Quei disgraziati sono in Sicilia
Era un po’ di tempo che non mi capitava questa domanda e non ero più preparata alla risposta. “E tu, quanti figli hai?”
Ho imparato solo da adulta quanto questa domanda possa fare male ad alcune persone, perché anch’io esco da una cultura che vede un percorso preciso nella vita di una donna, con un buon lavoro, un matrimonio felice, una bella casa e ovviamente dei figli. Quindi pure io, in altre occasioni, ho chiesto informazioni sulla prole, senza nemmeno immaginare destini avversi. Per fortuna le nuove generazioni hanno sensibilità diverse e non si permetterebbero mai di indagare nel privato, a meno che non sia l’altro interlocutore a parlare di sé per primo. Ricordo anche una conversazione terribile con una signora anziana che non si limitò al mio laconico “Non ho figli” con sorriso di circostanza, ma volle continuare con riflessioni filosofiche del tutto inadeguate al momento. “Eh, ma i figli sono importanti, non possono mancare!” Altro mio sorriso di forzata cortesia, mentre la mia mente immaginava di mollarle uno schiaffone in pieno viso e la sua dentiera che volava fuori dalla finestra dell’ottavo piano…
Stavolta mi sono contenuta con un sereno “Non ho figli, non sono arrivati.” Dice tanto, dice tutto e in qualche modo il fatalismo o il volere di Dio insito nella frase li mette in qualche modo a tacere. Ma nel momento stesso in cui ho risposto con quelle parole, ho avuto un’eco lontana, un episodio di quand’ero bambina, prossima alle elementari, che non sapevo ancora scrivere, ma disegnavo molto bene. La mia memoria mi ha riportato ad un pomeriggio d’estate, lo stesso torrido caldo di questi giorni, solo più ventilato, nella vecchia masseria dei miei zii acquisiti. Un lungo pranzo nel grande cortile davanti la casa padronale si stava allungando in chiacchiere fino al tramonto. Dopo un paio di telefonate con invito dell’ultimo momento e qualcuno di passaggio, attirato dal cancello in ferro battuto aperto e dalle auto parcheggiate poco oltre, si era raggruppata una bella compagnia. Per altro ero l’unica bambina, ma la mia presenza finiva dimenticata in breve tempo per il mio quieto silenzio di fronte all’album da disegno e degli sfavillanti pennarelli nuovi. Però ascoltavo le storie dei grandi, mi piacevano le loro risate sincere, anche se non sempre capivo cosa c’era poi da ridere.
Alcune persone non le conoscevo affatto, una coppia in particolare giunta per il secondo giro di caffè: lei una signora dai modi gentili e un’affascinante strabismo di Venere, il marito simpatico, un po’ chiassoso, una bella voce squillante. Non ricordo esattamente come iniziò il discorso, stavo riempiendo il cielo col pennarello azzurro sul foglio, operazione quanto mai complessa. Qualcuno gli chiese forse come stavano i suoi figli oppure lui si intromise in una conversazione generale sulla preoccupazione dei genitori per il futuro dei propri ragazzi. Lui però sbottò all’improvviso, sovrastando tutta la combriccola, con un accorato “Quei disgraziati sono in Sicilia!”
Non mi aspettavo i risolini sommessi dei miei zii, che lo ascoltavano incuriositi, lo incalzavano di domande e non smettevano di sogghignare. Zio Mario, perché col tempo diventò un altro degli zii che hanno colorato la mia infanzia, si dilungò a spiegare di questi due ragazzi, ai quali aveva dato tanto amore e tanto denaro, e loro egoisti se ne erano andati a vivere in Sicilia, abbandonando i genitori quassù al nord. Nominò un paio di paesini sperduti dove risiedevano questi due figli, in condizioni alquanto precarie. Raccontò di tutti i sacrifici fatti per farli studiare e di quanto costasse l’aereo per raggiungerli. E questi disgraziati manco telefonavano a casa, per informarsi della salute dei loro vecchi. Una dovizia di particolari nella sua storia a sui seguivano, sempre più assordanti, le risate dei miei zii, mentre la moglie Lidia al suo fianco continuava a stringergli l’avambraccio, dicendogli di smetterla. Ma alla fine ha aggiunto pure la sua lamentela verso i due figli lontani, nemmeno una rosa per la loro mamma.
