
Il profumo della carta
Non smetto di guardarlo. Un po’ sorrido soddisfatta e un po’ mi si stringe lo stomaco.
Il pacchetto è arrivato di sera tardi, l’hanno ritirato per me mentre ero al lavoro, non ho avuto nemmeno troppo tempo per osservarlo bene, perché l’indomani la sveglia sarebbe suonata di nuovo all’alba. Sono rimasta subito stupita dalla sua consistenza, la solida bellezza di duecentoquaranta pagine rilegate. Caspita. Così tante. La costa è bella rigida, si potrebbe persino usarlo come arma di difesa contro qualche testolina irriverente, per dire. La copertina mi fa impazzire, perché è di quelle morbide al tatto che mi ricordano persino il velluto, le mie preferite. E poi c’è il profumo della carta, incomparabile. Non ha quell’odoraccio di magazzino stantio o peggio ancora di sbiancante chimico tossico. Se scorro le pagine in fretta davanti al naso sento quasi una fragranza di gelsomino. Si saranno mica inventati di aggiungere l’essenza all’inchiostro? Però è davvero bellino, fa la sua figura, con la copertina bianca, la cornice allineata perfetta alla rilegatura e le scritte in blu webnauta. Ecco, magari sulla resa cromatica del blu ci sarebbe forse da ridire, ma la stampa non è affatto una scienza esatta, nemmeno quando imposti il codice Pantone correttamente. La fascetta grigia “Rivendita non disponibile” contrassegna questa copia bozza per l’autore, per le ultime verifiche prima della pubblicazione definitiva. Il mio primo libro, in formato cartaceo, fa davvero un certo effetto. Una sensazione strana che fatico a catalogare, una sorta di euforia, terrore e insoddisfazione tutte insieme, che si alternano tutte sul mio stomaco. Perché scrivere qui sul blog ha una fragilità eterea, scrivere storie altrui per una rivista svanisce in una settimana e pubblicare un ebook, con le pagine evanescenti nel formato digitale, non aiuta a realizzare l’entità dell’impegno profuso. Solamente quando giri e rigiri il volume stampato tra le mani, la sua solidità di regala la certezza di averlo pubblicato davvero.
Non è un romanzo però, è una guida pratica, un manuale di informatica alla fine. E quella piccola vena di insoddisfazione mi arriva proprio da questa considerazione. Avrei voluto esordire anch’io con un romanzo vero e proprio, una storia mia, interamente mia, lunga e intensa, almeno dieci capitoli e un finale di quelli memorabili, con gli occhi a cuoricino e un paio di fazzoletti per accompagnamento. Non mi mancano le idee, ma purtroppo lotto ancora con il tempo e l’organizzazione. L’unico modo che ho di zittire quella vocina pestifera nella mia testa è soppesare nuovamente il libro e pensare che lì dentro ci sono comunque otto lunghi anni di lavoro. Non uno e non due, ma ben otto anni. Da quando ho cominciato a studiare per conto mio il software di scrittura yWriter, per il quale esistevano pochissime risorse e solo in lingua inglese, e poi ho deciso di condividerlo qui sul blog, con il piccolo Corso gratuito di yWriter6 in italiano, lasciando da parte un bel po’ di schermate, non potendo appesantire troppo le pagine del blog. Già allora diversi amici scrittori, che stavano provando l’esperienza del self-publishing, all’epoca mi suggerirono di mettere tutto insieme e alla fine pubblicarlo come libro. Non ero affatto convinta, e non lo sono nemmeno tutt’ora, ma ho accettato il loro consiglio e non mi dispiace il risultato. Non mi aspetto grandi vendite, sia chiaro, magari solo due copie vendute e saranno pure le mie personali. Ma sinceramente non era nemmeno questo il mio intento. In realtà, mi sono concentrata sul processo e sulla qualità: volevo provare a me stessa, il giudice più severo che io conosca, che posso farcela, posso scrivere una guida completa, posso editarla e correggerla, impaginarla in ogni sua parte, vedove e orfanelli compresi, sistemare tutte le ben duecento-ottanta-sei immagini, litigare con il formato della copertina e la smarginatura, dare di matto quando mi accorgo che sono spariti i trattini dagli elenchi puntati e rinunciare pure al font in grassetto.
Però.
