Un pezzo di vita che se ne va... Ih-Oh e la mia vecchia auto - Disney (C)

Un pezzo di vita che se ne va

Non si può cambiare l’inevitabile,
bisogna solo seguire la corrente.
Ih-Oh, Winnie the Pooh, Disney

Questo è il nostro ultimo viaggio insieme, ed è anche un viaggio piuttosto breve, qualche chilometro fino alla concessionaria che si occuperà di trovarti una nuova sistemazione, qualcuno che si prenda cura di te. Mi manca il respiro e mi si stringe la gola. Mi sento anche un po’ carogna ad essere proprio io a portarti fino a lì, questo addio mi costa tantissimo. Mi mancherai, Flippelis. Non ricordo più da dove arrivi questo nomignolo, che in principio detestavo ma ora mi è pure così caro. Sedici anni sono tanti. Sei stata la mia prima vera auto, scelta in autonomia, desiderata fino all’ultimo bullone, contro ogni altro parere. Ti ho portato fuori io dall’autosalone, nessun’altro. Ti ho guidato solo io per il novantotto percento del tempo e sempre io mi sono occupata delle tue manutenzioni, tagliandi, revisioni, pneumatici, lavaggi, lucidature. Se non eri con me, rimanevo anche un po’ in ansia fino al tuo rientro in garage. Perché avevo maledettamente bisogno di te. Sono cresciuta in una famiglia di donne forti e indipendenti, per cui l’auto è stata da sempre simbolo di libertà e determinazione, la possibilità di uscire da un ambiente ristretto. Con le altre auto di famiglia guidate negli anni non ho mai avuto questa simbiosi e quando all’ultimo tagliando ti hanno sfregiato a quel modo, un vero scempio, ho proprio provato dolore fisico. Siamo state praticamente ovunque, io e te. Due traslochi, diverse trasferte di lavoro, tutte le avventure estive, dalle strade bianche impolverate ai traghetti per le isole, e qualcuna anche invernale, in mezzo alla neve ghiacciata e splendente. Eri anche la mia sicurezza, il fortino dove rinchiudermi quando uscivo da brutti posti che non avrei mai voluto frequentare. Mi hai riportata a casa anche dai viaggi tristi, quando qualcuno era rimasto indietro e io da sola. Conosci più tu le mie sofferenze di tanti altri che si chiamano amici.
No, non la sto prendendo benissimo, nonostante tutte le ragioni valide per questo cambio. Per me è un pezzo di vita che se ne va.
Non metto in dubbio che per altri l’auto sia solo un pezzo, un ammasso di ferraglia senza anima, che serve solo a portarti dal punto A al punto B nella maniera più agevole possibile. Per me non è così. Ti chiedevo scusa quando grattavo la marcia e ti ringraziavo quando azionavi l’ABS per evitare di farci male. E ci siamo anche divertite, sissignora. Qualcuno ha imparato a rispettare una bionda al volante di un’auto giapponese. E poi lo so che ti piaceva la musica che ascoltavamo, un po’ rock e un po’ melodici. Se non erano di tuo gradimento, manco li leggevi i cd, li sputavi fuori senza complimenti. In questo ultimo viaggio abbiamo solo la radio, ma suonano due canzoni apposta per noi. Una è degli AC/DC, proprio dalla colonna sonora di Iron Man che abbiamo consumato a furia di ascoltarla. Un’altra non la conosco, ma dice “let it go… we are ready… for the feelings…” Mi stai salutando, a modo tuo.
In concessionaria devono essersi resi conto che per me è un giorno davvero triste. Mi fanno accomodare su una poltrona comoda, mi offrono il caffè, cercano di farmi chiacchierare, ma non riescono a distrarmi a sufficienza. In mezzo al frastuono di altri dieci motori alle mi spalle, riconosco il tuo all’istante mentre ti fanno entrare, per prenderti in consegna.
Non mi volto, non ci riesco. Al meccanico dico solo “trattatela bene”.
Torno a casa accompagnata, cerco di pensare ad altro, ma sono un fiume di lacrime. Mi fanno un regalo, mi portano a mangiare una pizza. Immagino che tu sia in garage, al tuo solito posto. E intanto aspetto il futuro, sperando di non aver sbagliato in questa mia scelta, a lungo rimandata. Tu hai bisogno di correre libera senza limitazioni del traffico, io ho bisogno di un capitolo nuovo della mia vita.

