La morte nel villaggio di Agatha Christie. Il primo romanzo di Miss Marple

L’inossidabile Miss Marple ne La morte nel villaggio di Agatha Christie

Non esiste investigatore in Inghilterra che superi in abilità una zitella di età indefinita che non sappia come ammazzare il tempo.
La morte nel villaggio, Agatha Christie

Questo romanzo, La morte nel villaggio di Agatha Christie, era nel mio zaino durante le vacanze dello scorso luglio. L’avevo scelto come “grande libro da rileggere” per le mie letture dell’estate (ne avevo scritto qui: Come si scelgono i libri estivi?). Non sono riuscita a leggerlo nelle sole due settimane di ferie, ma me lo sono tenuto per la ripartenza di settembre, una piccola coccola per addolcire il pieno ritorno delle attività lavorative e del traffico.

Credevo che rileggere un romanzo giallo potesse essere un grande errore, sebbene siano passati più di vent’anni, forse anche trenta, dalla prima lettura. Una volta cominciata di nuovo la storia, pensavo mi tornassero alla mente anche gli altri particolari, compresa la scoperta dell’assassino.
Mi sbagliavo. Man mano che procedevo lungo la trama, ho capito di non ricordarla affatto! L’unico elemento riconosciuto era lo stile inconfondibile di un’incredibile scrittrice, con sapiente maestria tiene il lettore incollato alle pagine, paragrafo dopo paragrafo.

La scelta di rileggere un giallo di Agatha Christie la covavo da tempo, da quando mi ero casualmente imbattuta nei suoi introvabili romanzi rosa, pubblicati sotto lo pseudonimo di Mary Westmacott (se siete curiosi, ne potete leggere in questo post: I romanzi rosa di Mary Westmacott). Poi mi sono ritrovata in omaggio un piccolo libricino giallo, che vedete nella foto sopra, dedicato alla figura di Miss Marple, l’altro grande detective della scrittrice, insieme all’investigatore belga Hercule Poirot. Nell’appendice di quel libricino è riportata la bibliografia completa di Miss Marple, così ho deciso di andare all’inizio, il primo dei dodici romanzi a lei dedicati: appunto La morte nel villaggio di Agatha Christie.

Per la verità, l’esordio di Miss Marple risale ad una serie di racconti pubblicati sul “Royal Magazine” a partire dal dicembre 1927. Secondo la stessa Christie, Miss Jane Marple era una versione più acuta di un altro personaggio femminile: Caroline Sheppard, il cui fratello aiuta l’ispettore di polizia Poirot nelle indagini dell’Assassinio di Roger Ackroyd.
Entrambe le due figure escono dall’ambiente domestico della stessa scrittrice, cresciuta dall’adorata Margaret Miller, matrigna del padre della Christie e al contempo zia della madre di lei.

“Miss Marple era molto più pignola e zitellesca di mia nonna, ma aveva una cosa in comune con lei; nonostante la sua cordialità, si aspettava sempre il peggio da tutto e da tutti, e le sue previsioni si dimostravano quasi sempre spaventosamente esatte.”
La mia vita, Agatha Christie

In attesa di recuperare quei primi racconti (dovrebbero essere nella raccolta Miss Marple e i tredici problemi), ho provato a leggere questo romanzo, la prima vera indagine completa di Miss Marple, con analisi e circospezione. La sfida era scoprire l’identità dell’assassino prima che la stessa Miss Marple lo dichiari, cercando di anticipare le sue intuizioni. Impossibile? No, se lo scrittore è abbastanza onesto da lasciare in mostra tutti gli indizi che occorrono al lettore per giungere alle medesime conclusioni del suo investigatore. Ed è proprio qui l’inghippo: se con Poirot ho sempre perso clamorosamente per mancanza di prove, perché l’ispettore le teneva per sé, con Miss Marple potevo avere un’opportunità in più, quella dell’intuito femminile.
Oltre a un’edizione cartacea piena di post-it colorati, appunti e rimandi…

Questo post lo dedico a una persona speciale, un’amica incredibile, che negli ultimi due anni è stata la mia roccia, il mio pat-pat quotidiano nelle mie sfide personali e professionali. Condivide con me proprio la passione sfrenata per la penna di Agatha Christie. Lei li ha letti davvero tutti e così a fondo da sviluppare quella profonda conoscenza della natura umana citata nei romanzi. Nelle nostre conversazioni, io la chiamo proprio Miss Marple. Non è affatto anziana, nemmeno zitella, e per questo pericolosamente insospettabile. Ma ancora più divertente quando, con un tenue sorriso, scopre il colpevole di qualsiasi misfatto. Si aspetta sempre il peggio da tutti e io, inguaribile ottimista, cerco disperatamente di trovarla in torto! Non ci sono ancora riuscita… 🙂

Angela Lansbury nei panni di Miss Marple in Assassinio allo specchio
La mia Miss Marple preferita sullo schermo, Angela Lansbury in “Assassinio allo specchio”

 

L’istinto femminile fa di una donna una brava detective?

