Film Libro Distillato

Libri distillati? Meglio il film

Ognuno legge quel che vuole, non sarò certo io a dirvi di non comprarli.
Ma lasciatemi dire perché, economicamente parlando, questo acquisto non vi conviene.

 

Libri distillati: cosa sono

Qualcuno li ha già forse visti in edicola a dicembre, ma la pubblicità è passata anche brevemente in televisione. Me la sono ritrovata tra gli annunci sponsorizzati online. I vari messaggi dello spot recitano:

“Distillati, non riassunti.”
“Abbiamo ridotto le pagine, non il piacere.”
“Distillati, al cuore del romanzo.”
“L’originale distillato in meno della metà delle pagine.”

In sostanza, la casa editrice Centauria (gruppo RCS Libri, oramai acquistata da Mondadori) manderà in edicola ogni mese due titoli di bestseller internazionali in versione “distillata”: il testo del romanzo viene “tagliato”, mantenendo le parole dell’originale voce dell’autore, ma eliminando le parti considerate superflue alla storia. Sottotrame, personaggi secondari, dialoghi non rilevanti, descrizioni considerate eccessive.
“Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson passa da 688 pagine dell’originale alle 240 pagine del distillato.
Ma perché mai l’autore ha sudato per 688 pagine se poteva fare lo stesso con sole 240? Non era meglio per tutti?

 

Il punto è che in letteratura non esiste il concetto di “essenziale”.
Chi legge libri, si lamenta continuamente che il corrispondente film è solo un riepilogo: non si respira l’anima del protagonista, mancano addirittura alcune scene, magari per alcuni le migliori, l’occhio del regista seleziona alcune sfumature.

Ma almeno nella pellicola ci sono l’audio ed il video che sostituiscono le parole: il tono di un discorso, un primo piano per cogliere l’espressione di un viso, una visione a tutto campo all’ambiente circostante per rimpiazzare la lettura di un paragrafo, la colonna sonora per rendere l’esperienza ugualmente emozionale.
Un distillato è ancor meno del film.

 

L’idea non è completamente nuova

La rivista Reader’s Digest, che già si occupava di riassumere articoli scientifici rendendoli di semplice comprensione alla popolazione, con la sua Selezione nel secondo dopo guerra aveva riassunto con cura in linguaggio accessibile quasi ottocento best sellers della letteratura mondiale, per lo più americani. I cosiddetti libri “condensati”.
L’epoca però era notevolmente diversa.
Il livello di scolarità era decisamente basso rispetto alla media odierna. I libri erano poco accessibili, sia finanziariamente per una famiglia, sia per la localizzazione geografica (oggi c’è una libreria per ogni centro commerciale). Le comunicazioni erano limitate a radio e televisione, con molta meno scelta in termini di contenuti. Confrontare i Reader’s Digest di ieri con i Distillati di oggi è sottovalutare la qualità del lettore.

 

Quali titoli sono già usciti

Per farmi un’idea del perché dovrei leggere un distillato anziché la sua versione originale, sono andata a sbirciare i titoli usciti e previsti:

  • Stieg Larrson, UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
  • Margaret Mazzantini, VENUTO AL MONDO
  • Wilbur Smith, IL DIO DEL FIUME
  • Paolo Giornano, LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI
  • Nicholas Sparks, LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO
  • John Grisham, IL SOCIO

Vi dice niente questo elenco? Vi do un aiutino. Un altro slogan utilizzato dice:

“Bestseller da leggere nel tempo di un film.”

Eh già. Di tutti questi titoli, c’è proprio il film. Anche per “Il dio del fiume”, che è compreso nella pellicola “Il settimo papiro”, altro romanzo di Wilbur Smith.
Ma allora perché dovrei leggermi un distillato, se posso godermi, probabilmente meglio, lo sviluppo della trama e la complessità dei personaggi guardandomi un dvd?!
Se poi ho già avuto la terribile sfortuna di aver visto il film, questo distillato di sicuro non aggiungerà nulla di più alla mia esperienza!
Vogliamo attirare nuove persone alla lettura, togliendogli la curiosità di una storia inedita?!

