La scrittura creativa al cinema - Film sulla scrittura e la vita degli scrittori contemporanei

Film sulla scrittura e la vita degli scrittori contemporanei

C’è bisogno di leggerezza, ne sento la necessità io, immersa nello studio col mio evidenziatore verde, anche se sottolineare è peccato mortale, e immagino anche voi in questo particolare momento, di nuovo impegnati a stare chiusi nelle nostre case. Non ci resta che leggere un buon libro e guardare per qualche ora la televisione.
E se volessimo congiungere le due attività? Quale occasione migliore di vedere dei bei film sulla scrittura e sulla vita degli scrittori!

Quando la scrittura viene portata in pellicola al cinema, ci troviamo ad osservare l’arte nell’arte medesima: una sceneggiatura, essa stessa scrittura, racconta a sua volta la complicata esistenza di uno scrittore, o aspirante tale, di fronte alla pagina bianca o, peggio ancora, alle prese con il mondo editoriale e con il suo personale pubblico. Trovo sempre qualche spunto straordinario in questi lungometraggi.

Non ho voluto però qui raccogliere i classici nella loro trasposizione cinematografica, che di solito preferisco guardare al termine della lettura come mi è capitato con Anna Karenina di Lev Tolstoj, e nemmeno alle ricostruzioni biografiche su autori che hanno segnato le epoche con i loro romanzi, come Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro sulla nascita della celebre Jane Austen, nei panni di una formidabile Anne Hathaway, oppure come il più conosciuto Il postino, con un indimenticabile Massimo Troisi nei panni del postino Mario Ruoppolo che incontra il poeta Pablo Neruda in esilio sul Mediterraneo.

Piuttosto ho voluto dare spazio alla vita degli scrittori contemporanei, degli esordienti, dei ghostwriter, e pure delle altre figure del campo letterario, dei correttori di bozze, degli editor, degli agenti. Tutte le volte che ho trovato la scrittura in un film, mi sono segnata il titolo a parte, più qualche appunto interessante.
Del resto trovo anche confortante ritrovare le stesse difficoltà dello scrivere, a vari livelli e modalità, nella quotidianità degli altri scrittori, o aspiranti tali, rappresentata al cinema. Anche un Premio Pulitzer può aver terrore della pagina bianca o sentirsi incastrato in un’esistenza scomoda per lasciare spazio alle sue storie. Mi fa sentire meno sola.

I titoli li ho suddivisi in due categorie: quelli più seri dove lo scrittore è protagonista e quelli dove invece la scrittura è più un contorno che il tema principale della trama. Ci sono pellicole drammatiche, poetiche, commedie, thriller, erotismo e pure fantascienza, decisamente per tutti i gusti.
Esattamente come in libreria, scegliete il vostro e buona visione. 🙂

 

La vita degli scrittori al cinema

Padri e figlie

Padri e figlie vede la regia del nostro Gabriele Muccino e la partecipazione di Russell Crowe e Amanda Seyfried, rispettivamente nei ruoli del padre scrittore e dell’unica figlia, orfana di madre in un incidente che aveva coinvolto entrambe i genitori. La trama segue due filoni narrativi, mischiando passato e presente in continui flashback: la difficile vita di Jake Davis e la sua piccola Katie, lui costretto a lavorare a un romanzo giorno e notte per dimostrare di essere in grado di occuparsi della bambina, nonostante i suoi problemi di salute; la contrastata quotidianità di una Katie oramai adulta, assistente sociale premurosa e capace nel seguire una ragazzina traumatizzata dalla morte della propria madre, ma una donna incapace di amare, dedita a incontri occasionali e sesso sfrenato per sconfiggere la paura di legarsi a qualcuno. Finché una sera non incontrerà Cameron, un altro scrittore, che saprà leggere oltre la copertina. “Padri e figlie” è anche il titolo dell’ultimo romanzo del padre Jake, testimonianza dell’amore assoluto per la sua piccola “patatina”.
Una storia davvero molto, molto toccante. Pure la dimostrazione come un Premio Pulitzer non si salvi dal blocco della pagina bianca e dalla stroncature della critica.

Scoprendo Forrester

Questo è uno dei film più citati in materia di scrittura creativa e non può assolutamente mancare alla vostra visione. Scoprendo Forrester non avrebbe però avuto un tale successo senza la presenza straordinaria di Sean Connery, inchino profondo prego! Ma il protagonista di questa storia è Jamal Wallace, un ragazzo di colore che vive nel Bronx con la madre, e che tutto il giorno porta con sé, nascosti nello zaino, i taccuini dove riversa la sua scrittura, i suoi pensieri e le sue riflessioni, forse gli appunti per un romanzo. Ha del talento Jamal e una passione per la letteratura, ma è costretto a soffocarli perché nell’ambiente in cui vive non lo capirebbero. Un giorno viene sfidato dagli amici a entrare di nascosto nell’appartamento de “La finestra”, un uomo che li osserva guardingo giocare nel sottostante campetto di basket. Scoperto a frugare in mezzo ai tanti libri di quella casa, Jamal fugge di corsa, lasciando dietro di sé lo zaino, e i suoi preziosi taccuini. Tornato il giorno dopo per recuperarli, lo zaino gli viene lanciato dalla finestra e Jamal scopre che l’uomo ha revisionato tutti i suoi scritti con la penna rossa, segnando gli errori ma anche sottolineando le parti migliori. Nascerà un’amicizia tra i due, insolita e meravigliosa, soprattutto perché “La finestra” è il misterioso scrittore William Forrester, di origini scozzesi (!!), scomparso dalle scene dopo il Premio Pulitzer per il suo unico romanzo.

All’interno del film ci sono delle vere chicche di scrittura creativa, piccole pillole come questa:
“La prima stesura la devi buttare giù col cuore, e poi la riscrivi con la testa. Il concetto chiave dello scrivere è scrivere. Non è pensare.”