Il libricino giallo che vedete nella foto in alto, Arsenico e tazze di tè. L’arguzia di Miss Marple, ricevuto in omaggio da Feltrinelli con l’acquisto di due romanzi in offerta (subito dopo, presa da malinconia verso Miss Marple, ho acquistato proprio il cartaceo de La morte del villaggio, pur avendo l’ebook da parte 😛 ) contiene la raccolta, organizzata per tematiche, delle citazioni più brillanti di Miss Marple, seminate nei vari romanzi di Agatha Christie. Si apre con un’introduzione di Tony Medawar, esperto di narrativa poliziesca e ricercatore, che ha rintracciato molte storie rare dell’età d’oro del crimine e le ha rese nuovamente disponibili al pubblico. Ovviamente un estimatore assoluto di Agatha Christie e curatore di questa piccola antologia.
Il libricino si chiude poi con una chicca: un articolo, a firma della stessa Christie, uscito il 14 maggio 1928 sul quotidiano inglese “The Star”, in contemporanea con la pubblicazione dell’ultimo della prima serie di sei racconti con protagonista Miss Marple sul “Royal Magazine”. Il titolo è una domanda: L’istinto femminile fa di una donna una brava detective?
Occorre capire che cos’è realmente l’istinto femminile e Agatha Christie parte da lì.

“Quello di “istinto femminile” è un concetto molto opinabile. Lo usiamo in maniera piuttosto disinvolta ma, a ben vedere, che cosa significa? Al netto della retorica, credo si riduca a questo: le donne preferiscono le scorciatoie! Preferiscono le felici intuizioni al laborioso processo del ragionamento serio. Inutile dire che le felici intuizioni sono spesso giuste.”

Prosegue poi confrontando i comportamenti di una generica signora Smith che sa varie cose, ma non ha idea di come le ha apprese. “L’ho capito e basta” risponde al marito. Anche il signor Smith può vantarsi del suo intuito per gli affari. Ma entrambi omettono di svelare tutte le volte in cui le loro intuizioni sono risultate clamorosamente errate. E quando si tratta di acchiappare un criminale, l’errore può essere fatale.

“Il più delle volte i criminali vengono presi grazie a un lavoro di ricerca paziente e metodico. Le donne non sono metodiche; spesso sono ordinate, ma non metodiche. Pochissime donne sono brave governati, comprese quelle che non hanno altro da fare. Viceversa, in casa sanno rendersi meravigliosamente utili. Riescono a costruire qualcosa dal nulla, a creare effetti incredibili con il materiale più povero, ad appendere un quadro in mezz’ora quasi dritto […] Posseggono ogni genere di informazioni che sarebbero preziosissime per un investigatore, ma è improbabile che saprebbero farne buon uso da sole.”

Questo discorso lo dobbiamo inserire all’epoca di Agatha Christie ovviamente, ma c’è del vero: per caratteristiche fisiologiche (su questo, vi consiglio di leggere Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere? di Allan e Barbara Pease) le donne sono più emozionali e gli uomini più metodici, questo l’ho visto anche nel mio lavoro, dove la metodicità dovrebbe essere la regola. Nulla esclude, e anzi sono qui a testimoniarlo, che anche le donne possano imparare a seguire un metodo, ma ci piacciono le scorciatoie. Touché! 😀

“La verità è che, tutto sommato, alle donne il crimine non interessa davvero. A conti fatti, il criminale non è altro che questo: un nemico della società, vale a dire qualcosa di troppo impersonale perché le donne se ne curino. Se un uomo si costruisce un harem di mogli, o se uccide la propria moglie per amore di un’altra donna, allora sì che si interessano. E’ la dimensione personale ad attrarle.
Oltre a ciò, non hanno lo spirito della cacciatrici. Gli uomini amano andare a caccia, si tratti di volpi o di altri uomini. E non fa differenza se la caccia è attiva o passiva: sono capaci di starsene per ore sotto la pioggia sulla riva di un torrente nella speranza di catturare un pesce inafferrabile! Alle donne manca questo istinto.”

Beh, su questo dissento. Anche l’altra sera sono rimasta inchiodata allo schermo seguendo proprio una caccia a un criminale (guardatevi Midnight in the Switchgrass con Bruce Willis, Emile Hirsch e Megan Fox, tratto da una storia vera degli anni Ottanta), e non tanto per la dimensione personale della faccenda, anche se in genere vi viene dato ampio spazio comunque, nemmeno per la dislocazione geografica distante un oceano dalla mia. Per la verità ad attirarmi è stata la veridicità di quella storia.

“Tuttavia, a livello privato e personale, le donne sono detective eccellenti. Sanno tutto del signor Jones e della signorina Brown; sanno che i Robinson non vanno più d’accordo come una volta e che il signor White ha sposato la signora White per i soldi. A loro non la si fa: lo sanno e basta! Il fatto è che tutto ciò le riguarda. I White abitano di fianco a loro, i Robinson di fronte. Ed è questo che conta nella vita.”

Questa è esattamente la caratteristica dell’inossidabile Miss Marple. Del piccolo villaggio di St. Mary Mead, nella contea immaginaria del Downshire (ma pare che nel corso degli altri romanzi sia stato spostato pure nel Radfordshire, nel Middleshire e nel Kent!), Miss Marple conosce proprio tutti e nulla sfugge alla sua osservazione attenta.

