Cambiare e saltare - My Peak Challenge Peaker Jump 2021

Siamo fatti per cambiare (e saltare)

Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi.
Nelson Mandela

Quando mi hanno scattato questa foto, dove quasi per magia riesco a toccare il cielo camminando sull’acqua, non sapevo niente di tutto ciò che stava arrivando e che mi ha sconvolto la scorsa settimana, e un po’ anche la vita, in positivo.
Anzi, sono partita per le ferie, solo sette giorni di cui tre di pioggia, con un umore veramente basso, stanca e avvilita da alcune situazioni che si trascinavano da troppo tempo, rapporti famigliari e amichevoli a cui ho deciso di dare un taglio netto per salvaguardare la mia salute. Se quando parli le persone non ti ascoltano, dimostrando poco rispetto, meglio preferire il silenzio e proseguire per la propria strada.

Quella mattina sulla costa di Levanto, in Liguria, quando abbiamo scelto il luogo dove provare a immortalare il mio peaker jump, non mi pareva nemmeno di saltare così in alto. Di solito mi posiziono in un punto panoramico, devo stare attenta a dove atterrare, per non sbilanciarmi e cadere magari sbattendo un ginocchio nella pietra dura, controllo che il terreno non sia scivoloso, urlo un energico “Vado!” al fotografo per niente paziente qualche metro più in là, la macchina scatta in sequenza tutto il mio salto, un’immagine ogni 3 secondi circa.
Ne faccio un paio, il primo mi viene sempre male perché i muscoli ci mettono un po’ a svegliarsi dal torpore. Ne faccio un paio di fronte, un altro paio con la schiena dove la maglietta ha la scritta più bella, col cappellino, senza cappellino perché mi vola via nel salto, gambe dritte belle lunghe, gambe piegate così sembra che arrivo più in alto… Dopo dieci minuti ho il fiatone e vorrei buttarmi direttamente in acqua dalla scogliera! 😀

Allora faccio pausa e mi metto a guardare il risultato direttamente dallo schermo della fotocamera, anche se non si vede benissimo, bisognerebbe star lì a ingrandirle tutte per verificare i particolari, ma il fotografo è là nell’angolo che sbuffa (soprattutto si vergogna dei passanti che osservano incuriositi una sciroccata che salta come una cavalletta, così, senza motivo…).
Quello che noto subito dalle foto catturate a scatto continuo è l’ampiezza del salto. Per me dura un attimo, un battito di ciglia proprio, e non mi sembra di raggiungere chissà quale altezza, invece dall’immagine, ancora più dalla sequenza, si vede quanto ogni salto sia migliore del precedente. Soprattutto migliore di quelli degli anni prima. Questo mi fornisce anche una misura tangibile dei miei progressi.

La foto migliore, questa qui sopra con i piedi che sembrano poggiare sull’acqua all’orizzonte, l’ho condivisa con le mie Peaker Jumpers Loro sono molto più brave di me, sia con i salti belli ampi che con i luoghi meravigliosi dove mettersi a saltare, panorami mozzafiato in giro per il mondo.
E poi l’ho tenuta da parte, perché mi piace usarla ogni anno qui nel blog per la ripartenza di settembre. Perché in questo mese di solito faccio il punto della situazione, uno sguardo alla bussola e alla direzione, anche alle mie Tre parole per una rotta, scelte lo scorso gennaio per guidarmi lungo tutto l’arco dell’anno nelle mie scelte personali, affettive o lavorative. Per il 2021 sono: Insight (intuito, intuizione), Bright (luminoso, brillante) e Awareness (consapevolezza, percezione).
Anche il Telegraph dice che settembre è il periodo migliore per i buoni propositi: siamo più reattivi, rilassati dalle vacanze, possiamo godere ancora di belle giornate, con luce naturale fino alla cena. I primi giorni d’autunno conservano ancora l’entusiasmo della primavera.

Certo non sospettavo proprio che questa foto si portasse dietro una novità così importante, esattamente due anni dopo un altro annuncio simile.
Il prossimo ottobre cambio di nuovo scrivania. Cambio anche orari di lavoro e soprattutto cambio settore di impiego. Perché come dicono nelle pubblicità di Ikea: siamo fatti per cambiare! 😀

 

Riprendersi il proprio tempo
con un’altra scrivania

Esattamente due anni fa ero pronta a lasciare il mio posto di lavoro dopo 16 anni nella stessa azienda, un cambiamento importante, rivoluzionario. Ne avevo parlato in questo post, accompagnandolo con l’immagine di quello che era il mio primo salto nel cielo: Ricomincio da me
Allora sentivo la necessità di avere più tempo per me, la mia salute e i miei affetti, così avvicinarmi a casa con un nuovo ufficio ed eliminando le trasferte verso la sede di Milano sembrava una buona soluzione, tra l’altro riuscendo ad utilizzare le mie competenze nello stesso ramo di attività, i processi documentali e la conservazione digitale.