 

Pessimo investimento

La realtà è che, dopo l’uscita del film, un romanzo diminuisce inesorabilmente nelle vendite.
Gli unici che non lo acquistano sono quella fascia di lettori pigri, per cui è passato il messaggio che “leggere è fatica”.
Quindi sospetto che l’idea sia nata dal “riciclare” titoli noti, abbattere il prezzo a copertina (anche se devono aver richiesto investimento in un nuovo editing per il taglio) e spacciare un concentrato come di facile lettura, veloce, indolore.

Leggere non è faticoso.
Leggere il libro sbagliato è faticoso.
Leggere il libro giusto per voi è dannatamente divertente!

Perché considero i Distillati un pessimo investimento?
Facciamo i conti della serva. Prendiamo il titolo “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson.

  • Edizione completa: della Marsilio, 9,90 euro nuovo (scontistica della libreria a parte)
  • Distillato: 3,90 euro nuovo (ma non rivendibile nel mercato usato, statene certi)
  • Usato: parte da 2,00 euro (fonte www.comprovendolibri.it) + 1,28 euro di spedizione in piego di libri: potete averlo per 3,28 euro, contro i 3,90 euro del distillato. Potete salire di prezzo per una spedizione tracciata o una copia più recente, ma avrete il testo completo, nuovamente rivendibile nel mercato usato.

E se poi leggendo il distillato, vi viene voglia di leggere l’originale? Vi tocca un altro acquisto.
Che la casa editrice mica ha pensato di associare uno sconto per il testo completo. O di fornire un codice per accedere all’ebook online!

 

Perché non creare i libri “evidenziati”?

Io non sono mai per la filosofia del “togliere” qualcosa, semmai per “aggiungere” o “integrare”. E soprattutto lasciare al cliente la scelta finale.
Quindi, perché non conservare il testo integrale, semplicemente evidenziando a parte (magari con un carattere differente) le porzioni che sarebbero state eliminate nel Distillato? Sarà l’utente, man mano che legge e prende confidenza con la prosa dell’autore e la trama del romanzo, a decidere se vale la pena di proseguire con la lettura integrale o se limitare l’agonia e tenere solo lo stretto necessario per arrivare alla fine, in fretta.
Potete anche aumentare il prezzo di copertina, tenendo conto che non può costare più di un Urania, con questa scelta di titoli.

 

Faranno la fine dei Flipback?

Secondo me, a parte la novità, i Distillati seguiranno la stessa sorte dei Flipback, un’altra idea della Mondadori.
Nati nel 2014, si tratta di un particolare formato di stampa: i libri tascabili (12cm per 8cm) che si leggono in verticale, sfogliandoli con una sola mano. Il pollice scorre la pagina dal basso verso l’alto. Comodi per leggere durante l’attesa della metro o del bus e con la stessa mano riporli nel taschino e scappare via. Costo spropositato tra i 9 ed i 12 euro (in parte giustificato dal particolare formato).
Risultato dell’iniziativa?
41 titoli usciti, solo 5 nell’anno 2015.
In libreria Mondadori li ho trovati relegati in un angolino mi pare a pochi euro. Flip flop.

 

Le alternative

Se davvero non ve la sentite di iniziare la lettura di un romanzo, non rinunciate alla lettura di default. Le alternative ci sono e si chiamano racconti brevi.
Oltre alle antologie di racconti di autori famosi (Carver, Poe, Cechov, Wilde per dire, ma non solo), potete buttarvi nei testi brevi di scrittori attuali, studiati per quando si hanno i minuti contati. Letteralmente.

Ecco che è nata “Toilet. Racconti brevi e lunghi a seconda del bisogno.”
Ne esce una raccolta ogni anno, attualmente sono arrivati al volume 22. Pubblicati dalla 80144 Edizioni.

Se avete con voi uno smartphone, potete collegarvi al sito letturedametropolitana.
Anche qui per ogni testo, è indicato il tempo di lettura (da 1 a 7 minuti) e l’argomento.

