Dracula di Bram Stoker
(o di Francis Ford Coppola)
“Ho attraversato gli oceani del tempo per ritrovarti.”
Principe Vlad, dal film Dracula di Bram Stoker
Dopo aver terminato la lettura di Frankenstein di Mary Shelley ed essermi arrabbiata con Hollywood per avermi ingannato con le diverse versioni cinematografiche, come ho raccontato nel mio post Frankenstein, ovvero quando il cinema rovina i classici, avevo deciso di leggere un altro classico della letteratura, Dracula dello scrittore irlandese Bram Stoker.
Apparentemente accomunati solo dal genere, catalogati entrambi come romanzi gotici, Frankenstein e Dracula sono legati da un filo invisibile lungo le vite dei propri autori: nella stessa Villa Diodati sulle sponde del lago di Ginevra, nei medesimi giorni in cui Mary Shelley iniziò a comporre per gioco la storia del suo famoso mostro, John William Polidori, medico personale e intimo amico di Lord Byron che li ospitava, scrisse il racconto Il vampiro, il cui protagonista Lord Ruthven si distaccava per la prima volta dal folklore tradizionale dei vampiri come cadaveriche orrende creature, per divenire un affascinante aristocratico immerso nell’alta società inglese.
Ed è proprio a lui che Bram Stoker si ispira per il suo conte Dracula, un vampiro che può spostarsi liberamente per la città di Londra dopo il tramonto, confondendosi tra gli uomini ignari del vicino pericolo.
Volevo anche tornare alle origini di una delle serie di romanzi che ho amato di più, la Twilight Saga di Stephenie Meyer, per capire quanto fosse rimasto dell’antico vampiro letterario (solo la sete di sangue umano, direi) e quanto del testo originale venisse rispettato nelle innumerevoli pellicole prodotte da Hollywood, dal leggendario Dracula di Bram Stoker del regista Francis Ford Coppola fino al più recente Dracula Untold di Gary Shore.
Essendo un classico, Dracula lo si trova in libreria in differenti edizioni e traduzioni, dalle brossure economiche fino a prestigiosi rilegati, accompagnati da biografie, cronologie, fonti e appendici varie. Come ho orientato dunque il mio acquisto?
Ho scelto la copertina, con il mitico bacio tra Winona Ryder e Gary Oldman… Impossibile resistere! 😉
La delusione però è arrivata al termine del romanzo, inevitabile. Perché quel bacio, signori miei, nel testo non c’è!
La protagonista l’ha dimenticato? Perduto nei suoi diari bruciati? Oppure era solo un sogno, svanito all’alba insieme al vampiro?
Così mi sono sacrificata: per dovere di cronaca, ho recuperato il dvd del film e me lo sono rivisto.
Un lavoro difficile, tra sospiri e fazzoletti…
Bram Stoker l’ho apprezzato…
Il romanzo Dracula di Bram Stoker mi è piaciuto molto sia nello stile che nella forma: il testo è strutturato come raccolta di documenti diversi, dai diari dei personaggi principali, stenografati e poi dattiloscritti, allo scambio epistolare tra essi, in particolare tra Mina Murray e l’amica Lucy Westenra, nonché alcune cronache estratte dei quotidiani locali, inerenti ai fatti accaduti, o le copie dei telegrammi ricevuti che contribuiscono alla narrazione. Nonostante questa varietà, la storia scorre velocemente e il lettore è trascinato di pagina in pagina, incuriosito dalle intricate vicende.
Il linguaggio cambia a seconda del suo autore: così il giovane avvocato Jonathan Harker riporta fedelmente i fatti, lasciandosi andare alle emozioni solo quando scopre la terribile verità del conte Dracula che lo trattiene prigioniero in Transilvania; le lettere di Lucy Westenra lasciano trapelare la frivolezza e la superficialità della ragazza, indecisa tra ben tre proposte di matrimonio; il diario di Mina Murray esprime invece il suo buon cuore, la sua forza e il suo coraggio anche quando sarà condannata dal vampiro (ed è probabilmente lei la vera protagonista del romanzo, come sembra indicare l’ultimo paragrafo finale); gli appunti del dottor John Seward, direttore di un manicomio, sono alquanto dettagliati e incentrati nel lato psicologico e razionale di quanto accade loro intorno, messo costantemente in dubbio dagli insegnamenti del professor Van Helsing, il primo che comprenderà la vera natura del conte Dracula.
