Il Fabbricante di Lacrime di Erin Doom. E il Fabbricante di Sogni nell'editoria

Il Fabbricante di Lacrime e il Fabbricante di Sogni

Quando le persone mi chiedono come si fa a sfondare nel mondo dello spettacolo o altro, quello che dico sempre e che nessuno prende mai in considerazione perché non è la risposta che volevano sentire – quello che vogliono sentire è ecco come si ottiene un agente, ecco come si scrive una sceneggiatura, ecco come si fa questo – ma io dico sempre: “Sii così bravo che non possono ignorarti”.
Steve Martin, da un’intervista con Charlie Rose

 

Finalmente sappiamo chi è. Una settimana prima dell’apertura del Salone del Libro di Torino Erin Doom, autrice bestseller dello scorso anno con 700 mila copie vendute, ha svelato la sua vera identità in diretta, durante la trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio.
Si chiama Matilde, una ragazza bionda, slanciata, capelli fluenti, sorridente ed emozionatissima di fronte alle telecamere, bolognese, una laurea in Giurisprudenza, poco meno di 30 anni, ha cominciato a scrivere tardi, per diletto, tra un esame e l’altro, nascondendo le sue storie tra gli appunti universitari. E pubblicandole, un capitolo alla volta, sulla piattaforma social Wattpad.

L’occasione di questa intervista esclusiva era quanto mai propizia per lanciare il suo nuovo romanzo Stigma, dopo il successo straordinario di 500 mila copie con il suo esordio editoriale Fabbricante di lacrime, pubblicato nel maggio del 2021 da Magazzini Salani, per il quale si sta proprio ora girando la versione cinematografica con la regia di Alessandro Genovesi, e altre 200 mila copie con il secondo libro Nel modo in cui cade la neve. Per comprendere la portata di questo fenomeno basta pensare che Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi, pubblicato da Laurana Editore, osannato dalla critica letteraria e selezionato tra i 12 finalisti del Premio Strega, ha venduto “solo” 25 mila copie. Solo per questo, Erin Doom merita massimo rispetto e con lei pure tutti i suoi affezionati lettori.

Con dei risultati così clamorosi e una fama sempre crescente, o forse proprio a causa proprio di tutta questa notorietà, ci ha messo quasi tre anni per decidersi di rivelarsi al pubblico. Lo scorso anno si era addirittura presentata al Salone del Libro di Torino per un evento organizzato in suo nome, sul fenomeno BookTok, una comunità virtuale nata sull’app TikTok incentrata sui libri e sulla letteratura, proprio dove il romanzo di Erin Doom ha ottenuto popolarità. Ma Matilde era in veste di semplice lettrice, dal momento che nessuno conosceva la sua vera identità all’epoca. Come autrice infatti, aveva inviato una lettera dedicata ai suoi fans che sarebbe stata letta lì in sala. Voleva essere presente, forse per vedere le reazioni dei suoi lettori, osservare i loro visi emozionati, cogliere qualche commento entusiasta, dare forma concreta a quanto fino ad allora aveva solo la dimensione di uno schermo, senza ancora farsi riconoscere. All’ingresso però il buttafuori, che non poteva immaginare con chi stava parlando, non l’ha lasciata entrare. Esclusa proprio da ciò che la riguardava in prima persona. Questo è il prezzo dell’anonimato e cominciava a starle stretto.

Mentre il suo nome rimbalzava sui social con un passaparola incontrollato, i media tradizionali, soprattutto l’editoria, hanno cominciato a interrogarsi. Chi è davvero Erin Doom? Cosa si nasconde dietro quel nome? Come è riuscita a catalizzare quest’orda impazzita di ragazzine? Qual è il suo segreto? Perché la sua storia vende così tanto, senza alcun aiuto?
L’hanno definita l’Elena Ferrante dei giovanissimi, perché il suo romanzo ha conquistato in pieno la Generazione Z, quella dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012, e infatti le lettrici di Erin Doom partono anche dai dodici anni fino a sfiorare i venti. Una platea di lettori difficili da conquistare, per certi versi molto più esigenti degli adulti.

Ciclicamente si presentano casi editoriali di questo tipo, registrando una celebrità immediata e uno straordinario numero di copie vendute per un romanzo che, secondo la critica letteraria, non avrebbe la qualità sufficiente per meritarsi tale successo di pubblico. In parecchi hanno arricciato il naso con disgusto all’uscita di Twilight di Stephenie Meyer (lo stesso Stephen King, poco considerato agli inizi della sua carriera, ha disprezzato e minimizzato il valore della saga), come pure alla pubblicazione di Cinquanta sfumature di grigio di E.L.James (uscito da un forum dedicato proprio alle fanfiction di Twilight) e all’affermazione planetaria della serie After di Anna Todd (questo sì uscito negli USA dalla piattaforma WattPad, proprio come Fabbricante di Lacrime qui in Italia).

Quello che più sconvolge del fenomeno Erin Doom, e ora che sappiamo chi si cela dietro questo pseudonimo risulta ancora più evidente, è la facilità con cui da una piattaforma social la storia abbia raggiunto la pubblicazione presso un grande editore. La ragazza della porta accanto, e Matilde davvero la rappresenta bene con quel suo sorriso timido e i modi pacati, ha ribaltato le regole dell’editoria tradizionale, saltando in un colpo solo tutti i suoi passaggi obbligati.
Noi altri, e con “noi” intendo tutti gli autori e blogger che a vario titolo tentano la strada della scrittura, conosciamo bene le difficoltà per trovare una casa editrice disposta anche solo a valutare il manoscritto (per approfondire vi rimando a questo mio post, sempre molto letto: Quant’è difficile pubblicare un libro) e quanto è confusionario il mondo editoriale, con diverse professionalità che vi ruotano intorno (anche qui ho preparato un post: Le figure professionali della scrittura). Restiamo quindi un po’ sconcertati di fronte al libro di Erin Doom in libreria. Dove stiamo sbagliando noi?!
…e dove stanno sbagliando i professionisti dell’editoria che si fanno scavalcare dai booktoker?! 😛

Nel suo saggio Come ottenere il meglio da sé e dagli altri (pessima traduzione dell’originale Unlimited Power), Anthony Robbins, uno dei più famosi formatori motivazionali, l’avete sicuramente visto in ascensore con Jack Black nel film Amore a prima svista, suggerisce questa strategia: “Se desiderate ottenere il successo, non dovete da far altro che trovare un modo di imitare coloro che sono già riusciti ad assicurarselo.” Anche se la parola “imitare” può risultare fuorviante, perché si tratta di un’imitazione consapevole, finalizzata solo a comprendere i meccanismi che stanno dietro a quello che percepiamo come un successo (anche la definizione di “successo” può avere infinite accezioni).