St. Mary Mead. Il villaggio di Miss Marple
Se cliccate sull’immagine, potete vedere la piantina interattiva del villaggio di St.Mary Mead

 

L’inossidabile Miss Marple

Come ci spiega Tony Medawar nella sua introduzione, non ci è dato sapere la data di nascita precisa di Miss Marple, anche se racconti e romanzi contengono parecchi accenni alla sua giovinezza. Sappiamo che è nata nella seconda metà dell’Ottocento, ha ricevuto una prima istruzione in casa dalla signorina Ledbury e altre istitutrici. Anni dopo ha proseguito gli studi in collegio a Firenze (quindi c’è un briciolo d’Italia in lei!), dove ha imparato pure il francese. Ha studiato poi matematica e letteratura inglese con un’istitutrice tedesca.
Sembrerebbe avere una sola sorella, ma la sua famiglia è comunque numerosa, tra vari cugini e innumerevoli zii, prozii, nipoti e figliocci. Non si è mai sposata, ma nella sua vita non sono mancati gli uomini, seppure noiosi. Mentre a Miss Marple piace ballare, andare all’opera al Covent Garden e pure a teatro. E’ un ottima lettrice e tra i suoi libri preferiti cita Jerome K. Jerome e Dashiell Hammett. Tra le poesia invece predilige Swinburne, Shakespeare e la Bibbia, di cui si diverte spesso a parafrasare alcuni passi. La sua è una famiglia profondamente cristiana e sul comodino Miss Marple conserva una copia dell’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis.

Noi lettori la incontriamo già adulta, con i capelli candidi come la neve. Vive tranquilla nel piccolo villaggio di St. Mary Mead. Va a messa la domenica ed è conosciuta in tutto il villaggio, dal vicario vicino di casa, al capo della polizia, alla cameriera del Blue Boar, l’unico pub della zona. Non piace a tutti gli abitanti però, qualcuno la definisce addirittura la più gran pettegola del villaggio, proprio per la sua sagacia.
I suoi passatempi prediletti sono l’osservazione degli uccelli e il giardinaggio, due ottime scuse per rimanere all’aperto e utilizzare sovente un cannocchiale in ogni direzione del piccolo villaggio.

Cosa dicono di lei

“Miss Marple è una vecchietta coi capelli bianchi e dai modi sempre molto timidi e mansueti. La signorina Wetherby è un misto di miele e aceto. Miss Marple è certamente la più pericolosa delle due.”

“Miss Marple vede sempre tutto. Il giardinaggio vale quanto una cortina di fumo e l’abitudine di osservare gli uccelli attraverso un potente cannocchiale può riuscire sempre utile.”

“Miss Marple possiede il dono di una fantasia fertilissima e sistematicamente pensa sempre male di tutti.”

“Sono sicuro che quella vecchia incartapecorita crede di saperla più lunga di tutti noi. E pensare che in vita sua non ha mai messo piede fuori del villaggio! E’ assurdo! che cosa può conoscere della vita?”
Osservai che sebbene Miss Marple non conoscesse la Vita, con la maiuscola, era però perfettamente al corrente di tutto ciò che accadeva a St Mary Mead.”

“Miss Marple non appartiene al tipo delle vecchie signore che s’ingannano facilmente; possiede al contrario la straordinaria facoltà di aver sempre ragione.”

“Sa che Miss Marple è furba?”
“E’ proprio per questo che non gode di molta popolarità da queste parti.”

“Ero molto curioso di sapere quello che Miss Marple avesse da dirmi. Ritengo che fra tutte le signore della mia parrocchia la più intelligente sia proprio lei. Non soltanto vede e sa tutto quello che accade nel villaggio, ma ne trae anche delle deduzioni molto precise e accurate.
Se mai mi decidessi a intraprendere una carriera di imbrogli, sarebbe proprio di Miss Marple che avrei paura.”

“Miss Marple spinse indietro lo scialletto di lana che le copriva le spalle e cominciò con quei suoi modi calmi e tranquilli a farci esposizione di fatti incredibilmente stupefacenti, come se si trattasse invece della cosa più naturale del mondo.”

“Miss Marple non mi era mai tanto piaciuta quanto in quel momento in cui dimostrava una così umoristica percezione della propria debolezza.”

Cosa dice di sé stessa

“Temo che osservando la natura umana per molto tempo, come ho fatto io, si arrivi a non fidarsene troppo. Ammetto che le chiacchiere e i pettegolezzi possono essere nocivi e poco caritatevoli, ma molto spesso sono anche veri, non le pare?”

“Questo è proprio il sistema migliore per arrivare alla verità. La famosa intuizione di cui si fa un gran parlare sta in fondo tutta qui. Intuire significa in realtà leggere una parola senza bisogno di compilarla. I bambini non ci riescono perché mancano di esercizio, ma i grandi riconoscono subito la parola, per averla vista molte volte nel corso della loro vita.”

