La vita è solo un momento. Chiudi la porta con educazione.

L’educazione inizia dalla porta

Quando esco di casa la mattina presto nessuno se ne accorge. La mia compagna dice che mi muovo con la leggerezza di uno spirito, non solo nel nostro appartamento, pure quando chiudo dietro di me il portoncino condominiale, con lo scatto automatico.
I suoi sogni vengono invece bruscamente interrotti dai lavoratori più giovani che escono dall’edificio circa un’ora dopo il sottoscritto, lasciando sbattere paurosamente lo stesso portoncino, anziché bloccare con un solo dito la sua corsa agli ultimi centimetri dalla chiusura e accostandolo per il breve tratto rimanente.
In termini di tempo il costo dell’operazione si aggira in una manciata di secondi. Hanno davvero così tanta fretta di buttarsi a capofitto nel traffico mattutino, che potrebbero evitare con cinque minuti di anticipo?
In realtà no, perché il comportamento è replicato ad ogni ora del giorno, rientri serali e festività comprese.
Sbattere la porta per loro è un’abitudine che si ripercuote anche nella chiusura del loro ingresso privato. Forse un modo per gridare al mondo l’esistenza della loro stessa generazione, così come pure io alla loro età ho sbattuto, anzi proprio lanciato con un tonfo finale, dietro di me sonore porte in faccia alle persone che mi opprimevano?
Nemmeno, in quanto il loro rapporto con i serramenti sembra essere un’eredità di famiglia di lungo corso, trasmessa anche ai congiunti.
Il povero portoncino viene maltrattato rumorosamente dal ragazzino, dal fratello maggiore, dal papà e dallo zio, dalla nipotina e le amichette, da mogli e da nuore, dalla nonna e le altre pie donne del borgo, pure dal bastone del nonno.
L’educazione dei tempi andati insegnava a bussare delicatamente, chiedere con permesso, attendere risposta prima di entrare ed accostare la il battente in ossequioso silenzio. Pare proprio che le cose buone ce le lasciamo alle spalle, a favore di pessime abitudini.
Potreste anche pensare che il loro sia invece un eccesso di felicità, l’energia incontenibile della gioia che trasmettono al portoncino, incapaci di frenare il loro entusiasmo nel corso della giornata, ma anzi volendo condividerlo col resto del mondo.
Giammai. Attraversano l’edificio con visi smunti, sguardi assenti, espressioni corrucciate in pensieri lugubri. Anche i più piccoli si muovono come se portassero sulle spalle enormi carichi di responsabilità.
Quelle rarissime volte che li incrocio nel cammino, mi salutano quasi offesi dal mio perenne sorriso gaudente. E ancora una volta la porta viene sbattuta con clamore.
Attendo curioso di vedere cosa accadrà quando le vetrate del portoncino decideranno di non poter sopportare oltre tutto quel carico di negatività e si spargeranno in mille pezzi nell’androne. Temo che la spesa verrà comunque ripartita per i millesimi di proprietà, dopo innumerevoli e inutili discussioni. Coltivo la speranza che per allora l’intelligenza artificiale avrà raggiunto sviluppi tali da poter sostituire il portoncino con un modello che possa rispondergli con cortesia.
Grazie e arrivederci.

 

Vecchio viaggiatore di panchine avatar Guest blogger: Vecchio viaggiatore di panchine
Di lui sappiamo poco o niente. Se non che viaggia parecchio, ci scrive da luoghi lontani, a volte anche senza muoversi affatto. Colleziona foto di panchine, ognuna delle quali ha contribuito al suo spirito ed alla sua penna.

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Comments (18)

Rebecca Eriksson

Nov 30, 2019 at 10:40 AM Reply

Io sono una di quelle persone che anche nel momento in cui calcia involontariamente un oggetto gli chiede scusa.
Sono cresciuta vivendo in tre case singole, dove l’esuberanza era sfogata in giardino.
Ora che vivo in appartamento cerco di essere il più tranquilla possibile e disturbare il meno possibile ed essere cordiale con gli altri condomini.
Alle riunioni condominiali sembra che il mio appartamento sia un’oasi felice, l’unico che non abbia problemi con gli altri condomini.

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:16 PM Reply

Non abbiamo un giardino e nemmeno un parco adiacente. Potrebbe essere una spiegazione plausibile?
Cerco anch’io di essere cordiale, ma alcuni approfittano della mia buona volontà, col rischio di essere il collettore che raccoglie le lamentele di tutti e il finanziatore principale delle migliorie del palazzo, pur di averle.

Barbara Businaro

Nov 30, 2019 at 1:35 PM Reply

Mentre ieri riportavo il testo per programmare il post, mi è venuto da sorridere. Sembra quasi che abitiamo nello stesso condominio, che di persone arrabbiate con le porte ce ne sono parecchie anche qui. Quando sbattono quella dell’ingresso, mi tremano i vetri della cucina, pensa un po’… 🙂
Stanno proprio messi male.

