Un giorno di pioggia

Un giorno di pioggia

Un giorno come tanti altri, grigio di pioggia che mi inzuppa le scarpe, mi fa sentire freddo in viso, intristisce i miei pensieri.
Una mattinata decisamente storta: il risveglio con il mal di testa, la città immersa nel caos di traffico e pozzanghere, una lezione noiosa cercando di carpire il senso delle parole…Cammino e penso, sotto l’ombrello, diretta verso casa, il silenzio che mi aspetta.
Ad un tratto tu, bagnato fradicio. “Scusa, mi dai un passaggio? Non ci sono portici nel raggio di un chilometro.” Senza coscienza in un mondo così violento, mi fido di te e ti porgo l’ombrello da dividere a metà. Continuo a camminare, dandomi della stupida e pensando a mia madre che mi ripete di non dar retta agli sconosciuti, anche se hanno la faccia pulita.
Il marciapiede stretto, l’ombrello piccolo, le pozzanghere da evitare, altri passanti con altri ombrelli ci costringono a stare vicini, il tuo respiro sul mio collo, lo sento attraverso i capelli umidi. Non so chi sei, da dove vieni, cosa fai eppure non m’importa: un brivido mi passa per la schiena, mi piace questa sensazione di pericolo che mi risveglia i sensi. Un attimo giro lo sguardo sul tuo volto, tu lo sai e mi sorridi, un gran bel sorriso, un raggio di sole in una mattinata senza senso, che vuol dirmi qualcosa, tutto e niente.
“Io sono arrivato, e questo me lo regali?” E riprendendomi l’ombrello: “No!! Mi serve!!”. Ci salutiamo ridendo.
Ed io mi sento come se avessi ricevuto un filtro magico, un sorriso sgargiante sul mio viso, la mia buona azione per oggi…e un po’ di più!
Ci rivedremo, lo so, in un altro giorno di pioggia.

 

(c) 1997 Barbara Businaro

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