Adesso che ho qui davanti una copia del cartaceo, ho potuto affiancarla ai tanti manuali di informatica che hanno costellato la mia professione, quasi tre scaffali pieni e quasi trent’anni di volumi, partendo dal vecchissimo Access 97. La mia guida completa non ha niente da invidiare alle pubblicazioni di Mondadori Informatica, Apogeo, For Dummies, Hoepli, McGraw-Hill, O’Reilly. E credetemi se vi dico che un testo di informatica, sia per le schermate che per i riferimenti a codici di programmazione e ai vari menù delle piattaforme, è decisamente più complesso di un testo di narrativa. E’ proprio da questo punto che arriva la mia soddisfazione maggiore, perché sono riuscita in un risultato addirittura migliore degli ultimi romanzi pubblicati da alcune piccole case editrici italiane, che possono contare, o almeno così dovrebbero, su editor, correttori di bozze, grafici e impaginatori professionisti. L’ho fatto da sola e questo non è propriamente il mio mestiere.
Sono comunque ben cosciente che questa è solo un’altra tappa raggiunta, mentre la strada è ancora lunga davanti a me. Dopo la pubblicazione entra in campo il marketing per cercare di raggiungere i lettori e cercherò di studiare qualcosina anche per questo passaggio. Però il mio impegno tornerà alla scrittura, perché ho una prima stesura da terminare se voglio avvicinarmi all’idea che il mio secondo libro sia finalmente quel romanzo.
In questa mia riflessione, e mi scuso se per una volta sto seguendo i miei pensieri sparsi, non posso fare a meno di tornare alla me bambina, seduta al piccolo scrittoio di fòrmica rossa, incastrato tra la finestra e l’armadio nell’angolo della mia cameretta. Non mi era mai piaciuto granché scrivere poesie, ero naturalmente portata per il disegno, dicevano. Ma quel pomeriggio qualcosa ruzzolava nella mia mente e provai a metterlo in riga su un vecchio quaderno. Sembrava buono, rileggendolo. Tutta orgogliosa, corsi a mostrarlo a mia madre, indaffarata tra faccende e problemi. Inasprita da una giornata pesante, forse seccata di constatare che non stavo completando i miei compiti, spense ogni mio entusiasmo. Cosa mi credevo? Di diventare una poetessa o magari una scrittrice, come aveva tentato inutilmente quella zia? Non potevo comprendere a quale zia si riferisse, né potevo capire il bisogno di concretezza contro la spontanea ingenuità della mia età. Ero pur sempre una bambina e purtroppo quelle parole affrettate mi fecero molto male. Le conservo ancora e sono state motore delle mie difficoltà.
Non ho smesso di scrivere, sia chiaro. Ho solo imparato a nascondere quello che scrivevo, condividendolo solo con chi può davvero apprezzare. Almeno fino all’età adulta, quando sono uscita completamente di senno e ho aperto questo blog…
Mi sono sempre piaciute le storie. Ho cominciato con i disegni colorati e poi mi sono spostata sulle parole dei grandi.
Solo un elemento è rimasto sempre lo stesso, tra gli album di fogli bianchi e i quaderni a righe da riempire.
Il profumo della carta.
“E’ finita, libro… Sei una tecnologia inferiore.
Il tuo formato grande e ingombrante è superfluo.
Solo un morso di questa fiamma e sarai sparito per sempre!”
da theawkwardyeti.com
Comments (20)
Marco Amato
Gen 19, 2025 at 10:34 AM ReplyComplimenti, è un bel traguardo. Qualcosa di tuo e di tangibile. Qualcosa al quale hai dedicato impegno, amore e speranze e che adesso viene alla luce.
E mia considerazione. L’impaginazione di un libro cartaceo, come ti avevo detto tempo fa, se si vuol fare bene, con la sapienza tipografica che si tramanda da secoli, non è semplice. Vedove, orfanelli, font, interlinea…
Però, quando si pubblica in self e si auto-impagina, in qualche modo il libro è più nostro, perché lo si plasma nella pagina così come poi verrà stampato. Ogni piccola parte deve passare dai nostri occhi, dai nostri calcoli, da quella frustrazione quando qualcosa non torna e una piccola modifica obbliga a rivedere il tutto. Però, il libro, una volta stretto in mano, vi è la gioia e solo questo conta.
Che sia il primo di una lunga serie di libri. Te lo auguro tanto. Faccio il tifo per te,
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:54 PM ReplyGrazie Marco! Eh sì, tocca imparare a gestire le vedove, gli orfanelli e qualcuno dice pure i righini. Non è tutto perfetto, perché comunque se lo guardo ci trovo ancora difetti, perché con tutte quelle immagini da gestire occorre scegliere tra la perfezione stilistica e l’utilità effettiva per il lettore. In questo caso, mi sono messa nei panni del lettore e ho dato priorità a rendere i passaggi chiari e le immagini riconoscibili. Gli spazi bianchi semmai torneranno utili per gli appunti di ognuno.
