Radionauta - Radio DeeJay Fans Club

[Radionauta] prima di webnauta

Ma da dove esce il nome webnauta? In questi due anni me l’hanno chiesto in molti. Nel senso letterale, è un astronauta della grande rete ma, nonostante non ci sia un’associazione immediata con la scrittura, non ho avuto il coraggio di lasciarlo andare. In fondo, il webnauta sono io, non c’è definizione che mi calzi meglio di questa.
Quando registrai questo dominio, il web non era certo così florido come lo conoscete ora. Eravamo in pochissimi, qualcuno per hobby, qualcuno per studio, a solcare su questo mare, le imbarcazioni erano modestissime e ancora poche le isole dove poter attraccare. Ma volevo che fosse il mio lavoro e come tale mi serviva un biglietto da visita, bello e funzionale, questa era l’idea. Occorreva un nome semplice da ricordare (i migliori, dicevano, sono i domini con soli 3 caratteri, le strutture di quei tempi non consentivano nemmeno la varietà di oggi), associabile all’esploratore di nuove frontiere tecnologiche. Sebbene ci fosse infinita scelta, quel nome non era facile da trovare.
Avevo poi da poco chiuso nel cassetto, con dispiacere, un altro progetto e volevo conservarne lo slancio.

Quello stesso cassetto l’ho riaperto pochi mesi fa, quando il mio amico Giancarlo Gianky Salinas mi chiede se può citarmi in una sua intervista per il blog Decadance . E lì è scattata la molla che tiene chiusi i ricordi, ed è stato un attimo accendere il computer e recuperare dai vecchissimi backup tutti i file di quel progetto.
Perché io, all’epoca, volevo fare la deejay… e [Radionauta] era una parte di me!

 

 

Cresciuta a mouse, cioccolata e DeeJay!

Quelli di Radio DeeJay li ho sentiti per la prima volta nel 1992: mio padre mi regalò un nuovissimo stereo Sony, casse rigorosamente in legno, e finalmente riuscivo a prendere anch’io la frequenza 89.30 quasi senza disturbi (c’erano giorni con il divieto di salire le scale, sennò non sento niente, grazie!)
La mia era la stagione del DeeJay Time con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, quella musica unz-unz che serviva a non spaccare i libri dopo i compiti e le interrogazioni della mattina, quel sano relax musicale dopo pranzo, prima di scendere nuovamente a patti con lo studio.
All’università sono cambiati i ritmi e dato che frequentavo al pomeriggio, mi sono ritrovata ad ascoltare di mattina lo zio Linus e il suo DeeJay Chiama Italia. Io crescevo e pure l’unz-unz iniziava a starmi stretto. Uno dei miei appuntamenti preferiti in quel nuovo orario? Il giovedì mattina c’era La mezz’ora Daria con Daria Bignardi, che presentava le nuove uscite librarie della settimana. E’ difficile infatti che in una radio commerciale si parli di libri, in pochi lo fanno.
Non c’era la rete, non c’era lo streaming, non c’era YouTube, non c’era nemmeno il sito. Niente repliche, niente trascrizione del parlato.
O l’ascoltavi, o l’ascoltavi.
Questa era la radio, prima del web.

Questo è un vecchio spot, che ho riciclato…

 

C’erano le compilation, i diari scolastici, cappellini e magliette in regalo al Premio Fedeltà, gli adesivi che si riuscivano a racimolare dai banconi dei negozi di dischi (c’erano ancora i dischi in vinile, le musicassette, il walkman!), i free pass delle discoteche collezionati come le figurine dei calciatori. Ma un anno, era il 1995, uscì in allegato a La Repubblica [Radionauta1], il primissimo cd-rom multimediale, il primo gioco interattivo con tutti gli speaker della radio nel ruolo di attori in un fantascientifico universo, su tre pianeti musicali diversi.
In offerta, come usava allora, 30 giorni di accesso gratis ad internet, le primissime connessioni. La radio sbarcava in rete e in video (in televisione c’erano già stati con DeeJay Television, ma io me l’ero perso, negli anni ’80 guardavo ancora i cartoni di Bim Bum Bam!)
Ma possibile che non ci fosse ancora un fans club a cui iscriversi?!