Dunque, senza considerare per il momento la trama del romanzo e lo stile dell’autrice, perché non ho ancora letto Erin Doom e non posso esprimermi in merito, voglio però comprendere cosa può davvero insegnarmi il suo particolare percorso, quali elementi posso cercare di portare nella mia esperienza.
Di sicuro non posso imitare la sua altezza, lì proprio non ci arrivo… 😀


Il Fabbricante di Lacrime
un caso editoriale da studiare

“Scrivere era un’attività che ho sempre reputato futile. E dunque mi ci dedicavo la notte. Aspettavo che tutti in casa andassero a dormire, finivo di studiare e accendevo il pc.” Spiegava così Erin Doom la sua scrittura in un’intervista telefonica rilasciata al Corriere nell’aprile 2022, quando ancora si conosceva poco o nulla di lei. Nemmeno i genitori di Matilde sapevano che la loro figlia stava scalando in fretta le classifiche di vendita con un romanzo che spopolava tra le ragazzine. L’hanno scoperto solo all’indomani della firma del contratto con Magazzini Salani, solo allora Erin Doom si è svelata a loro e pochissimi amici, in tutto 7 persone.

E’ cominciato tutto nel 2017. Matilde scriveva racconti solamente “per diletto, senza nessuna ambizione”, la aiutavano a staccare la mente dai difficili studi di Legge, tra un esame e l’altro. Non aveva proprio in mente una carriera di scrittrice. Solo “per scommessa” decide di pubblicare due di questi racconti lunghi sulla piattaforma Wattpad, che iniziava a suscitare curiosità anche in Italia. Wattpad è una piattaforma online di lettura nata nel lontano novembre 2006 in Canada. Riunisce una comunità multilingue di lettori, ad oggi 90 milioni di utenti, dove ognuno è libero di pubblicare i propri contenuti originali, diventando di fatto un social network per la scrittura creativa. La community italiana è presente con 1,5 milioni di iscritti e ben 14 milioni di storie già pubblicate. Negli anni varie storie sono uscite da Wattpad per raggiungere con successo le librerie fisiche. Il caso più eclatante, almeno fino ad oggi, è quello della serie After di Anna Todd con ben 11 milioni di copie vendute in tutto in mondo.

Non erano queste le intenzioni di Matilde, che su Wattpad pubblicava usando il nickname Dreams Eater (letteralmente, mangiatore di sogni), ma in poco tempo le sue storie divennero popolari tra i lettori. “Il Fabbricante ebbe presto 1 milione di visualizzazioni, Nel modo in cui cade la neve arrivò a 6 milioni. Ricevevo dai lettori della piattaforma messaggi molto lunghi, che dicevano che li avevo commossi, che li avevo fatti identificare.”
Nel 2019 la sua storia Fabbricante di Lacrime vince il Watty Awards, un concorso di scrittura interno alla community Wattpad, nella categoria Romance. Potete leggere voi stessi la prima versione del suo romanzo su Wattpad: Fabbricante di Lacrime Written by Dreams Eater 
Proprio lì, attorniata dall’affetto dei lettori, forte dei milioni di visualizzazioni delle sue storie e ancora di più di un premio ottenuto dalla giuria popolare, Matilde prende una decisione coraggiosa: “Dopo molto tempo ho deciso di dare a queste pagine digitali una vita di carta.”

Questo è un punto che molti articoli della stampa hanno sorvolato, per fortuna riportato invece fedelmente dal Corriere e dal Post: Matilde contatta l’editor freelance Ilaria Cresci per sistemare il testo, mettere insieme tutti i capitoli, pubblicati a puntate su Wattpad, e dargli la forma di un libro vero e proprio. A dicembre 2020 intraprende una nuova avventura con il self-publishing e lo pubblica su Amazon. “La sera stessa è entrato in classifica: lo avevano comprato in massa i miei seguaci sui social. Il giorno dopo mi hanno telefonato da Salani, e volevano ripubblicarlo.”
Così il nickname Dreams Eater lascia il posto al nom de plume Erin Doom.

Questo nuovo nome è una rinascita per Matilde: Erin è di origine irlandese, associato alla libertà, alla natura, agli spazi aperti, mentre Doom lo ha scelto per la sua ambivalenza in inglese, significa sia destino che condanna, perché ogni cosa può avere sia un’accezione positiva che negativa.
Dopo un accurato lavoro di editing di Salani, il Fabbricante di Lacrime arriva in libreria con un’edizione più corposa, maggiori dettagli e un capitolo in più, oltre al bollino “Complete Edition” in copertina. Questo porta ovviamente le lettrici di Wattpad a correre in massa per acquistarlo, anche se già conoscevano la storia, perché comunque volevano rileggerla, scoprirne nuove sfaccettature, provare di nuovo quelle emozioni.
Da dicembre 2020 a maggio 2021 il libro esaurisce la prima tiratura di 10 mila copie, e va subito in ristampa. Questo però è ancora l’inizio, perché il vero successo di Erin Doom parte da TikTok, il social network dei giovanissimi.

Nonostante Erin Doom non abbia nemmeno un profilo su TikTok, come del resto nemmeno molte case editrici, il suo romanzo viene condiviso dagli utenti sul BookTok, la comunità degli amanti dei libri presenti su TikTok, con sempre più numerosi video reaction dedicati al Fabbricante di Lacrime. I ragazzi si riprendono mentre stanno leggendo il libro, lo commentano, si emozionano su quelle pagine, mostrano ai coetanei l’effetto della lettura. E il passaparola diventa inarrestabile, tutti vogliono leggere quella storia e sentirsene parte.
Anche TikTok sta ribaltando le regole dell’editoria tradizionale, basti pensare al romanzo La canzone di Achille di Madeline Miller, pubblicato nel 2011, che ha registrato una nuova ondata di vendite dopo essere diventato un caso su TitTok nel 2021, ben dieci anni dalla sua prima uscita, solo perché è stato inserito dagli utenti nella compilation dei “bei libri che fanno piangere”!

Così in poco tempo Fabbricante di Lacrime ha raggiunto le 500 mila copie, merito forse pure di una trama che secondo alcuni riporta alla memoria un classico indimenticabile, Cime tempestose di Emily Brontë, rivisto ovviamente in chiave moderna. Altri invece l’hanno associato allo stile di Joël Dicker, scrittore svizzero con ambientazioni americane molto simili. Il secondo romanzo pubblicato da Salani, Nel modo in cui cade la neve, in realtà il primo scritto da Erin Doom sulla piattaforma Wattpad, non ha raggiunto gli stessi numeri, fermandosi alle 200 mila copie. Comunque un bel traguardo, ricordiamoci sempre le 25 mila copie di un Premio Strega citato nell’introduzione.