Spero anch’io che sia il primo di una lunga serie di libri, ma i prossimi che siano solo romanzi! 😉
E chissà che nel frattempo non torni a pubblicare anche quello là, quello che conosci tu, all’isola di Ventazze dalle tue parti…
Daniela Bino
Gen 19, 2025 at 12:50 PM ReplyBravissima! Lodi e ancora lodi per questo traguardo. Hai raggiunto una meta importante e sono molto orgogliosa di quello che sei riuscita ad ottenere con sacrificio ed abnegazione.
Senza contare poi che questo manuale è utilissimo per chi desidera cimentarsi nella scrittura di un romanzo, che è un’avventura emozionante e gratificante; ma lo è ancor di più se a disposizione ci sono i giusti strumenti e una guida pratica che guidi lo scrittore nell’utilizzo dei suddetti. Con questa guida, ne sono certa, lo scrittore in erba o esperto che sia potrà concentrarsi maggiormente sulla sua opera, senza doversi “dannare” a cercare come dipanare la matassa informatica.
Lodi e lodi, ma soprattutto un in bocca al lupo per questo tua opera prima pubblicata. ORGOGLIOSA DI TE, capitano!
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:55 PM ReplyGrazie, grazie e ancora grazie! Stavo per scrivere che insomma, non vedo tutto questo sacrificio e abnegazione, e invece no, hai ragione tu. Ho sacrificato parecchio tempo libero e impiegato una buona dose di testardaggine (vabbè, quella mi viene naturale 😛 ) per arrivare a questo risultato. Compreso quest’ultimo weekend perché il signor Amazon, dopo aver stampato la copia bozza per l’autore senza battere ciglio, alla conferma dell’invio in pubblicazione ha avuto da ridire sulla qualità della copertina, creata per altro con il suo stesso tool. E già stampata!! XD
Questo manuale sarà utilissimo in cartaceo perché non credo che in ebook, con i piccoli schermi degli ereader in grigio, si possano vedere bene le varie immagini. Rende meglio sui tablet, dove le schermate restano a colori. Ma il cartaceo è la scelta migliore, ho previsto anche la stampa più grande, 15,24 x 22,86 cm (6 x 9 pollici). La stessa, per chi lo ricorda, dell’antologia Storie di gatti. 😉
Daniela Bino
Gen 31, 2025 at 12:13 PM ReplyCome dimenticare “Storie di gatti”? Lo scopo era nobilissimo e la storia che hai scritto arrivava dritto al cuore. Solo chi ama gli animali poteva esprimere con delicatezza la profondità del sentimento che proviamo per i nostri animali.
Tornando alla tua impresa, in attesa che mi venga consegnata la nuova carta che mi permetta di acquistare nuovamente online, ho letto un’ottima recensione e sono felice. E anche per me, se me lo permetti! Ora non ho più scuse e devo finire quanto avevo iniziato; e questa volta lo farò utilizzando appieno una risorsa così preziosa. Va bene comunque se continuo a “copare” personaggi?
Ciao, capitain!
Barbara Businaro
Gen 31, 2025 at 6:45 PM ReplySì, ci sono state le prime vendite della Guida e stanno arrivando anche le prime recensioni, nonostante io non mi stia nemmeno impegnando tanto nella promozione. 🙂
Puoi certamente continuare ad ammazzare i tuoi personaggi… io però prima picchierei quelli della tua banca! Non è possibile che tu sia ancora senza carta di credito dopo più di un mese! :O
Quando mi hanno bloccato anni fa la carta Visa per sicurezza, in 7 giorni avevo la nuova carta con assicurata a casa. Quando prima di Natale ho attivato la nuova Revolut, in un giorno ti attivano la carta virtuale sull’app (e già la puoi usare online, con l’IBAN e tutto il resto) e in 5 giorni la carta fisica consegnata a casa. Anzi, ti consiglio proprio di attivarti una Revolut, pratica, sicura e conveniente anche quando si utilizza all’estero.
Daniela Bino
Gen 31, 2025 at 12:14 PM ReplyP.S. Ho notato nella foto in evidenza le penne con un tocco di rosa Barbie. Grande!!!
Barbara Businaro
Gen 31, 2025 at 6:45 PM ReplyFanno parte del Pink and Purple set di BIC, con astuccio compreso.