 

Il futuro è già qui. Si chiama Emme, l’ho cercata in lungo e in largo. Emme perché è una M-Sport. Già, da una settimana sono uno “stupido possessore di BMW” (citazione letteraria dal mio romanzo preferito, dove però lui guida una Volvo, che pure avevo considerato per l’acquisto – e solo perché è in quel romanzo – ma il modello non è più in produzione). Sto guidando una tedesca sportiva di tutto rispetto. Ancora non ci credo, per certi versi è un sogno che si realizza. Me lo sono detto tante volte, e avrei effettivamente potuto concedermelo molto tempo fa, qualcosa mi frenava. Dei limiti che altri mi avevano cucito addosso e che ora ho strappato con forza.
All’inizio volevo un’auto “blu webnauta” (che non è un “blu navy” ma proprio “blu webnauta”), poi stavo per cedere al “blu elettrico” ma non trovavo la motorizzazione giusta. Alla fine è bianca. Come una nuova pagina tutta da scrivere.
Però quasi tutte le mattine in tangenziale incrocio altre auto dello stesso modello della mia Flippelis.
E un sospiro comunque mi scappa.

 

Note:
Qual è il legame tra Ih-Oh, l’asino malinconico, amico di Winnie the Pooh, e la mia vecchia auto? Molti, molti anni fa, fuori a pranzo in trasferta con i colleghi, sono passata vicino a quelle macchinette dove con una monetina estrai a sorte una pallina trasparente con qualche giochino all’interno. Una era dedicata al mondo Disney, con dei piccoli peluche molto carini. Avevo due euro in tasca e ho giocato. Ho vinto questo pupazzetto e mi è sembrato un sassolino da dio, visto il carattere tranquillo di Ih-Oh e le mie tempeste dell’epoca. Un suggerimento a prendere la vita con maggior leggerezza, almeno rispetto all’entusiasmo eccessivo di Tigro a cui assomigliavo troppo in quel periodo. Per ricordarmi tutti i giorni di rallentare, Ih-Oh è finito legato allo specchietto retrovisore della mia Flippelis. I suoi occhioni dolci erano quanto di meglio per smorzare le incazzature da traffico pendolare. Pure tutte le altre. E mentre l’auto se ne è andata per la sua strada, lui è rimasto qui con me, in ricordo di un pezzo di vita importante. Per altro, scopro solo adesso che il cibo preferito di Ih-Oh è il cardo, fiore nazionale della Scozia. Oibò! 😀

Ih-Oh Disney

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Comments (21)

Brunilde

Mag 18, 2023 at 9:42 AM Reply

Ho avuto l’onore di conoscere ed essere trasportata a bordo della compianta Flippelis.
Mi unisco al tuo cordoglio ma…ti tiro le orecchie e ti sgrido: ho sentito troppa malinconia nelle tue parole!
I ricordi del passato sono cari e fanno parte di noi, certo.
Ma tu sei centrata sul presente, e volgi lo sguardo al futuro.
La nuova Emme è giusta per te, ci trasferirai Hi Oh che continuerà a ricordarti di non arrabbiarti nel traffico, e lei ti porterà ovunque, senza più limitazioni.
La nuova BMW ti si addice proprio e te la sei meritata tutta, fino all’ultimo bullone.
Anzi, mi sa che dovrò venire a conoscerla…
In bocca al lupo a tutte e due, per nuove fantastiche avventure!

Barbara Businaro

Mag 19, 2023 at 11:22 PM Reply

Grazie Brunilde. Hai ragione e ogni tanto ho bisogno che qualcuno mi tiri le orecchie. 🙂
E’ vero che tu l’hai conosciuta Flippelis, quando ancora non avevo idea di quale auto avrebbe mai potuto sostituirla. Emme non era proprio nella lista!
Ih-Oh però non salirà a bordo della nuova auto, si è conquistato un posto d’onore al caldo della mia libreria, sta addirittura vicino a un saggio di Einstein, pensa un po’!
Per lo stesso motivo di guardare al futuro, sono alla ricerca di un nuovo compagno di avventure alla guida. Chissà, potrebbe essere qualcosa dalla Scozia… Per ora non l’ho trovato, o non ci siamo trovati. Vedremo. Come per i libri, sarà destino!