Non capivo perché erano tutti così euforici per un padre arrabbiato, anche se lui mi sorrideva e mi strizzava l’occhio destro, di tanto in tanto, e quei poverini laggiù in Sicilia, che nemmeno sapevo dove si trovava mai, era un’isola ma la distanza da casa nostra mi era ignota. Comunque mi suonava più come una tragedia che una storiella divertente. Devo aver chiesto sottovoce qualcosa a mia madre, perché poi mi fornì la spiegazione di quello strano siparietto. “Ci stanno prendendo in giro… Non hanno figli, non sono arrivati.” E io all’epoca mi chiesi che cavolo era accaduto alla cicogna, quella che porta i bambini, se i loro figli non erano arrivati. Si era persa lassù in volo? Aveva sbagliato indirizzo, magari finendo proprio in Sicilia? Non potevano mica inviare una seconda cicogna in sostituzione della prima?!
Comunque, dopo aver ricordato in maniera vivida questo episodio, ho avuto un secondo pensiero alquanto curioso: adesso potrei “ereditare” questa storia.
Prima non potevo per questioni anagrafiche, ma ora sono proprio nell’età giusta per avere due bei giovanotti laggiù in Sicilia, uno con la fissa delle barche, come il padre, fa lo skipper di bordo per alcuni viaggi privati intorno all’isola, non si sa mai dove trovarlo, mentre l’altro si è messo in testa di rilevare un’azienda agricola, trasformarla tutta a coltivazione biologica e aprirci pure un ristorante a kilometro zero, dalle parti di Cefalù. E quei due disgraziati pure lo sanno che la madre detesta l’aereo! Apposta me l’hanno fatta, di scegliere proprio la Sicilia!!
😛 😛 😛
Comments (24)
Grazia Gironella
Lug 10, 2024 at 8:45 AM ReplyOttima storia! Sono davvero difficili da scalzare certi discorsi, ma è vero, le nuove generazioni sono molto diverse sotto questo aspetto. Ricordo con quale silenzioso stupore mi sentivo rispondere da mio figlio “non lo so” a qualunque domanda sui suoi amici. Ed era sincero! Solo non gli veniva nemmeno in mente di fare domande agli amici su qualunque argomento personale, e all’apparenza a nessun amico veniva in mente di condividere informazioni personali. Allora mi sembrava una stranezza, ma leggendo il tuo post (ottimamente scritto, come sempre) mi dico: bè, esistono anche lati positivi. 🙂
Barbara Businaro
Lug 10, 2024 at 3:52 PM ReplyDa questo punto di vista, le nuove generazioni sono più fortunate di noi. La globalizzazione prima, con l’apertura di mercati e frontiere, e la rete Internet poi, social media compresi, li hanno messi a contatto con culture diverse, dove quello che per noi è normalità può essere interpretato come offensivo, e viceversa. La sfera personale viene molto più protetta di come lo era la nostra, in un certo senso, anche se magari i nostri genitori temevano per la nostra sicurezza, quando volevano sapere a casa di quale compagna andavamo a studiare, per dire. Dall’altra parte certi discorsi sulle vite private altrui erano gli unici passatempi dei piccoli paesetti di campagna. Fortuna che poi è arrivata la televisione, Mike Bongiorno e le telenovelas! 😛
Marco Amato
Lug 10, 2024 at 9:54 AM ReplyMa come? Hai due figli in Sicilia e non mi dici niente?
P.s. per molti del nord c’è quel retaggio della Sicilia come luogo lontanissimo ed esotico. Una editor di nostra conoscenza, una volta mi disse: mi è venuto a trovare in ufficio uno lontanissimo, dalla Sicilia. E io, ah.
No, perché, a conti fatti, da Catania, in due ore si fa prima con un aereo ad arrivare a Milano o a Venezia, che con tre ore di macchina a raggiungere Trapani. XD
Barbara Businaro
Lug 10, 2024 at 3:58 PM ReplyE che ti dico? Che ho due disgraziati a zonzo per la tua isola?! 😛
Per molti del Sud invece c’è la convinzione che qua al nord sia tutto più raggiungibile. Faccio prima a prendere un treno per Milano, Frecciarossa di 2 ore e mezza, che andare in auto all’aeroporto di Venezia, scomodissimo come zona e collegamenti. Che poi non è solo il volo per venire in Sicilia, aggiungici di essere in aeroporto almeno un’ora e mezza prima, lo stress dei controlli alla partenza e l’attesa alla discesa.
