Saltare nella tempesta - My Peak Challenge Peaker Jump 2022

Saltare nella tempesta

Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.
Paulo Coelho

Quest’anno è stato davvero difficile scattare questa foto, il mio Peaker Jump, il mio salto verso il cielo.
Non perché mancassero i muscoli, anche se quest’estate non sono riuscita ad allenarmi con la mia consueta costanza, a causa del caldo eccessivo e alcuni problemi di salute che proprio il clima si è portato dietro. Prima di accendere la macchina fotografica infatti, mi metto a saltare una, due, tre volte. Studio il terreno circostante, trovo un buon appoggio, recupero l’equilibrio all’atterraggio, risveglio i quadricipiti all’azione. Mi stupisco sempre di quanto arrivo più in alto di quanto creda mentre sto saltando.
Nemmeno il brutto tempo, con quella cupola scura incombente sopra la mia testa, poteva distogliermi dall’intento. Anzi, io adoro la poesia della pioggia.
Le nubi minacciose cariche d’acqua furente, il mare in parte ancora illuminato dal sole, le onde agitate ricche di spuma bianca creavano una scala cromatica eccezionale. L’aria frizzantina, dopo giorni di calura infernale, era carica dell’elettricità della tempesta in arrivo. Uno scenario spettacolare, perfetto per lo spirito del salto. A volte è necessario saltare nella tempesta per vedere la luce.

Così lì, su quella collina in Puglia, sopra la cittadina di Peschici, guardando la Baia dei Trabucchi, avrei continuato a provare quel salto finché non fossero scese le prime gocce (cioè nemmeno dieci minuti dopo 😛 ) Era l’ultima giornata disponibile, prima della partenza verso casa. Per tutta la settimana avevo osservato diversi posti che sarebbero stati adatti per lo scatto, ma non avevamo la macchina fotografica e la mia maglietta peaker dietro, entrambe custodite gelosamente. Torneremo, torneremo e alla fine non si ritrova più la strada, con tanto altro ancora da vedere e scoprire in una regione così splendida.
Non è stato questo a rovinare quel salto, ma la fretta e il disinteresse di chi mi accompagnava.

Purtroppo per questo scatto devo chiedere l’aiuto dell’assistente fotografo, perché occorre l’occhio umano a verificare l’inquadratura e non posso, mi pare ovvio, fare tutto da sola. Dovrei cambiare attrezzatura e dotarmi dell’autoscatto continuo, telecomando a distanza e treppiede per fondo sconnesso, ma comunque non avrei il controllo del risultato, se non dopo decine e decine di scatti a vuoto, magari difettosi solo per un millimetro di piede fuori dalla sequenza. Sprecherei più energie a correre avanti e indietro tra il punto dove saltare e il cavalletto posizionato, che nell’esercizio stesso. Rischiando poi di perdere le condizioni di luce giuste, la Natura non replica mai le sue meraviglie, l’arcobaleno non dura che pochi istanti e devi saperlo afferrare.
La mattina era già iniziata sbuffando, seguendo proprio l’avanzare uggioso della burrasca. La richiesta di fermarci per fotografare il mio peaker jump, tanto non si poteva andare in spiaggia, era stata accolta con astio. E devo dirlo: quell’atteggiamento mi ha ferito. Perché io a questo scatto ci tengo davvero parecchio.
L’avevo presa molto male, soprattutto quando al rientro, osservando le fotografie direttamente dal computer portatile, la migliore di queste, per luminosità, inquadratura, colori sullo sfondo, era completamente rovinata… da un filo d’erba. E lo stesso si presentava in almeno cinque sequenze. Perché non ce ne siamo accorti?!
Perché talvolta tocca davvero saltare nella tempesta e prendersi il meglio di quel che viene.

Proprio questa è la mia riflessione di Settembre.
Da tutti è considerato un mese di ripartenze, se non addirittura di svolte nella propria vita. In effetti per due anni, quasi consecutivi, ho annunciato un cambio di scrivania, alla ricerca di un’altra dimensione anche per la mia scrittura. Non ho pianificato al momento rivoluzioni di questo tipo, anche se nell’ultimo mese sto quasi accarezzando l’idea di ritornare nel settore privato, quanto deludente si è rivelato l’ambito pubblico, fossilizzato in schemi arcaici che solo altre due generazioni potranno sperare di abbattere. Tergiverso perché nei miei desideri, specie dopo gli avvenimenti politici recenti, è di lasciare proprio questo paese. Nonostante il mio proverbiale ottimismo, nutro poche speranze per il futuro, lo ammetto. Mi preparo a saltare nella tempesta, con coraggio.