 

[Radionauta] la fanzine

[Radionauta] nacque perché non riuscivo a trovare un collegamento con gli altri fans. Di quei tempi risale anche la mia iscrizione a Michaelmania, primo official fans club italiano dedicato a Michael Jackson, organizzato con tessere d’appartenenza, un mercatino di scambio, raduni ed eventi nazionali, soprattutto un magazine trimestrale stampato addirittura in tipografia, la fanzine (contrazione di fan e magazine).
Non trovavo però qualcosa di simile per Radio DeeJay. Feci intanto conoscenza di Alessia da Palermo, che aveva cercato di mettere in piedi lo stesso tipo di organizzazione, a cui mancava l’elemento informatico, oramai necessario per realizzare una rivista più grafica e innovativa, che né la stampa a quattro colonne stile quotidiano con poche immagini.
Con fatica per le comunicazioni tra di noi, provammo a realizzare qualcosa insieme. Nacque così [Radionauta].

Il primo numero della fanzine era di Dicembre 1997. Già, sono passati ben vent’anni…
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Scusate, sono scivolata dalla sedia. Adesso mi riprendo. 🙁

Mettemmo insieme ben 20 pagine complete, con tanto di fotografie, sebbene venisse stampato, anzi fotocopiato, in bianco e nero e poi rilegato con nastro adesivo giallo o rosso (i colori del logo di DeeJay in quegli anni). Avevamo qualche collaboratore, volontari che ci inviavano foto dalle discoteche o dagli eventi della radio e scrivevano l’articolo per noi, ma erano ancora pochi per riuscire a tenere in piedi il tutto. Avevamo, e lo dico con orgoglio, le tessere stampate su carta kodak lucida (che poi – e qui svelo un segreto – si trattava di scarti di produzione in bianco delle normali stampe di un amico fotografo, un mio riciclo creativo!)

Per festeggiare questo ventennale e ringraziare tutti quelli che dopo tanto tempo ancora si ricordano di me, giusto un paio, ho rimesso insieme tutti i pezzi di quel primo numero.
Con fatica, ho rintracciato file dal backup, software con cui erano stati prodotti, immagini e font, e sulla nuova macchina sono riuscita a generare [Radionauta] in formato pdf (il computer che avevo all’epoca, credo un Intel 486, si era rifiutato dopo una notte di elaborazione!). Non ho potuto correggere i refusi e per alcuni font non esistono nemmeno le vocali accentate (che correggevamo a mano nelle fotocopie).
Potete scaricarlo gratuitamente da qui (clicca sull’immagine per scaricare):

 

[RADIONAUTA1] Numero 1 Dicembre 1997

 

E poi arrivò webnauta

[Radionauta] si fermò al primo numero, il secondo rimase a metà lavorazione.
Non prese il volo perché mancavano collaboratori che potessero aiutarci nella gestione e per smaltire velocemente tutta la posta, tutte le stampe e gli invii postali, le partecipazioni agli eventi, che dovevano essere inseriti nel magazine. Io e Alessia ci trovammo sole, nonostante avessimo diviso l’organizzazione in due sedi, nord e sud, per poterci già noi due suddividere i compiti.
Ripensandoci ora però, [Radionauta] non poteva funzionare per altri due motivi: non era il momento giusto e una radio non ha bisogno di una fanzine.
Non era il momento giusto perché il web stava soppiantando tutte le pubblicazioni cartacee e le fanzine si stavano già trasformando in e-zine, riviste in formato pdf inviate tramite indirizzo email, più veloce e più economico, zero costi di stampa e distribuzione. Gli stessi fans club nel giro di qualche anno si sono spostati in internet, all’interno dei forum dove la partecipazione è gratuita e la comunicazione è istantanea.
E poi una radio non ha bisogno di una fanzine, e nemmeno di un fans club esterno. Un cantante si, perché tra un disco e l’altro magari alcune news non vengono passate dagli altri media tradizionali e, prima dell’avvento dei social che hanno nuovamente rivoluzionato il settore, non c’era una comunicazione diretta con i fans (cosa a cui sopperiva il fans club, soprattutto per un cantante o gruppo straniero).
Ma una radio è in onda tutti i giorni, 24 ore su 24 o quasi. E la comunicazione è già veicolata dalla radio stessa, istantanea.
Quindi per [Radionauta] come fanzine era un po’ tardi, certo avrebbe potuto continuare come fans club, con un bel sito online.

Alla fine, per il mio sito fu spontanea la scelta di webnauta (ed ero in competizione solo con un’agenzia di pubblicità spagnola che aveva registrato il dominio .com)
Su questo dominio però ci rimase a lungo solo una pagina di “under construction”, perché non mi decidevo che destinazione dargli. Avevo già trovato lavoro e il biglietto da visita non serviva nemmeno più.
In questa avventura mi ha accompagnato il fedele Nostromo Oculus, che per anni continuò a dire: E se ci mettessi delle pagine per…? Potresti creare un sito di…? Che ne pensi invece di un forum su…? Ma dovrai farci qualcosa!
Non ho visto la sua faccia quando gli ho detto: Sarà un blog di scrittura, la mia scrittura.