Sto aspettando il ponte sullo stretto di Messina io, per venirvi a trovare tutti… 😎
Marco Amato
Lug 11, 2024 at 12:09 AM ReplyAh, quindi se aspetti il ponte, in Sicilia non verrai mai. Male! XD
Barbara Businaro
Lug 11, 2024 at 11:57 AM ReplyDevo organizzarmi con due settimane di ferie attaccate, sia per vedere la Sardegna (amiche peakers lì, che mi mancano tantissimo) e sia per venire in Sicilia (qui invece amici blogger… e potrei pure fare una capatina a Ventazze, a salutare il commissario Pietrasanta 😉 ) Solo che ogni anno si incastrano altre cose e due settimane di fila non riesco.
Odile Mainet Maillard
Lug 10, 2024 at 10:43 AM ReplyIl titolo è strano e ho letto il tuo testo di oggi con curiosità ma anche gran piacere perchè è come sempre tanto ben scriptoria… vero… MA anche perchè non ne abbiamo mai parlato insieme… ho capito che non sia una demanda … ho la mia risposta … ne parleremo se vuoi… o no … un giorno … o mai … nel nostro mondo un po ´ più « moderno » , ho l’impressione Che sia possibile per una donna di dire : non ho voluto o non ho potuto … ma non è mai semplice da spiegare … ti abbracio in silenzio di amicizia … ( ti dirò un giorno come non è semplice di avere figli e questo , I zii non ti l’avevano detto … ). Ti amo
Barbara Businaro
Lug 10, 2024 at 4:05 PM ReplyAmica mia! Non ne abbiamo mai parlato perché abbiamo sempre tante altre cose da dirci, e poi per me è un cassetto chiuso, non lo apro più. Nel frattempo ho aperto tanti altri cassetti interessanti, tu lo sai bene! 🙂
Oggi dire non ho voluto avere figli (childfree) o non ho potuto avere figli (childless) non è sempre semplice, dipende dove ti trovi. Qui in Italia almeno ci sono ancora zone dove non si trova una mentalità aperta al prossimo, addirittura qualcuno considera il non avere figli una debolezza, non hai avuto il coraggio o non sei stata capace. Sono brutte persone, ma se vai a ben vedere sono anche persone molto limitate.
Un abbraccio! ❤
Daniela Bino
Lug 10, 2024 at 12:27 PM ReplyLe persone sono spesso indelicate, per distrazione o per ignoranza. La Trinacria è un’isola magica, cruda e passionale; va apprezzata a piccoli sorsi, beandosi di sole e cieli stellati che si riflettono su un mare che qui ce lo scordiamo. Perfetto per quei figli che sono sempre in noi e non solo nel cuore ma anche nei nostri sogni. E, per concludere, proprio per questo ci sono madri senza figli alle quali affiderei ciecamente il mio: sicuramente perché gli permetterebbero di vivere in una terra pura nella sua magia.
Barbara Businaro
Lug 10, 2024 at 4:09 PM ReplyLe persone sono indelicate per distrazione (non ci pensano), per ignoranza (ignorano proprio quale difficoltà ci siano dietro) o per cattiveria (conoscono benissimo la risposta, ma vogliono prendersi una qualche rivalsa, in genere c’è dell’invidia per qualcos’altro dietro).
Poi come dico sempre: la madre è una sola, severa e fastidiosa, non ti lascia fare niente. Vuoi mettere invece le zie?! Che forza della natura sono le zie!! 😉
Brunilde
Lug 10, 2024 at 4:51 PM ReplyHo un ricordo molto doloroso di quel periodo – ormai lontano – della mia vita in cui la cicogna sembrava non potesse proprio trovare la strada di casa mia.
