto e chiuso dopo 15 giorni la pagina nel lontano 2009. Mai pentito di aver chiuso, anche se lui non si è mai dimenticato di me ma il mio account resta chiuso e tale resterà. Su twitter ci sono – l’account forse è congelato visto che da quattro anni non scrivo nulla – dal luglio 2007. Diciamo a strappi. Non ne sento la mancanza. Il resto sono degli sconosciuti nel senso che non li ho mai visitati.

La tua panoramica è esauriente e ben fatta ma o si seguono oppure è meglio stare alla larga. Non vivo di social ma ho anche altre attività che mi tengono impegnato.

Barbara Businaro

Mar 10, 2019 at 10:38 PM Reply

Tutti abbiamo altre attività che ci tengono impegnati, in primis la scrittura vera e propria. 🙂
Possiamo ignorare del tutto i social network vista l’importanza che hanno assunto nelle relazioni, soprattutto delle nuove generazioni? Probabilmente si, se abbiamo dietro una casa editrice che segue la promozione delle nostre pubblicazioni; decisamente no, se ci auto-pubblichiamo ed il marketing è totalmente a nostro carico. Poi se non abbiamo interesse ad essere letti e scriviamo solo perché ci diverte, possiamo proprio starne alla larga. Ma allora perché perdere tempo con un blog? Potremmo anche tenere gli scritti nel cassetto. 😉

Darius Tred

Mar 10, 2019 at 10:04 PM Reply

Puntuale e precisa come sempre. Complimenti. 😉

In merito a Twitter, io appartengo alla categoria di coloro che “ne decretano il funerale”, anche se non penso che sia imminente. Ho solo detto che, secondo il mio modesto parere, sarà il prossimo a schiattare… 😀 😀 😀
Personalmente non ho nulla contro Twitter: mi son fatto quest’idea dopo aver letto un report annuale (nel 2017) che ne metteva in evidenza la crisi e la piaga dei falsi profili.

Cambiando discorso, tempo fa stavo meditando di chiudere il mio profilo su Google Plus perché mi sembrava un doppione della pagina Facebook (al netto del mio scarso tempo/scarsa capacità di usarli entrambi al massimo in chiave marketing…).
Di tutti i siti “autorevoli” che mi è capitato di consultare, tutti i guru e sedicenti guru ripetevano i soliti mantra:
1) una pagina Google Plus è diversa da una pagina Facebook (con tanto di X “trucchi per” fare le solite mille cose…);

2) Google Plus è sì meno diffuso ma è nato molto dopo Facebook: quando Fb aveva la stessa “età” di G+ non era così “tanto” diffuso;

3) G+ è “connesso” con tutti i servizi di Google e quindi può godere di tutta la potenza di Big G in termini di diffusione contenuti, posizionamenti, visibilità ecc… ecc… ecc…

Il tutto ovviamente corredato da grafici e report a sostegno delle varie tesi. Non ho mai visto nessun report che ne sottolineava una crisi così sostanziale da farne “decretare il funerale imminente”.

E poi… puf! Ecco la bella mail di Big G che annunciava la chiusura di G+.

Con questo cosa voglio dire? Niente. Volevo solo partecipare alla discussione… 😀 😀 😀

E aggiungo una battuta finale al fulmicotone: vuoi vedere che Big G dopo G+, tempo un annetto, ci spegne pure Blogger? :-O