Purtroppo non è andata come doveva andare, come era nei piani quando sono stata assunta a settembre 2019, con un nuovo reparto da sviluppare che invece si è inabissato in pochi mesi, anche perché subito dopo una pandemia mondiale ha devastato tutti gli equilibri, portando riflessioni profonde nella vita di ognuno. Una fra tutte: è davvero questo quello che voglio?
Ciò che mi ha messo gravemente in difficoltà è stato scoprire all’improvviso che con l’ultimo aggiornamento del CCNL Commercio, il contratto nazionale dei lavoratori delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi, risalente al febbraio 2011, non avevo più i miei permessi per i primi due anni di lavoro. Dal terzo anno ne avrei avuto solo la metà, dal quinto anno sarei ritornata a poterli utilizzare tutti, senza il recupero del pregresso perduto. L’ho scritto dettagliatamente qui: Ci hanno rubato il tempo libero

Per andare dal mio medico di base o dal dentista, in qualsiasi ufficio pubblico o per una visita in ospedale, per portare l’auto in officina o assistere la manutenzione della caldaia di casa, tutte attività non possibili al sabato, e certamente non la domenica, dovevo consumare i giorni di ferie per intero. Sempre ammesso che mi fosse concesso quel giorno di ferie, perché l’impatto di un paio d’ore in una giornata lavorativa è inferiore all’assenza completa. Ma poi è sopraggiunto il lockdown nazionale, riuscendo persino a peggiorare la situazione, dato che le aziende hanno disposto di consumare tutti i giorni di ferie, anche a chi aveva un monte ore minimo come me.
Sono stata realmente costretta ai salti mortali carpiati per poter conciliare lavoro, casa e salute, e soprattutto la salute ne ha risentito. Mi sono sempre tenuta in allenamento, questo sì, perché per me è davvero un’enorme valvola di sfogo e di decompressione dallo stress. Ma tanti controlli medici sono stati rimandati, fino a quando non potevo più soprassedere.

Una situazione che non poteva durare oltre. Così quando a fine febbraio si è presentata l’occasione, credo davvero un incredibile sassolino da dio forse con l’intercessione di nonna Rina, di un concorso pubblico per tecnico informatico in un comune limitrofo a quello di residenza, mi sono messa sotto a studiare. Ma di brutto brutto brutto! 😀
Ho sacrificato davvero tanto per quel concorso, oltre a lavorare come una pazza per la scadenza della conservazione digitale sostitutiva, ogni sera dopo cena dovevo mettermi sui libri, mentre avrei preferito sonnecchiare sul divano. Ho dovuto dire molti “no”: agli inviti degli amici, alle camminate al sole di una bella primavera, a un gelato distanziato ma in compagnia, qualche giro di shopping, anche alle letture di svago, sì. I miei libri preferiti sono rimasti in un angolo per tre mesi. Ma ho superato la prova scritta con un buon punteggio, e mi sono battuta fino all’ultimo anche nella prova orale, riuscendo a piazzarmi quarta in graduatoria. Non male per essere il mio primo concorso pubblico.
Ve ne ho raccontato meglio in questo post, anche se non potevo scrivere pubblicamente di cosa si trattava: Gli esami non finiscono mai

Dopo questo risultato, è cominciata la lunga attesa per essere chiamata da quella graduatoria, con validità triennale per tutti i Comuni della provincia. Sinceramente non mi aspettavo la convocazione prima del prossimo anno, confidando sia in qualche rifiuto (gli altri esaminati con me il giorno dell’orale stavano partecipando a più selezioni in contemporanea) che in un aumento delle assunzioni degli informatici, di cui c’è parecchio bisogno nella Pubblica Amministrazione. Non pensavo che quella telefonata sarebbe giunta così all’improvviso ala fine dell’estate!

Così adesso è ufficiale: da ottobre sarò un dipendente comunale.
Rimetto la mia vita al centro, con nuovi orari di lavoro, comincerò prima al mattino, e ben tre pomeriggi liberi. Tornerò ad avere anche i miei permessi (anche se mi sarebbero bastati i tre pomeriggi liberi a questo punto) e tornerò anche a lavorare tra le mura di un ufficio, dove ho già avuto modo di passare e verificare una dimensione più umana, scrivanie ben distanziate e stanze quiete, niente open space dove non riesci ad ascoltare manco i tuoi stessi pensieri. Non sono timida, sono introversa e talvolta ho bisogno di silenzio per lavorare al massimo.
D’altro canto, è una decisione che sospende la mia carriera lavorativa, la cristallizza e dubito si potrà più tornare indietro nel settore privato. Un amico informatico, amareggiato della sua stessa situazione in altra azienda, ha commentato: “Ma quale carriera? Ti pare che ci abbiano lasciato fare carriera?!” E per noi donne è ancora più difficile.