Quel che intende dire Miss Marple è che nell’osservare a lungo la natura umana, i casi si somigliano e si susseguono. Se un fatto gliene ricorda un altro potrebbe non esserci poi così tanta differenza, ed avere quindi la medesima soluzione. Vedremo dopo che nel romanzo La morte nel villaggio, Agatha Christie fa proprio elencare a Miss Marple i ricordi di episodi che la morte del colonnello le risvegliano, ma in quel punto la scrittrice potrebbe in realtà volutamente depistarvi, quindi prestate massima attenzione. 😉

“Ah!” esclamò Miss Marple. “Per me trovo più prudente sospettare sempre di tutti. Non si può mai sapere, non le pare?”

Anche questo è un indizio importantissimo: non scartate nessuno dalla lista dei sospettati, fino all’ultimo! 😉

“Capisco che lei si deve domandare perché… perché m’interessi tanto a questa cosa. Potrebbe anche trovare che dimostro poca femminilità. No, la prego, lasci prima che le spieghi.
[…] “È che, vede,” cominciò finalmente “vivendo così soli, in una parte del mondo quasi remota, è necessario avere un passatempo. Ci si può occupare naturalmente dei lavori a maglia, delle ragazze esploratrici, delle opere di assistenza, come ci si può divertite a dipingere dei bozzetti, ma il mio passatempo è sempre stato la Natura Umana. Così varia e così… affascinante! E naturalmente in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni, non manca il modo di approfondire questo studio. Si finisce per classificare le persone proprio come se fossero uccelli, fiori: gruppo così e così, genere tale, specie talaltra. Qualche volta capita, naturalmente, di sbagliare, ma col passar del tempo gli errori sono sempre meno frequenti. E poi si fanno le riprove. Si prende un problema – il vaso di gamberi in conserva che divertì tanto la cara Griselda, per esempio – un problema senza nessuna importanza, ma che riesca addirittura incomprensibile a meno di trovare la soluzione giusta. Capita poi il mistero della sostituzione delle pasticche per la tosse e quello dell’ombrello della moglie del macellaio, quest’ultimo assolutamente incomprensibile a meno di supporre che il droghiere non si comportasse bene con la moglie del farmacista… come era vero infatti. Fa molto piacere esercitare il proprio raziocinio, per poi scoprire di avere avuto ragione.”
[…] “Ma mi sono sempre domandata se trovandomi davanti a un mistero veramente importante avrei saputo far lo stesso; vale a dire se lo avrei saputo risolvere bene. Logicamente dovrebbe essere proprio la stessa cosa: dopo tutto un modellino di una nave è esattamente la stessa cosa di una nave vera.”
[…] “I fattori, per dire come ci insegnavano a scuola, sono gli stessi. E i fattori sono sempre il denaro, la reciproca attrazione di due persone di… ehm… di sesso diverso e la stranezza, naturalmente. C’è tanta gente strana, in questo mondo! Se si guarda bene siamo tutti un po’ strani, in fondo. E la gente normale agisce spesso nel modo più stupefacente, mentre gli anormali si dimostrano pieni di buon senso. Insomma l’unico modo per studiare le persone è quello di confrontarle con altre conosciute nelle varie circostanze della vita. Le assicuro che si stupirebbe se sapesse quanti pochi tipi distinti esistano al mondo.”

Questo passaggio mi ha fatto sorridere. Gli insegnanti di scrittura creativa spesso spiegano agli studenti, aspiranti scrittori, di evitare come la peste l’utilizzo di stereotipi nella creazione dei propri personaggi, ma di fornire più di qualche particolarità, distinguerli il più possibile.
Ecco invece Miss Marple, e dietro di lei ovviamente Agatha Christie, la scrittrice più letta in assoluto al mondo (secondo il Guinness World Records ha venduto più di 2 miliardi di copie!), categorizza le persone in pochi tipi distinti. 😀

La morte nel villaggio
e il particolare nascosto

“Probabilmente lei ci giudica proprio fuori dal mondo” sbottai a un tratto.
“Considero St Mary Mead come uno stagno morto” rispose lui.
Ci guardò preparato a sostenere il nostro risentimento, ma, forse con suo dispiacere, nessuno di noi mostrò di risentirsi della sua dichiarazione.
“La similitudine non è molto felice, mio caro Raymond” osservò Miss Marple. “Se non sbaglio non c’è nulla di più brulicante di vita della goccia d’acqua di uno stagno sotto la lente del microscopio.”
“Vita di un genere particolare” ammise il romanziere.
“La vita in fondo è sempre la stessa” ribatté Miss Marple.
La morte nel villaggio, Agatha Christie