The words

The words (trad. Le parole) è un romanzo rubato dentro un altro romanzo letto al pubblico, in un gioco di incastri che vede ben tre livelli di narrazione. Clayton Hammond, interpretato da Dennis Quaid, è uno scrittore intervenuto alla presentazione del suo ultimo libro, per leggerne alcune parti: inizia così a leggere la storia di Rory Jansen, aspirante scrittore a sua volta, impersonato da Braedley Cooper, il cui testo viene continuamente rifiutato alla pubblicazione. Finché un giorno, in viaggio a Parigi, la moglie Dora non gli regala una vecchia valigetta di pelle e al suo interno Rory trova un manoscritto, commovente e straziante. Sorpreso a ribatterlo al computer, Dora lo scambia per uno scritto di Rory e lo convince a pubblicarlo, divenendo così uno scrittore famoso. Ma un giorno al parco viene fermato da un vecchio giardiniere, che gli svela essere il vero autore di quel testo e gli racconta la vera storia, ai tempi della seconda guerra mondiale, dell’incontro con Celia, una cameriera francese, e di come lei avesse ispirato quelle parole. E questa è la terza trama ai nostri occhi.
Alla conferenza di Hammond partecipa Daniella, studentessa e aspirante scrittrice, che flirta con lui al termine della lettura per sapere come finisce il romanzo e quanto di autobiografico c’è nelle sue parole. Uno scrittore che scrive di uno scrittore lascia sempre una traccia di sé, oppure no?

The Wife – Vivere nell’ombra

The Wife – Vivere nell’ombra è un omaggio a tutte le scrittrici vissute nell’ombra, di un marito o di uno pseudonimo maschile, invisibili di fronte al pubblico pur di avere l’occasione che le loro parole possano giungere ai lettori. Joan Castleman, una Glenn Close da Oscar ed è un peccato non l’abbia avuto, è la moglie di Joe Castleman, scrittore che viene convocato a Stoccolma per ricevere il premio Nobel per la letteratura, grazie ai suoi numerosi romanzi e alla sua scrittura rivoluzionaria. Durante il viaggio e la permanenza nella capitale svedese, Joan ripensa al suo incontro con Joe, giovane studentessa con un professore sposato, ai quarant’anni di matrimonio insieme, alle scappatelle dell’uomo mentre lei lavorava duramente, al suo vivere costantemente nella parte all’ombra del successo del marito e all’enorme sacrificio della sua vera natura, per far si che almeno uno dei due potesse raggiungere la fama con la scrittura. La dimostrazione che dietro a ogni grande uomo, c’è una donna ancora più grande. Il finale esprime l’amore, nonostante tutto.

Potete vederlo su RaiPlay, dove l’iscrizione è gratuita: RaiPlay. The Wife – Vivere nell’ombra

Paterson

Paterson è uno dei film sulla poesia più poetici che io abbia mai visto, ma non è un film per tutti. Se pensate che la poesia sia noia, non lo capirete. Ma se lo guarderete con mente aperta, ne coglierete tutta la ricchezza.
Paterson vive a Paterson, nel New Jersey, come autista del trasporto pubblico, e scrive poesie in un taccuino che porta sempre con sé, anche se la moglie Laura vorrebbe che le pubblicasse o per lo meno ne facesse delle copie. La sua vita sembra tranquilla, ripetitiva e monotona sebbene lui trovi nelle piccole cose il fascino da mettere in versi tra le pagine. Finché un giorno il suo cane Marvin, lasciato solo, straccia completamente il quaderno distruggendone il contenuto, le poesie di Paterson perdute per sempre. Seduto al parco delle cascate del fiume Passaic, incontrerà un poeta giapponese e il dialogo con quell’uomo lo riporterà a scrivere.
“A volte una pagina vuota presenta molte possibilità.[…] O preferiresti forse essere un pesce?”

Un’altra
Quando sei un bambino impari che ci sono tre
dimensioni
Altezza, larghezza e profondità
Come una scatola da scarpe
Più tardi capisci che c’è una quarta dimensione
Il tempo
Poi alcuni dicono che forse ce ne sono
cinque, sei, sette…
Stacco dal lavoro
Mi faccio una birra al bar
Guardo il bicchiere e mi sento contento

Words and Pictures

Words and Pictures (trad. Parole e immagini) ci mostra Clive Owen e Juliette Binoche in una sfida serrata, un professore di Lettere contro una professoressa di Belle Arti, per risolvere un grande enigma: Le parole sono più potenti delle immagini?
Jack Marcus insegna letteratura inglese in un liceo americano, avendo lasciato da parte la scrittura da tempo a causa dell’alcolismo, che rischia anche di farlo licenziare. Dina Delsanto è la nuova arrivata tra gli insegnanti, artista figurativa in lotta con una grave forma di artrite reumatoide che limita le possibilità di carriera. Lo scontro è nell’aria, sia tra le materie che rappresentano e sia per i caratteri diametralmente opposti, lui estroverso, amichevole e comunicativo, lei fredda, serafica e antipatica. “Le parole sono menzogne, le parole sono trappole” dice la professoressa Delsanto, mentre “l’arte è il talento della creatività umana.”
La guerra insensata tra parole e immagini porterà scompiglio nella scuola, ma molto interesse da parte di tutti gli studenti che vi parteciperanno con entusiasmo. Se poi c’è l’amore di mezzo tra i due professori…

 

Commedie, thriller e fantascienza
…con gli scrittori di mezzo

Suburban girl

Suburban girl (trad. Ragazza di periferia) è una commedia romantica, con l’affascinante Alec Baldwin nei panni di Archie Knox, uno dei massimi editori di New York, e una deliziosa Sarah Michelle Gellar (ricordate “Buffy l’ammazzavampiri”?) in quelli di Brett Eisenberg, una giovanissima correttrice di bozze. Il feeling professionale tra i due sboccerà in una relazione complessa, sia per la differenza d’età che per le vicende famigliari di ognuno, lui pluridivorziato e con problemi di alcolismo, lei appena tradita dal fidanzato e con suo padre gravemente malato. Ma i libri e le parole arricchiscono sempre, e talvolta la fine è solo un nuovo inizio.

