Gli esami non finiscono mai. La vita è una lunga maratona.

Gli esami non finiscono mai

Gli esami non finiscono mai.
Non mi riferisco alle analisi del sangue e nemmeno alla celebre commedia di Eduardo De Filippo sulle diverse prove della vita, che fece diventare questa frase un detto popolare. Intendo proprio le prove scritte, orali e pratiche con cui qualcuno verifica le nostre competenze per rilasciare un attestato, una licenza, una qualifica professionale e pure un posto di lavoro, visto che oramai un curriculum e un singolo colloquio non sono più sufficienti.
Lo scorso gennaio, quando ho scelto le mie tre parole per una rotta (insight, bright, awareness ovvero intuito, brillante, consapevolezza), mai avrei immaginato che una di loro, e ancora non ho ben capito quale ma scommetterei su insight, mi avrebbe portato quasi tre mesi di studio intenso proprio per una selezione durissima, un’opportunità piovuta dal cielo che sarebbe stato stupido rifiutare.
Ho iniziato a studiare a fine febbraio, mi sono candidata alla prova appena ne ho letto in un sito dedicato, e davvero per caso perché non lo consultavo da mesi. Un segno del destino? Credo di sì e non è stato l’unico. Ho rinfrescato parte delle mie conoscenze informatiche, di reti e protocolli, lasciate indietro ancora dai tempi dell’università, usando l’evidenziatore verde su un libro di testo usato, anche se sottolineare è peccato mortale.
Alle fine di quelle materie mi è servito poco, ma quanto meno sono tornata nell’ottica dello studio: leggi, rileggi, schematizza, memorizza, riformula i concetti con parole semplici, usando la tecnica Feynman per l’informatica spiegata alla nonna. Ma il blocco più difficile è stato un manuale di normative di quasi millecinquecento pagine, da leggere insieme al testo dei singoli decreti legge, regolamenti, linee guida, testi unici, direttive europee, compreso quel simpaticone del GDPR per la protezione dei dati personali. Ve lo ricordate? Non l’ho mai dimenticato e in effetti è stato proprio lui a lanciarmi nella prova orale.
Studiavo la mattina presto, a volte in pausa pranzo dal lavoro se non c’erano altre urgenze famigliari, certamente la sera fino a tardi e nei weekend approfittando dell’impossibilità di muoversi, senza ancora sapere quando e dove si sarebbero svolte le verifiche, senza cognizione di quanto tempo avevo ancora davanti per prepararmi. Ho delegato tutto il delegabile, ho diminuito anche gli allenamenti e mi manca tantissimo la mia corsetta della domenica mattina, ho rimandato tutte le attività possibili, compresa la scrittura di racconti e gli incontri per la preparazione delle storie vere (l’ultima risale allo scorso Natale perché dalla stesura alla pubblicazione possono passare anche mesi), non ho più letto un romanzo dallo scorso febbraio e cavolo, quella è la parte che mi è mancata di più. Mi sono concessa di scrivere Rosso perché troppo studio stava davvero comprimendo la mia vena creativa e sentivo la necessità di darle sfogo temporaneo.
Persino le mie pianticelle e il mio minuscolo giardinetto se la sono dovuta cavare da soli. Il mio cactus mammillaria ha ritardato la sua fioritura, un’esplosione di fucsia in mezzo alle spine, solo per me!
Ho corso questa maratona con pochissime probabilità di vittoria, perché pur essendo richieste delle competenze informatiche non è propriamente il mio settore di lavoro e non ho pratica di alcune procedure. Da una parte l’ho presa come una sfida, per vedere fin dove sarei arrivata, e dall’altra ho cercato la serenità, con la consapevolezza che avrei potuto riprovarci in un altro momento, avendo se non altro già studiato parecchio materiale, senza dover ripartire da zero.