Chiamato fuori dal villaggio per una visita improvvisa, rientrando in canonica, il vicario di St. Mary Mead, Leonard Clement, trova nella sua biblioteca il cadavere del colonnello Protheroe, ucciso da un colpo di pistola alla testa. Il narratore dell’intera storia è lo stesso reverendo Clement, che abita nell’edificio insieme con la giovane moglie Griselda, quel giorno recatasi a Londra per acquisti, e al sedicenne nipote Dennis, uscito per una partita a tennis in compagnia di Lettice Protheroe, la figlia della vittima.
Il colonnello Protheroe era un personaggio molto in vista a St. Mary Mead, anche se detestato da tutti, per il suo carattere burbero e prepotente. Difficile quindi circoscrivere chi aveva davvero interesse ad ucciderlo: la figlia Lettice, per il rapporto tormentato col padre, in assenza della madre che l’ha abbandonata da piccola; la seconda moglie Ann, per un matrimonio non più felice e i contrasti con la figlioccia Lettice; il giovane pittore Lawrence Redding, che si vocifera abbia una relazione segreta lì nel villaggio; la signora Lestrange, appena giunta in paese, il cui passato è avvolto nel mistero; l’archeologo dottor Stone e la sua assistente Gladys Cram, impegnati negli scavi in un’area adiacente al Palazzotto; il povero signor Hawes, aiutante del vicario, sospettato proprio dal colonello di appropriazione dei fondi della canonica; Bill Archer, fidanzato della governante del vicario, Mary Adams, accusato a suo tempo di bracconaggio dal colonnello Protheroe.
Per altro nessuno sembra aver udito lo sparo che ne ha provocato la morte, confuso magari con altri colpi provenienti dai vicini boschi, tra la canonica e il vicino Palazzotto, la residenza del colonnello Protheroe. Nemmeno dalla vicina di casa, Miss Marple, in quelle ore intenta a curare il proprio giardino, limitrofo a quello della canonica e in vista della biblioteca.

Prima domanda: come è entrato l’assassino nella biblioteca del reverendo? Ecco che per aiutarci nella indagini lo stesso vicario Clement aggiungi al suo racconto una pianta della sua casa e delle vie di accesso. La biblioteca risulta avere due soli accessi (nel testo, perché a guardare il disegno non si capisce davvero bene): una porta principale dall’atrio della casa e una portafinestra che guarda al giardino interno, in fondo il quale si trova lo studio utilizzando dal pittore Lawrence Redding.

La morte nel villaggio di Agatha Christie - Pianta A della casa

Seconda domanda, più avanti nel testo: possibile che la signora Protheroe non abbia visto il marito chinato sulla scrivania dalla portafinestra della biblioteca? Sembra infatti che mentre il colonnello attendeva il ritorno del vicario, la signora si fosse affacciata a cercare proprio lui, prima di rincasare al Palazzotto. Per comprendere meglio questo punto ci viene fornita anche la disposizione dell’arredamento nella biblioteca. Effettivamente tra la portafinestra (nel disegno indicata solo come finestra) e la scrivania c’è un alto portafiori che potrebbe nascondere l’angolo.

La morte nel villaggio di Agatha Christie - Pianta B della biblioteca

Terza domanda, visto che St. Mary Mead è un piccolo villaggio: come è fuggito l’assassino dalla casa del vicario, senza essere notato da nessuno degli abitanti? Per rispondere al quesito possiamo guardare una terza piantina, con le strade principali di St. Mary Mead. Da questa si può osservare solo due vie di fuga: il viottolo che passa davanti alla casa di Miss Marple, e volendo il sentiero che conduce al Palazzotto, oppure la strada principale che porta alla casa della signora Ridley, incrociando prima l’ingresso del Dottor Haydock. Possiamo escludere il giardino del vicario, contornato da un alto muro di cinta prima del bosco.

La morte nel villaggio di Agatha Christie - Pianta C del villaggio

“Probabilmente tutti abbiamo in mente una persona diversa. Ecco perché è tanto importante avere delle prove. Io, per esempio, sono convintissima di sapere chi è stato, ma devo ammettere di non possedere neppure l’ombra di una prova. So benissimo che occorre parlare con molta prudenza in momenti come questi, se non si vuole andare incontro a un processo per diffamazione… non è così che lo chiamano?”

Miss Marple usa infatti la sua profonda conoscenza della natura umana, basata sull’assidua osservazione, per capire chi è l’assassino e solo dopo inizia a raccogliere le prove che avvalorino la sua tesi e quelle che scagionino tutti gli altri. Perché nessuno può essere escluso dai sospetti.

“Come! Crede che ce ne siano anche altri?”
“Ma sì! Vediamo” Miss Marle contò sulle dita. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei… e sì, forse sette. So di sette persone che potrebbero aver desiderato la morte del colonnello”
“Sette persone? A St. Mary Mead?”
“Guardi che non faccio nomi. Non sarebbe giusto, ma temo proprio che il mondo sia molto cattivo. Un uomo onesto e retto come lei, colonnello, certe cose non le può sapere.”

Ma c’è un indizio che Agatha Christie ci regala, il più importante di tutti, perché qui si nasconde parte dell’intrigo. Sono le intuizioni di Miss Marple, quando un fatto ne ricorda un altro. Occorre però capire come Miss Marple riesce a intravvedere questa similitudine.