C’è comunque della malinconia, perché sai quel che lasci e in due anni, nonostante lo smart working per pandemia, avevo costruito degli ottimi rapporti con i colleghi, un bel team affiatato, soprattutto in questi ultimi mesi. E davvero, mi spiace lasciarli.
E dietro all’entusiasmo di un nuovo inizio si annida pure un filino di preoccupazione, perché un cambiamento così è un salto nel buio.
Ma se siamo fatti per cambiare, siamo fatti anche per saltare. E spero di essere abbastanza allenata. 😉

My Peak Challenge Peaker Jump 2021 - sequence

Cambiare il passo con Munro Step Challenge

Durante il mese di settembre poi io cammino pure parecchio, impegnata nella sfida Munro Step Challenge, organizzata da My Peak Challenge e Blood Cancer UK per il mese della sensibilizzazione al cancro nel sangue, durante il quale raccogliamo fondi per la ricerca e l’assistenza ai malati.
Un “munro” è una tipica collina scozzese, poco più alta di 3000 piedi (all’incirca 900 metri). La Scozia è famosa per i suoi paesaggi selvaggi e queste montagne da fiaba, così dato che My Peak Challenge è una community nata proprio a Glasgow il primo anno ci hanno sfidato a camminare virtualmente per alcuni munro famosi, accumulando tanti passi quanto le loro altezze.
Da allora, il nome Munro Step Challenge è rimasto invariato, ma adesso ci sfidano a scalare virtualmente diverse vette sparse per tutto il globo, in un tour esplorativo che ci permette di conoscere luoghi meravigliosi (beh, soprattutto per me che ero scarsina in geografia… 😀 )
Quest’anno abbiamo ben nove trekking:

  • Torred Del Paine 75.000 passi, 2.500 passi/giorno
  • Bay of Fires Walk 31.250 passi, 1.042 passi/giorno
  • Grand Canyon Rim-to-Rim Hike 48.750 passi, 1.625 passi/giorno
  • West Coast Trail 93.750 passi, 3.125 passi/giorno
  • Great Glen Way 156.250 passi, 5.208 passi/giorno
  • Laugavegur Trail 67.500 passi, 2.250 passi/giorno
  • Fisherman’s Trail 95.000 passi, 3.167 passi/giorno
  • North Drakensberg Traverse 81.250 passi, 2.708 passi/giorno
  • Chomolhari Trek 166.250 passi, 5.542 passi/giorno

Come ho anticipato nel post Il mostro di Loch Ness, proprio per amore di Nessie, mi sono subito avventurata nella Great Glen Way, che per un lungo tratto costeggia proprio il Loch Ness.
La scorsa settimana ero talmente presa dalle scartoffie delle dimissioni e della nuova assunzione, certificati e attestati vari da inviare, firme e controfirme, che non mi sono nemmeno accorta di aver superato i 157.000 passi e aver già tagliato il traguardo della Great Glen Way! Però niente, Nessie purtroppo non l’ho vista. Toccherà andare laggiù, appena sarà possibile viaggiare, per una gita in barca nelle acque del lago. 🙂

Adesso, visto che manca ancora metà mese, ho deciso di tentare il Chomolhari Trek in Bhutan, nominato come il paese della felicità. Invece di misurare il GNP, Gross National Product (il corrispondente del nostro italiano PIL Prodotto Interno Lordo), loro misurano il GNH, Gross National Happiness, la felicità e il benessere collettivo dell’intera popolazione. Quanto meglio andrebbero le cose se tutti applicassero questa misura?!
Sono molti più passi del percorso precedente, ma voglio tentare. Anche perché la palestra ha finalmente riaperto i battenti in presenza, e siamo pure in uno stabile nuovo, pitturato di fresco, comodo da raggiungere e con ampio parcheggio. La coach è quella di sempre, formula che funziona non si cambia, e con la prima lezione il mio FitBit ha registrato 84 minuti in zona, con 60 minuti di attività aerobica e picco cardio. Che diventano la bellezza di 11.000 passi, tutti sudati e guadagnati.