Poi, il destino a volte ci sorprende, ed ora non saprei immaginare la mia esistenza senza mia figlia che, volutamente, ho educato all’autonomia e che, coerentemente con l’educazione ricevuta, molto presto se ne è andata per i fatti suoi. Non sapendo dove le sue scelte l’avrebbero portata, ho considerato l’ipotesi che se ne andasse lontana, magari non in Sicilia, ma comunque altrove.
La libertà è per me il bene più grande, per cui non ho mai interferito nelle sue decisioni, ma avevo già pensato a un mio futuro… di pendolarismo, in cui sareì andata a trovarla spesso, dovunque lei fosse, anche in Nuova Zelanda!
Poi, di nuovo, le cose sono andate diversamente: mia figlia alla fine è rimasta a vivere qui, stessa città, case diverse, vite diverse.
Oggi lei è il mio pensiero felice, il motivo per cui mi sento fortunata, per cui ogni giorno sorrido e sono infinitamente grata.
Quindi faccio fatica a capire come questo tizio riuscisse a raccontare di figli immaginari, lontani e ingrati, scherzando su un argomento così delicato, e doloroso.
A me, di certo, non verrebbe mai in mente di fare domande così personali.
Adozione, procreazione assitita, maternità surrogata sono argomenti che mi toccano sul vivo, ancora: so cosa si prova, è impossibile dimenticare.
Le persone dovrebbero essere meno indiscrete, meno insensibili, meno cattive, evitando qualunque domanda.
Barbara Businaro
Lug 10, 2024 at 5:21 PM ReplyQuesto tizio, zio Mario, scherzava su un argomento che l’aveva toccato da vicino, probabilmente (non ne ho avuto la certezza e non mi sono permessa di chiedere) con un lutto prima di una nascita. Era un’ironia terapeutica la sua, per se stesso e la moglie. Evidenziava anche le lamentele dei genitori presenti al tavolo, ricordare loro che in fondo si stavano lagnando di un dono immenso ricevuto. E per ricordare agli altri più giovani lì, i miei zii all’epoca universitari, che in fondo lui li aveva adottati un po’ tutti.
Purtroppo le domande personali esistono ancora oggi, come pure le persone indiscrete e cattive. Ma ti dirò di più: il peggio è nel mondo del lavoro. Non è passato molto che qualcuno volesse affidarmi un incarico impegnativo, soprattutto a danno del mio tempo libero, perché “tanto tu non hai figli”. Una sorta di discriminazione inversa.
Simona Fioravanti
Lug 11, 2024 at 8:35 AM ReplyMi viene in mente di raccontare – assolutamente calzato – il mio ormai irrispettoso modo di rispondere a sconosciuti che si arrogano il diritto di pensarmi invece incinta, solo perché il cesareo mi ha lasciato un bozzo che sembro sempre di 4 mesi, mentre la ciccia fa il resto.
Questo per dire, che la gente è fuori luogo e spesso cattiva, SEMPRE e con chiunque.
Soprattutto da quando i Social Media hanno concesso a tutti di poter dire la propria, senza filtri.
Prima lo sapevano solo la famiglia, quanto fossero scemi!
Ma tornando al punto, sai cosa rispondo quando mi dicono: “aaaa che bambina bellissima, e vedo che arriva un fratellino perché la Signora aspetta!!!”
Le guardo con disprezzo – tanto sono sempre Donne, non c’è dubbio – e dico: “Signora, io l’unica cosa che aspetto, è che la gente impari a farsi i ca**i suoi!” – sorriso di disprezzo – e tanti saluti.
Comunque non mi dispiacciono questi due nipoti in Sicilia, immagino già che possiamo organizzare un viaggio per andare a conoscerli. Granita & Brioche per tutti e si va diretti al 5 mese! <3
Barbara Businaro
Lug 11, 2024 at 12:04 PM ReplyAahhahaha, bellissima risposta la tua!! Da applauso e standing ovation!!! 😀 😀 😀
Guarda, ti capisco perché un’amica qui, pur essendo allenatissima, da 3 ore in palestra filate, è sovrappeso per problemi di salute (la tiroide le è stata asportata d’urgenza per tumore già da giovanissima). Prima si congratulavano con lei perché incinta, e non lo era. Adesso che è veramente incinta, un altro po’ deve tirare fuori l’ecografia per spiegare perché non può bere vino e mangiare verdura cruda…
Granita & Brioche in Sicilia sì, ma dico, e i cannoli siciliani con la ricotta?! 😉
carlo calati (massimolegnani)
Lug 11, 2024 at 9:54 AM Replyonore agli zii che con il loro arguto siparietto hanno alleggerito un tema che poteva essere pesante e onore a te che l’hai raccontato con una piacevole narrazione.