Playing it cool

Qui ci diamo alla commedia carica di risate. In Playing it cool (trad. Giocando alla grande), uno sceneggiatore, Chris Evans prima di essere Capitan America, deve scrivere il testo di un film romantico, ma non è mai stato innamorato, ha sempre rovinato le sue relazioni a causa del trauma dell’abbandono da parte della madre, e quindi chiede aiuto al suo circolo di amici, tutti scrittori di diverso genere letterario. Il progetto procede a rilento finché non incontra una ragazza bellissima, nei panni di Michelle Monaghan, che cattura completamente la sua attenzione. Peccato però che è già fidanzata, così finge un’amicizia platonica pur di continuare a vederla.
Le scene più divertenti sono gli incontri decisamente poco letterari con gli amici autori, infarciti di battute a tema.

Professore per amore – The Rewrite

“Insegnare è una professione assurda, praticata da disperati e falliti.” Ecco cosa pensa lo sceneggiatore Keith Michaels, interpretato da Hugh Grant, protagonista del film Professore per amore – The Rewrite. Ridotto sul lastrico nonostante un Oscar ricevuto per la miglior sceneggiatura, è costretto a ripiegare sull’insegnamento, un corso di scrittura presso l’università di Binghamton nello stato di New York. Dopo aver formato una classe prevalentemente femminili con criteri di selezione decisamente discutibili, Keith è deciso a non impegnarsi nel nuovo lavoro, perché la scrittura è talento e non può essere insegnata sui banchi di scuola. Dopo un duro scontro con la professoressa Mary Weldon, appassionata di Jane Austen che l’uomo inavvertitamente offende in un incontro pubblico, il nuovo professore è costretto a impegnarsi a seguire i suoi allievi. Ci riuscirà anche per merito di Holly, studentessa fuori corso, madre di due bambine e aspirante scrittrice, nonché donna brillante e divertente.

Potete vederlo su RaiPlay, dove l’iscrizione è gratuita: RaiPlay. Professore per amore

Loro chi?

L’inizio del film Loro chi? promette già una commedia brillante: David, interpretato da Edoardo Leo, con una giacca rossa rubata in lavanderia, riesce ad entrare nell’ufficio di un editor e proporgli il suo manoscritto, nascosto sotto il vassoio del caffè. Ma vuole che l’uomo lo legga subito e così, al rifiuto dell’altro, estrae una pistola e comincia lui stesso a leggere la sua storia, la sua biografia. David lavorava in un’azienda di Treviso ed era pronto per una promozione, quando l’incontro con Marcello, impersonato da Marco Giallini, gli fa perdere in una sola notte fidanzata, casa, lavoro e soldi. Disperato, rincorrerà il truffatore fino a scoprire che la banda si fa chiama i Loro. Suo malgrado, David sarà costretto a diventare complice di Marcello per recuperare il proprio denaro, finché affascinato dalla vita avventurosa dei Loro, proporrà di rapinare proprio la società trevigiana per cui lavorava. Ma siamo sicuri che sia tutta la verità quella del manoscritto?

Se volete approfondire ancora prima della visione, di questo film favoloso ne ho già parlato proprio qui sul blog, raccontando come è riuscito a tenermi incollata davanti alla televisione: LORO CHI?

Una bugia di troppo

Nel film Una bugia di troppo (titolo originale: A Thousand Words, Mille parole) Eddie Murphy veste i panni di Jack McCall, un agente letterario avvezzo ad abusare di parole, e bugie, per ottenere ciò che vuole nella sua carriera. Finché un giorno tenta di convincere il Dottor Sinja, un guru spirituale, a concedergli la pubblicazione del suo libro. Dopo questo incontro accadrà qualcosa di straordinario nella vita di Jack: una magnifico e rigoglioso albero spunterà al centro del suo giardino. Ma quando l’uomo parla, l’albero perde le foglie, una per ogni parola usata. La pianta ha solo mille foglie e Jack rischia di morire insieme con essa, sempre più spoglia e spenta ad ogni frase pronunciata da lui. Jack dovrà comunicare in altra maniera, usando più il cuore invece delle parole vane.
Questo corrisponde un po’ all’incubo di ogni scrittore: limitare il proprio testo all’essenziale.

Una bugia di troppo - film con Eddie_Murphy

Il diavolo veste Prada

Pensate che Il diavolo veste Prada, a parte essere tratto dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger, non abbia alcun legame con la scrittura?
“No no, non era una domanda” direbbe piccata Miranda Priestly in persona.
Andrea Sachs, con una brillante carriera universitaria alle spalle, vuole diventare una giornalista, ma riesce a rimediare solo un posto come seconda assistente di Miranda Priestly, direttrice della rivista di moda Runaway, per Andrea un ripiego temporaneo anche se molte ragazze ucciderebbero per quel lavoro. Nonostante un primo impatto scombussolato con il luccicante ma competitivo mondo della moda, nonché con le continue angherie del nuovo capo e la derisione delle colleghe, le “tacchettine”, Andrea arriverà ad adorare il suo ruolo e soprattutto a stimare l’opera di Miranda. Perdendo così di vista il suo vero obiettivo: diventare giornalista. Questo succede anche con la scrittura, quando si prendono vie traverse e si perde la strada. Eppure si finisce sempre per imparare qualcosa e la risposta è nel colloquio finale che… no, non vi anticipo nulla. Se ancora non l’avete visto è tempo di recuperare, perché qui c’è una Meryl Streep da urlo! 😀

Una delle scene che mi aiutano quando sono in difficoltà è proprio questa:
“Siamo seri. Non stai facendo il massimo. Tu ti stai lamentando.”