E’ questa la difficoltà. Tanti fatti simili mi tornano in mente! Mi ricordo per esempio del maggiore Hasgrave, amministratore laico della chiesa, molto rispettato da tutti, ma che pure aveva un’altra famiglia; un’unione illegittima con una vecchia donna di servizio, dalla quale aveva avuto cinque figli, pensi un po’! Che colpo fu per la povera moglie e per la sua figliola, quando lo seppero!”
[…] “Mi ricorda poi anche quella faccenda della lavandaia” continuò Miss Marple. «Lo spillo d’opale della signorina Hartnell, sbadatamente lasciato appuntato fra le pieghe di una camicetta mandata a lavare. E la donna che se ne appropriò non ne aveva affatto bisogno e non era certamente una ladra. Lo nascose semplicemente in casa di un’altra donna e poi andò a dire alla polizia di averglielo visto rubare. Per malignità, s’intende bene, per pura malignità. E’ un movente straordinario la malignità. C’è di mezzo anche un uomo in questa faccenda, naturalmente; l’uomo non manca mai.”
[…] “Non bisogna neppure dimenticare il caso della figlia della povera Elwell… una ragazzina così bella e delicata che cercò di soffocare il fratellino. E poi c’è stata la faccenda del denaro che i ragazzi del coro mettevano da parte per una scampagnata, prima del suo arrivo fra noi, caro vicario; il denaro fu rubato dall’organista, il quale aveva una moglie piena di debiti. Sì, questo è un caso che ne richiama molti altri alla mente… troppi anzi. E’ molto difficile arrivare alla verità.”

Un altro punto importante è l’orario del delitto, soprattutto per l’inghippo dell’orologio del vicario, usualmente tenuto un quarto d’ora in avanti per non farlo arrivare tardi agli impegni della parrocchia. La tempistica sembra giocare un ruolo fondamentale, tanto che poco prima della soluzione finale Agatha Christie fa ripercorrere al reverendo Clement insieme con Miss Marple proprio la cronologia intorno all’assassinio del colonello. Non ve la riporto qui, ho già anticipato abbastanza e non vorrei proprio rovinarvi la lettura.
Per conto mio, avevo già trovato una falla in uno degli alibi, era lì, nell’abile show don’t tell della scrittrice. Peccato però che non mi è stato sufficiente per risolvere il caso. 🙁

La conclusione sarebbe così semplice, se non fosse che la stessa Agatha Christie ci ha mescolato continuamente le carte sotto il naso, fino ad ingannarci del tutto. Non è un gioco pulito il suo, ma del resto lo scrittore, come l’assassino, non ci deve facilitare la ricerca. 😉
Come ulteriore aiuto posso solo dirvi: c’è di mezzo un uomo e stanno mentendo entrambi. Inoltre un particolare viene oscurato nella scena, è presente, ma anziché illuminarlo e dargli importanza, è lasciato lì, a ridosso del muro. Basta, ho detto troppo!

“So che nei libri l’autore di un delitto è sempre colui al quale meno si pensa, ma ho dovuto accorgermi che nella vita reale questa regola non corrisponde a verità. Nella vita succede invece che la verità sta in ciò che salta subito agli occhi.”

La morte nel villaggio di Agatha Christie - Il particolare nascosto
L’indizio che Agatha Christie non mostra davvero…

 

Però non si fa così!

Questo è esattamente ciò che ho esclamato alla fine della lettura. Però non si fa così!
Mi sono sentita un po’ imbrogliata, perché sì, è tutto lì sotto gli occhi del lettore, ma camuffato, all’ombra dei riflettori.
E voi, avete mai letto un giallo di Agatha Christie? E se avete rincorso spesso l’assassino nei suoi libri, qual è il vostro preferito?
Siete più propensi a seguire le indagini psicologiche di Hercule Poirot o l’intrigante acume di Miss Marple?
A me non resta che vedere al prossimo romanzo, facendo tesoro di quanto imparato in questo. 🙂

“Sarei curioso di sapere” dissi io a un tratto “se ci sarebbe qualcuno capace di scoprirla, se mai le venisse l’idea di commettere un omicidio, Miss Marple.”
“Per l’amor del cielo!” esclamò la vecchia signorina inorridita. “Spero proprio che non sarò mai capace di commettere un’azione così malvagia.”
“Ma poiché la natura umana è quella che è…” mormorai io.
La morte nel villaggio, Agatha Christie

 

Sharing is caring! Condividi questo post:

Comments (18)

Speranza

Ott 24, 2022 at 4:51 PM Reply

Anche io non ricordo i libri che ho letto a distanza di anni, però come te mi piacciono sempre.
Agata ha il vizio di mettere gli indizi sotto il naso, ma tu non ci badi e la finisci fregata. È inimitabile è furba. Gioca con il lettore.

Barbara Businaro

Ott 24, 2022 at 5:18 PM Reply

Quel che ricordo bene infatti, delle letture in adolescenza di Agatha Christie (più romanzi di Poirot però, perché in casa dei miei erano numericamente di più) è la delusione profonda al termine dell’Assassinio di Roger Ackroyd. Mamma mia, come ci sono rimasta male quella volta! Non gliel’ho ancora perdonata! 😀
Degli altri invece ho sempre pensato che ero io, lettore poco accorto, a non aver fatto caso agli indizi. Stavolta mi sono proprio imposta una lettura analitica, con tanto di blocchetto appunti con le note sui vari alibi, testimonianze, congetture, spostamenti. Ho trovato subito: una discordanza d’orario, una parentela nascosta, un elemento farlocco, un depistaggio. Ma la chiave no. E lì mi ha fregato, n’altra volta!

Daniela Bino

Ott 24, 2022 at 4:52 PM Reply

Miss Marple è formidabile, in assoluto la mia detective preferita. Non solo perché donna (quindi, sembrerebbe che io sia di parte) ma anche per il suo essere così sottile e perspicace nel suo modo di estrapolare la verità da indizi che normalmente sfuggirebbero anche all’occhio mediamente attento. Dal poco capiva il tutto. Lei incarna la perfetta conoscitrice dell’essere umano che avrei voluto incontrare.