Sebastiano Muglia

Mag 18, 2023 at 9:43 AM Reply

Non c’è da vergognarsi dal dire che quest’addio, stiamo parlando di una macchina, è commovente.
Un complimento è dovuto per un così sentito addio a Flippelis, averle saputo darle un certo non so
che sa di umano.
Ed ora la tua nuova “bianca” avrà tanta strada da fare per darti il calore di un’amica che, con tanta tristezza,
hai dovuto lasciare lasciare.
In ogni caso (ma senza dubbio) Hi-Ho so che è conte.

P.S.: – Un pezzo di vita che se ne va- che bello saper scrivere in questo modo. Brava

Barbara Businaro

Mag 19, 2023 at 11:31 PM Reply

Grazie Sebastiano. Penso si sia sentita tutta l’emozione che ho provato mentre scrivevo questo addio. Ci ho messo una settimana, perché ogni volta che ricominciavo a scrivere, erano subito quattro fazzoletti densi di lacrime. E mi toccava sospendere, che i famigliari si stavano preoccupando a vedermi in quello stato. 🙂
Però lateralmente questo mi porta a chiedermi: la scrittura arriva davvero al lettore solo quando l’autore vive così intensamente le emozioni della storia?!
P.S. Il titolo è stato istantaneo, di getto.

Daniela Bino

Mag 18, 2023 at 11:55 AM Reply

Addio, mitica Flippelis. Ho avuto l’onore di conoscerti e di essere trasportata da te. E un abbraccio speciale alla tua padrona che ti ha condotto in questi sedici anni lungo quei percorsi dolci e amari che la vita riserva.
Buon viaggio, Flippelis.

Barbara Businaro

Mag 19, 2023 at 11:37 PM Reply

Eh già, quante scarrozzate ci siamo fatte in questi anni con la Flippelis. Ci ha portato persino fin su a visitare la casa di Harry Potter, l’enorme azienda tipografica Grafica Veneta, ti ricordi che emozione? 😀
Vedremo dove ci porterà Emme. Per adesso, qua piove e basta…

Andrea Cabassi

Mag 18, 2023 at 2:31 PM Reply

Ma una foto?!

Barbara Businaro

Mag 19, 2023 at 11:44 PM Reply

Della Flippelis? E’ una Toyota Auris, prima serie del 2007. Me ne innamorai da un bellissimo spot con Jeremy Irons e in sottofondo una melodia di A.R.Rahman. 🙂
Stesso colore di questa foto, griglio lunare (ma la mia era per lo più “grigio fumo di Londra” 😀 )

Toyota Auris 2006

Sandra

Mag 18, 2023 at 7:30 PM Reply

Ti capisco benissimo, quando abbiamo venduto l’auto con la quale Emanuele mi diede un passaggio che diede il via alla nostra storia, ho pianto. Quando incrociamo il modello, ormai raro, la nominiamo, Vouvulaki, un nome mezzo inventato, mezzo greco che significa ovetto, diciamo “chissà cosa farà, dove sarà… ” e ci sentiamo un po’ in colpa per averla abbandonata.
Tanta tenerezza anche per Ih-Oh naturalmente.
Pragmaticamente avevi la necessità di un auto nuova, assolutamente, ma i sentimenti sono un’altra cosa. Avete davvero condiviso tanto di importante.
Ma diamo volentieri il benvenuto anche Emme, ha un predecessore con cui confrontarsi di livello pro, ma qui siamo certi che anche Emme ti condurrà in posti magnifici e saprà custodire la bellezza del vostro specialissimo rapporto.

Barbara Businaro

Mag 19, 2023 at 11:59 PM Reply

Vouvulaki è bellissimo, ha un bel suono. Flippelis all’inizio voleva essere un diminutivo, ma lei sapeva farsi rispettare comunque, altroché! 😀
I sentimenti sono un’altra cosa, già. Non mi é andato molto giù il commento di un venditore in tema: mi stava proponendo un’altra auto da acquistare, e la sua formula prevedeva una rata di finanziamento valida come un canone, perché al termine o si riscatta l’ultima maxirata dell’auto oppure se ne prende un’altra e si riparte con la rata/canone. “Non bisogna affezionarsi alle auto, è sbagliato! Paghiamo un fisso, decidiamo l’importo e abbiamo un veicolo sempre nuovo, senza pensieri!”
Ecco, in pochi secondi si è giocato tutto. Non si devono mai banalizzare i sentimenti del cliente, mai! Una delle prime regole della bibbia della vendita, Come si diventa un venditore meraviglioso di Frank Bettger…
Non mi ha convinto affatto, e una settimana dopo stavo facendo il test drive con Emme. 😉