Passengers

Con questa pellicola ci addentriamo addirittura nella fantascienza. Nel film Passengers troviamo Chris Pratt (sospiro!) e Jennifer Lawrence chiusi nella nave spaziale Avalon, che impiegherà 120 anni ad arrivare a destinazione, una colonia umana su un nuovo pianeta. Data la lunghezza del viaggio, equipaggio e passeggeri sono ibernati all’interno di capsule e saranno risvegliati solo all’arrivo. A causa di un incidente con alcuni meteoriti, l’ingegnere meccanico Jim Preston si sveglia con 90 anni di anticipo rispetto al previsto, senza possibilità di riprendere il sonno criogenico. Ben presto si rende conto che non potrà vedere l’arrivo a Homestead II.
Dopo un anno passato a godere degli agi dell’astronave, una suite spaziosa, cibi prelibati, palestra, cinema e ogni sorta di intrattenimento, sentendosi sempre più solo e depresso, decide di risvegliare una donna come compagna, fingendo si tratti di un malfunzionamento della capsula. La sua scelta cade sulla scrittrice Aurora Lane, che ha abbandonato la Terra in cerca di una vita straordinaria da poter raccontare in un libro. Obbligati a vivere in solitudine nello spazio, ci sarà davvero qualcosa da scrivere?

Cose nostre – Malavita

Che succede se un mafioso pentito, con una taglia di 20 milioni di dollari e sotto stretta protezione dell’FBI, si scopre scrittore e decide di battere a macchina la sua scomoda biografia?
Cose nostre – Malavita ci mostra all’opera un casta eccezionale: Robert De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones, tre colossi di attori per una commedia brillante ed esplosiva diretta da Luc Besson. Giovanni Manzoni, gangster americano di origini italiane, divenuto collaboratore di giustizia e braccato dalla mafia, per il programma di protezione testimoni è costretto a trasferirsi nuovamente con la moglie Maggie e i loro due figli Belle e Warren, questa volta a Cholong-sur-Avre, un paesino sperduto della Normandia. Al loro seguito l’agente dell’FBI Robert Stansfield, addetto alla sorveglianza insieme ai colleghi Di Cicco e Caputo. Nella nuova casa Giovanni trova una vecchia macchina da scrivere e annoiato dalla quiete del borgo decide di scrivere le proprie memorie. Solo che non è semplice abbandonare completamente le abitudini sanguinarie di una vita…

L’uomo nell’ombra

Se avete intenzione di iniziare a lavorare come ghostwriter, questo è il film giusto per cambiare idea!
Per la straordinaria regia di Roman Polanski, L’uomo nell’ombra narra le vicende di uno scrittore, un ghostwriter senza nome interpretato da Ewan McGregor, assunto per completare la biografia dell’ex Primo ministro inglese Adam Lang, l’attore Pierce Brosnan, dopo che il primo ghostwriter è stato rinvenuto morto in circostanze sospette. Il nuovo scrittore raggiunge la famiglia Lang nell’isola americana di Martha’s Vineyard, dove risiedono. Qui l’assistente del signor Lang, Amelia Bly, un’affascinante Kim Catrall, gli spiega che il manoscritto originale della prima stesura, sia in formato cartaceo che in una chiavetta usb, non dovrà mai uscire dalla casa e che lui, sistemato in un piccolo albergo in zona, potrà consultarlo solo nelle ore di lavoro nella residenza di Lang. Conscio che in quei fogli è nascosta la verità sia sulla morte del suo predecessore sia sulla vita del politico, il ghostwriter si troverà a risolvere una serie di enigmi, sempre più pericolosi.

Eva

Il film Eva di Benoît Jacquot narra la storia di Bertrand, un giovane badante, e forse un prostituto, che lascia morire un anziano scrittore, colpito da un malore in vasca da bagno, per poi sottrargli dalla scrivania l’ultima opera teatrale appena terminata. Spacciandola per sua, Bertrand porterà in scena con successo lo spettacolo e diventerà famoso, ma si troverà bloccato a scrivere un altro manoscritto di pari valore. Dopo un incontro fortuito con l’escort Eva, Bertrand racconta al suo impresario aver cominciato a scrivere la storia di una prostituta in una città di provincia, conosce per caso un giovane che perde la testa per lei. Ma l’uomo si rende conto che lei è fredda, calcolatrice, bugiarda, egoista e decide di sfidarla al suo stesso gioco: fa di tutto per farla innamorare di lui. Il pubblico, secondo Bertrand, penserà che quel genere di donna non si innamora: riuscirà a incastrarla oppure no? Ed è esattamente questo che ci chiederemo durante tutto il film, dove romanzo e realtà scorrono di pari passo e Bertrand gioca pericolosamente con la vera Eva.

Number 23

Number 23 è un thriller ad alto livello di adrenalina, ve lo dico subito, con un Jim Carrey come mai l’avete visto, in un ruolo drammatico, non di meno eccezionale però.
Il protagonista Walter Sparrow è un semplice accalappiacani, che conduce una vita modesta con la moglie Agatha e il figlio adolescente Robin. Per il suo compleanno, la moglie gli regala un libro particolare ritrovato in libreria, dal titolo Number 23 e scritto da un certo Topsy Kretts (in inglese si pronuncia “top secrets”), che narra le vicende del detective Fingerling e il suo coinvolgimento in un omicidio. Sempre più immerso nella lettura, Walter riscontra delle strane somiglianze tra la vita del detective e la propria, cominciando a sviluppare anche un’ossessione per il numero 23, lo vede nella data di nascita, nel numero civico della sua abitazione, nella patente, perfino nella colore delle pareti, ovunque in giro per la strada, in operazioni matematiche di numeri che invadono la sua esistenza. “Tu lo stai cercando il ventitré e quindi lo trovi.” In un crescendo incalzante, l’enigma del numero 23 ripoterà a galla la verità sullo stesso passato di Walter e ciò che aveva dimenticato di sé stesso.

 

Ne avete altri da suggerire?

Questi sono i film che ho guardato e di cui mi sono segnata a parte qualche appunto, ma ne ho altri in lista e non mi dispiacerebbe aggiungerne ancora. Non occorre che siano film impegnati e pluripremiati, a volte lo spunto migliore è ben nascosto in una pellicola leggera e divertente.
Voi lettori avete visto qualcuna di queste opere? Quale vi è piaciuta di più? E quali altri titoli vorreste raccomandare?