Forse alla casa editrice occorreva qualcosa di eclatante per lanciare bene il terzo romanzo in uscita, Stigma, o forse era tempo per Erin Doom di uscire allo scoperto e godersi la popolarità e l’affetto alla luce del sole. O forse Matilde si è finalmente sentita pronta e ha accettato di comparire in diretta nazionale sulla rete RAI in un’intervista esclusiva con Fabio Fazio, che potete rivedere qui sotto.
Da allora Erin Doom ha preso il volo.
Si è fatta fotografare in Grafica Veneta per firmare le copie del romanzo appena uscite dalla rilegatrice e in questo momento sta girando per la penisola, accompagnata proprio da Fabio Fazio, in vari appuntamenti nei teatri per incontrare il suo affezionato pubblico. Dubito fortemente che la aspetti una carriera nelle aule dei tribunali, le auguro di scrivere invece tante storie.

Cosa dovremmo imparare noi allora da questo caso editoriale? Che dobbiamo impegnarci a fondo, ogni giorno, per la nostra scrittura? Che l’importante è scrivere con il cuore, raggiungere i lettori con sentimenti veri, e alla fine saremo premiati con la pubblicazione?
Rimando la risposta alle conclusioni finali.

Il Fabbricante di Sogni
tra editor e corsi di scrittura

Erin Doom non è l’unica autrice italiana riuscita a scalare le classifiche con una storia apparsa prima su Wattpad.
Cristina Chiperi a soli diciassette anni aveva più di 20 milioni di visualizzazioni su Wattpad con la trilogia My dilemma is you, poi pubblicata da Leggereditore. Oggi ha venticinque anni, vive nella mia Padova, e ha già scritto nove romanzi, i successivi usciti cone le case editrici Garzanti e Mondadori, arrivando a vendere, secondo la stima degli addetti ai lavori, una media di 40 mila copie a titolo.
Kira Shell, un altro pseudonimo di Wattpad, scrive romanzi rosa dalla sfumatura dark e si è svelata per la prima volta ai lettori proprio all’ultimo Salone del Libro di Torino appena concluso. Si chiama Valeria, ha adesso 30 anni, pugliese. Ha esordito nel 2017 con Kiss me like you love me, chee ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma. Poi si è autopubblicata su Amazon, dove è stata raggiunta da un’offerta di Sperling & Kupfer, che l’ha ripubblicata nel 2019.

Dunque il caso Erin Doom non è proprio una novità, ma è probabilmente l’autrice che ha venduto di più con un singolo romanzo, ben 500 mila copie. Per questo il mondo editoriale si interroga sul fenomeno, cercando ovviamente la formula per poterlo replicare.
In tutto questo tempo, si sono susseguiti analisi, riflessioni, dibattiti, non sempre edificanti. E se possiamo chiudere un occhio con certi commenti dei leoni da tastiera, che mancando di rispetto all’autrice in realtà offendono tutti i suoi lettori, gravissimo errore, diventa difficile soprassedere su certe considerazioni raffazzonate di professionisti, pur di cogliere l’occasione per vendere i propri servizi editoriali, “perché potresti essere tu la prossima Erin Doom.”

Personalmente, studiare il percorso di Matilde, capire come è nata e cresciuta Erin Doom tra il pubblico, soprattutto vedere le reazioni dell’editoria tutta, dagli editor ai librai, al suo clamoroso successo, ha cambiato parecchio le mie prospettive. Se prima avevo davanti a me una strada abbastanza definita, per quanto impervia, per giungere alla pubblicazione, con alcuni nomi a cui affidare il mio manoscritto e la mia presentazione, ora non sono più così convinta. Se Erin Doom ha avuto successo sconvolgendo le regole dell’editoria tradizionale, perché dovrei seguirle io, quelle stesse regole?!
Prendermi della “rosicona” e della “moralista” mi ha aiutato a fare luce su alcune “bugie” che l’editoria tradizionale continua a raccontare a noi autori in cerca di pubblicazione.

Prima bugia: basta impegnarsi per arrivare al successo

Conosco buoni scrittori, hanno alle spalle anche 15 anni di pubblicazioni, in self-publishing o piccole case editrici, di valore, si sono fatti un mazzo tanto se proprio vogliamo parlare di impegno, ma si sono fermati lì, senza mai poter avere quell’occasione per arrivare a un pubblico maggiore. Hanno un’altra età rispetto a Erin Doom, un lavoro e una famiglia a cui pensare, e scrivono altri generi letterari. Hanno collezionato rifiuti, ma soprattutto silenzi (che è peggio). A me dispiace non poterli leggere più, perché a un certo punto smettono di sognare.

Ma conosco anche scrittori affermati, giunti dal self-publishing in case editrici “Big”, che faticano a pubblicare i loro romanzi successivi, nonostante buone vendite. Non hanno mai avuto il lancio pubblicitario di cui sta godendo ora Erin Doom, intervistata per Vanity Fair e altri magazine, in esclusiva in diretta a Che Tempo Che Fa, in onda su Radio DeeJay, in giro per l’Italia nei vari teatri. Anzi, devono impegnare parte del loro esiguo anticipo, se non i guadagni della pubblicazione precedente, per organizzarsi da soli la presenza sui social media e ai festival letterari.

Perciò smettiamola di dire che basta impegnarsi. La verità è che editor e agenzie di rappresentanza devono anche ingoiare qualche rospo per qualche testo meritevole che non riescono comunque a piazzare presso un editore. E nemmeno sanno il motivo.
Poi magari sono gli stessi che, stretti in un angolo, ammettono che non sempre 500 mila copie sono indice di qualità del testo.
Ma come? Mi consigliate di non scrivere una storia di qualità, l’importante è che venda?! Non credo sia questo ciò che aveva in mente Erin Doom mentre ogni sera si immergeva in un nuovo capitolo, e non credo nemmeno sia questo che hanno percepito i suoi lettori. Forse è quello che pensa l’editoria quando si rivolge alle piattaforme social per trovare nuovi autori da pubblicare. L’importante è che venda.