massimolegnani
Barbara Businaro
Lug 11, 2024 at 12:05 PM ReplyGrazie Massimo per l’apprezzamento! E benvenuto su questo mio blog! 🙂
Luz
Lug 11, 2024 at 11:59 AM ReplyIo, come forse ricorderai, affronto da sempre questo argomento con molta serenità. Quel post che scrivemmo a tre sul mio blog è una delle cose più interessanti che abbia fatto, scandagliare il nostro essere “childfree” o “childless”. Io non saprei dove collocarmi. Non sono arrivati ma non ho neppure fatto nulla per averli, da ciò deduco di non averli mai realmente desiderati, almeno ai tempi, come invece ho visto fare a tantissime donne.
Comprendo tutta la pesantezza della domanda ma, anche lì, io per esempio non sento mi bruci particolarmente. Capita puntualmente che me lo chiedano gli alunni, per esempio. Forse perché attratti da questa vivace prof e perciò curiosi di saperne di più. Io rispondo sempre serenamente. Poche settimane fa, in un aperitivo fra amiche che stanno cercando di conoscersi meglio una di loro mi ha chiesto espressamente di dirle il perché non ne avessi. Lei ne ha due, li ha avuti dopo una grandissima fatica e dopo i 40 anni, ha lottato strenuamente. Le veniva difficile comprendere al volo che ci siano donne che non hanno fatto la stessa trafila. Ma davvero ho risposto anche lì serenamente, perché capisco. L’istinto alla maternità è insito quasi in tutte le femmine (per dirla in termini biologici), è fisiologico perché madre natura deve poter attingere alla femmina per il prosieguo della specie. Ecco, io ci vedo questa cosa meccanicistica qui. Ben altro discorso quando insinuano, insistono e sono invadenti e fuori luogo. Sono oscenità inaccettabili.
Barbara Businaro
Lug 11, 2024 at 1:39 PM ReplyCara Luz, ogni donna senza figli si porta dietro una storia diversa e per la mia esperienza chi ha lottato strenuamente per averli, perdendo la battaglia, raramente racconta l’accaduto a cuor leggero. Come mi ha confidato un’amica non più giovanissima: “Non passa mai, nemmeno dopo tanti anni di psicoterapia, nemmeno dopo il sessantesimo compleanno riesci a scordare quei piccoli lutti, e probabilmente me li porterò nella tomba.” Per lei è qualcosa di mantenuto riservato, quindi un po’ protetto, se vuoi. Ma mi è capitato di raccogliere le lacrime profonde di una ragazza che ha perso le sue due gemelline all’ottavo mese di gravidanza, la cameretta già pronta, e tutto un futuro rosa davanti. Invece sono volate in cielo prima del tempo e con esse anche la possibilità di gravidanze future. E tutti sanno, perché una pancia di otto mesi e una cameretta pronta non li nascondi agli occhi delle persone cattive. E ce ne sono davvero tante di persone cattive, guarda caso sempre altre donne, fortunate senza nemmeno saperlo, perché l’empatia non si distribuisce in pillole, ahimè. Peggio ancora quando se ne escono con un “Perché non adottate?” senza conoscere minimamente le leggi italiane, le motivazioni per cui un bambino viene dichiarato lo stato di adottabilità e il costoso “mercato” delle adozioni internazionali.
Non credo nemmeno nell’istinto alla maternità a dire il vero, visto che ci sono donne che ammazzano la propria prole, sia gettandoli neonati nei cassonetti, sia chiudendoli in casa per andare in vacanza col fidanzato nuovo. Un figlio è un dono, non un merito e nemmeno un ostacolo.
Sandra
Lug 11, 2024 at 12:45 PM ReplyArgomento caldo anche per me.
Trovo che la soluzione di zio Mario sia spettacolare. Non credo che riuscirei a fare lo stesso, mi tradirei con qualche dettaglio, ma l’ho apprezzato ed è un bellissimo aneddoto.