 

Le cose belle

Radio DeeJay continuo ad ascoltarla, con tempi e modi sempre diversi. Ci sono stati anni in cui la mia radiosveglia era Platinette e, se ero ancora in viaggio, Il Volo del mattino con Fabio e Spank. Altre volte mi sono beccata quei pazzi del Trio Medusa o nel viaggio di ritorno la Pina, Diego e la Vale (è stato da loro che ho ascoltato una delle prime interviste in Italia di Sophie Kinsella per il suo I love shopping, che non avevo ancora letto).
Non ho potuto andare alla festa dei 30 anni al forum di Assago (e pensare che il mio ufficio madre è lì davanti!! mi sto ancora mangiando le mani…), ma c’è un passaggio molto bello che ancora oggi mi colpisce:

Le cose belle sono quelle che nascono per caso.
Voi potete passare la vita a inseguire un sogno e a non realizzarlo.
Ma quando una cosa la buttate lì, così, con il piacere di farla, quella roba diventerà la vostra vita. Linus

 

E tu, caro lettore, cosa volevi fare da piccolo? Io, volevo fare la deejay! 😉

 

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Comments (35)

Alessandro Blasi

Set 15, 2017 at 6:24 AM Reply

È vero!!! Hai utilizzato le mie citazioni “alla lettera” che ti ho fatto per anni!!! Grazie di avermi inserito nei tuoi ricordi. Quando abbiamo iniziato a fare web era troppo presto per determinate cose… però è stato bello essere tra i primi. Molti chiedono a me la stessa cosa: perché un blog che parla di informatica si chiama oculus? Ma questa è un’altra storia…complimenti per la tua!!!

Ps: io ho scoperto la radio un po’ dopo. A me piaceva fare musica a quei tempi, non ascoltarla. Quando ho conosciuto quello stupendo mezzo di comunicazione ho messo nel cassetto anche io il desiderio di fare lo speaker…e nel cassetto ho anche il sogno di fare il doppiatore!!! Magari nella prossima vita mi organizzerò meglio!!!

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:56 PM Reply

Sembra che io non ti ascolti/ti legga e invece me le ricordo tutte! 😀
Ah, nella prossima vita vorrei riposarmi: o faccio il gatto di casa o faccio il sasso. 😛

nadia

Set 15, 2017 at 7:50 AM Reply

Che bello il tuo sogno a piccoli passi vicino a realizzarsi. Quanta passione nelle tue parole e quanto impegno nel realizzare quello che mai scorderai. Sei sempre la stessa della foto. Non pare siano passati vent’anni. Complimenti!
Io da piccola volevo fare la maestra in Africa per insegnare ai bimbi poveri. Poi quando ho capito che dovevo aspettare un mucchio di anni e nel frattempo inventarmi altro mi sono fatta trascinare via dalla vita. Ma alle superiori con un’amica fissata per la letteratura abbiamo tentato di scrivere il primo romanzo poi lei è diventata giornalista e io sono rimasta a piedi. Tante idee poco chiare, insomma.

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:57 PM Reply

Nadia, sono sempre la stessa della foto…perché la foto è recente! 😛 Quell’immagine l’ha realizzata proprio Gianky Salinas questa settimana, così per scherzo!
Beh, la tua amica è diventata giornalista, ma tu un libro, anzi due, li hai scritti. Adesso sotto col prossimo!

nadia

Set 18, 2017 at 12:16 AM Reply

Accidenti mi hai fregata, anzi il bianco e nero mi ha fregato! Sì ci sono dietro al prossimo, ma ragazzi che fatica… io però aspetto presto il tuo primo!