Alcuni punti della trama non sono però del tutto chiari: perché Dracula avrebbe atteso così a lungo prima di muoversi dalla sua Transilvania? Qual è poi l’origine del suo essere malvagio, in quale momento della sua vita umana è diventato un vampiro? Mi è difficile infatti credere al male fine a sé stesso, anche quando si tratti di puro istinto di sopravvivenza.
Dove era poi nascosta l’ultima cassa di terra, unico elemento dove poteva riposare di giorno, che gli ha consentito di ritornare al suo castello incolume, mentre gli altri lo inseguivano per mezza Europa?
Nel finale poi l’ultima lotta è demandata ai gitani che trasportano il vampiro. Di lui si intravvede solo un piccolo guizzo al sopraggiungere del tramonto e un’espressione di pace prima di dissolversi in polvere, e la verità con lui.
Soprattutto nel romanzo non ho trovato il conte Dracula così come lo ricordavo dalla mia adolescenza, interpretato da un seducente Gary Oldman, perfetto nel costume romantico del principe Vlad a passeggio tra le strade di Londra.
…ma preferisco il Dracula di Coppola
Di tutte le varie pellicole cinematografiche, quella che maggiormente rispetta il romanzo è Dracula di Bram Stoker, film del 1992 prodotto e diretto da Francis Ford Coppola, con Winona Ryder nei panni di Mina Murray, Gary Oldman trasformista in un vetusto Dracula e in un moderno principe Vlad, Keanu Reeves giovanissimo Jonathan Harker e Anthony Hopkins perfetto come professor Van Helsing.
Non l’ho visto spesso nella programmazione televisiva, forse a causa di alcune scene forti (in realtà non più estreme di Kill Bill di Tarantino, per dire) o forse perché oramai datato. Ho recuperato quindi da un amico l’originale in dvd.
A livello di storia, ho senza dubbio preferito il film, perché c’è una causa nel male di Dracula che viene subito raccontata nelle prime scene, ancora prima del titolo: Vlad Ţepeş, cavaliere romeno del Sacro Ordine del Dragone, parte in guerra per difendere la Chiesa dai turchi che minacciano le terre vicine; dopo una battaglia sanguinaria torna in patria per scoprire che sua moglie, la principessa Elisabetta, dopo aver ricevuto la falsa notizia della morte del marito, inganno dei turchi, si è gettata dal castello nelle acque profonde che lo circondano. In quanto morta suicida, la Chiesa la ritiene dannata in eterno. Per questo motivo Vlad rinnega Dio, la Chiesa che aveva difeso e si trasforma in un vampiro.
Subito dopo assistiamo al viaggio funesto di Jonathan Harker in Transilvania e al suo strano incontro con il conte Dracula.
Qualcuno cortesemente mi spieghi la sua pettinatura e la sua manicure… 😀
Particolare in questa scena è l’ombra scoordinata del conte, che non lo segue passo passo e si muove diversamente, svelando le sue vere intenzioni rispetto al giovane avvocato.
Il manicomio dove lavora Seward risulta piuttosto lugubre, molto più tetro che nel libro, rappresentato più simile ad una prigione che ad un ospedale. Scopriamo anche che, differenza rispetto al romanzo, il malato Renfield qui ricoverato era impiegato nella stessa ditta per cui lavora Jonathan Harker e la sua pazzia era studiata a tavolino da Dracula per avere in Transilvania proprio Harker.
Nella piccola foto di Mina Murray che Harker reca con sé, il conte Dracula riconosce infatti la sua principessa Elisabetta perduta, reincarnata in una nuova vita.