 

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Comments (29)

Elena

Mar 22, 2021 at 2:42 PM Reply

Wow Barbara, che post fantastico! Grazie, viene voglia di attaccarsi alla tv o a Youtube! Leggendo il tuo elenco mi sono accorta che ne ho visti pochissimi e che devo assolutamente rimediare! Al mio attivo ci sono “Il diavolo veste Prada”, in effetti visto e rivisto per la splendida interpretazione di Meryl Streep, e “Cose nostre . Malavita” che ho adorato perché divertentissimo e perché Michelle Pfeifer è una delle mie attrici preferite. Di recente, e per recente intendo durante la prima ondata di pandemia, perché non guardo molto serie tv in tempi normali, ho visto su Sky “La verità sul caso Harry Quebert” che gira intorno al solito cliché dell’autore malandrino che rubacchia le idee qua e là (qui con risvolti addirittura macabri). Di “The wife” ho sentito parlare di recente (forse pubblicità in tv? Non saprei ) . ne ho intuito la trama e non so se lo guarderò. Non per gli attori ma perché non voglio scoprire alla fine che l’amore di cui anche tu parli sia la rinuncia ai propri diritti da parte della moglie. Un elenco comunque molto interessante. Tocca ricavarsi il tempo per vederli, se non tutti almeno quelli più divertenti, che di leggerezza, hai ragione, in questo periodo ne abbiamo bisogno e di molta.

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:02 PM Reply

Sono contenta che il post ti sia piaciuto Elena! Ho pensato che, seppure primavera e belle giornate, ci sono anche dei momenti di pioggia e se la lettura è solitaria, un film si può vedere in compagnia. E poi si può tornare a leggere. 😉
Anche a me piace molto Michelle Pfeiffer, e in effetti un altro bel film con lei come protagonista è “Pensieri pericolosi”, tratto dal romanzo autobiografico di LouAnne Johnson, ex Marine che passa all’insegnamento di Letteratura in un liceo pubblico in una zona disagiata. Forse l’hai visto, è addirittura del 1995(!!), ma lo segnalo per gli altri lettori.
Avevo pensato a “La verità sul caso Harry Quebert”, che ho visto lo scorso settembre su Canale 5, ma sono ben 10 puntate e credo siano disponibili solo su Sky adesso, per un periodo era gratuito su Mediaset Play. A me era piaciuto, ma non ho letto il romanzo originale di Joël Dicker e i suoi lettori si sono divisi nettamente sul giudizio della miniserie. Vorrei poterlo leggere anch’io in futuro.
Su “The Wife” (che è stato girato tra Glasgow e Edimburgo, pensa un po’) l’amore non è solo per il marito, ma soprattutto per i figli, ignari completamente del vero talento. Forse sono troppo ottimista, ma nel finale non ho visto una rinuncia, ma l’inizio di una rinascita.

Lisa Agosti

Mar 22, 2021 at 3:25 PM Reply

Mi sono segnata “Padri e figlie” e “The wife”.
“Scoprendo Forrester” è il film preferito di mia suocera, l’ho visto un paio di volte e mi ha emozionato moltissimo, lo riguarderò sicuramente. Gli attori sono fantastici, credo che siano il motivo del successo del film.

Lisa Agosti

Mar 23, 2021 at 5:00 PM Reply

PS: vorrei aggiungere alla lista “Stranger than fiction” con Emma Thompson e Will Ferrell, e “5 to 7” col mio adorato Anton Yelchin, che purtroppo è morto poco dopo aver girato il film, giovanissimo. È sceso dall’auto per prendere la posta, la macchina era difettosa e ha cominciato a muoversi, l’ha investito uccidendolo.

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:09 PM Reply

Stranger than fiction, Vero come la finzione, perché non l’ho visto?! Oddio è fantastico!! 😀

Invece “5 to 7” ce l’ho in lista, ma non sono riuscita a trovarlo ancora, per lo meno in Italiano. Conosco la triste vicenda dell’attore Anton Yelchin, alla sua memoria è stato dedicato il film “Star Trek Beyond”, dove impersonava un favoloso guardiamarina Chekov. Avevano appena terminato di girare, le scene c’erano tutte, ma il produttore J.J.Abrams dichiarò che, nei film successivi, non lo avrebbero sostituito, quindi il personaggio di Chekov non c’è nelle sceneggiature postume.

Lisa Agosti

Mar 24, 2021 at 4:14 PM Reply

Mi fai piangere con questa storia bella e tristissima.
Intanto mi è venuto in mente anche “The Guernsey literary and potato peel pie society” e sto cercando di ricordare il titolo di un altro bel film, chissà che tu non l’abbia visto. Un giovane di colore in una città americana (non ricordo quale ma direi una grande città con tanti problemi di povertà e gangs) entra dalla finestra in un appartamento di un vecchio bianco scorbutico, che non esce mai e legge tantissimo. Il giovane mostra un attitudine per la scrittura e l’anziano gli insegna tutto sulla letteratura. Poi si scopre che l’anziano è in realtà uno… SPOILER ALERT… scrittore famosissimo che ha pubblicato un best-seller da giovane ma poi non ha mai più pubblicato niente perché non è più riuscito a scrivere qualcosa di così bello (un po’ come me insomma ;D)

Barbara Businaro

Mar 25, 2021 at 12:05 PM

Il film “Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey”, preso dallo stesso romanzo in forma epistolare di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows, l’ho visto ed è molto bello. La protagonista è in effetti una scrittrice, ma è ambientato al termine della seconda guerra mondiale e quindi non lo sento come contemporaneo, difficile paragonare la quotidianità di oggi con quella della pellicola.
L’altra trama che descrivi… a me sembra proprio quella di “Scoprendo Forrester”! 😀 😀 😀

Lisa Agosti

Mar 27, 2021 at 8:22 PM

Beh, ti chiedo scusa… normalmente avrei controllato google prima di commentare ma da gennaio sto facendo questo esercizio di memoria per cui non posso usare aiuti, devo ricordare le cose da sola… e come vedi ne ho bisogno perché faccio veramente fatica a ricordare qualsiasi cosa!
Alla fine ho chiesto a mia suocera e il suo film preferito è “Hearts in Atlantis” (“Cuori in Atlantide”) con un fantastico Anthony Hopkins e un piccolo, meraviglioso Anton Yelchin. Non ha assolutamente niente a che fare con questo post… ma per qualche motivo pensavo si chiamasse “Scoprendo Forrester”!