Barbara Businaro

Ott 24, 2022 at 5:24 PM Reply

I have a dream: trovare un cottage in un paesino di Scozia (magari St. Mary Mead era in Scozia, no?), con un piccolo giardino dove curare fiori e leggere al tiepido sole, nonché spiare… ahem… controllare con un cannocchiale il vicinato… ahem… gli uccelli migratori! E da tutto quel che osservo, scriverci un best seller! 😀 😀 😀
Quand’ero piccola ho conosciuto un paio di “amiche di Miss Marple”. Non erano acute come lei, ma in quanto a pettegolezzi non sfuggiva loro proprio niente!

IlVecchio

Ott 24, 2022 at 6:35 PM Reply

Articolo superlativo! Non credo di aver mai letto una recensione così accurata, senza nemmeno anticipare la soluzione. : -)
Non ho memoria del romanzo, se l’ho letto è trascorso tanto di quel tempo che non me ne accorgerei affatto, mi sembrerebbe una nuova lettura. Comunque sono tra coloro che preferiscono Poirot.

Barbara Businaro

Ott 24, 2022 at 8:20 PM Reply

Grazie, grazie, grazie! 🙂

Daniela Bino

Ott 24, 2022 at 8:06 PM Reply

Osservare i vicin… ahem, volevo dire gli uccelli migratori? In Scozia? Ci sto!
Avevo una vicina che osservava i condomini andare e venire. Teneva la porta socchiusa per poter sbucare all’improvviso. Ahimè, della signora Fletcher (o di miss Marple) non aveva nemmeno le sembianze!

Barbara Businaro

Ott 24, 2022 at 8:19 PM Reply

Eh, quella lì era una variante della Signora Manucci! Ricordi la mia storia a bivi dell’estate 2019? 😀 😀 😀

Giulia Mancini

Ott 24, 2022 at 11:45 PM Reply

Come ho già confessato in un altro commento passato, almeno così mi sembra di ricordare, non ho mai letto un libro di Agatha Christie, ma ho visto diversi film tratti dai suoi libri. Mi riprometto di farlo prima o poi, potrei cominciare con questo romanzo, anche perché di questo non mi pare di aver visto il film…

Barbara Businaro

Ott 25, 2022 at 5:22 PM Reply

De La morte nel villaggio ci sono due pellicole: una del 1986 dove Miss Marple è interpretata da Joan Hickson, di cui si trova solo qualche fotografia, ma nessun spezzone video; un’altra del 2004 con Geraldine McEwan nei panni di una Miss Marple un po’ zoppicante sul suo bastone da passeggio (che nel romanzo non c’è…). Ho visto pochi film tratti dai libri di Agatha Christie, e ho evitato proprio le serie televisive perché al primo sguardo non era la mia idea di Miss Marple. Tranne Assassinio allo specchio con Angela Lansbury, che ho perso di rivedere due settimane fa, dopo l’annuncio della sua scomparsa.
In genere poi Poirot sullo schermo mi sta proprio antipatico. Ma le ultime pellicole di Kenneth Branagh, Assassinio sull’Orient Express e Assassinio sul Nilo, sono eccezionali! Lui stesso, al contempo regista e protagonista, porta in vita un Poirot strabiliante. Chissà che un giorno non decida di trovare un’altra Miss Marple all’altezza…

Marco

Ott 25, 2022 at 7:41 AM Reply

Mai letto un libro della Agatha. Mi ha sempre dato l’impressione di qualcosa di troppo elaborato, dove non devi scoprire l’assassino. Ma devi scoprire i trucchi messi in campo dall’autrice per impedirti di capirci qualcosa 😉

Barbara Businaro

Ott 25, 2022 at 5:29 PM Reply

Eh, mi sa che hai proprio ragione! 😀
Allora in questo caso qui, in questo romanzo, i trucchi sono: far sbagliare Miss Marple, dopo che per pagine e pagine scrive che Miss Marple non sbaglia mai (e tu lettore ci caschi!); omettere una nozione di chimica, su un particolare esplosivo (e tu lettore non pensi di dover cercare quella roba lì su Google, se è importante lo scrittore te lo scrive, no? …no!); omettere l’esistenza di una tecnologia, addirittura sconosciuta alla polizia locale (e il lettore moderno pensa, sbagliando, che i tempi non erano maturi per il suo utilizzo); far credere che un oggetto di arredamento sia di dimensioni contenute, quando invece è alquanto voluminoso.
Vedremo al prossimo romanzo se ho imparato la lezione! 😛

Sandra

Ott 25, 2022 at 1:50 PM Reply

Ti dico solo che per me Agatha Christie meritava il Nobel per la letteratura.
Ottimo post, avrei anche gradito una carrellata di foto di tutte le Miss Marple del grande e piccolo schermo, dal canto mio, pur preferendo Poirot, ho letto tutto e i libri sono tutti lì ben conservati nella libreria con le file tutte gialle assieme all’altro mio must Ellery Queen.
Per quanto, come ben dici tu, Agatha giochi sempre un pelino sporco, glielo si perdona volentieri in virtù di letture tanto piacevoli e confortanti.