In alcune scene del film poi hanno calcato la mano con l’uso del nudo, come le tre mogli di Dracula che terranno prigioniero il giovane Harker legato ad un letto tra sangue e sesso, o l’incontro lussurioso tra il vampiro e la sua preda Lucy Westenra, in una panchina nascosta in un labirinto di bosso. Caratteristica totalmente assente nel romanzo: la panchina è all’interno di un cimitero, Lucy è semplicemente sonnambula e il vampiro approfitta di questa sua condizione per cibarsi. Il fattore sessuale nel libro non c’è.
La copertina della mia edizione è presa da questa intrigante scena. Anche se il bacio tra Mina e il principe Vlad non c’è nemmeno nel film, comunque nel romanzo non vi è alcun incontro romantico tra i due: non c’è il loro scontro fortuito nel marciapiede di Londra, nemmeno il loro ingresso al cinematografo e la comparsa del lupo bianco fuggito dallo zoo, soprattutto non esiste questo brindisi all’assenzio e il ricordo di Mina di una vita passata e una terra mai vista. Romanticismo ai massimi livelli, che rimarrà nella storia del cinema per sempre.
Mentre nel romanzo, la maledizione del vampiro si abbatte su Mina solo come vendetta verso gli altri che gli hanno rovinato i piani in Inghilterra, nel film è la stessa Mina a chiedergli di far parte della sua esistenza eterna, quando Dracula la raggiunge nella sua camera da letto, sotto le lenzuola: “Ho voluto che questo avvenisse… Voglio stare con voi, sempre…”
Lui si pentirà un attimo dopo: “Vi amo troppo per condannarvi…”
Non vi svelo il finale, differente da quello del romanzo nella mano di chi colpirà a morte il Dracula vampiro, liberandolo dal male. L’ho appena rivisto su YouTube, e per fortuna avevo un fazzoletto lì vicino. Coppola stravince alla grande anche sull’ultima scena, dove tutto ha un senso compiuto.
Una nota su tutte: Gary Oldman magistrale, da Oscar anche se non l’ha avuto. Bellissimo nella versione dandy del Dracula-principe, temibile e orrendo, come deve essere, nella versione Dracula-vampiro.
Forse con un altro attore avrebbe vinto Bram Stoker. 😉
L’importanza della traduzione
Più o meno nello stesso periodo, anche la mia amica e scrittrice Sandra Faé dal suo blog I libri di Sandra stava leggendo proprio Dracula, ma con minor soddisfazione, lamentando di essere incappata in una brutta e zoppicante traduzione. Per curiosità, abbiamo deciso di confrontare i nostri testi e, visto che è facilmente reperibile in quanto non più coperto dai diritti d’autore, anche l’originale in lingua inglese. Queste le diverse edizioni:
Sandra:
Crescere Edizioni Collana Grandi Classici, copertina molle 444 pagine, traduttore non citato.
Prezzo di copertina 7,90 euro, acquistato al Salone di Torino a 3 euro dall’editore stesso.
Barbara:
Giunti Collana Y Classici, brossura 622 pagine, copertina con immagine dal film di Francis Ford Coppola, traduzione di Marianna D’Ezio
prezzo di copertina 9,50, acquistato su Amazon in offerta a 8,07 euro
Originale in lingua inglese:
Dracula of Bram Stoker, 1897 edition
Ed ecco alcuni punti che abbiamo deciso di mettere a confronto:
Incipit, Diario di Jonathan Harker (stenografato)
Sandra:
3 maggio, Bistrita. Lasciata Monaco alle 20.35 dei primo maggio (ndr. prima riga primo refuso, dei al posto di del), giunto a Vienna il mattino dopo presto; saremmo dovuti arrivare alle 6.46, ma il treno aveva un’ora di ritardo. Stando al poco che ho potuto vederne dal treno e percorrendone brevemente le strade, Budapest mi sembra una bellissima città.
Barbara:
Bistritz, 3 maggio. Sono partito da Monaco la sera del primo maggio alle 20.35 e sono arrivato a Vienna all’alba del giorno successivo. Sarei dovuto arrivare alle 6.46, ma il treno era in ritardo di un’ora. Budapest mi è sembrata una città meravigliosa, anche se ho potuto ammirarla solo di sfuggita dal treno e da quel poco che ho potuto vedere durante una breve passeggiata per le sue strade.