Normalmente a settembre faccio il punto anche con le mie Tre parole per una rotta, quelle tre parole selezionate lo scorso gennaio che dovrebbero guidare le nostre scelte, personali, famigliari o lavorative, lungo tutto l’arco dell’anno, giorno per giorno. Anche se sembra un gioco innocente, nasconde enormi potenzialità.
In onore della community My Peak Challenge a cui partecipo con entusiasmo da oramai sette anni, le scelgo in lingua inglese e per questo 2022 le mie tre parole magiche sono: Luminous (luminoso, smagliante, ma anche chiaro, facile da capire), Inspire (ispirare, incoraggiare ma anche immaginare, influenzare) e Reach (raggiungere, ottenere, conseguire ma anche allungarsi, estendersi, tendersi). Tutte parole che portano con sé un duplice significato, oltre alla mera traduzione.

Luminous, che ricorda tanto la parola Lumos ai fans di Harry Potter, mi sta aiutando davvero molto in questo anno un po’ buio. Gennaio era partito con la defezione di alcuni collaboratori in determinati progetti personali, per cui mi ero ritrovata con un carico straordinario di attività sulle mie spalle. A questi abbandoni, che hanno trascinato con sé anche l’amicizia a quanto pare, se ne sono aggiunti altri in primavera e diversi malumori tra i rimanenti (sono stata io la causa di tutto questo? ci ho pensato a lungo e ho concluso di no, assicurata anche da terze persone). Un’altra volta gli incarichi degli assenti si sono riversati su di me e stavo davvero per esplodere. Ho preso un lungo respiro (inspire), ho cercato di illuminare tutte le direzioni davanti a me (luminous) ed è stato lì che degli angeli meravigliosi sono giunti in soccorso. Dopo mesi di fatiche, tutti insieme stiamo raggiungendo (reach) un nuovo equilibrio.

In questa tempesta, la scrittura, da non confondersi con la ricerca della pubblicazione, restava il mio angolino di pace. Ho cercato di non sospendere mai la mia presenza qui sul blog, ma qualche mese i post sono stati tre invece di quattro, meno di uno alla settimana. Ho scritto anche meno racconti e meno storie vere di quanto avrei voluto, ma è vero che esigo sempre molto da me stessa. Ho tralasciato parecchi attività collaterali del blog, già rimandate dai due anni di assestamento lavorativo.
La tempesta non è finita, forse è appena iniziata, ma quanto meno sto imparando a muovermici in mezzo…

Affrontare la tempesta
con strumenti nuovi

In tempi di crisi, bisogna investire sul futuro, dicono quelli bravi dei mercati finanziari.
Così ho fatto. Dopo un anno che tergiverso, osservando il saliscendi dei prezzi e il rincorrersi delle novità, alla fine mi sono decisa a investire le mie risorse per un nuovo collaboratore, un portatile nuovo di zecca. Anche perché il precedente, oltre ad essere davvero lento (non era stato acquistato per le attività degli ultimi mesi, la sua potenza di calcolo è di poco superiore alla Olivetti Lettera 82…), aveva cominciato a dare seri segnali di cedimento, spegnimenti improvvisi e temibili schermate blu.

Il nuovo mostriciattolo da dove vi sto scrivendo non è esattamente quello che volevo, a dire il vero (stavo guardando i Dell, utilizzati tantissimo nel mio vecchio lavoro, macchine eccezionali, poi mi avevano consigliato gli Asus, ma il precedente era proprio un Asus eh, poi ero lì lì per permutare un rene con un portatile da gaming, tipo un Rog, alla fine ho acquistato un HP). Ho preso al volo un’occasione, e per ora mi trovo abbastanza bene. Passare da 4 a 16 GB di memoria ram è come salire nuovamente in Ferrari e subire un’accelerazione improvvisa al sedile. Purtroppo non mi piacciono moltissimo le novità introdotte da Windows 11… ma anche qui sto investendo sul futuro, visto che il supporto a Windows 10 scadrà al 14 ottobre 2025 e per allora sarà il mio ufficio a dover preparare e configurare almeno un centinaio di nuove macchine con Windows 11. Allegriaaaaa!!!