Barbara Businaro

Set 19, 2017 at 9:47 AM Reply

E io spero che tu non debba aspettare tanto! 😉

Marco

Set 15, 2017 at 8:25 AM Reply

Da piccolo volevo fare l’autista di camion. Oppure guidare escavatori. E un po’ mi dispiace di aver lasciato perdere… 😉

silvia

Set 15, 2017 at 8:44 AM Reply

Ahahahahaha!! Sei sempre il mio mito Marco. 😉

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:57 PM Reply

Non conosco nessun bambino che non abbia voluto guidare un camion, un escavatore, un trattore, un autoarticolato, una bisarca o l’auto di Batman. Beh, quella la guiderei anch’io 😉

silvia

Set 15, 2017 at 8:48 AM Reply

Eh, Radio Deejay! Ricordi di tanti (troppi) anni fa!
Com’era diverso il mondo per noi rispetto a quello dei ragazzi di oggi. I miei figli ascoltano musica su Youtube e Spotify: certo, maggiore comodità e libertà, ma forse perdono quel substrato di cultura popolare che invece accomuna tutti noi.
Io, da grande? Insegnante di lettere. Sempre stato il mio sogno. Chissà perché poi ho preso altre strade. Probabilmente per paura che il sogno si avverasse. 🙂

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:58 PM Reply

La tecnologia si evolve velocemente, quasi troppo. Lo stereo Sony è ancora qui, resiste, ma faccio prima ad accendere lo streaming direttamente dal sito della radio, senza disturbi di frequenza. Il walkman sta in una scatola con altre quasi cento musicassette. Che poi già ora i compact disc (cd è pure un acronimo) sono alla polvere, sostituiti da chiavette usb e file mp3. In agosto ho buttato una trentina di vecchie vhs, sostituite dal moderno dvd (che è già vecchio, ci sono gli hard disk attaccati alle televisioni oramai). Chissà che altri salti quantici avranno le nuove generazioni!
In effetti sono proprio le paure a tenere lontani i sogni, come i cani da guardia che tengono lontano il postino che porta buone notizie.

Megalis

Set 15, 2017 at 10:02 AM Reply

Che bello conoscerti attraverso i ricordi. Da piccola volevo scrivere e poi chissà perché è il sogno che ho inseguito meno.

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:59 PM Reply

Forse sempre per le paure di cui parla Silvia qui sopra? 😉

Darius Tred

Set 15, 2017 at 10:14 AM Reply

Io da piccolo (cioè negli anni ’80 :-O …) volevo fare il falegname. Ho sempre avuto un debole per il profumo del legno in lavorazione… 😀
Poi Bim Bum Bam mi ha traviato… 😛

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 12:59 PM Reply

Dal profumo del legno al profumo della carta? Che sia una questione di cellulosa? 😀
Bim Bum Bam ha traviato molti di noi… Basta pensare solo a Pollon col suo “Sembra talco ma non è, serve a dare l’allegria!”

Darius Tred

Set 15, 2017 at 4:20 PM Reply

…per non parlare di Lady Oscar. 😀 😀 😀

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 4:23 PM Reply

No, non mi toccare Lady Oscar!! E’ bionda, occhi azzurri, fisico atletico, affascinante… capisci che non puoi proprio toccarmi Lady Oscar??! 😀 😀 😀

Elena

Set 15, 2017 at 10:39 AM Reply

Webnauta è un nome bellissimo e la storia che ha dietro ancora di più. Da piccola volevo fare la missionaria. Per certi versi è stato così per un bel po’… A volte i nostri sogni ci corrono dentro per sempre…

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 1:00 PM Reply

La missionaria è davvero curioso… però, a pensarci, anche col tuo lavoro attuale ti occupi dei bisogni delle persone, quelle che lavorano, no? 😉

Tiade

Set 15, 2017 at 10:42 AM Reply

Non puoi immaginare che corde hai smosso. Divisa tra rabbia e commozione e la voglia di raccontarti di riviste via mail e una poesia-grafica su “le cose belle”.
Cosa volevo fare da piccola (eoni fa)? Rincorrere lo stesso sogno che sto rincorrendo ora e trasformarlo in progetto.
È forse tardi, maledettamente tardi, ma sono ancora faticosamente in pista, e mi dico sempre che forse a furia di farcela ce la faccio.
Grazie.

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 1:00 PM Reply

Penso le medesime corde che si sono smosse in me per scrivere questo post (non a caso ci ho messo 4 mesi, più per smuovere i ricordi che il computer eh!).
Non è mai troppo tardi e di qualsiasi progetto si tratti, insisti, che sì, a furia di farcela ce la si fa.
Dopotutto pure webnauta ha trovato un posto suo dopo 20 anni! 😉