Originale in lingua inglese:
3 May. Bistritz.–Left Munich at 8:35 P.M., on 1st May, arriving at Vienna early next morning; should have arrived at 6:46, but train was an hour late. Buda-Pesth seems a wonderful place, from the glimpse which I got of it from the train and the little I could walk through the streets.
Scena conclusiva
Sandra:
E tra il nostro strazio, con un sorriso, in silenzio, egli è morto da quel coraggioso gentiluomo che era.
Barbara:
E con nostro grande dolore, con un sorriso e in silenzio, è spirato come il coraggioso gentiluomo che era.
Originale in lingua inglese:
And, to our bitter grief, with a smile and in silence, he died, a gallant gentleman.
Finale, dopo le Note
Sandra:
Già conosce sua dolcezza e amorevolezza; in seguito lui poi sa quanto alcuni uomini tanto amavano lei, che hanno osato fare molto per sua salvezza.
Barbara:
Già sa quanto sia dolce e amorevole e più avanti si renderà conto del perché tanti uomini le abbiamo voluto così bene, al punto da osare tanto per la sua salvezza.
Originale in lingua inglese:
Already he knows her sweetness and loving care. Later on he will understand how some men so loved her, that they did dare much for her sake.
Capitolo VIII Diario di Mina Murrey
Sandra, nella sua versione pag. 105
Stesso giorno, ore 23. Oh, ma come sono stanca! Se non avessi fatto del mio diario un dovere, questa sera non lo aprirei di certo. Abbiamo fatto una splendida passeggiata. Dopo un po’, Lucy è riapparsa di ottimo umore, credo a causa di certe mucche così carine che sono venute ammusando alla nostra volta in un campo vicino al faro. (ndr. Ammusando?)
Barbara, nella sua versione pag. 152
Stesso giorno, 11 di sera. Oh, se sono stanca! Se non fosse che mi sono imposta come un dovere di scrivere il diario, stasera non l’avrei nemmeno aperto. Abbiamo fatto una splendida passeggiata. Dopo un po’ Lucy era di ottimo umore, dovuto, credo, al fatto che alcune povere mucche sono venute verso di noi sfiorandoci con il muso su un prato vicino al faro e ci hanno spaventate da morire.
Originale in lingua inglese:
Same day, 11 o’clock P.M.–Oh, but I am tired! If it were not that I had made my diary a duty I should not open it tonight. We had a lovely walk. Lucy, after a while, was in gay spirits, owing, I think, to some dear cows who came nosing towards us in a field close to the lighthouse, and frightened the wits out of us.
Capitolo XIII Diario del dottor Seward (continuazione)
Sandra, nella sua versione pag. 191, andando avanti alla metà di pag. 196
Devo tuttavia sinceramente ammettere che nel caso specifico qualsiasi altra forma di disposizione testamentaria avrebbe reso impossibile l’esecuzione delle sue volontà.
Barbara, nella sua versione pag. 269, andando avanti alla metà di pag. 276
In tutta onestà però, devo ammettere che in questo caso qualsiasi altra forma di disposizione testamentaria avrebbe reso impossibile riuscire a soddisfare le sue volontà, perché se avesse preceduto la morte di sua figlia, quest’ultima sarebbe entrata in possesso dei beni, e anche se fosse sopravvissuta alla madre di appena cinque minuti, la sua proprietà, nel caso in cui non vi fosse un testamento – e un testamento è un’impossibilità pratica in un caso come questo – alla morte di lei sarebbe stata valutata come una successione intestata.
Originale in lingua inglese:
Frankly, however, I must admit that in this case any other form of disposition would have rendered impossible the carrying out of her wishes. (ndr. Qui c’è un punto!) For by her predeceasing her daughter the latter would have come into possession of the property, and, even had she only survived her mother by five minutes, her property would, in case there were no will, and a will was a practical impossibility in such a case, have been treated at her decease as under intestacy.