Barbara Businaro

Mar 10, 2019 at 11:10 PM Reply

Ricordo anch’io le statistiche e le analisi che davano Twitter per gravemente malato, nel frattempo però lo scenario è cambiato nuovamente. Il caso Cambridge Analytica ha messo in difficoltà Facebook (non tanto per l’abbandono degli utenti, ma degli investitori) e in ginocchio Google+, che non chiude tanto per la sua inattività, quanto per il rischio di dover rispondere di una grave falla di sicurezza che ha messo a rischio i dati degli utenti (la decisione è stata presa poco dopo gli effetti di Cambridge Analytica). Twitter, nella sua semplicità (in fondo è una piattaforma alquanto modesta, rispetto alle funzioni offerte di Facebook e Google+), non ha mai avuto problemi di esposizione dei dati degli utenti.
I falsi profili oggi vengono rimossi in qualche ora (lo dico perché io sono uno degli segnalatori dei profili doppi del nostro coach Sam Heughan; tutti i suoi profili falsi mi “seguono” dopo cinque minuti dalla creazione – che furbi, sono un informatico! – e muoiono in due ore circa 😀 )
Sulla chiusura di Blogger… potrebbe essere. Dipende se quella falla di sicurezza è presente anche nella sua struttura. Del resto, questo è il rischio di appoggiarsi completamente a servizi di terzi. Meglio avere un blog su un hosting proprio (anche se comporta triplo lavoro) 😉

Darius Tred

Mar 11, 2019 at 9:27 AM Reply

Vero anche il caso di Cambridge Analytica. Però diciamo che se G+ fosse stato “forte” come Facebook, non l’avrebbero chiuso così a cuor leggero. Su Blogger la mia battuta (che è una battuta goliardica, non mi sono nemmeno preso la briga di fare uno straccio di ricerca…) l’ho fatta sulla base del mio uso personale: ho usato a lungo Blogger e ho trovato molti limiti (forse anche per incapacità/tempo da parte mia). Diciamo che, più che limitato, Blogger è essenziale. E l’ho capito quando sono passato a WordPress.

Pare che oggi, il 30% dei siti di tutto il mondo (quindi non solo blog amatoriali), sia fatto con WordPress…
E quindi mi chiedo come faccia Blogger a essere ancora lì… 😛

Barbara Businaro

Mar 12, 2019 at 10:57 PM Reply

Bisognerebbe chiedere a chi usa Blogger perché l’ha scelto rispetto a WordPress… 😉

Marina

Mar 13, 2019 at 11:37 AM Reply

Ma che fai, Darius, gufi?
Se fallisce Blogger, saluto il web, perché già so fare ben poche cose in rete, te lo immagini dovere trasferire tutto su un’altra piattaforma! Nooooo!

Barbara Businaro

Mar 14, 2019 at 1:13 PM

Non ti preoccupare Marina. Blogger gode di ottima salute al momento, con circa 80 milioni di visitatori da tutto il mondo
(analisi di Similarweb.com) Soprattutto, a differenza di Google+, è utilizzato dagli stessi altri servizi di Google come piattaforma di informazioni e assistenza agli utenti. Non avrebbe proprio senso chiuderlo, semmai più essere che le risorse utilizzate in Google+ adesso vengano reinvestite proprio in Blogger. 🙂

Maria Teresa Steri

Mar 12, 2019 at 11:11 AM Reply

Brava che affronti queste nuove sfide così organizzata e informata!
Io devo ammettere che alla notizia della dipartita di Google plus il mio pensiero è stato: una cosa in meno, evviva. Anche se sono consapevole che social come Instagram hanno il loro perché per chi vuole farsi conoscere, quindi prima o poi dovrò cedere. La verità è che attualmente non riesco a stare dietro a tutto (la riprova è che solo oggi sono riuscita a leggere questo post!). Confido in tempi migliori. Per ora cerco di sfruttare facebook, che già da solo, volendo usarlo al meglio con i vari gruppi, è un lavoro a tempo pieno…

Barbara Businaro

Mar 12, 2019 at 11:20 PM Reply

Il mio primo pensiero è stato: e il backup??! 😀
Però conosco l’importanza dei social per la promozione. Da tempo mi chiedevano da un parte l’iscrizione a Instagram e dall’altra a Pinterest, ho quindi preso l’occasione. Non mi aspettavo di doverci aggiungere pure la pagina Facebook.
Del resto, è proprio perché nemmeno io riesco a stare dietro a tutto che devo utilizzare strumenti come SNAP e Hootsuite! 😀