Barbara Businaro

Ott 25, 2022 at 5:46 PM Reply

In più di 120 anni di istituzione del Premio Nobel, sono solo 17 le donne che hanno ricevuto quello per la Letteratura. Difficile quantificare chi tra gli scrittori abbia contribuito di più al “benessere dell’umanità” (anch’io direi Agatha Christie, se nel benessere comprendiamo il piacere della lettura), e poi il Nobel è stato spesso accusato di essere mosso da ragioni politiche, più che di merito…
Mi era venuta la tentazione di aggiungere le foto di tutte le Miss Marple al cinema, ma volevo rimanere focalizzata sul romanzo e non potevo allungare ancora di più il post (già in tanti mi accusano di scrivere troppo! 😛 ) Magari sarà per il prossimo articolo su Miss Marple, alla prossima lettura, se riuscirò a svelare l’assassino per tempo.

Renato Mite

Nov 05, 2022 at 6:32 PM Reply

Ciao, non conoscevo alcuni particolari di Miss Marple ed è sorprendente scoprirli così.
Di recente ho letto “L’assassinio di Roger Ackroyd” con Hercule Poirot e anche in questo libro la Christie “inganna” un po’ il lettore, ma lo fa con la sua maestria e, anche se battuto, il lettore è soddisfatto dalla lettura.
Come te, sono sicuro che non ricorderò nulla della trama quindi mi riprometto di leggere romanzi che ho già letto proprio per apprezzare lo stile della Christie. E leggerne altri sconosciuti per apprendere da una giallista di tale calibro.
Poi di questi gialli classici mi piace proprio il fatto che abbiano delle piante di strade, case o stanze. Quindi questo tuo sguardo su “La morte nel villaggio” è molto interessante. Complimenti.

Barbara Businaro

Nov 07, 2022 at 11:51 PM Reply

Questa sera sono passata veloce in libreria, sulla strada del ritorno dall’ufficio, e avevano proprio messo una cassetta in legno strapiena di Oscar Mondadori di Agatha Christie. Immagina la tentazione di portarmeli a casa tutti! 😀 😀 😀
Ecco, come dicevo sopra nel commento a Speranza, l’inganno proprio de L’assassinio di Roger Ackroyd non gliel’ho ancora perdonato. Per altro, quel tipo di trucco + impossibile da dimenticare, per cui se dovessi rileggerlo ora sarebbe una lettura di pura analisi. Stessa cosa probabilmente per l’altro grandissimo romanzo, Dieci piccoli indiani. Mentre tutti gli altri hanno sicuramente qualcosa da insegnarci. Chissà se a leggerli tutti per esempio non salti fuori qualche “schema” ricorrente nell’orchestrare la trama per rendere gli elementi importanti invisibili al lettore. 🙂

Luz

Nov 20, 2022 at 12:20 PM Reply

Un post molto bello e ricco, Barbara.
Vorrei proporlo anche ad alcuni alunni che si stanno dimostrando appassionati della scrittura e degli intrecci della talentuosa Christie. Ultimamente noto edizioni di romanzi che non mi erano noti, perché forse l’attenzione dell’editoria ha gravitato a lungo attorno ai suoi migliori romanzi. Ma c’è tanto altro da scoprire, sì.

Barbara Businaro

Nov 20, 2022 at 6:39 PM Reply

Grazie Luz. E pensa che mi sono anche trattenuta, sennò poi i miei post diventano davvero troppo lunghi. 😀
Beh, di Agatha Christie si sentono nominare sempre i soliti titoli famosi, spesso legati alle trasposizioni cinematografiche. Ma lei ha scritto tantissimo, anche spaziando nei sottogeneri: abbiamo 66 romanzi gialli, con protagonisti Hercule Poirot, Miss Marple ma anche i meno conosciuti Tommy e Tuppence (li ho scoperti leggendo in gioventù Avversario segreto) e il sovrintendente Battle (di cui non ho ancora letto); la bellezza di 153 racconti, distribuiti in varie antologie, dove oltre ai soliti protagonisti (forse i racconti erano uno “studio” alla ricerca del romanzo successivo) troviamo anche storie del tutto differenti, come Il segugio della morte, uno dei miei preferiti perché è un’Agatha Christie davvero insolita, affascinata dal tema dell’occulto; addirittura 6 romanzi rosa, sotto il nome di Mary Westmacott, che sono forse quelli più vicini alla vita della scrittrice stessa; poi 16 opere teatrali, alcune tratte dai romanzi ma altre completamente inedite; ben 4 radiodrammi, essendo la sua un’epoca in cui teatro e radio erano il miglior passatempo disponibile; sconosciute, forse nemmeno tradotte e pubblicate da noi, ci sono 3 raccolte di poesie; infine la sua unica, ma voluminosa e ricca, autobiografia, La mia vita (l’ho ordinata pensando mi arrivasse un libricino, invece è un bel tomo denso denso!)
Quindi sì, c’è davvero molto da scoprire. 🙂

Leave a comment

Rispondi a Barbara Businaro Annulla risposta