Seconda bugia: la pubblicazione di questi autori già affermati consente la pubblicazione anche di veri esordienti

Non ci credo più. Forse un tempo questa storiella poteva convincermi, oggi no. Gli incassi che arrivano facilmente da questi fenomeni editoriali vengono riutilizzati per pubblicare i soliti noti, i figli di, amici di, parenti di, giornalisti di, politici di, studenti di, conoscenti di, favoriti di, eccetera. Proprio quelli che sono passati davanti agli amici autori di cui sopra.
Se fossi Erin Doom, al prossimo contratto editoriale da firmare, pretenderei che una percentuale dei guadagni della casa editrice fosse reinvestita in vero scouting editoriale. Per loro fortuna, non sono Erin Doom. 😀

Terza bugia: questi romanzi portano nuovi lettori al mondo editoriale, un guadagno per tutti

Ricordo bene un altro periodo, quello dell’esplosione della serie Cinquanta sfumature di grigio di E.L.James. Ero attorniata da donne che leggevano il romanzo di soppiatto, vergognandosi un po’ della preferenza per una storia erotica. Ricordo anche amiche completamente digiune della lettura correre in libreria e acquistare addirittura un ereader per poter nascondere la copertina dietro una cover tecnologica asettica. E ricordo pure come tutte queste persone in seguito hanno forse cercato qualche surrogato, qualche altro romanzo della stessa categoria, ma alla fine hanno smesso di leggere.

Nel caso di Erin Doom, il suo è un pubblico femminile al 90%, dai 12 anni in su. E si sente continuamente dire che i giovani non leggono. Non è vero. I giovani non leggono i libri che l’editoria continua a pubblicare, così si rivolgono ad altri canali. Se poi l’editoria non coglie un’opportunità come questa per rivedere e ricalibrare i propri schemi, una volta esaurito il filone della novità, i giovani tornano a non leggere, o leggere altrove, magari di nuovo su Wattpad. Perciò un fenomeno come Erin Doom non porta nuovi lettori, e di sicuro non porta nuovi lettori a qualsiasi altro genere letterario. Almeno per qualche anno, preferiranno storie della stessa natura, cercando le medesime emozioni della prima volta.

In quanto all’essere “rosicona”, non è nella mia natura proprio. Chi mi conosce, lo sa bene.
E’ pure difficile provare invidia per Erin Doom-Matilde perché nelle varie interviste in cui appare di persona risulta una ragazza simpatica, sorridente, emozionata, anche spaventata da tutto questo successo, lei stessa si definisce introversa, e posso ben comprendere come si senta in mezzo a tutta questa confusione mediatica. Anch’io non sono timida, ma sono introversa.
Ascoltando le sue parole, si capisce anche come molti di noi, scribacchini alla ricerca della pubblicazione, non possono proprio confrontarsi: giovane studentessa di Giurisprudenza, laurea che l’ha aiutata nella proprietà di linguaggio, una famiglia benestante che le ha consentito di viaggiare tantissimo fin da piccola, a sei anni già per le strade di New York, infanzia serena e felice, fortunatamente così distante dai drammi raccontati nei suoi romanzi. Ottenere quel risultato su Wattpad le ha richiesto pure un bell’impegno sulla piattaforma Wattpad, il suo algoritmo di visibilità premia gli autori che curano le loro relazioni con la community. Lei stessa ha ammesso di averci passato molto tempo. Certo è che gli altri suoi coetanei avrebbero utilizzato quel tempo in stupidaggini, mentre lei si è immersa nella scrittura, con tutta sé stessa.

Alla fine che cosa possiamo davvero imparare da questo caso editoriale? Beh, a me hanno colpito queste parole di Erin Doom, da un’intervista al magazine Il Libraio, Libri che parlano alla “generazione Tik Tok”: Erin Doom si racconta, per l’uscita del suo secondo romanzo Nel modo in cui cade la neve:

“Su Wattpad ho innanzitutto imparato a riconoscere i miei limiti. Il tempo necessario per la stesura di ciascun capitolo, il percorso di costruzione del libro passaggio per passaggio, con la pazienza e le tempistiche che richiede. Ho avuto il riscontro di chi mi leggeva ed è stato utile per crescere, confrontarmi e cercare di migliorarmi sempre. Nel corso del tempo si matura, si rifinisce lo stile e si trova la propria maniera personale di raccontare, quella che più spontaneamente si adatta al nostro modo di vedere il mondo”.

Vedete quello che vedo io, in queste frasi? Non ci sono editor (Ilaria Cresci arrivò dopo, quando Erin Doom aveva già ottenuto il Wattys). Non ci sono corsi di scrittura. Non ci sono schede di valutazione. Non ci sono agenzie editoriali. Non ci sono invii di manoscritti. Non ci sono lunghe attese per una risposta, di solito un rifiuto senza motivazione. Non c’è l’EAP-Editoria A Pagamento, e nemmeno tutta l’altra editoria, che un po’ “a pagamento” lo è comunque quando ti sono richiesti un bel corollario di servizi per poterti solo presentare. Se non arrivi da Wattpad o da TikTok…
Ci sono solo due elementi importanti: la scrittura e il lettore, nient’altro.

 

L’unico consiglio saggio

Delle tante analisi dei critici e dei professionisti dell’editoria lette in merito al caso Erin Doom, l’unico consiglio saggio, buttato un po’ là sul finale, invece che evidenziarlo come primo punto, quale obiettivo essenziale per chi scrive, è di focalizzarsi sul proprio percorso. Scrivere perché ci piace e scrivere quello che sentiamo, seguire la nostra sola e unica strada. E non è detto che quella strada sia quella classica verso la pubblicazione.

Se dovessimo infatti confrontarci con il Fabbricante di Lacrime, dovremmo buttare all’aria tutti i servizi editoriali nonché i corsi di scrittura (forse anche smetterla con questi blog del cavolo…), aprire un account su Wattpad con uno pseudonimo e concentrarci a scrivere bene su quella piattaforma. Perché Erin Doom non ha avuto bisogno del mercato editoriale, viceversa è il mercato editoriale che ha avuto bisogno di lei.
Ma fa davvero per noi questo esempio? Il nostro pubblico, i lettori per le nostre storie, e non quelle di Erin Doom, sono proprio dentro Wattpad? Forse sì, forse no. Se ci pensate troppo e non vi convince, riprendente il vostro cammino. 🙂

The best way to change the world is in concentric circles: start with yourself and work your way out from there.
Il modo migliore per cambiare il mondo è a cerchi concentrici: iniziate da voi stessi e da lì proseguite.
James Clear, 3-2-1 Thursday

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Comments (24)

Marco

Mag 27, 2023 at 10:42 AM Reply

Nessun autore dovrebbe prendere in considerazione il successo di Erin Doom come un caso studio, in quanto siamo di fronte a un evidente caso di bias del sopravvissuto. Tutto ciò che ha fatto Matilde o le combinazioni che l’hanno portata al successo sono e restano un unicum irriproducibile.
Ciò non toglie, che in fondo Erin Doom si è mossa nel grande potenziale del mondo moderno, ovvero in sistema che non possiede le normali barriere dell’editoria.
Nell’editoria che possiamo definire antica, cioè dal 2010 in giù, il sistema prevedeva un rapporto consequenziale Scrittore -> Editore – > Distributore – > Libraio – > Lettore.
Nel contesto moderno abbiamo una semplificazione che può ridursi nel rapporto Scrittore -> Lettore.
Mentre nel vecchio sistema prima deve esserci un editore che ritiene vendibile il libro, poi un distributore che pensa di proporlo con efficacia ai librai, poi il libraio che pensa di venderlo bene ai lettori; nel secondo caso lo scrittore non ha bisogno di un prodotto che deve vendere, ma di un libro che può emozionare il lettore.
Perché dico che la vecchia filiera vende il libro, mentre nella nuova lo scrittore emoziona il lettore?

