Istanti di gentilezza estiva

Istanti di gentilezza

Quando mi fermo per il pranzo lungo il mio cammino, colgo l’occasione per scrutare le vite altrui, come un documentarista osserva gli animali per ore nei loro piccoli atteggiamenti quotidiani.
Oggi mi ha colpito una signora, in un bar di periferia.
Seduta in un angolo a leggere il giornale, mi ha attirato per la familiarità con il luogo e le persone. Era chiaro che lei lì era di casa, perchè conosceva i nomi di tutti i camerieri ed anche perchè stranamente nessuno ha osato chiederle il posto a fine consumazione, quel tipico e insistente “Vuole qualcos’altro?” che ti fa sentire indesiderato.
Ma la signora era talmente parte dell’ambiente che gli altri clienti abituali la salutavano cordialmente alla pari del proprietario dell’esercizio, pur ignorandosi invece tra di essi. Questo mi ha forse impressionato perchè nel mio peregrinare non ho più trovato il vecchio ristoro di paese, quell’unico luogo dove tutti gli abitanti locali erano soliti ritrovarsi nelle pause, dove tutti conoscevano tutti e sapevano tutto di tutti. Le nostre città di oggi sono poveramente anonime. Possono passare mesi prima che tu incroci nuovamente l’inquilino del quarto piano o conosca il nuovo proprietario dell’interno 12.
No, non credo fosse questo che mi ha turbato.
Non mi ha nemmeno toccato la sua voce melliflua, troppo accondiscendente, quasi bambinesca, dovuta forse peraltro alla sua età molto avanzata, più della mia, quando il tempo scorre lento e noioso e non c’è più fretta alcuna, nemmeno di lesinare parole.
Anzi, la sua voce poteva addirittura risultare fastidiosa, irritante quanto il pesante trucco a colori contrastati, virtù di epoche passate, se non fosse per l’incredibile dose di gentilezza che colpiva, questa si, come un pugno allo stomaco.
Nessuno avrebbe potuto dirle di no o ignorarla, perchè lei era troppo gentile e affabile, perchè aveva un saluto davvero per tutti quelli che entravano, fosse anche un “Buongiorno!” ma detto con vera convinzione. Pure per me, avventore per errore, assoluto sconosciuto.
Non siamo più talmente abituati alla gentilezza, non fa nemmeno più parte di noi che il riscontrarla in un’altra persona ci ferisce, il metterla noi stessi in pratica in questo mondo frenetico ed egoista ci fa sentire solo dei cretini romantici, invece che persone migliori.
Abbiamo tutto da imparare da quella signora. Il suo saluto mi ha seguito per tutta la giornata e mi sono ritrovato a dispensarlo con il medesimo
entusiasmo.
Elargiamo istanti di gentilezza. In fondo, ci costano così poco!

 

Vecchio viaggiatore di panchine avatar Guest blogger: Vecchio viaggiatore di panchine
Di lui sappiamo poco o niente. Se non che viaggia parecchio, ci scrive da luoghi lontani, a volte anche senza muoversi affatto. Colleziona foto di panchine, ognuna delle quali ha contribuito al suo spirito ed alla sua penna.

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Comments (8)

nadia

Ago 04, 2016 at 8:24 AM Reply

Istanti di gentilezza o come pubblicizzato in “brodo caldo per l’anima”che ha proposto proprio di far dilagare gesti dissolutamente buoni in una realtà non più avvezza. Non potrebbe essere attività migliore da consigliare in giro

Barbara Businaro

Ago 04, 2016 at 8:00 PM Reply

Ma “brodo caldo per l’anima” è un altro blog che segui? Si, la gentilezza è un’attività da diffondere anche se a volte mi si è quasi ritorsa contro.

nadia

Ago 04, 2016 at 11:46 PM Reply

No Barbara, è il titolo di una serie di libri piuttosto famosi scritti da Di J.Canfield e M.V.Hansen, che raccontano proprio storie di gentilezze che cambiano la vita. Una vera coccola, infatti si definiscono “storie che scaldano il cuore e confortano lo spirito”.

Barbara Businaro

Ago 08, 2016 at 10:09 AM Reply

Grazie Nadia, non li conoscevo! E siccome ero proprio alla ricerca di questo tipo d’ispirazione, sei capitata al momento giusto! Ah, il karma!! 😉
Messi in lista (anche se vedo che non hanno ancora tradotto tutti gli originali)

iara R.M.

Ago 04, 2016 at 8:31 AM Reply

Dico la verità, essendo cresciuta in un paese dove tutti sanno tutto (si impicciano) di tutti, quando mi sono trasferita, non ho sentito la mancanza dei suricati di paese. Preferisco l’anonimato della città, dove si sceglie chi incontrare e per lo più, si incrociano sguardi di sconosciuti. Al momento, vivo in un posto dove c’è la così detta via di mezzo. Per il resto, come si fa a non condividere la gentilezza? Sono convintissima che sia una risorsa da riscoprire e da trattare come quelle specie di animali in via di estinzione. Come sempre, una lettura piacevolissima. Buona giornata. ^_^

Barbara Businaro

Ago 04, 2016 at 8:03 PM Reply

Eh, la via tra l’impiccio e la gentilezza a volte è sottile. O forse alcune persone usano la gentilezza per impicciarsi. Penso che qui il Vecchio intendesse gentilezza disinteressata. 😉

Daniela Bino

Ago 04, 2016 at 10:15 AM Reply

Gentilezza: quello che oggi andrò a condividere, ispirata da questo scritto, incursione nell’animo e nell’intelligenza umane. Grazie, Barbara!

Barbara Businaro

Ago 04, 2016 at 8:04 PM Reply

Più che altro c’è da ringraziare il Vecchio 😉

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