Barbara Businaro

Mar 27, 2021 at 10:54 PM

Lisa non ti preoccupare, succede anche a me di avere dei vuoti, in cui le informazioni mi sfuggono come se avessi incappato in un settore difettoso del mio hard disk. Non ho visto “Cuori in Atlantide” e nemmeno letto il racconto di Stephen King da cui è tratto (devo avere il cartaceo in libreria, mi pare di averlo visto), ma leggendo la trama direi che qualcosa in comune tra i due film c’è, la straordinaria amicizia tra un anziano e un ragazzo. 😉

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:02 PM Reply

Ehhhh, Sean Connery, scozzese tutto d’un pezzo, che si è fatto nominare Sir dalla Regina Elisabetta a Edimburgo, nella sua Scozia, presentandosi addirittura in kilt, tartan verde della famiglia della madre (qualcuno la ritenne una provocazione alla Corona inglese). Però non sapeva scrivere a macchina e quindi le mani che battono sui tasti nel film “Scoprendo Forrester” non sono le sue! 🙂

Paola

Mar 22, 2021 at 7:31 PM Reply

Amo moltissimo i film incentrati su libri e scrittori e quindi…non ho visto tutti i film da te citati, tra quelli visti il mio preferito in assoluto è “L’uomo nell’ombra” per cast, trama ed ambientazione. Poi “Professore per amore” con un sempre strepitoso Hugh Grant. “Cose nostre – Malavita” ha un grande De Niro che però recità un clichè. “Il diavolo veste Prada” non è proprio proprio il mio genere ma guardo tutto ciò in cui recita Stanley Tucci. Condivido tutto ciò che hai scritto su “Scoprendo Forrester” e il mio inchino è profondissimo mentre “Padri e figlie” l’ho trovato un filino stucchevole come tutti i film di Muccino.
Poi ha scritto una frase che nel mio caso avresti dovuto evitare ossia i titoli che vorrei raccomandaree mi inviti a nozze 🙂
5) “La mia Africa” con i meravigliosi Meryl Streep e Robert Redford; regia, sceneggiatura, scenografia, fotografia, costumi…tutto di quel film è bellissimo ma leggere il libro da cui è tratto, prima o dopo è indifferente, lo rende struggente.
4) “Il giovane favoloso” sulla vita di Giacomo Leopardi con un immenso Elio Germano…e che te lo dico a fare!
3) “Neverland, un sogno per la vita” protagonista un Jonny Deep ispiratissimo che interpreta lo scrittore J. M. Barrie, l’autore di Peter Pan. Un film poetico e straziante che vi spingera a leggere la biografia di Barrie ed a scoprire la grandezza e l’umanità di quest’uomo speciale.
2) “A sangue freddo”…strepitoso. Il film racconta di un cupissimo caso di cronaca nera che accadde negli Stati Uniti che intrigò a tal punto Truman Capote, all’epoca all’apice del suo successo (aveva già scritto Colazione da Tiffany e dato il famoso Ballo in Black&White). Capote, che è interpretato da uno straordinario Philip Seymour Hoffman che si aggiudicò l’Oscar, scrisse la cronaca di tutto il processo fino alla sua conclusione ma questo gli stravolse la vita. Una chicca, la migliore ed unica amica di Capote era Harper Lee ossia l’autrice de “Il buio oltre la siepe” che lo accompagno nel profondo sud degli USA per scrivere l’articolo.
1) “Wilde”, uno dei film più belli ch’io abbia mai visto, la vita di Oscar Wilde interpretato da…ho finito gli aggettivi o meglio nessun aggettivo può definire l’interpretazione di Stephen Fry. Tra i coprotagonisti un bellissimo e giovanissimo Jude Law e Michael Sheen. Vi lascio la frase finale del film (sarei disposta a pagarvi per vederlo)…”Come San Francesco ho sposato la povertà ma nel mio caso non è stato un matrimonio felice” Oscar Wilde

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:03 PM Reply

Apperò! Mi hai fatto una ricerca completa! 😀 😀 😀
Per lo più hai scelto film con vite di scrittori straordinari, Leopardi, Barrie (ho il dvd di Neverland, ma non riesco a guardarlo senza rischiare di annegare nelle mie lacrime), Capote, Wilde. Oltre a Neverland, devo aver visto anche “La mia Africa”, che ricordo poco e con tristezza, ma gli altri li devo recuperare tutti. Grazie della nuova lista!

Giulia Mancini

Mar 22, 2021 at 8:27 PM Reply

Ho adorato il film The words visto tre volte, è un bellissimo film anche se…non ho ancora capito la fine, non so se Dennis Quaid racconta la sua storia nel libro oppure no, ti lasciano con il dubbio.
Bellissimo anche L’uomo nell’ombra
Bellissimo anche L’uomo nell’ombra, visto anche Suburban girl (ogni volta che ricompare la mia Buffy mi guardo il film a occhi chiusi).
Mi piacerebbe vedere Numbers 23.
Un film su un libro è Treno di notte per Lisbona, devo averne anche parlato in un post parecchio tempo fa con Jeremy Irons, fantastico.