Gli altri giorni invece accumulo passi virtuali in aggiunta camminando/correndo con il mio tapis roulant oppure pedalando con la cyclette, quando il piede destro si lamenta e non voglio caricargli peso. Nel frattempo ne approfitto per ascoltare un nuovo audiolibro: La famiglia Winshaw di Jonathan Coe, letto da Jesus Emiliano Coltorti, una voce eccezionale che riesce a dare alle parole la stessa intonazione della mia voce mentale, se mi leggessi da sola il cartaceo.
Insomma, anche qui ho ricominciato con nuovi ritmi! 😉

My Peak Challenge - Munro Step Challenge 2021

Il tempo sospeso per la scrittura

Purtroppo la scrittura è quella che ha sofferto di più di questo periodo.
Mentre studiavo proprio non avevo tempo per poter dare spazio alle storie, anche se mi sono concessa la pausa pasquale per scrivere il racconto Rosso, sulle note dell’omonima canzone di Niccolò Fabi.
Subito dopo aver terminato le fasi concorsuali ed essere pubblicata la graduatoria finale, mi sono ritrovata con la richiesta di rintracciare e preparare delle storie vere per la programmazione estiva della rivista Confidenze. Ero stanchissima per lo studio e non sapevo proprio dove girarmi, ma sono stata molto fortunata e le storie vere sono arrivate a me senza troppa fatica. In tre settimane, accelerando il più possibile i contatti con le protagoniste, le ho mandate in approvazione e sono state pubblicate per agosto, con i titoli Lo sai chi sono, una storia da brividi, con un fantasma nel mezzo, e Togliti gli occhiali, un’avventura amorosa lievemente piccante.
Ho in programmazione anche altre due storie vere, ma richiedono incontri dal vivo e le stiamo rimandando sia per mancanza di tempo che per restrizioni varie per pandemia. Spero che con il nuovo lavoro riuscirò a incastrare questi impegni e portarle a completamento.

Ho un racconto in bozza, lo stesso per cui nella mia testa c’è stato questo divertente dialogo tra Io e Me, poco prima di partire per le brevi ferie estive: Scuse, alibi, pretesti
Anche qui mi è richiesto un lavoro di fino, con ricerca puntuale e pure una traduzione in lingua inglese. Quindi sto rimandando sia per stanchezza mentale sia per mancanza di tempo e concentrazione. Di fatto, dopo le fatiche del concorso pubblico, mi sono presa l’estate per rilassarmi e leggere, lasciare che la mente respiri un po’ tra i libri di narrativa, senza sforzare una scrittura che al momento è in pausa.

A settembre è già ora di pianificare il nuovo racconto per La storia di Liam e Caitlyn, la serie in uscita per Halloween, due cuori divisi tra il mondo dei vivi e dei morti. Abbiamo lasciato Liam da solo nella stanza a interrogarsi sull’ultima frase di Caitlyn prima di svanire nell’ombra. “Non ci può essere nessun amore con una morte di mezzo…” Sarebbe davvero meglio per tutti se Liam scegliesse Lize, la sorella di Caitlyn, ancora in questo mondo vivente?
Devo recuperare le bozze, perché avevo già scritto la struttura del prossimo racconto, e avevo già un paio di nuovi fantasmi candidati per la trama. Devo terminare il casting e iniziare a scrivere. Probabilmente impegnerà proprio i giorni di passaggio tra il vecchio lavoro e quello nuovo.
E poi vedremo cosa porterà questo cambiamento. Magari potrei riprendere quel manoscritto da parte… 😉

Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.
Sir Winston Churchill

 

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Comments (22)

Brunilde

Set 19, 2021 at 11:03 AM Reply

URCA!
Un post che sprizza energia e positività, è bellissimo sentire di tutte le tue novità, e non vedo l’ora di leggere di nuovo le tue storie.
I cambiamenti stressano, sempre. Comunque sia, si affronta qualcosa che non si conosce e questo per forza spaventa un po’.
La forza vitale che ti spinge a cercare il meglio per te stessa, e a dare il meglio in quello che fai, sarà ancora una volta la tua arma vincente.
L’energia, per qualche misterioso motivo, si rigenera da sola: più si fanno cose, più si fanno progetti, più vengono idee per fare di più. Ti auguro il meglio, ma soprattutto ti auguro di mantenere questo entusiasmo e questo modo grintoso e costruttivo di affrontare la realtà.
Quanto alla tua attività sportiva, che dire: anche per quella dal mio divano ti arrivi la mia benedizione!