Grazia Gironella

Mag 18, 2023 at 8:46 PM Reply

Non voglio farti sentire a disagio dicendo quello che sto per dire, ma il mio cane – Maya – è morto tre giorni fa, e mi fa strano pensare che le espressioni che tu hai usato per la tua amata auto sono molto simili a quelle che io uso nel piangere lei, altrettanto amata. Sono animista d’istinto, quindi non mi sembra affatto strano. Abbiamo questo modo di rapportarci con gli esseri e anche, a volte, con le cose. Ci affezioniamo, le rendiamo parte dei nostri elaborati mentali e sentimentali, e finiscono con il simboleggiare qualcosa di diverso da ciò che sono in realtà. Maya era un meraviglioso cane. Questo è più che sufficiente, senza che io la faccia diventare un mito. Invece lo faccio, perché in questo modo sento di onorare il suo ricordo e non le faccio del male. RIP Maya, buona vita alla tua vecchia auto, e buona vita anche a quella nuova. 🙂

Grazia Gironella

Mag 19, 2023 at 9:38 PM Reply

Intendevo dire: sul momento, leggendo mi è sembrato strano, ma poi non più. Anch’io ero parecchio triste quando ho lasciato la mia Pandina per la Qubo.

Barbara Businaro

Mag 20, 2023 at 12:19 AM Reply

Sì, ho capito cosa intendi. Probabilmente è qualcosa che ho pure ereditato. Ricordo le lacrime di mia madre, quando è stata rottamata la vecchia Fiat 126 color carta zucchero. E non sono sicurissima, ma anche mio padre aveva gli occhi lucidi quando è stata venduta la sua Ford Escort verde scuro. Tutte auto che hanno superato i 15 anni in famiglia. Però ti posso assicurare che la sera che abbiamo trovato Simba distesa sull’asfalto è stata una delle più brutte in assoluto, per tutti…

Barbara Businaro

Mag 20, 2023 at 12:13 AM Reply

Grazia, mi dispiace tantissimo. Maya l’ho vista qualche volta nelle tue foto di passeggiate tra i boschi, che guardavo sempre con un pizzico d’invidia. No, non c’è paragone con la tua perdita, lo so bene anch’io. Per quanto rimpiangerò, di tanto in tanto, la mia Flippelis, non sarà mai quanto la mancanza della mia (sfi)gatta Simba. L’auto rappresenta quanto abbiamo vissuto, se ne va una parte di noi, il nostro passato di fatto. Ma il nostro “pet” (animale domestico mi sembra riduttivo… meglio il “pet” inglese, mi sembra conferirgli maggiore dignità) fa parte della famiglia proprio, vive e respira con noi, ha un’anima propria. Se chiudo gli occhi, avverto ancora il profumo del pelo di Simba quando rientrava dalla passeggiata sotto la pioggia, posso sentire il suo quieto ronfare sulla mia pancia, le sue unghie affondare nella mia spalla quando non voleva essere spostata, il suo miagolio disperato da “se non mi dai subito i croccantini muoio qui sul tappetino”. A Simba ci ho dedicato un racconto, più che un addio: Simba, un gatto con un nome
Ho scritto anche qualcosa di Mosè, ma molto più romanzato (qui: Parola di Mosè), perché lui l’ho conosciuto e vissuto di meno, abitavo già per conto mio. Non ci appartenevamo, ecco.

Giulia Mancini

Mag 19, 2023 at 7:07 AM Reply

Ammetto che anch’io quando ho cambiato auto, ormai qualche anno fa, mi sono sentita triste a separarmi dalla mia vecchia Opel Corsa per una Ford Fiesta nuova di zecca, del resto la vecchia Opel non poteva più andare avanti per un problema al motore che sarebbe stato troppo costoso risolvere. Quando ho svuotato l’auto di tutti i miei oggetti personali (una sfilza di musicassette obsolete che ogni tanto ascolto ancora in casa perché ho uno stereo vecchio con radio, lettore cd e musicassette che incredibilmente si sentono ancora bene) mi sono sentita lacerare. Questo perché ci si affeziona molto anche agli oggetti, soprattutto quelli come le auto che ci accompagnano per un pezzo di vita.
Però dura il tempo dell’addio poi la nuova auto entra nella tua vita e il feeling ricomincia, rinnovato.