Quando è uscita la data del primo test scritto, questa coincideva con il giorno successivo al Virtual Gala My Peak Challenge, se si fosse tenuto nello stesso fine settimana in cui l’evento era stato programmato in presenza a Edimburgo, come nel 2019 (di quel viaggio fantastico ne ho raccontato qui: Dalla Scozia con amore. The MPC Gala 2019). I festeggiamenti dal vivo sono stati spostati di nuovo al prossimo anno già lo scorso dicembre, sempre a causa della pandemia e delle restrizioni sugli spostamenti, e come per il 2020 si è pensato di organizzare al suo posto delle attività virtuali in rete, teoricamente nella stessa data originaria della manifestazione. Quando ho visto dove finiva sul calendario il mio test scritto, non l’ho presa benissimo, perché sono responsabile di un gruppo da seguire quale Ambassador e avrei rischiato di rovinarmi sia il weekend di festa che l’esame stesso il giorno seguente.
Ma dopo una settimana dalla conferma della prova scritta, il Virtual Gala è stato programmato ufficialmente a fine maggio, il prossimo weekend. Non so dire se sia stato il destino, o qualcuno a conoscenza delle mie difficoltà abbia perorato la causa agli alti vertici dell’organizzazione, ma io l’ho certamente considerato un altro segno. Non hai scuse Barbara, devi dare il massimo.
Recuperando un po’ della mia giovinezza, mi sono presentata al cancello nel luogo della verifica, come non accadeva da almeno vent’anni, dagli ultimi esami universitari. Un’ora di tempo per rispondere a una quindicina di quiz dalle risposte furbette e una domanda aperta di analisi tecnica, dove sono riuscita a scrivere per ben tre facciate di foglio protocollo. Niente editing, in quel caso bisogna saperla raccontare e allungare di proposito. Sono tornata a casa esausta, ma soddisfatta. Perché quando impieghi il meglio di te, più del tuo cento per cento, non hai davvero niente da rimproverarti.
Il responso è arrivato lo stesso giorno in cui mi era appena stata consegnata, in un lungo viaggio dagli Stati Uniti, la bandiera My Peak Challenge 2021 di un intenso color lavanda, un altro inequivocabile segno. Mi ci sono avvolta letteralmente e ho aperto la busta: ammessa alla prova orale e nemmeno con un punteggio scadente! Incredibile!
L’euforia però è durata poco, pochissimo. Come vi ho raccontato in un recente post, non sono timida, sono introversa, ma ho pur sempre alle spalle un colloquio orale di maturità a scena muta, o quasi. “Lei è parca di parole, signorina” mi disse la professoressa della commissione che mi stava interrogando. E’ pur vero che anni dopo alla discussione della tesi ho parlato di filato per quaranta minuti, ma c’è una differenza sostanziale tra i due eventi: le domande. Nel primo caso dovevo rispondere alle richieste concise degli insegnanti, portando tutto il programma di quinta superiore delle due materie scelte per l’occasione, nel secondo invece ero io a esporre quanto avevo già preparato, era un argomento di minore ampiezza e qualsiasi domanda non mi avrebbe messo in difficoltà perché doveva attenersi al soggetto della tesi stampata, di cui ero in assoluto l’autore.
Come sarebbe andata stavolta? Sapevo per certo che sarebbero stati cinque quesiti diversi per ogni candidato e la giuria poteva intervenire con ulteriori domande, più un test di comprensione dell’Inglese, che non avrebbe aggiunto punteggio ma solo un parere favorevole. Ero decisamente preoccupata e un amico per tranquillizzarmi mi ha inoltrato il video TEDx di Will Stephen, comico professionista, il cui discorso illuminante mostra come sembrare intelligenti senza in realtà dire niente, niente di niente.