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:07 PM Reply

Beh, sul divano ci puoi fare anche un’intera lezione di yoga, le trovi su youtube! 😀
Grazie Brunilde Brunella. Questa è energia che piano piano si sta rigenerando dopo la pausa estiva, pausa dalla scrittura per lo più, ma pure da certe letture impegnate che assomigliano ai libri di testo, immergendomi invece tra romanzi e allenamenti (per studiare, avevo tagliato la corsetta del weekend, e si è visto, ahimè). Lo studio mi aveva proprio sfinita e adesso attendo che la creatività si rimetta in moto. Però è vero quello che dici: più ci si impegna in progetti ardui, più si trova altra energia per aggiungere altri obiettivi nel programma. Il problema semmai è iniziare a crederci un pochino la prima volta. Lì devo ringraziare le tante persone che mi hanno sostenuto ai blocchi di partenza. E quelle che ancora lo fanno, anche solo con un commento nel blog. 😉

Sandra

Set 19, 2021 at 1:45 PM Reply

Grandissima Barbara.
Questo però non è un salto nel vuoto/buio. Hai dalla tua un super paracadute doppio: la tua tenacia, per cui provo un’ammirazione sconfinata, sei un vero esempio per me, e il fatto che nel pubblico non si possa licenziare. Comunque vada. In questo momento storico tanto precario mi sembra davvero qualcosa di importante.
Chiaramente sono qui che faccio una ola pazzesca per i tuoi tre pomeriggi liberi che ti sei conquistata a botte di libroni da studiare e sacrifici veri.
Questi tre pomeriggi verranno riempiti con tutto ciò che hai lasciato indietro in questi anni e molto ancora.
Altra cosa riguardo i salti, è davvero utile per non dire fondamentale avere una prova concreta dei nostri miglioramenti circa l’allenamento, piccoli o grandi passi avanti che siano ci danno quella spinta giusta che ci fa capire di essere sulla giusta strada.
Un abbraccio pieno di stima e affetto.

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:07 PM Reply

Grazie Sandra, che fai sempre il tifo per me! 🙂
In questi giorni quando sento la mia vocina interiore malefica negativa che vorrebbe paventarmi enormi disastri fin dal primo giorno del nuovo lavoro, mi ricordo di quella frase che mi è stata detta due anni fa, quando stavo uscendo dall’azienda storica milanese. “Andrà bene, tanto tu cadi sempre in piedi.” E sto pensando all’ironia di questa frase, perché quando faccio i salti per queste foto, effettivamente (e per fortuna!) io cado sempre in piedi! 😀
Quei tre pomeriggi liberi purtroppo richiedono anche il sacrificio dello stipendio. L’orario lavorativo viene ridotto da 40 ore a 36 ore, ovvero di un 10%, ma lo stipendio invece viene ridotto del 38%, una vergogna se si considera le competenze che invece vengono richieste ai concorsi, soprattutto per il mio profilo tecnico. Sacrificio che poi mi posso permettere solo ora, con l’ultima rata del mutuo pagata lo scorso luglio. Ah già, devo brindare pure per questo, non ve l’ho detto! 😉

Elena

Set 19, 2021 at 2:35 PM Reply

Sono felice per te. Quel salto dimostra la tua capacità di “spuntare” e di sollevarti in alto senza cadere rovinosamente. Una dote non di tutti. Finalmente ho capito perché stai studiando come una pazza da mesi. Un posto in un servizio pubblico, dove c’è un bisogno pazzesco di innovazione, sono sicura che saprai fare con entusiasmo la tua parte. Molti, moltissimi anni fa, ho vissuto qualcosa come questo tuo momento, quando, nonostante le promesse e gli impegni ho dovuto mollare la mia passione, la ricerca, per vivere. Pensa, sono andata a lavorare in una grande azienda di informatica 🙂
Uno choc. Che mi ha aperto altre, inimmaginabili, strade. La vita è così : ama il cambiamento e ama chi si sa mettere in gioco. Brava e in bocca al lupo

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:09 PM Reply

Grazie Elena! Eh già, stavo studiando per questo concorso pubblico. Non avevo idea di passarlo, proprio perché era il primo (escludo quello che per l’università due anni fa, poco prima di cambiare lavoro, perché era in altre materie e gestito diversamente). Mi stavo guardando intorno in cerca di soluzioni lavorative differenti e per caso (ma quel caso così straordinario che sembra pilotato dall’alto, quel sassolino da dio) avevano appena pubblicato il bando di questo concorso comunale. Boh, provo. Non andrà bene questo, ma almeno ripasserò qualcosina di informatica che mi torna utile sempre, e mi studierò le normative per il prossimo concorso. Acquisto al volo un mega tomo di 1336 pagine. Un chilo di libro, potrei usarlo come peso di allenamento supplementare! 😀
E poi mi sono buttata a studiare, tra i manuali di Sistemi e reti, il librone di normative statali, regionali, provinciali e comunali, GDPR (la so, questa la so!!) e altri regolamenti europei. Più alcuni testi di legge, citati proprio nel bando. Li ho odiati e amati, perché alcune cosucce sono proprio interessanti (adesso so come accedere a certe informazioni del mio comune di residenza… 😉 )
Con la transizione digitale di tutto il comparto Pubblica Amministrazione, c’è davvero molto bisogno di figure informatiche, non si può sempre delegare ai fornitori esterni (e poi succede come il blocco del sistema lo scorso agosto in Regione Lazio) Tanto che pare che la graduatoria del concorso che ho fatto io sia già esaurita. Quindi ne usciranno a breve degli altri, se c’è qualche informatico che vuole provare questa strada.