Barbara Businaro

Mag 20, 2023 at 12:27 AM Reply

Ecco, tu le musicassette e io i miei vecchi cd, una custodia con almeno una quarantina di dischi diversi (in realtà, raccolte di MP3, quasi tutte discografie complete dei miei cantanti/gruppi preferiti). Ascolto sempre tantissima musica in auto, spesso è lì che mi viene l’ispirazione per nuove storie. Pensa la tragedia quando ho scoperto che la nuova auto non ha il lettore cd!!! Ero convinta di sì, perché una parte del cruscotto pareva avere la fessura dove inserire i dischi (ero affascinata dal resto e non ci ho fatto molto caso). Così ora sto facendo un lavorone: sto ricopiando tutti i miei cd (alcuni dagli originali qui a casa) dentro una super micro chiavetta usb, perché la nuova auto ha finalmente la porta usb per i media. Però nel frattempo sto pure riscoprendo la radio. Ho scoperto Radio Capital Funky, calma la mia ansia da traffico. 😀

marina

Mag 19, 2023 at 2:27 PM Reply

Lasciare il vecchio per il nuovo può comportare un microtrauma, però il vecchio resta vecchio e il nuovo nuovo: adesso cominci una nuova vita dentro una nuova auto e sarà bello uguale, anzi lo sarà di più. Io, senza cuore, quando ho dato via la mia Punto in cambio di quella che ci siamo portati a Roma, ho detto solo “ciao ciao” e mi sono subito affezionata all’altra in arrivo (una Panda. Io cose semplici :D). E poi io la tua nuova auto l’ho vista e mi pare che il tuo dispiacere possa essere facilmente superabile! 😀
Dai, auguri e goditi il nuovo che avanza!

Barbara Businaro

Mag 20, 2023 at 12:33 AM Reply

Scherzando, in questi giorni, dico spesso che “la prossima sarà la Panda del nonno”, motivo per cui mi sono concessa una bella sportiva adesso, che posso ancora godermela. Però massimo rispetto per la Panda! Tieni conto che io ho imparato a guidare con una Fiat 126, poi ho avuto una Fiat Cinquecento in condivisione con mia madre, poi una Fiat Seicento che ho avuto anche l’ardire di portare fino a Milano, in A4 in terza corsia sparata ai 145 all’ora!! 😀
Ma la Panda non la batte nessuno. Questo qui è il mio video preferito di quest’inverno, quello che ogni tanto mi riguardo, per tirarmi un po’ su.
Non ti pare che alla fine, la Pandina gli faccia la pernacchia al Range Rover?! 😀 😀 😀

Marina

Mag 21, 2023 at 10:14 AM Reply

Ahahah, meraviglia! W la super Panda!

Luz

Mag 26, 2023 at 8:10 PM Reply

Forse proverei i tuoi stessi sentimenti se mi separassi dalla mia ormai storica Panda gialla, con me dal lontano 2008. Mi sembra pure impossibile che siano passati tanti anni, e comincia a dare segni di cedimento, pur se manutenuta sempre con molta attenzione. Mi è cara perché, un po’ come te, ci ho vissuto tanti momenti. Al solo pensiero di averci portato mia madre ai tempi d’oro di quando stava bene, il fatto che abbia occupato quel sedile, me la rende cara a prescindere.
Poi pensi che sono cose, e che dalle cose bisogna essere bravi a separarsi.
Congratulazioni per il nuovo acquisto, davvero molto bella. Come sempre avviene, bisogna a sua volta che si riempia di ricordi belli.

Barbara Businaro

Mag 29, 2023 at 7:00 PM Reply

Ci sono cose dalle quali non ho problemi a separarmi, anzi a volte le butto (o le regalo) proprio per mettere distanza tra la nuova me e le vicende passate che quelle cose rappresentano. Ho portato alla Caritas vestiti, scarpe e borse solo perché, pur andandomi ancora bene, non mi sentivo più io, mi erano stati regalati da persone che non sono più nella mia vita o indossati in brutti momenti, e davvero non li volevo più.
Ora Flippelis è in giro chissà dove. L’altro giorno ho incrociato stesso modello, stesso colore e ho trattenuto il fiato finché non ho visto la targa, non era lei.
Emme dà soddisfazioni alla guida, non c’è paragone, è un salto quantico. Però le abbiamo trovato un primo difettuccio… è alcolizzata sta macchina!! Beve come un vecchio marinaio!! 😀 😀 😀
Però va bene, era stato messo nel conto. E poi se non realizzavo ora questo sogno, rischiavo di non riuscirci più, avrei trovato altre scuse per rimandare, fino al troppo tardi.

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