Me lo sono regalato per Natale. 😉
Grazia Gironella
Gen 19, 2025 at 3:47 PM ReplyCongratulazioni per il nuovo nato! Il cammino per produrre qualcosa di buono per la pubblicazione – buono davvero – è così lungo che si rende necessario rielaborare continuamente il significato della parola “successo” per adeguarlo alla nostra evoluzione. E’ un successo riuscire a mettere in piedi, anzi, sdraiato sulle pagine un discorso fatto nella nostra testa. E’ un successo scoprire di essere capaci di dedizione, sacrificio e concentrazione per crearlo. E’ un successo superare gli ostacoli che si presentano e studiare per impadronirci degli strumenti che ci mancano. E’ un successo diventare autonomi e capaci di ignorare il giudizio degli altri su di noi e sul nostro lavoro. Si dice che l’importante sia il percorso e non la destinazione. Non credo che sia del tutto vero: senza una destinazione, le nostre azioni restano vaghe, e chi può dire se hanno funzionato o no? Ma quando affronti le tappe intermedie, una dopo l’altra, e senti di poter dire, onestamente e senza false modestie, “sì, ce l’ho fatta”… cosa c’è di più importante? Un abbraccio. 🙂
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:56 PM ReplySono d’accordo sul significato della tua riflessione, però la parola “successo” proprio non mi piace. Conosco troppi “creatori di successo” su Linkedin che dovrebbero ridimensionare il proprio ego, perché è piuttosto facile creare il successo quando parti avvantaggiato con i milioni di euro di papà…
Preferisco il termine “realizzazione” oppure “buon risultato”, mi sembra più concreto e meno abusato di questi tempi. In quanto alla destinazione, beh, onestamente non avevo in mente questa guida quando ho cominciato il tutto. E se l’avessi messa come obiettivo, temo che mi sarei spaventata e non sarei giunta alla fine.
Cosa che forse mi è accaduta col romanzetto nell’angolino. Quindi, meglio se mi concentro sul percorso, a testa bassa, senza guardare il traguardo là in fondo. Quando ci arrivo, ci arrivo. Alzerò la testa e… sorpresa! 😉
Darius Tred
Gen 19, 2025 at 6:03 PM ReplyOttimo!
Ora non ti resta che impostare il contenuto A+ e investire qualcosina in Amazon Ads per migliorare il tuo BSR.
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:57 PM ReplyPrima di studiare il contenuto A+, sto aspettando che il signor Amazon ricongiunga ebook con cartaceo nella pagina di vendita.
Hai qualche suggerimento? Qualche immagine dell’interfaccia di yWriter presa dalla guida? 😎
Giulia Mancini
Gen 19, 2025 at 7:24 PM ReplyComplimenti Barbara! Hai fatto benissimo a pubblicare la tua guida e poi è bello “avere tra le mani” la propria creatura ossia il libro di carta, anch’io ho tutti i miei romanzi in versione cartacea in casa. E poi questa guida (niente affatto banale, secondo me ha un mercato da sviluppare) è il primo step, dopo verrà il tuo romanzo.
Riguardo ai tuoi sogni di scrittura di bambina, capisco la delusione del mancato apprezzamento di tua madre, però non credo che tua madre se ne sia resa conto, spesso i genitori non si rendono conto di come certe parole o atteggiamenti possano ferire i sentimenti di un bambino in crescita, o forse sono troppo stanchi, troppo presi dai problemi “concreti” della vita rispetto alle “fantasie” di un bambino, per questo bisogna essere clementi con loro. Pensa che mia madre non voleva farmi studiare perché io ero “femmina”. Comunque se la passione per la scrittura resta ferma nel cuore negli anni allora vuol dire che c’è davvero una passione reale.
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:58 PM ReplyGrazie Giulia! L’avevo presa molto alla leggera questa pubblicazione, quasi un esperimento per imparare come funziona Amazon KDP, ma trovarmi tra le mani il cartaceo stampato mi ha preso un po’ alla sprovvista, ecco. 🙂
Quell’episodio di bambina è stato il primo di tanti, risultato sia del momento che di un’educazione rigida, basata sulla concretezza delle cose semplici, per poter vivere in un mondo ostile in continua evoluzione. Sognare e desiderare di più era visto dai nostri genitori sia come un pericolo sul nostro futuro, un’inutile ansia per loro, che come un tradimento, un’ingratitudine verso quello che avevamo già. Peccato che il futuro dei propri figli richieda anche di lasciarli andare oltre le nostre conoscenze, lasciarli liberi di volare, anche quando rischiano di cadere.
Sandra
Gen 19, 2025 at 7:51 PM ReplySì, la carta indubbiamente dà concretezza alla pubblicazione. OMG è proprio lui, un vero libro da toccare e sfogliare, cosa che col digitale non avviene.