 

 

Quel mattino sono andata al test orale, eravamo solo in otto candidati selezionati dallo scritto. Lo ammetto: sotto la giacca indossavo la mia maglia ufficiale My Peak Challenge, come Clark Kent indossa la tuta di Superman, e mi ha dato conforto.
Una donna della commissione esaminatrice indossava un anello particolare, da dove ero seduta io sembrava in tutto e per tutto la bandiera scozzese󠁧󠁢󠁳󠁣󠁴, la croce di Sant’Andrea bianca su sfondo azzurro. Continuavo a fissarlo incantata, per capire se fosse un segno evidente della mia buona sorte o se la fatica accumulata mi stesse giocando un terribile scherzo.
Mentre ascoltavo le domande a cui erano sottoposti gli altri prima del mio turno, mi sentivo ben preparata, sapevo le risposte e le formulavo correttamente nella mia mente, ce la potevo fare, avevo una possibilità. Quando a sedermi al centro della stanza è toccato a me, in testa continuavo a sentire il giro di chitarra dell’inizio di Shoot to thrill degli AC/DC in versione Iron Man. O la va o la spacca Barbara, adesso ci giochiamo il tutto per tutto.
Quarantacinque minuti dopo ero sfinita, nemmeno avessi davvero corso una maratona. Per i primi quesiti me l’ero cavata bene, ma alcuni erano formulati in maniera un po’ nebulosa, non si comprendeva quale fosse l’argomento da inquadrare, rispetto al materiale di studio. In più anche i membri della commissione non sembravano chiari su quel che volevano sentirsi dire e per un attimo ho rivisto quel buio totale dell’esame di maturità.
La lettura del testo in lingua inglese mi ha lasciato di stucco. Indovinate il contenuto? “Piero vuole partecipare ad una maratona…” Leggevo e traducevo e sorridevo, perché quello sì era un segno inconfondibile. “Piero guarda in televisione la maratona di New York e pensa che potrebbe provarci anche lui, in dodici settimane.” No Piero, fidati che dodici settimane non bastano se parti completamente da zero!
Sono rientrata a casa dopo ben sei ore perché era necessario rimanere per ascoltare tutti gli altri. Esausta, incapace persino di addormentarmi per la scarica di adrenalina ancora in corso. Ci ho messo qualche giorno a recuperare lo sforzo mentale.
Sebbene i risultati fossero annunciati in una settimana, sono stati inviati la sera stessa e non ho avuto il coraggio di aprire la busta stavolta, l’ha fatto un’amica per me preparandosi, nel caso, a sollevare il mio morale.
E invece ce l’ho fatta. Ho conseguito l’idoneità, quarta in graduatoria, e non ci avrei scommesso un centesimo!
In barba a tutti quelli che, ancora una volta, anziché sostenermi come mi aspettavo ripetevano con convinzione come “alla mia età” sia difficile rimettersi a studiare e pensare di superare una selezione del genere. Gli stessi che pensavano non potessi cambiare lavoro o rimettermi in forma smagliante superati i quarant’anni. Ma gli esami non finiscono davvero mai nella vita e bisogna essere pronti a cogliere al volo le opportunità quando si presentano, senza tirarsi indietro con delle scuse.
Si sono dimenticati un particolare importante.
Io sono una peaker.

 

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Comments (26)

Speranza

Mag 16, 2021 at 7:17 AM Reply

Complimenti. Hai fatto una vera impresa da peaker

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:20 PM Reply

Grazie Speranza! In effetti è la stessa soddisfazione di aver partecipato a una mezza maratona oppure una sessione intensiva di allenamento (pure la stessa stanchezza) 🙂

Giulia Mancini

Mag 16, 2021 at 10:05 AM Reply

Complimenti Barbara, sei stata brava e determinata (chissà perché ci sono sempre i disfattisti che vogliono smontarti…) del resto se uno non ci prova seriamente è difficile arrivare all’obiettivo.
La volontà è importante e tu in questi anni hai dimostrato che con la volontà puoi raggiungere gli obiettivi che ti poni.
Ti racconto una storia, il padre di un mio amico faceva l’operaio e decise di prendersi il diploma da geometra perché non voleva fare l’operaio tutta la vita, così si iscrisse alla scuola serale e nonostante avesse già una famiglia e dei bambini piccoli, studiò e si impegno in ogni minuto del suo tempo libero, infischiandomene dei colleghi che lo prendevano in giro quando, dopo il lavoro, declinava ogni invito perché doveva studiare o andare a scuola. Alla fine prese il diploma e aprì uno studio da geometra con cui mantenne la famiglia e dove andò a lavorare anche suo figlio una volta cresciuto. Insomma non bisogna mai lasciarsi influenzare dai denigratori dei sogni altrui.