Pare che la traduttrice di Giunti abbia aggiunto congiunzioni e armonizzato le parole, donando però maggior “poeticità” e “scorrevolezza” al testo originale. Da questo punto di vista, io la lettura me la sono goduta appieno in ogni momento.
La traduzione invece in cui è incappata Sandra sembra troppo letterale, che potrebbe essere logica in un diario stenografato in viaggio, ma non negli altri testi del romanzo. E poi, anche se esiste nel vocabolario Treccani, “ammusare” non si può proprio leggere!!
E voi cari lettori?
Avete già letto Dracula, il romanzo? Se si, volete recuperare il vostro testo e confrontare le traduzioni?
Pensate a quanto sia importante il lavoro del traduttore, dalla sua professionalità dipende gran parte del nostro piacere in lettura.
Una buona traduzione non si sente, una pessima traduzione si. 😉
Comments (18)
Daniela Bino
Nov 24, 2019 at 10:28 AM ReplyCome sempre, cara Barbara, hai scritto un post eccezionale. Ho letto il romanzo e mi è piaciuto molto rispetto ai vari films holliwoodiani, a partire da quello interpretato da Bela Lugosi a Christopher Lee. Devo dire che il Dracula di Coppola mi ha commosso e per la prima volta non sapevo da quale parte stare: il male era un velo che si lacerava al cospetto dell’amore tra Mina e Vlad. La mia edizione risale ai tempi dell’università e confronterò sicuramente i passi segnalati da te e Sandra. Sono curiosa! Quindi lo rileggerò con rinnovato entusiasmo. Bravissima come sempre!
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 10:24 PM ReplyTi manca allora di vedere Dracula Untold, che si discosta allo stesso modo dal romanzo originale, giustificando il male del vampiro con il sacrificio di un eroe per salvare la sua gente, soprattutto suo figlio. 🙂
Sandra
Nov 24, 2019 at 10:44 AM ReplyCome prima cosa mi scuso con Barbara e con i lettori perchè io stessa ho inserito un refusone nella trascrizione. bell’incipit: percorrendone brevemente le stafe, stafe??? Era Strade, l’editore in questo caso non c’entra.
Per il resto confermo l’impressione generale su un’edizione un po’ sciatta, vedi a volte il risparmio, che ha tolto emotività alla narrazione e da qui posso solo sottolineare l’importanza cruciale della traduzione, i traduttori vanno citati ed elogiati, ricordando sempre che senza di loro molti capolavori non potremmo leggerli affatto. In fondo di un libro non nella nostra lingua non leggiamo il libro stesso ma, appunto, la sua traduzione. Noi che scriviamo, quanto tempo ci arrovelliamo a pensare a una certa costruzione lessicale? Un vocabolo o un altro? Dobbiamo veicolare con le parole tutte ciò che nella nostra testa è perfetto e poi scrivendo spesso non lo è, o non in maniera tanto immediata. Pensiamo se dopo tale lavoro qualcuno stravolgesse tutto con una pessima traduzione, annullando il nostro progetto, vanificando i nostri sforzi. Terribile.
La parola in assoluto più usata nei titoli dei romanzi è CASA, ebbene valutiamo diverse opzioni: Casa, che diventa dimora, appartamento, quanto viene modificato il significato intrinseco? Moltiplichiamolo ora per le 50 parole (minimo) di cui è composto un romanzo.
Ma veniamo a Dracula. Confermo che la connotazione sessuale del film è del tutto assente nel libro. Ho adorato Mina Harker e il suo buon cuore, trovato sufficientemente angosciante la prima parte in Transilvania e piuttosto pesante quella centrale con i malori di Lucy, il ritmo è tornato incalzante nel finale.
Chiaramente siamo di fronte a un capolavoro assoluto, sono molto felice di averlo finalmente letto, e piuttosto sorpresa della coincidenza per l’involontaria lettura concomitante con Barbara, ma quando si è nate lo stesso giorno, tutto può succedere. Grazie Barbara, per questo splendido e articolato post.