C’è solo un piccolo problema: sulla nuova tastiera mi hanno spostato la “ù” in alto a destra, dove non arrivo col mignolo, e hanno messo al suo vecchio posto il tasto “invio”. Il risultato è micidiale: tutte le volte che devo scrivere “più” inoltro un messaggio troncato… 😛

La confusione sul GDPR e Google Analytics

Il nuovo collaboratore è arrivato giusto in tempo per affrontare un’altra tempesta: la crisi di Google Analytics in Europa.
Cerco di farvi un riassunto semplice di quanto successo: il 9 giugno scorso il Garante della Privacy ha dichiarato ufficialmente che Google Analytics 3 (detto Universal Analytics, con codice tipo UA-00000000-1) non è a norma con il GDPR (Sì, già, di nuovo lui… ne avevo scritto qui, quando nel 2018 ho dovuto correre per sistemare tutti i moduli del blog: GDPR per blogger: maggiore privacy o un lucchetto alle parole?) In seguito a denuncia e opportune verifiche, il Garante ha ammonito la società Caffeina Media S.r.l., che gestisce il proprio sito web con l’utilizzo di Google Analytics 3 (come del resto tantissimi altri in Italia, essendo un ottimo servizio anche in versione gratuita), ad adeguarsi alla normativa, entro il termine di 90 giorni dalla sentenza, quindi già scaduto al 9 settembre scorso. Questo ha ovviamente messo in allarme il mercato della rete, dagli operatori di marketing a qualsiasi azienda proprietaria di un sito, che utilizzano le statistiche per lavoro, per cercare di capire le preferenze dei clienti e migliorare i prodotti.
Qui trovate maggiori dettagli: Google Analytics è illegale in Europa e Regno Unito?

Come spiega su AgendaDigitale.eu lo stesso Guido Scorza, componente del Garante della Privacy, il problema nasce dall’annullamento del Privacy Shield, l’accordo sul trattamento dei dati personali tra UE e USA, ancora nel 2020. La soluzione quindi deve essere trovata a livello politico alto, con un altro accordo giuridicamente vincolante, prima di mandare in crisi non solo le imprese di entrambe le parti ma anche alcuni servizi, dai social network agli shop online, compresi i sistemi di trasferimento del denaro, considerati oramai essenziali dai cittadini.
Ad oggi, questa soluzione non è ancora arrivata, le ultime notizie sul caso consigliano di passare alla nuova Google Analytics 4, una versione aggiornata (GA4 con codice solo numerico) che Google ha rilasciato anzitempo proprio per sopperire in parte alla problematica.

Ed è proprio questa la direzione che ho preso, in mancanza di altri aggiornamenti. Avevo già attivato la proprietà GA4 lo scorso maggio (se volete capire come, qui c’è una guida pratica del support di Google: Aggiungere una proprietà Google Analytics 4), in fase di test per capirne le funzionalità, ma a fine agosto ho chiuso il vecchio GA3 e configurato il blog per usare solo la nuova versione. La conseguenza è stata la perdita di tutte le statistiche, sia degli anni precedenti ma soprattutto tra gennaio e maggio 2022, misurazioni per altro comunque affette da errore negli ultimi mesi.
Da tempo infatti Google Analytics è considerato il babau dei dati personali dagli utenti non addetti ai lavori, sulla barra dei Cookie si preferisce cliccare su “Rifiuta tutti” senza leggere l’informativa e dunque molti accessi non sono registrati. Per sapere quanto piace il blog, devo andare sulle statistiche del provider, dove però vengono conteggiati anche i miei interventi, nonché vari automatismi della rete.

Dovrei affidarmi al numero dei commenti per ogni post? Direi proprio di no, avevo un numero maggiore di commenti negli anni in cui questo blog veniva considerato solo dagli amici, mentre oggi che è ben indicizzato su Google (senza Analytics, quello è un altro servizio) ricevo meno commenti pubblici, ma molte più mail e messaggi privati nei vari social.
Come si fa quindi a sopravvivere senza le benedette statistiche? Ecco le 8 strategie di marketing in un mondo senza tracciamento consigliate da Riccardo Scandellari, consulente e formatore su Marketing Digitale, Comunicazione e Personal Branding.