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:21 PM Reply

Eh Giulia, i disfattisti sono in genere persone che non riescono a mettersi in discussione per raggiungere obiettivi per sé stessi. Passano magari la giornata a lamentarsi della propria situazione, ma non si schiodano da lì, nemmeno se gli si apre un portone enorme di fronte e qualcuno è pure disposto ad accompagnarli per una nuova strada. Perché muoversi e rischiare è fatica, è più semplice rimanere fermi. Così, l’unico modo di sentirsi in pace con la propria coscienza è di abbassare le capacità altrui, sminuire le loro fatiche, ridurle a fortuna, contestare il risultato. Emblematica è la storia dell’operaio diventato geometra, un esempio per tutti! L’hanno deriso ma alla fine ha vinto lui. 😉

Darius Tred

Mag 16, 2021 at 2:04 PM Reply

Well done, peaker!

P.S.: potresti anche dirlo che hai stappato una bottiglia di whisky per l’occasione… B-)

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:22 PM Reply

No, non ho stappato una bottiglia di whisky nuova, mi sono “accontentata” di un giretto con quelle già aperte. 😛
Quella nuova, che mi toccherà andarmela a prendere direttamente in Scozia a causa della Brexit e dei casini doganali vari, me la tengo per quando arriverà “la chiamata”. E allora sì che si stappa! Sentirai il botto fino a casa tua!! 😀

Sandra

Mag 16, 2021 at 5:47 PM Reply

Ti avevo già detto quanto ti ammiro, saresti stata comunque bravissima anche solo a provarci ma BRAVISSIMA DOPPIO MAIUSCOLO per l’idoneità.

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:23 PM Reply

GRAZIE SANDRA!!! ❤❤❤ Per tutto il supporto in questi mesi difficili di “non lo so, la vedo buia, molto buia, ma chi me lo fa fare?!” 😀 😀 😀

IlVecchio

Mag 16, 2021 at 7:06 PM Reply

In questo tipo di selezioni con graduatoria finale ci vuole anche un pizzico di fortuna. Che sia il momento giusto nella propria esistenza, che sia una giornata buona quella dell’esame, che siano le domande propizie con i capitoli che si sono studiati meglio, che gli esaminatori abbiano davvero voglia di andare oltre l’ansia da interrogazione e sondare l’effettiva preparazione e professionalità dell’esaminato. Ma è un pizzico, appunto. Tutto il resto è merito tuo. E su questo non avevo alcun dubbio. : -)

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:23 PM Reply

“È meglio avere dubbi che false certezze.” Luigi Pirandello 😉
Grazie Vecchio, sono caduta in piedi anche stavolta.

Dorina

Mag 16, 2021 at 9:11 PM Reply

E il finale è perfetto! “Io sono una Peaker” e lo dimostri perfettamente con l’esempio della tua tenacia e volontà.
Grandi qualità che ritrovo nelle persone a me più vicine nate sotto il segno del Capricorno…chissà? Ancora brava e spero un giorno ci incontreremo. – Aggiungo che ho sorriso non conoscendo quella che tu riporti “tecnica Feynman per l’informatica spiegata alla nonna”; pensa che mio papà ha 95 anni ed ha imparato a spedire le mail e navigare in internet e cercarsi le ricette (lui è vedovo e si fa da mangiare). Giorni fa, al telefono, l’ho guidato in rete a cercare un programma in streaming…una barzelletta perchè dovevo tradurre tutto in modo semplice che lui potesse capire e ce l’abbiamo fatta! Ma se conoscevo quella tecnica forse facevo prima!