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 10:40 PM ReplyRefuso prontamente corretto! 😉
L’importanza della traduzione io l’avverto con il lavoro certosino di Valeria Galassi nelle sue traduzioni della saga Outlander di Diana Gabaldon, che come romanzo storico richiede anche maggior studio dell’epoca in cui è ambientato. Anche perché di tanto in tanto cerco il testo originale e mi stupisco di come sia reso poeticamente anche nella nostra lingua.
Tornando a Dracula, in effetti l’inseguimento finale è abbastanza carico di tensione e forse è proprio per quello che l’ultimissima battaglia, con un vampiro quasi innocuo, mi ha lasciato un po’ perplessa. Forse perché ricordavo il finale del film.
Giulia Mancini
Nov 24, 2019 at 5:29 PM ReplyHo un bellissimo ricordo del film di Coppola, Gary Oldman era così affascinante che mi sarei fatta mordere il collo anch’io. Nel romanzo non c’è il bacio? Peccaro. Non ho letto il romanzo e non so in futuro (dovessi farlo sceglierei la tua edizione visto che la traduzione mi sembra decisamente migliore). Possiamo affermare che, una volta tanto, il film batte il romanzo…
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 10:43 PM ReplyTutte ci saremmo fatte mordere da Gary Oldman! 😉
Per quanto il romanzo sia bellissimo, il film lo batte in romanticismo. Inutile dire che ora la copertina del libro ha un posto in bella vista nella mia libreria.
Grazia Gironella
Nov 24, 2019 at 8:58 PM ReplyHo letto il romanzo di Stoker e visto Dracula Untold, quello con Luke Evans (il Bard de Lo Hobbit). Mi sono piaciuti entrambi, anche se la lettura del romanzo risale a un secolo fa, perciò chissà cosa ne penserei adesso. Non mi ricordavo che anche tu fossi una fan di Twilight! Io e te dobbiamo avere delle vene in comune. 😉
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 10:49 PM ReplyTwilight è un libro che mi ha cambiato la vita. Era il momento in cui avevo bisogno di una storia che mi portasse altrove, ma la magia l’ho avuta soprattutto con la colonna sonora dei serie cinematografica. Quando ho terminato la lettura e visto l’ultimo film, ero disperata perché pensavo che non avrei più trovato una storia che avesse potuto darmi le stesse emozioni così intense. Poi un’amica mi ha prestato Outlander…
E anche quello è un libro che mi ha cambiato la vita. 😉
Rebecca Eriksson
Nov 24, 2019 at 10:11 PM ReplyNon vedo un film di Dracula da che ero bambina (non ho mai avuto passione per i vampiri) ed il libro l’ho letto in italiano verso la fine dell’adolescenza, qualche anno prima del film di Coppola. Ora però mi hai incuriosito verso il film.
Purtroppo dalla mia lettura è passato diverso tempo, ma ricordo di essere stata delusa dalla scena della morte di Dracula nel finale. Il libro nel complesso mi era piaciuto ed all’epoca avevo dato la colpa proprio all’abitudine dei finali spettacolari dei film. Essendo un libro del 1897, l’autore rispecchia il suo tempo e non avrebbe mai creato le epiche battaglie a cui siamo abituati oggi.
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 10:57 PM ReplyOsservazione illuminante Rebecca. Anch’io sono rimasta perplessa dal finale del romanzo, c’è appena un guizzo del vampiro inerte in attesa del tramonto, ma non avevo pensato che siamo noi contemporanei abituati al temibile scontro finale, quasi sempre all’ultimo sangue (giusto per rimanere in tema 😀 ).
Forse perché ci rifacciamo tutti alla struttura del viaggio dell’eroe di Christopher Vogler?!
Darius Tred
Nov 24, 2019 at 11:28 PM ReplyHo letto Dracula proprio di recente, subito dopo aver terminato Frankenstein (curioso questo meccanismo quasi pavloviano, devo averlo già detto da qualche parte). Visti i tempi, credo di averlo letto proprio in contemporanea a te e Sandra. Quindi abbiamo fatto una lettura condivisa senza saperlo… 😉
Io, più che la traduzione, ho sofferto un po’ la forma: questo insieme di diari e lettere, non sempre in sequenza temporale, spesso ripetuti (nel senso: la stessa scena raccontata da più personaggi nei rispettivi diari) mi hanno fatto rimpiangere un po’ l’assenza di un narratore unico e, perché no, di una visione onnisciente che spiegasse più velocemente (e magari meglio) certi passaggi. Con il risultato, come giustamente sottolinei tu, che certi punti sono rimasti in sospeso: perché il vampiro teme l’ostia consacrata? Perché non può nulla contro il paletto di frassino piantato nel cuore? E ancora: perché di frassino e non di faggio* ? O di salice* ? (L’asterisco lo capirai più avanti, forse… 😛 ).