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:17 PM Reply

Tutto il mondo è paese. Tutti i condomini si assomigliano. 🙂

Sandra

Nov 30, 2019 at 4:29 PM Reply

Da noi, se non lo si accompagna, spesso rimane aperto, e quindi abbiamo pure la porta aperta e assai invitante per i ladri, di furti che ne sono già stati parecchi. Quindi davvero cosa costa chiudere con calma e controllare che in effetti sia chiuso?
Nulla, ma alla fine mi sono pure scocciata di fare cartelli gentili che invitavano a un gesto banalissimo, mentre spero che svaligino l’appartamento di chi ha questa pessima abitudine e non la mia. Gli inquilini del piano rialzato probabilmente non ne possono più di quel rumore ripetuto.

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:37 PM Reply

Non credo che una porta chiusa sia oggi un grande ostacolo per i ladri. Ci sono serrature vetuste che si aprono con una semplice graffetta ed altre elettroniche per cui basta qualche strumento in vendita online. Semmai i ladri vivono proprio dell’indifferenza di queste persone.
In uno degli edifici del quartiere, approfittando di un angolo buio per una lampada comunale bruciata, si sono arrampicati per le grondaie ed hanno raggiunto il secondo piano, dove gli inquilini erano usciti per una cena, proprio nel periodo delle festività natalizie. Nessuno si è accorto di nulla, perché i rumori potevano essere del terzo piano, o del quarto, o del dirimpettaio. E nessuno se n’è preoccupato.

Giulia Mancini

Nov 30, 2019 at 6:09 PM Reply

Io odio chi sbatte le porte, ma sembra un’abitudine diffusa come purtroppo la cattiva educazione. È un bel gesto accompagnare la porta per evitare che sbatta, è un modo di essere gentili con la vita e con il prossimo.

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:41 PM Reply

E pure con sé stessi, alla fine. 🙂
Non comincia male una giornata con il fragore di una porta sbattuta alle proprie spalle?

Elena

Nov 30, 2019 at 7:00 PM Reply

Ehm, io le porte non le sbatto, daccordo, ma quanto a rumore… sono sbadata, sempre di corsa, con una buona dose di lividi ai confini del corpo. La fretta di fare spesso mi attanaglia, Invece questo post mi comunica pace e pazienza. Ne avevo proprio bisogno!

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:47 PM Reply

Chi va piano, va sano e lontano, cara Elena.
Tipico dei vecchi rispondere per adagi… 🙂 Ma tutte le mattine inciampo nella gamba del mobile in ingresso, una di quelle zampe di leone scolpite nel legno che sporgono pericolosamente oltre l’ingombro del mobile stesso.

Grazia Gironella

Nov 30, 2019 at 10:21 PM Reply

Mi piace l’idea del portoncino con una personalità. Intelligenza artificiale a parte, ci starebbe bene che fosse gentile con chi lo merita e desse qualche sculacciata alle persone giuste.

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 3:59 PM Reply

Una porta a doppio battente, stile western, che se non accompagnata alla chiusura prende lo slancio e ti dà un bel colpo al deretano? Potrebbe essere un’idea simpatica! L’educazione a suon di sculacciate, vecchio stampo.

Marina

Dic 01, 2019 at 8:29 AM Reply

Pensa che strano, nel mio condominio l’invito è quello di sbatterla la porta, altrimenti non si chiude da sola: la cosa simpatica è che anziché provvedere ad aggiustare la molla, sostituendo quella che non funziona più, la cortesia di “chiuderla con forza” è richiesta su un foglio scritto in stampatello e attaccato sul vetro del portone con lo scotch.
Come dire: ineducati non si nasce, si diventa!

IlVecchio

Dic 01, 2019 at 4:10 PM Reply

La molla non si aggiusta, o si regola la chiusura oppure si cambia tutto il chiudiporta automatico, braccetto compreso. Questo lo so perché in altro edificio l’ho smontato e cambiato io. Cinquanta euro dal primo ferramenta e un po’ di pazienza.
Sempre lì torniamo però, alla pazienza…

Nadia

Dic 04, 2019 at 4:33 PM Reply

Tutte le mattine intorno alle 5 il portone sbatte come se fosse colpevole di tutti i guai della tipa che esce per andare a lavorare. In realtà credo sia il suo modo per far sapere al resto del mondo che lei è sveglia. Mi domando se usa la stessa grazia anche con la macchina sbattendola ovunque nel tragitto fino al lavoro. Tipa strana la signora, che da tempo ha superato l’età della pensione, eppure l’educazione fa ancora fatica a impararla…

IlVecchio

Dic 05, 2019 at 8:23 PM Reply

Se da tempo ha superato l’età della pensione, e ancora tutte le mattine di alza intorno alle 5 per andare a lavorare, abbiamo capito quanto triste dev’essere la sua vita. Però né la porta sbattuta né gli altri condomini infastiditi le saranno mai d’aiuto in questo.

Luz

Dic 05, 2019 at 8:11 PM Reply

Eh, la sai lunga tu. Io abito a pian terreno, accanto al portoncino che conduce ai parcheggi sotterranei. Ti lascio immaginare, caro Vecchio, come conosca tutti dico tutti i movimenti dei condomini, che vanno e vengono, senza mai “accompagnare” quella maniglia.

IlVecchio

Dic 05, 2019 at 8:29 PM Reply

Quel portoncino ci manca. I nostri garage hanno accesso solo dall’esterno e siccome i basculanti sono pesanti quelli non riescono a sbatterli. Anche perché sono privati e costano parecchio. Al solito il problema si risolve quando tocca la propria tasca.

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