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:24 PM Reply

Grazie Dorina! Tenacia e volontà, o come mi dicono a casa, “sono de coccio e non mollo”! 😀
Niente Capricorno, sono un Sagittario ascendente Leone, fuoco contro fuoco, per quello sudo sempre così tanto in allenamento. Speriamo di vederci a breve, mi hanno confermato il vaccino per il 15 giugno, magari ora di settembre potremmo organizzare un incontro di peaker senza ansie.
E una standing ovation per il tuo papà, a 95 anni attivo in rete! Eccezionale davvero!! 🙂

Brunilde

Mag 17, 2021 at 9:25 AM Reply

Bravissima, complimenti. Non so che cosa ti porterà aver superato questo esame, in termini di opportunità professionali, ma a livello personale hai dimostrato a te stessa di avere forza, determinazione e lucidità sufficiente da poter superare qualsiasi ostacolo. Sei tosta , ragazza! Tutta la mia stima, davvero.

Barbara Businaro

Mag 17, 2021 at 1:24 PM Reply

Questa idoneità potrebbe (condizionale sempre d’obbligo) portarmi in un altro settore. Specialmente potrei recuperare i miei permessi retribuiti e cambiare orario di lavoro, guadagnando ore per la mia scrittura. E questo è lo scopo ultimo. 😉
Ma non è nemmeno finita qua, ho in mente di muovermi anche per il “piano C”. Non si sa mai quale sia la strada migliore ed è bene prepararsi con tutto.

Elena

Mag 18, 2021 at 8:15 AM Reply

Sono molto felice per te! È incredibile che qualcuno ancora pensi che c’è un’età per fare le cose e un’altra per accontentarsi. Forse parlano a loro stessi ma non a una peaker! Il destino ti ha dato una mano ma senza coraggio, studio e abnegazione non ce la si fa. Spero che ciò che ti aspetti arrivi presto intanto, se potrai , riposati un pò. Ma so già che hai una prossima sfida in testa. Buon vento!

Barbara Businaro

Mag 19, 2021 at 9:08 AM Reply

Grazie Elena! Dopo una settimana di adrenalina ancora in circolo dopo l’esame, adesso la sera crollo, il corpo richiede di dormire di più per recuperare. E quindi ne approfitto, perché nei mesi scorsi studiavo fin tardi.
Certo riposarmi è un po’ difficile con l’arrivo del Virtual Gala MPC, dovendo seguire il mio gruppo Clan McPeakers Italian Speakers. Il prossimo weekend abbiamo un’ora di workout intensa, un’escursione a piacere (sempre se non piove), un’altra ora di yoga e poi il grande party finale. E io sono l’assistente ai problemi informatici… Yu-uh! 😀

Paola

Mag 18, 2021 at 9:47 AM Reply

No, mi spiace ma devo contraddirti, non è intuito la parola che ti ha guidato bensì consapevolezza. Perché la consapevolezza, che io interpreto come capacità di osservare la propria vita e ciò che ci circonda senza ipocrisie, senza diffusi aloni rosa e senza tappeti sotto cui nascondere la polvere, ha fatto sì che tu ti rendessi conto del percorso da intraprendere per realizzare il tuo sogno. E non vedo fortuna, congiunzioni astrali o altra, ma un’immensa forza di volontà ed autodisciplina. Io sono molto ammirata da ciò che hai fatto, molto più per come lo hai fatto che del risultato, molto fiera ed orgogliosa di te

Barbara Businaro

Mag 19, 2021 at 9:20 AM Reply

Ho pensato alla parola insight perché quando ho letto di questa idoneità, con molte persone vicine che la davano come una strada non solo impervia ma persino inefficace e poco redditizia, ho avuto l’intuizione chiara di come invece potesse incastrarsi perfettamente con altre mie esigenze, quelle scrittorie innanzitutto. Certo anche awareness mi ha aiutato, quando all’inizio avevo consapevolezza di potercela fare, di poter aspirare a un risultato, e quindi di poter tentare l’impresa. Certo alla fine giravo per casa ripetendomi “Una cosa la so. So di non sapere…” 😀 😀 😀
Ho anche avuto l’intuizione di circondarmi delle persone giuste che mi hanno agevolato il percorso, perché in questi casi bisogna anche sapere cosa studiare e come studiare, non è poco. Un paio di angioletti che quotidianamente erano lì a motivarmi. Un po’ di merito va anche a loro. 😉