Darius Tred

Set 19, 2021 at 3:08 PM Reply

Accidenti! Questa sì che è una grande notizia…

Ricordo quel post in cui parlavi degli esami che non finiscono mai…
Poi non hai scritto più nulla e ho detto “Boh”.
🙂

Comunque, con 3 (tre) pomeriggi liberi, se ti conoscessi di persona ti toglierei il saluto.
😀 😀 😀

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:10 PM Reply

Me ne sarebbe anche bastato uno di pomeriggio a settimana, per avere un minimo di sollievo. Ma mi hanno detto: o tre o niente! Cosa vuoi farci? E’ un lavoro difficile, ma qualcuno lo deve pur fare… 😀 😀 😀
Avevo scritto che avevo passato l’esame ed ero in graduatoria. Non immaginavo che la lista si esaurisse così velocemente. Ma in effetti ero l’unica ad aver provato un solo concorso, mentre gli altri partecipanti mi parevano “concorsisti seriali”.

Grazia Gironella

Set 19, 2021 at 9:11 PM Reply

Sono molto contenta per te! Sono sicura che non rimpiangerai questo passo… o piuttosto, non posso esserne sicura, ma quando le circostanze si accumulano e ti avviano in una direzione, raramente c’è la fregatura. Quando invece ci incaponiamo a fare di testa nostra, senza badare a come circolano le energie, riusciamo a combinare qualche casino. Perciò, buona fortuna su questa nuova strada, e complimenti per le tue tante attività. Sei… un vulcano. 🙂

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:11 PM Reply

Non credo che rimpiangerò questa scelta. Poi vabbè, come tutti avrò le giornate storte al lavoro, è sempre lavoro mica vacanza. 😀
Ma qui davvero sembrava ci fosse una mano a guidarmi… A febbraio ci fu un evento triste, legato sempre a una situazione famigliare complessa, oramai rovinata completamente. Il mio pensiero è volato a nonna Rina, in cerca di consiglio, pure un po’ arrabbiata. Anche per questa condizione lavorativa che non mi dava respiro. Nemmeno qualche giorno dopo, un’amica mi chiede se non ho mai pensato di passare al Pubblico, che se mi interessa, stanno per ripartire tutti i concorsi pubblici dopo il blocco per il Covid. Mi dice di tenere d’occhio i bandi di concorso. Mah, penso. Apro il sito e, te lo giuro, avevano pubblicato da due giorni un concorso nel comune a nemmeno 5 km da casa mia!! Non poteva essere un caso!
Per tutto il tempo che ho studiato, c’erano altri piccoli segnali… intoppi che via via si risolvevano. Come se qualcuno mi spianasse la strada davanti. Trovato il tampone da fare al 1 maggio, festa dei lavoratori, tutto chiuso. Pochi iscritti al concorso, inferiori a 70, niente preselezione di cultura generale, evvai. Il testo della prova che pare farmi l’occhiolino sulle mie materie, evvai cavolo! All’orale, come vi ho raccontato nell’altro post, c’era pure una signora della commissione con un anello che da lontano pareva la croce scozzese di Sant’Andrea.
Metti tutto in fila e ti rendi conto che c’è una guida. Poi a fine maggio c’è stato un altro brutto evento triste, che ha segnato per sempre il distacco dalla mia famiglia d’origine. Talmente grave, diciamo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, che mi sono dovuta rivolgere a un medico. Lì ho di nuovo pensato a nonna Rina. Visto che il concorso l’ho preso, ho studiato e l’ho passato, sono in graduatoria, mica ci puoi mettere una buona parola lassù? Eh insomma, ci ha messo un pochino (erano già tutti in ferie pure in Paradiso) ma la telefonata è arrivata. 😀
Se mi hanno guidato loro fin qui, dandomi una soluzione valida alle mie richieste, direi che la strada è buona.

Daniela Bino

Set 20, 2021 at 8:25 AM Reply

La forza di cambiare quando le cose non vanno è ciò che ti ha sempre contraddistinto ed io lo so bene. Il coraggio non ti manca, cara Barbara, e nemmeno la determinazione. Ti ho visto affrontare grandi imprese e arrivare a traguardo (anche con la zavorra ai piedi. E non sto solo parlando dell’amica che va piano durante la Pink Run).
Come sempre, cara Barbara, in questo tipo di post sprizzi energia contagiosa. In bocca al lupo per il tuo nuovo lavoro e attendo impaziente il racconto di Halloween.