Barbara Businaro
Lug 11, 2024 at 1:48 PM ReplyZio Mario aveva girato il mondo col suo lavoro, in livrea, alla guida di auto di lusso, Ferrari compresa. Aveva una mentalità aperta per la sua epoca.
Non so come mai la mia memoria abbia ricordato questo episodio, l’avevo proprio dimenticato e l’ho scritto per non perderlo di nuovo. 🙂
Giulia Mancini
Lug 11, 2024 at 4:33 PM ReplyGrande zio Mario, mi piace molto questo suo racconto sui figli emigrati al contrario, quasi quasi adotto anch’io un racconto analogo: sono cervelli in fuga, sono in America per lavoro. È molto che non mi arriva questa domanda per fortuna, ma in passato è capitato. C’è stata anche una anziana parente che affermó che una donna senza figli non valeva niente, poi però – io che non valevo niente – mi è toccato prestare al figlio, in difficoltà economica, i soldi per pagare il funerale della madre (soldi che non ho più rivisto per inciso) forse quindi qualcosa valevo…
Barbara Businaro
Lug 12, 2024 at 11:09 AM ReplyBella l’idea anche dei cervelli in fuga in America, una sorta di “aggiornamento” della storia, e considerati i nostri tempi ci calza proprio bene!
Consideriamo anche questo: ci sono stati re costretti a ripudiare le loro consorti perché queste non davano loro dei figli, necessari a mantenere viva la dinastia e tenere il trono. Quindi all’epoca in effetti una donna senza figli non valeva niente. Se non era una povera, non poteva nemmeno lavorare e l’unico modo di sopravvivere era trovare un marito facoltoso, il quale desiderava ovviamente degli eredi. Questo persiste in alcune culture, ricordiamocelo, dove la donna è costretta al silenzio, è costretta a nascondersi, è costretta a sposare chi viene designato dai suoi parenti. Però qui in Europa per fortuna la civiltà è in evoluzione e la donna non ha bisogno di prole per “valere” qualcosa. Anzi, per mia esperienza, nella generazione precedente, i figli erano spesso utilizzati come scusante dalla madre per non dover dimostrare di “valere” qualcosa nel difficile mondo del lavoro…
Franco
Lug 12, 2024 at 10:10 AM ReplyOgni donna senza figli spesso porta con se’ un uomo senza figli, che in tanti casi, come il mio, è anche la causa principale del less o del free. Contento comunque di vedermi accomunato in tanti tratti – specie quello dello sperpero senza senso.. ahah
Resta un argomento che tanti non sanno trattare, o del quale ancora non comprendono le infinite dinamiche, noi siamo fortunati comunque a non averla presa come un’amputazione colossale di esistenza e viviamo di nipotini (qualcuno adorabile e qualcuno più stronzetto, ma ci sta.. ). Un abbraccio intanto e felice di poterti seguire regolarmente ora..
Franco Battaglia
Barbara Businaro
Lug 12, 2024 at 11:33 AM ReplyHai detto bene Franco, c’è sempre una coppia childless, che a volte si sfalda anche completamente, non perché la causa del less sia dell’uno o dell’altro, ma per le tensioni subite, le cure mediche invasive, il percorso alienante, la stanchezza accumulata. Si perde la bussola e non ci si ritrova proprio più. Diverso invece per il childfree, perché è una scelta fatta dalla coppia, adulta e consapevole, che rafforza gli intenti. Poi molto dipende anche dalle rispettive famiglie di origine, nel nostro caso non siamo stati supportati, anzi. Qualcuno ha voluto approfittare della fragilità di quel periodo e i rapporti sono duramente compromessi.
Mi coccolo i miei nipoti “di cuore”, figli delle amiche vicine, uno l’ho tenuto in braccio che era uno scricciolo, adesso è almeno venti centimetri più alto di me, patente appena presa. Devo solo convincerlo che le Harley non sono le moto giuste per le Dolomiti… Poi c’è Lydia, bricconcella di due anni, adora gli unicorni e ha una libreria montessoriana ben fornita, ed Elia in arrivo per settembre. Speriamo che sia un altro motociclista… 😉