Marina Guarneri

Mag 18, 2021 at 2:02 PM Reply

Ma complimenti! Davvero, Barbara, sei stata coraggiosa e ostinata: due belle caratteristiche se ti vuoi mettere in gioco. Significa che cambi lavoro e in meglio? Al di là dei segnali evidenti che la buona sorte, in questa occasione, sarebbe stata dalla tua parte, la soddisfazione maggiore è sapere che qualcuno ha premiato i tuoi sforzi. Brava e buon nuovo inizio, qualunque esso sia!

Barbara Businaro

Mag 19, 2021 at 9:26 AM Reply

Grazie Marina! Significa che sono in graduatoria, ho conseguito un’idoneità, potrei cambiare settore e andare a impegnarmi in quello per cui in realtà avrei studiato a suo tempo all’università, sempre con l’informatica di mezzo. Per adesso mi godo l’estate in arrivo e poi vediamo come procedere.
Il tutto nasce per risolvere questa vergogna: Ci hanno rubato il tempo libero Ritornare ad avere il mio tempo per scrivere. 😉

Grazia Gironella

Mag 18, 2021 at 7:10 PM Reply

Hai tutta la mia ammirazione per l’intraprendenza e la tenacia, che giustamente verranno ricompensate. In ogni caso sono ricompensa già in sé. 🙂

Barbara Businaro

Mag 19, 2021 at 9:31 AM Reply

In effetti sì, non fosse andata bene sarei stata comunque orgogliosa dell’impegno messo. La prima maratona può anche finire con un piazzamento modesto, ma sai di aver corso una maratona intera e questo è già un risultato enorme per un principiante, no?
Quando ho salutato gli altri, al termine dell’esame, senza ancora conoscere i punteggi, ho detto testuali parole “Comunque vada, è stata una bella avventura, ho imparato parecchie cose, grazie!” 🙂

Maria Teresa Steri

Mag 19, 2021 at 2:28 PM Reply

Ho letto con il fiato sospeso! Complimenti per il traguardo e soprattutto per la sfida affrontata con tanta determinazione (ma da te non mi aspettavo niente di meno!). A questo punto immagino ci saranno grossi cambiamenti all’orizzonte… in ogni caso, goditi la vittoria e la soddisfazione di avercela fatta. E’ proprio vero che gli esami non finiscono mai, accidenti.

Barbara Businaro

Mag 19, 2021 at 9:06 PM Reply

Diciamo che non vedo ancora l’isoletta del cambiamento stagliarsi all’orizzonte, ma la bussola stavolta punta alla direzione giusta ed è solo questione di tempo. In quanto a determinazione, ci sono stati anche dei momenti di cedimento e stanchezza, quelli che li ho anche durante gli allenamenti intensi quando mi chiedo perché non decido di passare all’uncinetto! XD Però occorre tenere bene a mente l’obiettivo finale, prendere un grosso respiro e via andare, senza fermarsi.

Luz

Mag 24, 2021 at 7:05 PM Reply

Che dire, una vera forza della natura. A monte di una bella organizzazione, hai raggiunto il tuo obiettivo.
Bravissima!

Barbara Businaro

Mag 25, 2021 at 10:46 PM Reply

Grazie Luz! Nel frattempo sono reduce dal weekend del Virtual Gala, con un’ora di workout spacca polmoni, più che altro spacca quadricipiti, una camminata tra i colli che doveva essere tranquilla, tutta in piano, appena un’oretta, e invece erano undici tornanti in salita, compresa un’enorme scalinata finale, e praticamente altre tre ore di allenamento, mettiamoci anche lo yoga al pomeriggio che proprio rilassante non è, e alla fine il brindisi me lo sono meritato tutto! Non so se mi ha piegato di più il tanto studio prima dell’esame o il Virtual Gala! 😀 😀 😀

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