Sempre se avete con voi uno smartphone, potete installarvi l’app Kindle (non occorre proprio il supporto Kindle per leggere gli ebook Kindle) e andare a leggere gli ebook gratuiti. Amazon non rende bene la ricerca nella sua piattaforma, ma Hundred Zeros lo fa per voi. In mezzo a questi, trovate spesso dei racconti brevi di autori famosi a 0 euro come anticipazione del libro in vendita (per esempio, “I love shopping a Venezia” di Sophie Kinsella di sole 22 pagine, come regalo per i suoi fan).
Una volta scaricato l’ebook, l’app Kindle consuma meno batteria di Candy Crush Saga, sappiatelo.

 

Concludendo

Come hanno già detto in molti, l’unico distillato degno è quello alcolico.
Whisky, scozzese. Aye!

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Comments (12)

Daniela Bino

Gen 20, 2016 at 11:23 AM Reply

Cara Barbara,
questo articolo mi ha richiamato alla memoria una mia conoscenza che, essendo un po’ povera di idee e di spirito, pensava di dimostrare un livello culturale medio alto, frequentando librerie e leggendo il riassunto riportato in copertina dei libri. Così, credeva nella bella figura con le persone che frequentava, senza acquistare un tomo ingombrante che comunque non avrebbe letto mai, essendo una persona con celluline grigie poco attive.
Venendo a noi, concordo su tutta la linea: ho letto sempre e sempre lo farò, anche se il libro si rivelasse una pessima scelta, ma sono tosta e mi piace leggerlo fino alla fine comunque.
Bello, questo articolo, davvero! Fa riflettere e spero sia di monito per coloro che non hanno capito il senso della lettura: uno spazio quotidiano che dobbiamo dedicare a noi stessi, come una seduta in un centro estetico, ma per la mente.

Barbara Businaro

Gen 20, 2016 at 9:44 PM Reply

Ciao Daniela, mi piace il paragone col centro estetico, che è un’associazione mentale tipicamente di relax, quindi il contrario della fatica. Penso comunque che il livello culturale di una persona non sia dato dal numero delle letture, ma dalla qualità di ogni singola lettura. E cosa vuoi imparare da un riassunto?!

Daniela Bino

Gen 22, 2016 at 11:09 AM Reply

Ed ecco perché apprezzo la tua schiettezza: un libro va letto bene, proprio come dici tu, al 100%, non importa il numero di testi letti, ma la qualità della lettura, che deve essere attenta e portata avanti con mente aperta e con calma, non si può mettere fretta ad uno spazio che è solo tuo, con il tuo libro tra le mani, minuti preziosi solo per te, per il tuo benessere. Amo leggere ancora il cartaceo, anche se il formato elettronico può essere comodo, ma adoro la sensazione che il libro “fisico” mi da, l’odore delle sue pagine, talvolta vissute, qualcosa da stringere a me dopo aver letto un passaggio importante nella storia… Insomma, tra me ed il libro, un rapporto d’amore importante, perché avere fretta?

Vittorio Beggi

Gen 20, 2016 at 1:46 PM Reply

Ciao Barbara,
Ah! I “condensati” del Reader’s digest…. Che nostalgia!
Erano tanti,ma c’ erano quando i libri “veri” costavano troppo (1). Erano condensati come il latte. Restavano dolciastri e appiccicosi, ma si leggevano tutti d’ un fiato.
La “distillazione” è un procedimento che, probabilmente, tutti facciamo, almeno un po’, durante la lettura.
A me capita spesso di leggere e saltare di pari passo interi paragrafi di descrizioni collaterali.
Spesso sono, infatti, inutili all’ ambientazione ed estranei al filo che tiene sospeso il racconto.
Salto anche volentieri i dialoghi che sembrano battibecchi isterici. Alla faccia degli autori che li aggiungono per puro spirito sadico o per “fare corpo” ad una storia altrimenti troppo breve.
E’ tuttavia una questione totalmente individuale e legata anche all’ umore del momento.
Un conto è quando leggi ed “hai tempo”, un altro è quando il tempo lo “rubi “. E’ un po’ come guardare un paesaggio. Se hai tempo osservi tutto, altrimenti: un’ occhiata e via!
Quello che mi lascia perplesso è che la distillazione la faccia qualcun altro. Però, pensandoci bene, è come quando vedi un documentario sugli animali. Ti godi i leoni risparmiandoti la puzza ed il rischio. Se non costa troppo, forse vale la pena.