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:12 PM Reply

Noi due ci conosciamo da quasi… no, no, meglio non fare questo conto! 😉
Ma sì, hai seguito varie mie vicende. Da quando in quell’aziendina dove lavoravamo insieme ci hanno mandato comunicazione ufficiale di non usare software non licenziato nei computer dell’ufficio e io gli ho chiesto di fornirci una regolare licenza al posto dell’Adobe Acrobat Professional craccato che loro mi avevano fatto installare, senza il quale non potevo lavorare la reportistica… 😀 😀 😀
O quando, a sorpresa di molti, ho iniziato a preparare la valigia e andare in trasferta quasi ogni settimana in giro per il nord Italia. Una mia compagna delle superiori mi disse “Non pensavo che l’avresti fatto!” O comperarmi una moto dopo dopo i 35 anni, e anche lì cadevo sempre in piedi, più o meno! 😛 Non è tanto di zavorra ai piedi, e nemmeno dell’amica che cerco di spronare perché so che può correre se lo vuole. Dico sempre che ho le spalle grosse (in senso figurativo, anche se adesso è diventato letterale) perché porto uno zaino pesante da quando avevo solo 10 anni. Qualcuno allora mi fece uscire dall’infanzia in maniera alquanto brusca, e da allora ho accumulato parecchio peso. Ma lo porto, e riesco persino a correrci oramai.
Quando hai già toccato il fondo, puoi solo che alzarti e volare. 😉

Maria Teresa Steri

Set 20, 2021 at 8:43 AM Reply

Complimenti Barbara per questo cambiamento, sono molto contenta per te! Hai davvero tanta carne al fuoco ma anche tanta energia e la voglia di affrontare nuove sfide non ti manca, quindi non ho dubbi che riuscirai in tutti i tuoi obiettivi, scrittura compresa (che magari gioverà dei nuovi orari). Stupende le foto dei salti, a quanto pare ti portano bene 😉

Barbara Businaro

Set 21, 2021 at 1:12 PM Reply

In effetti sì, le cose belle mi arrivano da quando fotografo questi salti! Sarà un caso?! 🙂
Qualcuno una volta mi disse che sono un “risolutore”, non mi accontento dello status quo delle cose, se posso trovare una via, se ne ho i mezzi la cerco, e se non li ho, cerco comunque di cambiare qualcosa. E’ quello che ho fatto. Non posso cambiare il CCNL Commercio? Allora cambio settore. Pazienza per lo stipendio che subisce un bel contraccolpo, ma la pandemia ha insegnato a molti che il denaro non è tutto, la salute viene prima.
Spero proprio che la scrittura giovi dei miei orari, ci conto! 😉

Marco Amato

Set 21, 2021 at 5:29 PM Reply

Cambiare se stessi è difficile. Cambiare la realtà che ci circonda è molto più difficile. Molte persone che conosco vorrebbero cambiare, ma la loro speranza spesso annega nel proseguo dei giorni. Quello che non considerano è che il cambiamento richiede fatica, sacrifici spesso immani. A te avevano rubato il tempo, la cosa più preziosa del vivere, ma con la tua carica da peaker sei riuscita a riconquistartelo.
Continua a saltare Barbara, che i tuoi salti possono essere spettacolari (pazienza del fotografo permettendo).

Barbara Businaro

Set 22, 2021 at 2:34 PM Reply

Non so perché, ma abbiamo una concezione del cambiamento errata. Crediamo sempre che il cambiamento sia qualcosa di estremo, assoluto, enorme e, come dici anche tu, faticoso. Invece, come tutte le cose di questo mondo, occorre cominciare a piccoli passi. Non sono tornata in forma dalla sera alla mattina, ci ho messo circa tre anni e ho cominciato con delle semplici camminate, poi sono tornata in palestra, a bassissimo impatto, e piano piano ho introdotto via via dei piccoli cambiamenti: da 1 kg, a 1 e mezzo, 2 kg, e poi – accidenti a me! – 3 kg. Lo stesso per il lavoro: da quando si è licenziato il mio mentore nella vecchia azienda milanese a dicembre 2018, ci ho messo quasi 10 mesi a trovare un altro posto che mi fosse congeniale, vicino a casa. E anche stavolta, da quando ho scoperto di non avere più permessi col nuovo contratto, ci ho messo un anno e mezzo a trovare una soluzione plausibile. In questo caso c’è pure il tempo sospeso della pandemia, che ha reso evidente la necessità del cambiamento (i concorsi pubblici poi erano tutti bloccati). In realtà il punto non è la fatica e i sacrifici, ciò che blocca il cambiamento è la mancanza di motivazione. Se hai trovato la tua giusta motivazione, puoi spaccare montagne intere e nessuno ti ferma. Vuoi tornare in forma? Trovati una palestra che sia piena di fi…nestre! 😛 Vuoi metterti a dieta? Non usare più la parola “dieta” associata a costrizioni alimentari, ma togli dal frigorifero tutto quello che fa male e divertiti a sperimentare ricette salutari, dando gusto con le spezie. E invita una fi…nestra a cena! 😛 Soprattutto visualizza mentalmente il risultato che vuoi ottenere, immagina ogni giorno come sarebbe se… E’ quello che faccio io. La mia coach mi chiede spesso perché, quando mi sta ammazzando con l’ennesimo esercizio spacca muscoli, io riesca pure a sorridere. Eh, io immagino che ci sia qualcuno al mio fianco, un fi…nestrone!!! 😀 😀 😀
Grazie Marco! Che il vento del cambiamento possa sollevare anche te verso quell’isola che ti piace tanto. 😉