La risposta è ovvia, perché l’editore è un’impresa commerciale e deve far quadrare i conti per sopravvivere e avere un profitto, idem il distributore, idem il libraio.
Lo scrittore singolo, può aver la gioia di guadagnare qualcosa col proprio libro, ma non è una conseguenza fondamentale, lo scrittore, tranne rari casi non vive di scrittura, quindi può avere il piacere di scrivere storie per far emozionare chi le vuole leggere.
Ed Erin Doom ha fatto proprio questo, prima di diventare un prodotto commerciale ha emozionato i lettori. Quindi, tanto di cappello a lei.

Ora, il mio ragionare, non significa avercela con la filiera editoriale, è semplicemente una comprensione della realtà.
Fa bene Erin Doom ad essersi appoggiata all’editoria? Certo, il sistema editoriale è una industria e possiede strumenti molto più potenti del singolo autore indipendente.

Riguardo alle dinamiche che portano al successo, l’altro giorno, un amico scrittore che al momento non è riuscito a pubblicare, chiedendomi del caso di Erin Bloom e sul perché alcuni scrittori hanno successo e altri no, rispondevo che alla fin fine tutto si riduce alla mera statistica.
E’ ovvio che in un sistema complesso dove i partecipanti sono numerosi, prima o poi, qualcuno imbrocca le mosse giuste e sfonda. Un po’ come per la lotteria, comprare il biglietto è inutile, tanto è ovvio che non sarai tu a essere estratto, eppure, un vincitore c’è sempre.

Ma parlare della casualità del successo, non significa sminuire, in questo caso, Erin Doom, ci mancherebbe. Per aver ottenuto un riscontro simile è molto brava, semplicemente, di bravi come lei che restano anonimi ce ne sono tantissimi. Essere bravi, è una caratteristica di base fondamentale, ma non ne è la chiave.
Anche sui venditori di sogni e sul caso Ferrovie del Messico, avrei parecchie riflessioni da fare, ma poi tu mi rimproveri che faccio commentoni, quindi mi auto taccio. 😛

Barbara Businaro

Mag 29, 2023 at 7:03 PM Reply

Penso che tu ti sia perso un punto del post. Parto dall’analisi di Erin Doom, perché è il caso più eclatante, ma come ho spiegato ci sono altre autrici uscite da Wattpad, come meno clamore di lei ma comunque con buoni numeri, per cui non si può più parlare di bias del sopravvissuto (considerare solo il vincitore, il sopravvissuto, dimenticando tutti i fallimenti e i caduti di guerra sul campo). Si sta delineando una tendenza, confermata dagli accordi delle case editrici direttamente con Wattpad.
Come diceva zia Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Qui abbiamo più di tre indizi. 😀
Il sistema di Erin Doom, e delle altre che hanno percorso la medesima strada, non è Scrittore -> Lettore, quanto piuttosto Scrittore -> Supporter -> Editore -> Distributore -> Libraio -> Lettore. Dove sono i supporter a chiedere, quasi a gran voce, la pubblicazione alla casa editrice (la quale, se non è proprio amministrata da fessacchiotti, si affretterà a cogliere l’occasione perché, come dici tu, l’editore è un’impresa commerciale).
Ha fatto benissimo Erin Doom ad appoggiarsi all’editoria, e ci mancherebbe. E non credo proprio che il suo successo sia riducibile alla Statistica, lei non è un outlier fuori dalla distribuzione gaussiana e nemmeno una pallina estratta a caso dall’urna. Anche questa è una bella scusa limitante per gli autori, per rimanere nelle solite posizioni: a lei è andata così, io posso solo continuare a fare colà, devo insistere, insistere, insistere, aspetta che spendo altri 10 mila euro tra corsi, laboratori, schede, editing, coaching e concorsi letterari alla sagra del fagiolo… vero?! 😀 
(e speriamo non ci sia davvero un concorso letterario alla sagra del fagiolo!)

Daniela Bino

Mag 28, 2023 at 11:34 AM Reply

Interessante Erin Doom e il modo in cui è diventata “famosa”! Avevo già letto in un altro post le difficoltà che sorgono quando un autore vorrebbe pubblicare il suo romanzo, bravo o meno che egli sia; e non credo che questo colpo di fortuna, dato dalla sorte affidata ad un TikTok o altro social (Doom, un cognome già di per sé preveggente), determini la vera e propria scoperta dell’autore meritevole da parte di una casa editrice che ha ancora voglia di reclutare.

Barbara Businaro

Mag 29, 2023 at 7:04 PM Reply

Non credo proprio che quella di Erin Doom sia solo fortuna (e Doom non è il suo cognome, è italianissima anche se il cognome non ha voluto rivelarlo, Erin Doom è uno pseudonimo, come ho scritto).
E purtroppo sì, Wattpad o TikTok in questo momento sono determinanti (come qualsiasi altra piattaforma social, del resto). Se dimostri di avere già un pubblico affezionato (il numero di follower), pronto ad acquistare il tuo romanzo, per quale motivo un editore dovrebbe rifiutarsi di pubblicarlo? E’ un prodotto facile.

Marina

Mag 28, 2023 at 4:00 PM Reply

Neanch’io sono invidiosa né, in questo contesto, voglio apparire del tutto spoetizzante, ma cose così eclatanti accadono una volta ogni tot anni, è come la voce talentuosa dell’artista di strada che poi diventa cantante da milioni di fan. Questi fenomeni esistono, ma non possono fare scuola: non basta scrivere e appassionare il lettore, per me c’è una componente legata al destino, all’essere acchiappati dalla fortuna che si muove fra i bravi e ogni tanto dalla ruota ne tira su uno. La scrittrice è indubbiamente brava, ha costruito trame che hanno coinvolto un pubblico vastissimo, se lo è meritato, ma quanti meriterebbero un maggiore successo e non riescono a trovarlo? E non penso sia solo un fatto di strategie, provare una strada piuttosto che un’altra: a sto giro toccava a lei. Punto. Questo all’origine. Poi la pubblicazione con una casa editrice non ha niente a che fare con il destino o la fortuna: qui sono d’accordo con Marco, la casa editrice è un’azienda che si fionda dove può trarre profitto. Non scommette su niente (o sui pochi “conosciuti”), trova ben impiattato l”affare” dell’anno e non se lo lascia sfuggire: è normale che sia così, chiamala fessa!
Per me è inutile chiedersi, in questi casi, come e cosa fare per essere la prossima Erin Doom: ho una visione fatalista su certe cose della vita.
Curiosità finale: ma tu non avevi provato la piattaforma wattpad? Se non ricordo male, ne parlasti una volta.