Luz

Mar 12, 2019 at 8:30 PM Reply

Un bel bilancio, di cui sono capaci persone come te che lavorano nel settore.
Io mi guardo attorno per poter pubblicizzare l’attività teatrale (se pubblicherò il romanzo, anche quello), quindi sto attenta a capire cosa sia meglio. Sono su Facebook, Instagram, ho una Pagina ma è morente (non ho trovato stimoli giusti per animarla e richiedeva ulteriore impegno per cui non ho oggettivamente tempo), un sito web, ho tentato la strada su Twitter e ho un account dell’associazione teatrale ma anche lì non torno mai.
Devo di fatto fare un recap di quello che serve realmente. Questo tuo post è utilissimo.

Barbara Businaro

Mar 12, 2019 at 11:49 PM Reply

In realtà, io lavoro su processi collaborativi e documentali, cioè proprio fuori dall’ambito social media. 😉
Però il marketing è sempre stata una delle mie materie preferite, e adesso la promozione si sta spostando tutta in rete.
Penso che per il teatro vada bene una pagina Facebook, perché lì ci puoi associare come eventi le date degli spettacoli (e gli eventi si possono condividere facilmente). Forse anche Instagram, perché è visual e le foto del palcoscenico possono avere forte impatto. Su Twitter avrei in effetti qualche dubbio, bisogna vedere se c’è qualche hashtag ben seguito che possa dare un aiuto a farsi conoscere.

Marina

Mar 13, 2019 at 11:50 AM Reply

Sei organizzatissima e preparatissima, ti invidio, con grande affetto e sincerità! 😀
Credo che, se dovessero dirmi: guarda, Marina, che sei costretta ad aprirti un profilo qua e uno là per continuare a gestire il blog ed essere presente in rete, rinuncerei a tutto (forse). Google plus chiude? Pace all’anima sua: i miei contenuti rimarranno sepolti là dentro e ciao. Fallisce Twitter? Mi dispiacerebbe solo per il mio affiatato ed efficiente gruppo di lettura. Facebook è un social in cui sto comoda, con i miei interessi, le mie poche, volute, amicizie. Di Instagram non sento la necessità: altrove dicevo che i miei figli (uno, in particolare) mi stonano la testa e io, in realtà, un profilo Instagram ce l’ho, ma non mi ricordo nemmeno come esco lì dentro perché non l’ho mai usato. Insomma, sono una frana, ma finché tutto il resto cui sono collegata è funzionale mi accomodo bene.

P.S. Adesso su Tw i caratteri sono aumentati e, ti devo dire, un po’ mi dispiace, perché viene meno lo spirito che animava questo social: messaggi brevi ed efficaci. Ora qualche papellino comincia a spuntare pure là.

Barbara Businaro

Mar 14, 2019 at 1:14 PM Reply

No, non invidiarmi Marina, che certe volte preferirei ignorare tutti questi meccanismi e vivere felice! 😀
Dovevo solo sostituire Google+ con Instagram, e mi ritrovo con Instagram, la pagina Facebook e Hootsuite. Sperando non sia tutta fatica sprecata alla fine!

Tra l’altro, nemmeno due settimane di Instagram e puff! ecco che arriva lo spam. Indovinate da parte di chi?
“Ciao, ho il piacere di proporti il mio primo Romanzo… (ndr: perché con la R maiuscola?) Spero di averti tra i miei lettori e perché no, ricevere le tue opinioni e parlarne insieme. A presto”
Anche qui, come in Twitter, le persone ti “seguono” non per leggerti davvero, ma perché sperano che ricambi il follow e di farsi pubblicità gratuita.
Ma è una comunicazione sterile, un copia-incolla del messaggio standard su n profili, il lettore vero non si conquista così. 🙁

Leave a comment

Rispondi a Barbara Businaro Annulla risposta