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:04 PM Reply

Per come l’ho capito io “The words”, l’espressione di Dennis Quaid, mentre la ragazza lo incalza di domande e supposizioni, conferma che il romanzo è autobiografico, che anche lui, come il suo personaggio, l’ha rivelato alla moglie e per questo lei, a differenza della moglie del suo personaggio nel libro, lo ha lasciato. Ti toccherà rivederlo di nuovo. 😉
“Treno di notte per Lisbona” non lo conosco, vedrò di recuperarlo. Il trailer è intrigante. Jeremy Irons poi aveva portato al cinema anche una versione magnifica di Lolita, controverso romanzo di Nabokov.

sandra

Mar 22, 2021 at 8:28 PM Reply

De Il Diavolo veste Prada ne abbiamo parlato di recente sempre qui da te, evidentemente è un film ricco di spunti e suggestioni. Poi ho visto Suburban girl, di cui non ricordavo il titolo e nessun altro. Ce n’è uno di una ventina d’anni fa con Michael Douglas, ma sta sera sono troppo cotta per cercarlo, scusa. Un film che mi deluse un po’ nonostante il cast e la trama. Adesso mi è venuta voglia di vederli tutti, in effetti sono proprio indietrissimo. Grazie per questa tua proposta così approfondita.

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:05 PM Reply

Sì, in effetti ho citato “Il diavolo veste Prada” in quel post sul furto dei manoscritti, perché mi aveva ricordato la scena di Andrea che doveva rimediare il manoscritto non pubblicato di Harry Potter: Lo strano enigma del furto dei manoscritti
Ma avevo anche ricordato la scena del maglioncino ceruleo, e la serietà con cui Miranda risponde del proprio lavoro a una sconcertata Andrea che sta ancora imparando tutto “di questa roba”, sul post di luglio 2019, dove cercavo il cambiamento per dedicarmi con serenità alla scrittura: Quel che resta del giorno. La mia scrittura Triste vedere che, nonostante il cambio ci sia effettivamente stato, non è stato affatto quello concordato.
Forse ho capito il film, che è uno dei miei preferiti in assoluto: “All’inseguimento della pietra verde” del 1984. Kathleen Turner è una scrittrice di romanzi rosa, incentrati sulla figura di un affascinante avventuriero, e in una fase di blocco della sua scrittura, è costretta a correre in Colombia dove si trova sua sorella, scomparsa. Qui conosce un vero avventuriero, Jack Colton interpretato da Michael Douglas, e troverà molto materiale per i prossimi romanzi. Come dimenticare la scena finale: una barca a vela in centro a New York! 😀

Brunilde

Mar 23, 2021 at 4:12 PM Reply

Grazie per questo strepitoso post, Barbara!
Non ho visto molti dei film da te segnalati, dovrò rimediare.
In compenso ho amato molto The wife, interpretato splendidamente e con una trama non banale.
Posso segnalare il film ” Il mistero Henry Pick “, una commedia francese ironica e garbata interpretata da Fabrice Lucchini: protagonisti il mondo dell’editoria francese, la Bretagna, un libro di successo attribuito a un improbabile autore – deceduto- che in vita sua non aveva mai scritto nulla di più della lista della spesa, e un critico letterario deciso a scoprire il mistero.
Per una serata leggera ma piacevole.
Credo sia ancora su Sky.

Barbara Businaro

Mar 24, 2021 at 1:08 PM Reply

Intanto Brunilde, il tuo era il commento numero 7000! Grazie, grazie, grazie!! 😀 😀 😀
E ti ringrazio anche della segnalazione, mi piacciono i film francesi (anche se a casa qualcuno li ritiene noiosi, non capendoli affatto, e mi prende in giro). Ad esempio, trovo che “Giù al Nord” con Kad Merad e Dany Boon sia migliore della nostra versione italiana “Benvenuti al Sud” con Claudio Bisio e Alessandro Siani, nonostante io adori la comicità di Claudio Bisio. Questo “Il mistero Henry Pick” promette molto molto bene, ho visto Fabrice Lucchini in altri film e ha delle espressioni comicissime!

A proposito di film francesi, mi sono ricordata di un altro film, una commedia romantica che rivedo volentieri, “20 anni di meno” del 2013, dove la protagonista Alice, la bellissima Virginie Efira, è in corsa per la carica di direttrice della rivista Rebelle, ma viene scartata perché a 38 anni è considerata “troppo vecchia” dal suo capo. In aereo siede accanto a Balthazar, giovane studente universitario di 19 anni, che si innamora di lei. Si rivedranno, lui diventerà una scusa per Alice per dimostrare al suo capo che può essere una direttrice ribelle, ma poi Balthazar riuscirà anche a convincerla a tornare a scrivere davvero. Chissà perché mi piace tanto sto film… 😉

Maria Teresa Steri

Mar 24, 2021 at 2:20 PM Reply

Ma wow, che post stupendo! Non mi resta che prendere appunti, perché alcuni di questi mi mancano e devo assolutamente vederli. E ne avrò per un bel po’! Ora aspetto il post sulle serie tv che parlano di scrittori 😉

Barbara Businaro

Mar 25, 2021 at 11:41 AM Reply

Eh, andiamo male, che io di serie tv ne vedo davvero davvero poche! 😀
Grey’s Anatomy, che seguo dalla prima stagione, poi La fantastica signora Maisel (e dopo questa, è davvero difficile accontentarsi delle altre serie), The sinner, poco conosciuta ma ben costruita. The Big Bang Theory, ma è più una sit-com e ci sono solo scienziati, niente scrittori.

Marina Guarneri

Mar 26, 2021 at 9:19 AM Reply

Prima ero un’accanita fruitrice delle sale cinematografiche, col tempo, figli e altro hanno congelato le abitudini mie e di mio marito. E poi, parliamoci chiaro, al cinema non ci sono più i film di una volta! Ora, poi, non ci sono più nemmeno i cinema, ma questa è un’altra storia. Certo, lo so, adesso, puoi comodamente visionare una bella pellicola da casa, ormai ci sono tutti gli strumenti per farlo, ma non amo molto la tv e non chiedermi perché: la mia disaffezione nasce dal vuoto che si registra anche nelle programmazioni. Solo da poco, esattamente a causa della pandemia, ci siamo abbonati a Netflix, per cui vediamo se riusciamo piano piano a tornare a seguire cose interessanti davanti al piccolo schermo. Il panorama è ampio. Dunque, dei tuoi film citati ho visto solo “Il diavolo veste Prada” e “Passenger”, ne ho segnati alcuni: faccio come con i libri. Intanto li metto in lista! 😉

Barbara Businaro

Mar 26, 2021 at 11:29 PM Reply

L’ultima volta che sono andata al cinema era agosto 2018, per l’uscita di “Il tuo ex non muore mai” dove recita il coach Sam. 😉
Per quanto il grande schermo offra un coinvolgimento migliore, preferisco l’ambiente casalingo, con le mie pause e la comodità del mio divano. Anche se convengo con te che la programmazione dei canali gratuiti lascia a desiderare. Ogni tanto trovo qualcosa di interessante su Amazon Prime, e anch’io “metto in lista” per quando ho tempo e necessità di leggerezza.