Barbara Businaro

Mag 29, 2023 at 7:05 PM Reply

Beh, fosse un caso ogni dieci anni lascerei perdere qualsiasi analisi, ma oramai, come rispondevo a Marco, in questi ultimi anni si sta delineando una tendenza. Erin Doom è quella che ha conquistato numeri vertiginosi, ma non l’unica. Certo, dobbiamo limitare la cosa ai romanzi rosa-fantasy e ad un pubblico giovanissimo, che costituisce l’utenza sia di Wattpad che di TikTok. Quindi se scriviamo gialli, thriller, storici, fantascienza, per un pubblico over 30, siamo già fregati in partenza. 😀
Esatto: ho provato la piattaforma Wattpad ed è di questo che parlo. Se analizziamo il caso Erin Doom, io non vado bene per Wattpad, mi presento con nome e cognome, una foto profilo chiara e pure un blog ben avviato (il che toglie tutta l’aura di mistero di uno pseudonimo anglofono). In più sono over 45, cioè ho l’età delle mamme degli utenti di Wattpad, del pubblico che ha decretato il successo di Erin Doom. E secondo te le ragazzine vogliono leggere cose scritte dalle loro mamme?! Ma figurarsi! Anche se puramente ideologico (perché poi io sono rimasta under 25 nell’animo 😛 ), lo scontro generazionale c’è. In ultima, ma sarebbe poi il primissimo punto, gli algoritmi di visibilità in Wattpad premiamo la presenza: più ci stai dentro, più scrivi, commenti, leggi gli altri utenti, ci passi le ore, più la tua storia viene messa in evidenza. In sostanza, Erin Doom deve avere passato almeno un paio d’ore ogni sera là dentro, per anni. Wattpad richiede forse più impegno di mandare avanti un blog! Difficile per me quindi riuscire ad esserci così tanto. Dovrei scegliere tra Wattpad e il blog… che facciamo?!

Sandra

Mag 29, 2023 at 3:51 PM Reply

Di fronte a fenomeni di questa portata, rari ma non unici, ciclicamente appaiono nel firmamento editoriale, io mi inchino, ed è proprio questo il motivo per cui la reazione di chi ha definito i detrattori rosiconi, rinunciando tra l’altro al dialogo dopo due battute di numero, mi ha indisposto.
Ma analizziamo bene il bel posto di Barbara.
Il punto focale è: nella formula che Erin Doom racconta per scrivere qualcosa che ha avuto un successo di tale portata non cita mai un editor che l’avrebbe aiutata nella stesura o nella revisione. Però diversi editor si sono proprio infilati in questa situazione per proporre i propri servizi “Hai visto Erin Doom? Compra il mio corso e potrai essere tu la prossima!”
Fermi tutti, come sottolinea Barbara nel finale, dove diavolo avrebbe mai detto la bella e brava Erin di aver utilizzato un editor?
Semplifichiamo ulteriormente: sarebbe come se a un certo punto un atleta spuntato dal nulla sbaragliasse gli avversari alle olimpiadi e qualcuno gli chiedesse “ehi, raccontaci il tuo sistema” e lui rispondesse “mi alleno ogni giorno 4 ore, non mangio fritti, non bevo, e da dieci anni ho rinunciato all’ascensore, anche per andare da mia nonna che abita al settimo piano” a quel punto un’azienda di integratori dichiara “compra la nostra barretta potresti diventare il prossimo vincitore delle olimpiadi”.
A me questo sistema di intercettare una platea facendo così spudoratamente leva su un sogno, raccontando tutto sommato fandonie, visto che Erin il corso di tizio e caio no, non l’ha fatto, beh non mi pare troppo etico.
Sappiamo tutti quanta gente scrive, sabato 27 la spesso citata Chiara Beretta Mazzotta ha tenuto assieme al team “Scrivere una grande storia” un corso in un cinema strapieno di aspiranti. Tutti potenziali Erin Doom? Chissà, di sicuro tutta gente che ha un progetto scrittorio e ci investe, niente di male, eh, l’ho fatto pure io. Però non sono diventata Erin Doom, il che mi pare sufficiente per dire che no, neppure gli editor blasonati sono garanzia di successo.
Chi non sfiora neppure da lontano i numeri di Erin Doom e scoraggiato abbandona il campo e magari in un momento di sconforto usa parole poco carine, beh, se non scade nell’insulto, in fondo fa male solo a se stesso, in quanto indirizza male la propria energia, ma e questo punto mi preme, nessuno dica che non ha talento. Per sapere se ce l’ha oppure no toccherebbe leggerne le opere, a priori non si può sapere. Tutto qui.
Nel successo di Erin Doom e Kira Sheill, piuttosto sovrapponibili, c’è molta caparbietà e il classico colpo di fortuna, dai, è innegabile. Fortuna che va in giro a colpire random chi sta lì, ecco, se te ne vai la Dea non potrà mai posarsi su di te, questo è ovvio, ma chi lascia la partita dopo troppi rifiuti, magari ha ancora nel cassetto qualcosa di straordinario che avrebbe ricevuto esito positivo al prossimo invio, che non si è mai concretizzato.

Barbara Businaro

Mag 29, 2023 at 7:08 PM Reply

Da quando Erin Doom è stata da Fabio Fazio, ho assistito a una valanga di comunicazioni decisamente poco etiche da parte dei professionisti dell’editoria. Analisi con salti carpiati dove prima si esalta il successo di Erin Doom (senza editoria) e poi appunto si invita al nuovo laboratorio di scrittura (ma come?). Cattiverie gratuite sulla qualità del testo, derubricato a libricino per ragazzine, senza averlo letto (che magari la prima versione su Wattpad sarà anche “ingenua”, ma poi alla pubblicazione c’è lo staff Salani dietro, non dimentichiamocelo!). Risposte al veleno persino ai propri followers, dandogli degli invidiosi, lamentosi, fancazzisti (che non si fa, dai, non si faaaa!! manca l’ABC del social media marketing!! siamo al pari del proprietario del ristorante che a una recensione di Google risponde: “Ha sbagliato locale” Maddai!!!)
Pensandoci però errori madornali del genere scappano quando si ha paura del futuro. E in effetti: se tutti decidessimo di seguire l’esempio di Erin Doom, di decretare l’inutilità delle vecchia filiera editoriale per giungere alla pubblicazione, che fine farebbero tutte queste figure professionali?!
Il Fabbricante di Sogni campa sui nostri sogni, se noi glieli togliamo non avrà più alcun potere!
Al momento non è ancora fattibile. Come spiegavo a Marina, Wattpad ha un pubblico ben definito, e una domanda di mercato chiara. Questo però non toglie che in futuro possano nascere altre piattaforme simili, di lettura condivisa (e non di self-publishing, non è la stessa cosa) e l’opportunità possa estendersi ulteriormente.