GiankySalinas

Set 15, 2017 at 2:15 PM Reply

Molto piacevole il tuo racconto, è sempre bello fare un viaggio a ritroso nel tempo ripercorrendo attraverso i ricordi come tutto ha avuto origine. Da buon fan di Radio Deejay ricordo che accolsi l’esistenza di un fans club con molto entusiasmo, l’idea stessa di poter contribuire attivamente era molto seducente, così come essere a contatto con i vari fans con le infinite lettere che tardavano sempre ad arrivare! Poi si… l’avvento di internet ha finito inevitabilmente con il soppiantare ogni tuo sforzo… Forse chissà, sarebbe dovuto nascere un anno prima, quando ancora internet era agli albori e per molti era ancora un utopia. Ma con il discorso dei “se” diventa tutto più facile. Quel che ti resta però oltre ai ricordi, è la consapevolezza di essere riuscita a creare qualcosa dal nulla! Dalle tue parole si evince tutta la tua passione e la tenacia che ti hanno permesso di aver dato vita al tuo progetto e quelli che si sono succeduti negli anni, e questo penso sia molto gratificante. Cosa volevo fare da piccolo? uhm…. un infinità di cose! Le idee e le passioni di certo no mi mancavano, tipico di un bambino che ha tanta voglia di crescere senza mai smettere di voler sognare. Per lo più erano cose prettamente legate a tutto ciò che ruotava intorno alla musica; speaker in radio, Dj, musicista… ma ci fù anche quella di diventare uno scrittore. Alla fine le mie sono rimaste un agglomerato di idee, senza mai riuscire veramente a concretizzarle. Ma su quest’ultima chissà… nutro ancora una flebile speranza 🙂 non è mai troppo tardi.

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 4:30 PM Reply

Benvenuto nel blog Gianky! Che confessione: ci fu pure l’idea di diventare uno scrittore!! Non è mai troppo tardi, è vero. Almeno per la scrittura non credo sarà mai soppiantata dalla tecnologia! 😉

newwhitebear

Set 15, 2017 at 5:58 PM Reply

sa piccolo? Niente Dj non ne avevo la stoffa o meglio l’orecchio! Però mi piaceva inventare e costruire qualcosa. Non per nulla sono diventato informatico, quando i computer andavano a manovella 😀

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 6:42 PM Reply

Da costruttore di algoritmi a costruttore di storie! Tutto torna, no? 😉

Elena

Set 15, 2017 at 8:42 PM Reply

Chi osa toccare Lady Oscar? Grrr

Barbara Businaro

Set 15, 2017 at 9:26 PM Reply

Darius… il quale ignora per esempio che la nostra megalis qui sopra è l’amministratrice della pagina Facebook La Rosa di Versailles (e relativo sito), nonché una brava scrittrice di fanfiction a tema Lady Oscar (si, megalis, ne ho letto qualcuno, belli belli 😉 )
Insomma, Darius, sei circondato! Giù la spada! Arrenditi!

Megalis

Set 16, 2017 at 4:42 PM Reply

Ti ringrazio per i complimenti, Barbara, mi fa piacere che sei andata a curiosare. E sì, Darius, difenderò Lady Oscar a spada tratta, non potrebbe essere altrimenti 😉

Giulia Mancini

Set 16, 2017 at 2:37 PM Reply

Molto bello questo escursus di ricordi, nel passaggio da Radionauta a Webnauta. Non ascoltavo radio deejay, però ogni tanto vedo il programma in TV, sono davvero bravi e simpatici. Dalla passione per la radio alla passione per la scrittura, ottima riconversione!

Barbara Businaro

Set 16, 2017 at 5:08 PM Reply

Grazie Giulia! Penso però che le passioni non si esauriscano mai del tutto, vanno a braccetto piuttosto 😉

Maria Teresa Steri

Set 18, 2017 at 4:31 PM Reply

Ma che bella storia, mi hai fatto fare un vero tuffo nel passato. Io ho sempre adorato le radio, ci ho anche lavorato per un paio di anni, beh lavorato è una parola grossa, comunque avevo un programmino domenicale in una minuscola radio in cui con una mia amica parlavamo di tutto un po’! Altri tempi 🙂

Barbara Businaro

Set 19, 2017 at 9:48 AM Reply

Oibò, niente male avere un programmino domenicale in radio, perché sminuirlo? Dev’essere stata una bella esperienza davvero! 🙂

Rosalia Pucci

Set 18, 2017 at 10:08 PM Reply

Io da piccola volevo fare la giornalista, o meglio la reporter nelle zone calde del mondo. Ho sempre avuto il pallino della scrittura. Che bei ricordi che hai!

Barbara Businaro

Set 19, 2017 at 9:58 AM Reply

Forse anch’io per un breve periodo ho pensato al giornalismo, poi però ho ceduto il passo alla fantasia, e alla regola del lieto fine. 😉

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