My Peak Challenge Peaker Jump 2022 - sequence

Le novità del blog
e della scrittura

Con il nuovo collaboratore al mio fianco, sto cercando di recuperare il tempo perduto in questi mesi, tutte le idee e i progetti rimasti solo sulla carta perché mancavano tempo, spazio e serenità. Il frescolino di Settembre mi ha regalato una bella energia rinnovata.
Si comincia dal mio account Instagram, ancora non pienamente sfruttato. Intanto ho imparato a creare le Stories con il link diretto a webnauta.it, in occasione dell’uscita di ogni nuovo post qui sul blog (da novembre 2021 non esiste più il blocco dei 10 mila followers). Questo aiuta in parte a sopperire alla mancanza dei link nei singoli post di Instagram, anche se le Stories durano solamente 24 ore per definizione.

Poi ho sistemato la mia pagina bio sempre in Instagram, con un nuovo link verso un menù personalizzato di webnauta.it
Avete presente infatti il servizio Linktree? Vi creano un unico link, del tipo linktr.ee/vostronome, dove avete una sorta di paginetta con il vostro logo e dei bottoni colorati, i quali indirizzano l’utente ai vari punti del vostro sito e/o diversi altri social. Viene utilizzato sul profilo di Instagram, dove è consentito l’inserimento di un solo indirizzo url. Il servizio free di Linktree però è scarsino in quanto a template grafici, stile dei bottoni e dei font. L’abbonamento a pagamento parte da 4 euro/mese (48 euro/anno) in su.
Allora ho trovato il modo di costruirmi quella pagina direttamente all’interno del mio sito, con applicato anche un redirect automatico per togliere il “/wordpress” dall’url completa. Si crea una “landing page” (ogni template professionale di WordPress contiene questo modello) e si personalizza quello. Ecco il risultato, già inserito nella mia bio Instagram: www.webnauta.it/link/

Per scegliere i colori dei miei bottoni, ho utilizzato una palette dal sito Coolors.
Questo è uno strumento preziosissimo: vi genera degli schemi di colori, potete scegliere voi la numerosità dei colori da inserire nella palette, come i valori di contrasto e luminosità, la scelta tra toni freddi o caldi, addirittura caricare un’immagine e farvi “estrarre” un possibile schema di colori (ad esempio da un logo aziendale, per creare poi un sito sulla base di quei colori). In più trovate un generatore casuale di palette, se state partendo da zero per il vostro progetto, come i trend del momento, i colori più amati dal pubblico.
Se avete voglia di cambiare i colori del vostro blog, potete partire proprio da uno di questi schemi. 😉

webnauta.it - pagina bio Instagram

Non è mica finita qui, il nuovo collaboratore è davvero efficiente! 😉
Da poco ho esaurito gli ultimi segnalibri di webnauta con il frontespizio dedicato al libro Quella notte, nel bosco, la terza antologia di racconti del gruppo di scrittori di Buck e il terremoto. Ma da tempo volevo realizzare un segnalibro tutto mio, solo webnauta. Ma cosa farci stampare sopra? Mumble mumble…
Quest’estate ho avuto l’idea, durante una sessione di allenamento liquefatta sul mio tapis roulant (con il sudore, se ne vanno le tossine, si abbatte lo stress, si liberano i pori e soprattutto le belle idee!) Quale racconto in questi anni mi ha dato maggiori soddisfazioni?!
Ecco quindi il nuovo segnalibro, con il frontespizio dedicato a La storia di Liam e Caitlyn (al prossimo Halloween sarà la puntata numero 7!). Mentre nel retro viene presentato il blog, con l’aggiunta di un campo note. L’idea è di passare il segnalibro con un consiglio di lettura, considerato che infilo sempre un paio di segnalibri nei volumi che porto alla casette dei libri nel parco di quartiere.

Entrambe le facciate mostrano anche il relativo QR code da scansionare per arrivare dritti dritti sul blog. Tecnologia che si sta diffondendo rapidamente, dal QR code del menù del ristorante, senza necessità di igienizzazione in tempo di pandemia, al codice personale per la raccolta dei punti premio nell’app del negozio preferito, senza contare la segnaletica turistica dove un semplice quadrato ci consente di accedere a maggiori dettagli informativi ovunque nella rete. Insomma, nessuno si spaventa più a vedere quello strano quadrato stampato così male. 😀
Se vi interessa crearne uno, potete usare questo generatore gratuito: qr-code-generator.com