… perché non è venuto a me l’esempio dell’atleta e della barretta energetica?! E’ perfetto!! 😀 😀 😀 
Forse perché ho chiuso questo post all’1.30. Anch’io come Erin Doom, scrivo molto tardi la notte, ma niente, non è sufficiente si vede! 😛

Giulia Mancini

Mag 29, 2023 at 9:31 PM Reply

C’è già stato un caso analogo con il romanzo After di Anna Todd, anche quello nato sulla piattaforma di wattpadd, ci sono stati poi i romanzi successivi (e anche i prequel).
Non posso giudicare il livello del romanzo After perché non l’ho letto e pur avendo provato a guardare i film tratti dalla serie su Amazon prime mi sono fermata alla prima scena (per mancanza di tempo, a volte inizio un film ma poi mi areno…)
Il caso del romanzo il Fabbricante di lacrime non mi stupisce più di tanto, gli adolescenti hanno desiderio di leggere storie in cui riconoscersi oppure attraverso cui sognare, probabilmente la storia tocca le corde giuste. Matilde nella sua intervista da Fazio mi è sembrata una ragazza dolce ma determinata, che sa quello che vuole, che ama scrivere e cerca di farlo bene, e ha creato un bel rapporto con i suoi lettori, come si dice in questo caso? Chapeau!

Barbara Businaro

Mag 30, 2023 at 5:23 PM Reply

Sì, infatti ho citato proprio Anna Todd nell’introduzione, lei ha fatto da “apripista” se vogliamo, come collegamento tra la piattaforma Wattpad e il mondo editoriale tradizionale. Non ho letto nemmeno io After, non ancora, anche se sono tentata, giusto per rendermi conto dello stile di scrittura. I film li ho visti tutti su Amazon Prime, non sono male, ma sospetto siano parecchio riduttivi rispetto al romanzo, specie per la psicologia dei personaggi (come nella serie Cinquanta sfumature di grigio, i film sono solo incentrati nelle scene erotiche, lasciando appena intravedere invece l’anima dei protagonisti, un vero peccato).
Matilde ha comunque una laurea in Giurisprudenza che richiede parecchia caparbietà e perseveranza, anche se ora dubito sarà quella la sua carriera. Dolce, determinata e soprattutto umile, visto che ci ha tenuto a ringraziare i suoi lettori. Altri autori affermati dimenticano che il loro successo è dovuto sempre e solo ai lettori. 🙂

Andrea Cabassi

Mag 30, 2023 at 9:33 AM Reply

Beh, ma se tutte le ragazzine che vent’anni fa leggevano Tre metri sopra il cielo oggi leggessero ancora non ci sarebbe crisi nel mercato editoriale! 😀

Andrea Cabassi

Mag 30, 2023 at 9:34 AM Reply

(sono stato avaro di punteggiatura ma spero si capisca lo stesso 😉 )

Barbara Businaro

Mag 30, 2023 at 5:28 PM Reply

E proprio l’Innominato dovevi nominare?! 😀
Io sono proprio una di quelle “ragazzine” che vent’anni fa leggevano Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, amandolo e odiandolo allo stesso tempo! La storia di Babi e Step mi prese parecchio (eh, da Babi a Barbi c’è solo una “r” di mezzo, mannaggia), per altro si tratta di una storia vera, romanzata parecchio ma scritta senza l’autorizzazione dei protagonisti. All’ultima pagina poi cominciò a torturarmi una terribile sensazione, un “potevo scriverlo anch’io” iniziò a perseguitarmi. E siccome non mi piaceva proprio per niente il finale (e ancora non era uscito il secondo della trilogia – per altro il terzo non lo voglio proprio leggere, conosco la trama e ancora una volta non sono d’accordo con le scelte dell’autore), ho finito per scrivere questi due racconti: IO e TE …e NESSUN’ALTRO è l’incipit di un secondo romanzo ipotetico, IO e TE …e NESSUN’ALTRO continua è un’altra scena, forse il finale, forse l’intermezzo, allora non ne avevo idea. Tre metri sopra il cielo mi ha smosso qualcosa, me lo passò mia sorella, da tempo non leggevo per varie vicende. Mi portato a scrivere di nuovo qualcosina. Poi arrivò Twilight che ha toccato altre corde ancora, direi la mia parte più scura (faccio parte del Team Vampiro e in auto ho tutta la discografia della saga, compresi gli scores, i pezzi suonati appositamente per i film). Da qui ho iniziato a pensare seriamente alla scrittura creativa. Ma sono un caso a parte, non rappresento tutte le ragazzine di Tre metri sopra il cielo, infatti mia sorella non ha continuato a leggere molto, qualcosa di Fabio Volo e poco altro.

Sandra

Mag 30, 2023 at 2:03 PM Reply

Invece si sono limitate a infestare i ponti coi lucchetti, proprio un gran bel risultato eh.

Andrea Cabassi

Mag 30, 2023 at 4:18 PM Reply

Cavoli, è vero! Di quelli ce ne sono un sacco ancora oggi!

Barbara Businaro

Mag 30, 2023 at 5:30 PM Reply

Giuro che non ho mai messo nessun lucchetto in nessun ponte. Lucchetti solo per legare la bici o i caschi alla moto! 😀 😀 😀

Andrea Cabassi

Mag 30, 2023 at 9:51 PM Reply

PROVALO! XD

Barbara Businaro

Giu 01, 2023 at 6:57 PM

Nessuno dei miei pretendenti avrebbe mai e poi mai sprecato un lucchetto per una dimostrazione verso la sottoscritta… per la moto sì, per me proprio no! XD