Giulia Mancini

Set 21, 2021 at 6:40 PM Reply

Complimenti Barbara, avevo capito che stavi studiando per un concorso pubblico e sono davvero felice per te, sono sicura che riuscirai a vivere meglio il lavoro con un po’ di tempo libero da dedicare alla tua vita privata (che sia scrittura, hobbies o visite mediche). Sei stata brava a studiare e a essere determinata. In bocca al lupo per questo cambiamento

Barbara Businaro

Set 22, 2021 at 2:52 PM Reply

Grazie Giulia! Nel frattempo ho già prenotato cardiogramma, dentista e tagliando auto! 😛
Ho studiato con la consapevolezza che se non passavo questo concorso, ne avrei tentato un altro simile, per tecnico informatico. La richiesta c’è, adesso che i concorsi ripartono dopo il blocco causa pandemia. Quindi niente sarebbe stato sprecato. Del resto gli altri che erano con me alla prova orale stavano tutti partecipando a più selezioni, in attesa di ottenere il punteggio e l’occasione giusta.

Paola

Set 25, 2021 at 2:01 PM Reply

Io te l’ho ripetuto fino allo sfinimento ma tu sei un tipetto duro da convincere ma, prima o poi, dovrei cedere ed ammettete che ho ragione: HAI COMPIUTO UN’IMPRESA EPICA!

Barbara Businaro

Set 26, 2021 at 10:29 AM Reply

Ci sto lavorando! 🙂 Quest’anno ci sto lavorando grazie a una delle mie tre parole guida: Awareness che significa consapevolezza, percezione, conoscenza. Compresa anche la consapevolezza di sé e del proprio valore. Purtroppo ci sono persone che svalutano quest’impresa perché quel che ho realizzato mette in luce la loro immobilità, nonostante abbiano avuto tempi e occasioni migliori delle mie…
Sono all’ultima settimana del vecchio lavoro, poi comincerò a guardarmi intorno per nuove imprese. 😉

Luz

Set 29, 2021 at 6:13 PM Reply

Wow, Barbara. Continui a essere un esempio di impegno, energia e abnegazione.
Quello che mi piace in tutto questo è che l’energia in te non è venuta mai meno, anche nei momenti più difficili tu sei una persona che dice “ok, non abbattiamoci, gambe in spalla e cerchiamo di cambiare scenario”. Sei attiva e reattiva e sei resiliente, il che ti permette di spostare ogni volta più in là il tuo orizzonte.
Sono davvero molto contenta che tu abbia preso quel lavoro statale. Con tre pomeriggi liberi potrai davvero e senza affanni coltivare te stessa sempre più, sempre meglio. 🙂

Barbara Businaro

Set 30, 2021 at 2:52 PM Reply

Grazie Luz! 🙂
Dire che l’energia non mi è mai venuta meno, uhm, no, non è corretto, ho avuto anch’io le mie giornate storte. Quando, già stanca dal lavoro, volevo solo buttare i libri dalla finestra. Ma no, con quello che mi sono costati!! (un buon manuale per un concorso pubblico non viene meno di 60 euro, e vengono aggiornati di anno in anno, perché cambiano sempre le normative) Sbuffavo, brontolavo, poi facevo un respiro profondo e focalizzavo nuovamente le mie motivazioni. Non è stato semplice, questo no, perché non ho avuto il supporto che mi aspettavo da alcune persone amiche, anzi. Ma per fortuna l’ho avuto da altre, proprio quella mano che ti solleva da terra e ti accompagna per il resto della strada. Mi hanno aiutato a studiare quando iniziavo ad abbattermi. “Non so niente, non so niente, non so niente…” dicevo. “Non importa, tu vai lo stesso” rispondevano. E avevano ragione loro! 😀

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