La storia di Liam e Caitlyn - segnalibro webnauta 2022

Cos’altro porterà ancora l’autunno? Tanta scrittura in arrivo. Almeno questo è nei miei programmi.
Intanto in questi giorni mi hanno confermato una storia vera in uscita per la fine di ottobre. E’ molto bella, di quelle che fanno guardare al futuro con ottimismo e sarà anche la prima storia vera dove la protagonista ha un nome e un cognome, con tanto di foto pubblicate. L’ho curata e cullata per tutto il mese di agosto e sono davvero contenta della sua pubblicazione.
Sempre a fine ottobre arriverà appunto il nuovo racconto della serie di Halloween, La storia di Liam e Caitlyn, in questi giorni in fase di sviluppo, sto cercando di scegliere la canzone, ma ho già definito il cattivo del racconto. Sarà una puntata davvero speciale, specialissima, sarete costretti a cambiare persino il vostro punto di vista. Già da qualche anno sapevo di doverla scrivere in questo modo, ma non svelo di più! 😉

Ho altre storie vere da sviluppare, anche se in quei casi i tempi non dipendono da me ma dalle protagoniste. Vorrei però rimettere in pista quel mezzo manoscritto sepolto in un angolo. Devo trovare il tempo e il modo di ritornare dentro quelle paginette e completarle. Non ci sono più tante scuse, oramai…

Saltare con entusiasmo

In questi ultimi anni ho purtroppo osservato la sospensione, se non la chiusura definitiva, di molti blog di scrittura. In generale, il blog come strumento viene dato per morto ciclicamente, per poi risorgere dalle proprie ceneri come una fenice, più vitale di prima. Questa congiuntura negativa sembra più lunga delle altre, o forse la sto notando solo perché colpisce così vicino.
Come riesco a mantenere abbastanza alto il mio entusiasmo, nonostante tutto?

Non nascondo che il momento è difficile anche per me, non si può scindere la vita quotidiana di casa e lavoro dalla scrittura, e dunque quello che ci disturba fuori inevitabilmente ci toglie energie. Quindi ci sono giorni in cui vorrei mollare, altroché!
Se c’è però una cosa che ho imparato grazie a My Peak challenge è che l’entusiasmo va allenato, come qualsiasi altro muscolo. Certo ci sono giornate in cui non trovo un motivo valido per essere sorridente e propositiva, ma con un allenamento costante riesco a concentrarmi sulle persone intorno a me, essere entusiasta per loro, non per me stessa. Anche quando scrivo, e non ne avrei affatto voglia, mi concentro sul risultato verso il lettore. L’energia e l’entusiasmo che spendo in questo modo, verso gli altri, mi torna indietro come un boomerang, moltiplicata nella sua forza. 🙂

Ricordatevi di guardare le stelle, e non i vostri piedi.
Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire.
Stephen Hawking

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Comments (18)

dadaFra

Set 21, 2022 at 8:33 AM Reply

“io adoro la poesia della pioggia” citazione che riporto perché amare qualcosa che ha un accezione negativa( la pioggia piace a poche persone) dimostra invece forza e volontà di accettare le cose per quello che sono e per come si presentano. La tempesta va accettata e amata perché è questa lo schiaffo che è ti chiede una reazione, quindi di fare una scelta. Scegliere è reagire, sempre.
Siamo come piante nate non per appassire ma per crescere e vivere stranamente anche di luce propria.
In bocca al lupo per tutto.

Barbara Businaro

Set 21, 2022 at 7:34 PM Reply

Benvenuto sul blog dadaFra. 🙂
Io adoro la pioggia forse perché adoro la Scozia. O adoro la Scozia perché adoro la pioggia. Che poi quella scozzese, che chiamano smirr, è una pioggerellina leggera leggera, un po’ più consistente della nostra nebbia bagnata. Decisamente diversa dagli uragani che si abbattono in inverno nelle Highlands, seminando terrore e distruzione. Altrettanto diversa dalle alluvioni che mi hanno colpito fin da bambina. Tutti i miei quaderni e libri delle elementari e medie sono finiti in un cumulo di fango, quando la montagna dietro casa ha presentato il conto per un fossato costruito male. Dove abito ora, il rischio allagamento è continuo, sia per mancanza di lucidità degli altri condomini sia per una cattiva gestione del suolo pubblico confinante. Dopo aver passato le nottate a svuotare taverna e garage più volte, alla fine mi sono dotata di paratie. La più grande pesa 25 kg, un ottimo allenamento. Metti la paratia, togli la paratia… tutte le mattine.
Nonostante questo (quindi sì, conosco bene l’accezione negativa!), io continuo ad adorare la poesia della pioggia.
Crepi il lupo! Magari sotto la paratia! 😀 😀 😀

Stefano Franzato

Set 21, 2022 at 8:39 AM Reply

Parti dalla difficoltà che hai avuto per fare una foto per poi arrivare alle difficoltà con Google analytics per poi parlare del tuo lavoro, di come sono andati questi mesi e come andrà con le tue intenzioni di scrittura. Ho avuto difficoltà io a seguire questo post per gli argomenti trattati così diversi in un solo post, peraltro sempre ben scritto.