Brunilde

Mag 30, 2023 at 10:06 AM Reply

Credo che il pensiero ” se ci è riuscita lei posso farlo anch’io ” sia la leva che utilizzano tutti i venditori di barrette energetiche, corsi di scrittura creativa, servizi di editing eccetera.
Per questa Erin Doom oltre all’abilità sicuramente c’è stata sicuramente una congiunzione astrale favorevole, al momento giusto nella situazione giusta.
Anche se mi sento ragazza dentro, non posso ignorare che anagraficamente potrei essere sua madre, che non sono una nativa digitale e che uso poco i social e per niente TikTok : quel mondo non mi appartiene, ma soprattutto io non appartengo a quel mondo.
Inoltre, rispetto il suo successo e le sue vertiginose vendite, ma non faccio parte del suo target, non solo per età, ma anche perchè nei libri cerco spessore, e una forma adeguata.
Ecco, il punto nevralgico è questo: i giovanissimi che oggi leggono Erin Doom con ogni probabilità non diventeranno in futuro lettori forti, Moccia docet. Quindi, il fenomeno è un po’ fine a se stesso.
Passo e chiudo, torno al mio parco dinosauri a scrivere con la penna d’oca…

Barbara Businaro

Mag 30, 2023 at 5:35 PM Reply

Sì, decisamente Erin Doom in questo momento è usata come leva di vendita di tutti i servizi editoriali, ma è un ossimoro, perché come ha spiegato Sandra, Erin Doom non ne ha usato manco mezzo! 😀
Che poi, già che ci sono, anche se le utilizzo pochissimo (e solo perché non si sbriciolano in borsa), ci sono barrette energetiche “vere” e barrette energetiche “presunte”, basta controllare il livello di zuccheri e di proteine, quelle troppo zuccherate sono false!! XD
Per quanto riguarda Moccia… non avrei mai pensato di doverlo pure difendere, proprio io! Come spiegavo sopra ad Andrea, Tre metri sopra il cielo in qualche modo mi ha riportato alla lettura e alla scrittura. Non so se ero un lettore forte anche prima. Beh, ho letto parecchi classici nel periodo universitario, e prima ancora ero spesso in compagnia di zia Agatha Christie e altri giallisti d’autore. Altre amiche e conoscenti abbandonarono comunque la lettura dopo quel libro. Per un po’ Moccia ha rincorso la mia generazione, poi ha perso il contatto perché preferiva trame da teenager, ma la generazione successiva non l’ha inseguito, vuoi per l’età dell’autore, vuoi per l’evoluzione del linguaggio dei giovanissimi, che ora hanno proprio un altro registro. Interessante il percorso di quel romanzo: Tre metri sopra il cielo uscì in prima battuta con un editore a pagamento, e non se lo filò nessuno. Il libro però cominciò a circolare di nascosto tra i licei romani quasi dieci anni dopo, addirittura fotocopiato perché non si trovava più una copia originale, diventando un fenomeno. E lì Feltrinelli decise di ripubblicarlo, opportunamente rivisto (vennero “aggiornati” alcuni brand di abbigliamento citati, per esempio) e raggiunse il vero successo. Mai dire mai, insomma.
Oh, scrivo anch’io con la penna, anche se la mia è una Bic da pochi centesimi. 😉

Darius Tred

Giu 01, 2023 at 12:35 AM Reply

Mi piacciono un sacco questi tuoi post succulenti dal piglio investigativo!
Anche se, per godermeli, a volte devo fare le ore piccole… 😛

Alla fine, chi ne esce (ancora una volta) con le ossa rotte, è l’editoria tradizionale.
Il self-publishing avrà le sue pecche e i suoi peccatori, ma le nuove frontiere del web incalzano.

Matilde ha avuto senza dubbio i suoi meriti.
E l’editoria non ha potuto far altro che attaccarsi al nome del momento (in questo caso Erin Doom) per vendere, senza rispettare troppo i suoi stessi “passaggi obbligati”.

Ma, tutto sommato, non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che l’editoria tradizionale si attacca al nome del momento per sopravvivere ai suoi stessi meccanismi e, soprattutto, per arrotondare al meglio i suoi guadagni.

Barbara Businaro

Giu 01, 2023 at 6:58 PM Reply

E io apposta ti faccio fare le ore piccole, così resti giovane, tutta salute! 😛

Non è la prima e non sarà l’ultima, dici bene, ma quello che osservo è che sta diminuendo il Mean Time Between Failures (MTBF), cioè il tempo medio tra un disservizio… ahem, un caso editoriale “senza editoria” e l’altro!
Oggi stavo lavorando su KPI (key performance indicators) dei servizi in cloud e mi è venuta così, istantanea, questa somiglianza… 😎
E avevo appena letto un’altra newsletter-marchetta sul caso Erin Doom, l’ennesimo salto carpiato con avvitamento laterale.

Luz

Giu 04, 2023 at 7:45 PM Reply

Mi è piaciuto questo avvenimento particolare, mi è piaciuta lei, il suo successo. Non si può fare a meno di trovarla carina e simpatica, come tu stessa scrivi, Barbara. Questa tua disamina del fenomeno è molto interessante e ne condivido ogni passaggio. Sono portata a pensare che in effetti ci vuole il saper fare per farsi notare ma in questo come in tanti casi (non tutti ma tanti), avere avuto determinate opportunità ha facilitato il percorso. Però in fondo voglio credere nel talento e nelle ottime coincidenze, che poi diventano opportunità nel momento in cui si passa a una fase di costruzione del caso editoriale.
Wattpad è una piattaforma che ahimè si limita al romance o che tendenzialmente spinge l’algoritmo su questo genere, però sarebbe bello tentare. Moltissime mie alunne hanno letto almeno quel primo volume e ne sono rimaste entusiaste, e come scrivi tu è proprio ciò che conta, arrivare ai giovanissimi, lo zoccolo più duro di chi resiste ai libri.

Barbara Businaro

Giu 05, 2023 at 8:24 PM Reply

Talento nella scrittura, opportunità lungo il percorso, capacità di coglierle, fortunate coincidenze. E tutto questo stride clamorosamente con quanto ci viene venduto dal mondo editoriale tradizionale, dai suoi professionisti, dai laboratori di scrittura, dal Fabbricante di Sogni: che basta impegnarsi, studiare tecnica e stile, partecipare ai concorsi, investire nell’editing, pagare un’agenzia editoriale, perseverare per anni, se non decenni. Invece se parliamo di “talento” dobbiamo ammettere che la scrittura non è per tutti, il talento o ce l’hai o ciccia. Puoi studiare quel che vuoi e quanto ti pare, ma il talento è per definizione una capacità naturale, non acquisita. Se ci aggiungiamo anche le opportunità e le coincidenze, allora diventa solo ed esclusivamente una questione di fortuna, una lotteria dove il biglietto vincitore estratto non guarda in faccia a nessuno in quanto a tecnica, stile, editing, agenzia, editore, copertine, distribuzione e quant’altro. Allora vale la pena di spendere tutto quel denaro per il percorso nell’editoria tradizionale?! Quel che ne esce, da questo caso editoriale di Erin Doom, è che a contare sono solo la storia e i lettori. Lei si è impegnata con tutta sé stessa in questo, senza dubbio.

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