(1) un’ altra volta faremo una discussione sul concetto di troppo misurato sulla reale disponibilità momentanea di denaro

Barbara Businaro

Gen 20, 2016 at 9:50 PM Reply

Mi è capitato di “distillare” in lettura come dici tu, quando rischio di perdere un paio di diottrie correndo con l’occhio sulle righe per arrivare al momento fatidico della scena. Salvo che poi mi perdo un pezzo importante, non lo capisco e mi tocca rileggere! 😛
Il fatto che la distillazione sia fatta da un editor, e non dallo stesso autore, è un punto dolente. Ma non credo che nessun autore acconsentirebbe a produrre il suo stesso distillato!

sandra

Gen 20, 2016 at 7:21 PM Reply

Anche la grappa direi. Tieni presente che ho pernottato in una distilleria ed è stata un’esperienza inebriante. Che dire ancora che non hai già detto tu così bene? Nulla, saranno un flop, così dopo il flipback il flop che suono pure bene. Vedi il vero problema dei distillati è che veicolano un messaggio sbagliato alla base: ridurre il tempo di lettura. Ma chi mai vorrebbe ridurre il tempo da dedicare a una cosa bella? Un mentecatto. Bon, ci siamo capiti.

Barbara Businaro

Gen 20, 2016 at 10:06 PM Reply

Con la grappa giochiamo in casa nelle nostre terre. Il whisky invece è più qualcosa legato alla mia personale idea di viaggio. 🙂
Il messaggio di ridurre il tempo di lettura deriva dal fatto che chi non legge dichiara di non farlo “per mancanza di tempo”. Non è vero. Ho dimostrato col mio esperimento natalizio che non si legge perchè non si ha sottomano il libro giusto. E quando entrano nei grandi store sono spaventati dalla mole di libri tra cui non sanno scegliere.
Per questo mi piace di più l’idea dei “libri al buio”, libri incartati dove c’è solo l’indicazione generica dell’emozione (fantasioso, struggente, tenero, intenso…). Qui in Italia li aveva lanciati Sperling & Kupfer, ma non li ho mai beccati dal vivo.

sandra

Gen 21, 2016 at 8:33 AM Reply

Io sì li ho visti!! Non mi attiravano tantissimo proprio perchè non soffro della sindrome “oddio, quanti libri non so come orientarmi” ma di sicuro erano una proposta affascinante. La mancanza di tempo è la regina delle scuse, ma basta sostituire la frase con “preferisco fare altro” e la prospettiva si modifica all’istante. Non ti ho ancora fatto i complimenti per il blog, madò è davvero funzionale. Oltre che bello. Buona giornata.

Barbara Businaro

Gen 21, 2016 at 10:51 AM Reply

Grazieeee! I complimenti di prima mattina ci fanno proprio bene! (l’avevo letto dal telefono ma non potevo risponderti)
Non sono la sola a curare l’aspetto tecnico del blog, ho una “ciurma” d’eccellenza 😉

silvia

Gen 20, 2016 at 9:14 PM Reply

Come non essere d’accordo? Il libro distillato è la negazione del piacere di leggere. Quando ho letto Venuto al mondo avrei voluto che non finisse mai, altro che toglierne dei pezzi. Quando ho saputo che era uno dei libri di questa sciagurata collana, ho avuto un colpo al cuore.
Altra cosa è il film, se riesce a dire qualcosa di più o di diverso dal romanzo.

Barbara Businaro

Gen 20, 2016 at 10:10 PM Reply

Chi non conosce il piacere della panna, si accontenta della granatina! (questioni di colesterolo a parte)
Si vocifera che la scelta di distillare Venuto al mondo della Mazzantini sia una sorta di ripicca della Mondadori perchè l’autrice è passata in Feltrinelli. Ma ovviamente non lo sapremo mai…

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