Barbara Businaro

Set 21, 2022 at 7:41 PM Reply

Mi spiace per la tua difficoltà di lettura, purtroppo sono poliedrica, ho sempre tante idee e tanti progetti per la testa. Quindi questo post mi rispecchia in tutto e per tutto, sono le mie riflessioni di Settembre, come è andata finora e come spero andrà in futuro. 🙂

Sandra

Set 21, 2022 at 1:00 PM Reply

Come spesso accade, io e te ci confrontiamo anche fuori di qui.
In particolare l’abbiamo fatto sulla tua foto jump, eravamo entrambe in vacanza, e sulla sospensione dei blog. Presente! Il mio blog è sospeso, sicuramente è una strategia inutile ma ora che l’ho chiuso almeno per il momento, sento che l’ostacolo (la maledetta policy) mi ha dato delle risposte rispetto al mantenimento del blog, in una fase di stanchezza che dura da mesi. Rabbocco ogni giorno l’entusiasmo per la scrittura che alla fine inevitabilmente si scontra con quella per la ricerca di editori validi, perché è lì che si va a parare nella maggior parte dei casi. L’operazione di rimpolpo di energia ha risultati alterni e guadagnarne una fetta, quella dedicata al blog appunto, ora è fondamentale per affrontare l’autunno.
Instagram non assolve il compito di sostituire il blog, è tutta un’altra faccenda, ma mi piace e la possibilità del link nelle story è stra utile anche per collegare i libri.
Tornando alle foto, nonostante il difficoltoso avvio del processo, mi piacciono parecchio. Sono in linea con questo primo giorno d’autunno oltretutto, con quelle nuvolone belle cariche.
Non me ne andrei/andrò dall’Italia, ma incito i giovani a farlo, e ti auguro che le prospettive ci siano tutte affinché anche tu possa farlo.
Intanto tra segnalibri e news varie, vedo che la tua tipica efficienza sta dando il massimo. Bravissima.

Barbara Businaro

Set 21, 2022 at 7:53 PM Reply

Ah, l’efficienza è tutta del nuovo collaboratore. Se con quello di prima era tutto un “Allora? Ti muovi? Faccio in tempo a mangiarmi un panino, anzi tutto il menù McDonald prima che tu abbia finito?!”, con questo qui non faccio in tempo a premere Invio che già risponde “Fatto capo. Hai altro? Son qui che aspetto input.” 😀 😀 😀
Sul blog, diciamo allora che la policy da aggiornare era forse la scusa che stavi attendendo per mettere un po’ in pausa “l’ansia da nuovo post”. Dopo un po’ di anni che si gestisce un blog, c’è il rischio di non trovare più nuovi argomenti o di essere stanchi delle consuete riflessioni sulla scrittura (che poi si scontra col mercato editoriale, eccetera eccetera) Secondo me in quel caso meglio ripartire dai fondamentali: i libri. A parlare di libri, solo di libri e delle loro storie, non ci si stanca mai. 😉

odile

Set 21, 2022 at 4:35 PM Reply

Ritengo l’idea di scegliere 3 parole in Gennaio ! e di verificarle nell’anno… la foto del salto al cielo è bellissima e la tempesta ti va bene !!! Odile

Barbara Businaro

Set 21, 2022 at 7:54 PM Reply

Il metodo delle 3 parole è fenomenale, credimi! Ricorda però di scriverle in un luogo dove le leggi spesso, io le ho messe nella prima pagina della mia Moleskine. 😉

Daniela Bino

Set 21, 2022 at 5:49 PM Reply

Ma questo post è ricco di spunti di riflessione, oltre che di tantissimi, utilissimi consigli. Bravissima, Barbara!
Per quanto riguarda il salto nella tempesta, le tue foto sono entusiasmanti e invogliano a lanciarsi (e non solo fisicamente) in un’impresa simile. I miei salti sono su sfondi di vari colori ma questa mattina, grazie ad un quarto di arcobaleno che rappresentava uno strappo in un cielo plumbeo, ho avuto un desiderio irrefrenabile di lanciarmi in un nuovo lavoro. Ero carichissima!
La tempesta segue gli avventurieri. E tu, cara Barbara, dimostri di essere un capitano che guida la nave tra i marosi con grande maestria.
Grazie per le dritte contenute in questo post.