Disegni, scritte, manuali e racconti, forme espressive diverse unite dalla passione per la creatività e la narrazione. Oggi, cioè da qualche tempo ovviamente, Amazon offre un’opzione magnifica di poter pubblicare, nel senso di rendere pubblico svincolandosi da dinamiche editoriali spesso ingiuste e incomprensibili, le nostre opere, dopo un lavoro lungo e faticoso che tu hai sperimentato mettendo insieme questo manuale.
La mia informatica preferita ha proprio fatto bingo!
Brava, brava!
Barbara Businaro
Gen 20, 2025 at 7:59 PM ReplyGrazie Sandra! Questa cosa di avere il libro tra le mani mi ha proprio preso alla sprovvista! Caspiterina! 😀
Amazon e le altre piattaforme di self-publishing (ma soprattutto Amazon, diciamo la verità) hanno rivoluzionato il mercato editoriale, che piaccia o meno. E mentre qualche anno fa potevamo affermare che nel self-publishing finivano testi di scarsa qualità, oggi proprio non è più così. Da un lato ci sono editori che, per contenere i costi di editing e massimizzare gli incassi a suon di follower, si accontentano di stampare manoscritti sulla visibilità dell’autore. Dall’altro, ci sono autori di valore che hanno deciso di smarcarsi dalle logiche editoriali vecchio stile e investire nel self-publishing, con risultati altrettanto eccellenti. Un mondo tutto in divenire, quello editoriale.
Marina
Gen 22, 2025 at 3:09 PM ReplyOh, complimenti! Conosco questa sensazione, mi hai fatto venire in mente il giorno in cui ricevetti il pacco con le copie del mio romanzo. Mamma, che emozione! Ho delle foto che testimoniano la mia gioia e quella di riflesso dei miei figli (loro se lo ricordano ancora il trenino fatto per tutta la casa, ognuno di noi tre a sventolare un libro in mano).
Il tuo lungo lavoro approdato al cartaceo, brava! Sono soddisfazioni. Intanto questa. Arriverà anche quella legata al romanzo: volere è potere! 😉
Barbara Businaro
Gen 22, 2025 at 10:34 PM ReplySorrido immaginando il vostro trenino per casa e voi tutti sprizzanti di allegria! 🙂
Qui la reazione è stata più contenuta, un po’ perché era sera tardi, ero stanca ed avevo persino dimenticato il pacco in arrivo. Quando l’ho aperto sono rimasta un po’ bloccata dallo stupore. “Apperò!” L’ho mostrato al “socio di minoranza”, ha letto la quarta di copertina e dopo poco se n’è uscito con un “Le virgole sono tutte sbagliate qui!”
(è stato in quel momento che ha perso un bel po’ di quote della società, passando alla minoranza… 😛 )
Intanto Amazon ha finalmente confermato la pubblicazione del cartaceo e sono in attesa della stampa definitiva, senza la fascetta grigia.
L’insegnante di Inglese oggi mi ha chiesto come ho festeggiato, perché è un bel traguardo. Le ho detto che mi riservo i festeggiamenti veri per il romanzo. 😉
Luz
Feb 06, 2025 at 7:19 PM ReplyFinalmente riesco a leggere questo tuo post per intero e a rispondere.
Anzitutto… congratulazioni!! Sì, deve essere emozionante e lo si può immaginare. Per come sei accurata e appassionata, posso solo immaginare anche la qualità del volume. Non me lo perderò.
Bisogna farlo arrivare e un’ottima piattaforma sarebbe proprio Instagram, dove brulicano decine e decine di aspiranti scrittori e scrittrici. Magari si sono già pubblicati, magari devono ancora farlo o vogliono farlo meglio. Insomma, questa guida deve essere divulgata il più possibile. 🙂
Barbara Businaro
Feb 06, 2025 at 8:11 PM ReplyGrazie Luz! 🙂
La prima copia ufficiale della Guida è ancora qui a fianco al mio portatile, ogni tanto la sfoglio, un po’ soprappensiero, e mi stupisco ogni volta di averla pubblicata.
Devo effettivamente impegnarmi nella pubblicità, i cari vecchi “consigli per gli acquisti” come diceva Mike Bongiorno.
Perché su Instagram sono presente, ma non ho ancora un gran numero di follower e la maggior parte sono pure peaker straniere (addirittura, mi hanno chiesto se penso di tradurre la Guida in inglese… ma come?! Ci sono già le risorse in Inglese, me la sono dovuta scrivere apposta in Italiano!! 😛 )
Devo anche studiarmi la parte della promozione su Amazon, che è davvero complessa, con un meccanismo di sponsorizzate ad aste aperte alquanto confusionario…