Dorina

Mar 26, 2021 at 9:02 PM Reply

Che scoperta! Davvero molto interessante…ho preso nota anch’io naturalmente di quelli che ancora non ho visto e ce n’è parecchi!
Confermo il fascino di “Un treno per Lisbona” e sempre con J. Irons, tratto dal libro omonimo: “Il danno”. Molto molto intenso con Irons con Juliette Binoche fanno furori! “La mia Africa” è da vedere, per la musica, gli abiti, la Meryl Streep e Redford fantastici ma anche da fazzoletto e poi…assolutamente e sempre con libro annesso: “I Ponti di Madison County” mooltoo
romanticooooo!!! ciao

Barbara Businaro

Mar 26, 2021 at 11:57 PM Reply

Benvenuta sul blog Dorina. 🙂
Ti aggiungo un film che ho visto ieri sera, “Madame” del 2017 con Toni Collette, Harvey Keitel e, vera protagonista della storia, Rossy De Palma. Per evitare di essere in tredici a tavola, la padrona di casa Toni Collette, la madame del titolo, fa vestire e truccare la cameriera spagnola Maria, l’attrice Rossy De Palma, e la presenta come una sua amica ai commensali. Durante la cena un ricco agente d’arte si innamora proprio di Maria, dopo che il figliastro di madame, Steven, scrittore in cerca di una trama per un nuovo libro, lo convince si tratti di una principessa spagnola in incognito. Sarà proprio Steven a seguire le vicende tra i due, ma il lieto fine, per quanto tutti lo desiderino, non è poi così scontato…

Luz

Mar 27, 2021 at 12:34 PM Reply

Spunti interessanti! Ne ho visti alcuni di quei film ma… voglio suggerirti un grande film: Genius.
Mi sa proprio che gli dedicherò un post, prima o poi. Ecco, quel film, del 2016, è tutto incentrato su cosa sia l’editing e sulle fisime di editor e scrittore, incluso un Fiztgerald quanto meno ansioso. Oltretutto, una storia vera.
Lo rivedrò, mi sa proprio.

Barbara Businaro

Mar 27, 2021 at 6:45 PM Reply

Guarda, nelle mie intenzioni “Genius” del 2016, con un sempre meraviglioso Colin Firth nei panni del famoso editor Maxwell Perkins, doveva essere in questa lista, ma non sono riuscita a trovarlo. Fino ad oggi, che un’amica me l’ha gentilmente procurato. Lo vedrò nei prossimi giorni e poi attenderò il tuo post. 😉

Barbara Businaro

Ott 03, 2021 at 11:37 AM Reply

Ne ho visto un altro! E lo aggiungo qui, prima che vada perso. 🙂
“L’amore dura tre anni”, film tratto dall’omonimo romanzo di Frédéric Beigbeder. Protagonista uno scrittore, Marc Marronnier, critico letterario di giorno e cronista mondano di notte (per qualcuno, l’alter ego dell’autore stesso), ha appena divorziato dalla moglie Anne dopo 3 anni di matrimonio. Si convince così che l’amore ha una scadenza e può durare solo tre anni. sulla sua teoria ci scrive un romanzo, usando uno pseudonimo per timore delle critiche degli altri scrittori che finora aveva stroncato. Al funerale della nonna conosce però Alice, moglie di un lontano cugino, e se ne innamora. E se questa volta durasse più di tre anni? E se l’editore rivelasse a tutti che è proprio lui, Marc Marronnier, ad aver scritto quel saggio cinico? 😉

Barbara Businaro

Gen 21, 2022 at 8:44 PM Reply

Amiche scrittrici, questo film è per noi. The Lost City, La Città Perduta. Con tesoro.
Lei è Sandra Bullock (e già qui, non si discute), autrice di romanzi erotici d’avventura, Channing Tatum è il modello che presta il fisico (!!) alle copertine dei suoi romanzi, Daniel Radcliffe è il miliardario cattivo che rapisce la scrittrice e la porta nella giungla perché vuole sapere dov’è il tesoro, Brad Pitt è (o dovrebbe essere) l’uomo spericolato e affascinante che la salverà… 😉
E se la trama vi ricorda il film “All’inseguimento della pietra verde” del 1984 con Kathleen Turner e Michael Douglas è perché siete… croccanti come la sottoscritta! 😀 😀 😀

Barbara Businaro

Apr 03, 2022 at 4:15 PM Reply

Ne aggiungo un altro, visto ieri sera su Amazon Prime Video. Tratto dal romanzo d’esordio di Sally Thorne, Ti odio, anzi no ti amo! (pessima traduzione di “The Hating Game”, letteralmente il gioco dell’odio), una commedia romantica ambientata all’interno di una piccola casa editrice ristrutturata con una fusione.
Lucy Hutton proviene dalla parte narrativa del gruppo, sopravvissuta ai licenziamenti dei colleghi, e si ritrova nello stesso ufficio con Joshua Templeman, freddo, efficiente, ordinato maniacale e terribilmente sexy, proveniente dalla parte finanziaria della casa editrice, dove i numeri contano più delle copertine. Due poli opposti, come si nota subito dalle relative scrivanie. Concorrono per la stessa promozione a direttore generale, così che i loro diverbi sono spinti all’estremo.
Ma è davvero odio quella scintilla elettrica che li unisce? Oppure…
Risate e sospiri garantiti. Qualche parodia sul mondo editoriale, come l’amministratore delegato che chiede una copertina erotica per un romanzo storico. 😀

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