Barbara Businaro

Set 21, 2022 at 8:01 PM Reply

Se ti piacciono le foto dei salti, devi seguire il profilo delle Peaker Jumpers su Instagram! @peakerjumpers non sbagli. Postano foto mozzafiato di salti in luoghi incredibili!
Non so se la tempesta segue gli avventurieri. Di certo però gli avventurieri non arretrano quando la tempesta gli si para dinanzi. Tocca affrontarla. 😉

Giulia Mancini

Set 22, 2022 at 3:34 PM Reply

È importante saltare nella tempesta, ancor meglio affrontarla con strumenti nuovi, su google analitics devo approfondire, ora sono via per qualche giorno. Comunque nonostante tutto la foto del salto è venuta davvero bene

Barbara Businaro

Set 23, 2022 at 3:46 PM Reply

Grazie Giulia! Oramai sono affezionata a questa foto, anche se quella rovinata dal filo d’erba sarebbe stata il top. 🙂
Per Google Analytics non ho trovato come proceda la piattaforma Blogger, proprietà proprio di Google. Presumo che sull’interfacci di amministrazione del blog ci sia qualche news da leggere in merito.

Marco Amato

Set 22, 2022 at 6:43 PM Reply

Accipicchia quanto salti in alto. Potrei farcela anch’io a raggiungere la tua altezza, ma lanciandomi tipo kamikaze da una scala. 😛

Eh niente, fra le tante tempeste, ti sei risparmiata la mia XD. Il nome autore alla fine lo hai confermato nel segnalibro. 😛

Barbara Businaro

Set 23, 2022 at 3:46 PM Reply

Per il salto, è in parte questione di allenamento e in parte di inquadratura. Se posizioni la macchina dritta, altezza uomo, il salto sembra minimale, magari i piedi sono fotografati con lo sfondo del terreno. Ma tu sei già in aria. Se posizioni la macchina a terra in direzione del cielo, allora il salto sembra più in alto, solo perché i piedi avranno lo sfondo azzurro. Qui abbiamo scelto una mezza via, perché volevo si vedesse anche il mare là dietro.

Il nome autore l’ho tenuto… ma ho inviato la conferma dell’ordine a occhi chiusi, per non pensarci troppo e finire di toglierlo!! 😛 😛 😛

Daniele

Set 23, 2022 at 8:56 AM Reply

Io ho risolto il problema di Google Analytics eliminandolo da tutti i miei siti e passando a Matomo.

Barbara Businaro

Set 23, 2022 at 3:51 PM Reply

Matomo ha un costo notevole, esplicito o implicito, a seconda della tipologia di installazione che si sceglie.
Per avere esattamente le stesse funzionalità di Google Analytics, dovresti pagare Matomo Cloud, che costa 19 euro al mese (228 euro l’anno), abbonamento base per un sito fino a 50 mila accessi al mese. In questo modo, la gestione dei dati è su una macchina server di loro proprietà, nel cloud, senza problemi.
Se invece installi il plugin Matomo for WordPress (comunque solo su blog wordpress autonomi, non su blog di wordpress.com, dove Matomo non funziona) è gratuito, non ha le stesse funzionalità di Google Analytics, con l’aggravante però del costo implicito sulla gestione, manutenzione e sicurezza del tuo blog. Il plugin infatti corrisponde ad un’installazione di Matomo On-Premise (come se tu avessi un server Matomo tuo personale) solo che viene fatta all’interno di WordPress. Va a inficiare le perfomance del database di WordPress (qualcuno lamenta un bel carico di lavoro su MySql), si innesta al core di WordPress con problemi di incompatibilità nei confronti degli altri plugin, rallenta il caricamento del sito lato utente, richiede maggiori risorse di hosting sia in potenza di calcolo che in spazio disco (log e report sono salvati all’interno del tuo hosting, non in cloud). Se qualcosa va storto, il sito rischia di finire offline per mancanza di risorse macchina. Per essere certi che funzioni tutto a dovere, occorrerebbe da subito destinare già un 50% di risorse in più. Un costo implicito, ma alcuni se ne rendono conto quando è già tardi.
Il secondo motivo che mi ha fatto escludere Matomo è la voce di corridoio che tutto questo casino sia stato innescato appositamente per favorirlo sul mercato europeo. Ma se Matomo fosse un servizio migliore di Google Analytics non ci sarebbe stato bisogno di un provvedimento governativo per toglierselo di mezzo… 😐

Luz

Nov 01, 2022 at 7:43 PM Reply

Finalmente riesco a commentare questo tuo post (periodo critico che spero termini dopo metà novembre).
L’energia che sprizza dallo scatto, fugace quanto entusiasmante, è sempre bella. È anzi ispiratrice. Come sai, mi piace questo tuo modo di essere e fare, che oltretutto racconti toccando argomenti diversi, la forza d’animo che spinge ogni tuo progetto.
Sette anni come peaker non sono pochi! Non avevo idea fossi arrivata a questa soglia. E chissà quanti altri orizzonti immortalerai con la tua Te che si libra dalla terra sfidando la gravità. 🙂
Mi piacciono quelle dritte, voglio tenere a mente questo post preziosissimo. Come te, malgrado la crisi della scrittura che si è abbattuta sui blog anche a causa di pandemia e guerra, vado avanti, perché senza scrivere perderei un pezzo di me stessa. Non potrei rinunciare e ritrovare man mano i miei compagni e compagne di viaggio con cui scambiare commenti e condivisioni è sempre bello, è una delle belle cose della vita anzi.
Il mio profilo libri Instagram finora non ha promosso a dovere il blog. Mi capita anzi di trascurare di citare un nuovo post attraverso quel prezioso modo di mettere il link nelle stories. Vero è che spariscono dopo 24 ore, ma saprai certo che puoi fissarle nella tua homepage. Se non si è molto attivi (e condivisivi) su Instagram purtroppo l’algoritmo rende quasi invisibili i post, ragion per cui ci sono trucchetti per “spingere” i post a essere più visualizzati e creare interesse.

Barbara Businaro

Nov 02, 2022 at 10:15 AM Reply

Come ti capisco Luz. Ottobre è stato anche per me una corsa assurda, adesso speriamo che Novembre sia un po’ quieto. Oggi primo giorno di vera nebbia quassù, e non ci crederai, ma la desideravo tanto. Mi mancano pioggia e nebbia. E vabbè, pure la Scozia, ma mi accontento di pioggia e nebbia. 🙁
Sì, sette anni da peaker (tra poco sarà l’ottavo, per ora niente crisi, l’ho scampata!) Devo contare le magliette per ricordarmelo. Ho mancato solo il primissimo anno, quando era poco più di qualche video su YouTube, una newsletter amatoriale e la prima maglietta, colore nero-viola. Ma va bene così. Le cose belle arrivano esattamente quando devono arrivare, non un minuto prima né un minuto dopo.
In quanto a Instagram, quel che osservo, trucchetti compresi, è che non è il social giusto per vendere libri, né intrattenere vere relazioni proficue. Proprio perché social prettamente “visual”, le persone ti mettono like/cuori senza nemmeno leggere, tanto per farsi notare e sperare, a volte pretendere, un ricambio. Metto il post-notifica di un racconto qui sul blog che ha un tempo di lettura di 20-25 minuti, dopo nemmeno 10 minuti mi arriva un “Ho letto, bellissimo.” Ma cosa avrà letto? Se poi si legge sul blog, si commenta sul blog, no? Un altro sul post-notifica della recensione di Compagno di sbronze di Charles Bukowski, tempo 1 minuto, mi scrive “Ottima recensione” Ma l’avrà letta tutta in 1 minuto?! Poi ci sono i post interattivi, in cui si dà il “follow” a un sacco di persone, attendendo il ricambio, ma dopo una settimana ecco che vanno di “unfollow”, che io non faccio perché quel tempo lì, di passarli uno ad uno, preferisco passarlo a leggere un romanzo. E non parliamo dell’acquisto in blocco di 10.000 follower per 30 dollari, va. Subito riconoscibile dal fatto che sotto ai post, questi personaggi non hanno commenti, ergo sono follower “silenti”. Ora sto osservando chi ha deciso di puntare tutto su Instagram per vendere il proprio libro, con tutti i trucchetti possibili, ma non vedo arrivare risultati. Per me, il blog resta il modo migliore per costruire relazioni con i lettori, quelli che ti vogliono leggere sul serio.
Per restare in tema, ho un po’ di arretrati di lettura sui blog, ma adesso arrivo! 😉

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