Perché teme i fiori di aglio e non di fresia 🙂 ? Perché ha bisogno della sua terra per muoversi (e non di terra qualsiasi? In merito al tuo dubbio sull’ultima cassa, io ho inteso che era nascosta sulla nave per garantirsi il ritorno in patria…)
E perché è andato a Londra e non a Parigi?
Ne avrei altre di domande ma credo che non abbia molto senso farsele.
Inoltre non escludo che alcune domande possano essere scaturite da una mia lettura poco attenta (e con questo ritorno alla forma del romanzo, “spezzettata” in molti punti di vista nei rispettivi diari che, almeno per me, non favorisce certo la linearità di lettura).
Il film di Coppola, forse perché ha cercato di rispondere ad alcune di queste domande, sembra aver dato senso compiuto ad alcuni aspetti lasciati in sospeso da Stoker. Quindi credo che, almeno in questo caso, sia da ringraziare la versione cinematografica.
Un’altra cosa che ho sofferto parecchio è Van Helsing e questo suo costante modo sgrammaticato di parlare. Chiaro: si capisce subito che l’autore ha fatto questa scelta per dare credibilità al suo personaggio, essendo Van Helsing un olandese in Inghilterra. Alla lunga, però, è stato un po’ stancante leggere sgrammaticato.
Barbara Businaro
Nov 25, 2019 at 11:20 PM ReplyAnche tu hai letto Dracula proprio in questo periodo? Chi ha fatto la spia?!! 😀 😀 😀
Ecco, io ho proprio apprezzato la sequenza dei diversi diari, con i differenti punti di vista, l’ho trovato un modo interessante di legare il lettore alla pagina, alla ricerca delle risposte. Alcune però sono “ovvie”: perché il vampiro teme l’ostia consacrata? Perché un vampiro ha rinnegato Dio, quindi teme ogni suo simbolo, dall’ostia al crocifisso. Perché il vampiro muore con un paletto di frassino? Al di là che lo stesso Van Helsing dice di non essere sicuro dei suoi studi, di aver incrociato diversi fonti (e infatti oltre al paletto, tagliano la testa), al legno di frassino, così bianco e resistente, era già nel Medioevo considerato fonte di poteri mistici. Stesso discorso per l’aglio: notoriamente utilizzato per le sue proprietà anti batteriche e anti parassitarie, come tiene lontane le zanzare succhia-sangue può tenere lontani i vampiri interessati allo stesso liquido, no? (lo dice anche Focus! Perché i vampiri odiano l’aglio?)
In quanto a Van Helsing, non ho sofferto la sua sgrammaticatura perché nella mia edizione non c’è: pur essendo olandese, dialoghi e diari suoi sono scritti correttamente, non ho incespicato nemmeno una volta. A questo punto toglimi una curiosità Darius: qual è la tua edizione? 🙂
Luz
Nov 26, 2019 at 8:49 PM ReplyEh, con questo post mi porti indietro di quasi tre decenni, al tempo in cui uscì il capolavoro di Coppola, che ho amato visceralmente. Pensa che all’epoca collezionavo il mensile Ciak e sapevo tutto di queste produzioni. Acquistai la sceneggiatura e lessi quella, che appare come una semplificazione del romanzo e come tu scrivi con tutti i cambiamenti operati sulla scrittura originale. Si sa, a Hollywood devono produrre film sensazionali, quindi particolarmente spettacolari, quindi la produzione fece i dovuti aggiustamenti al romanzo originale per renderlo adattabile al grande schermo.
Tutto, tutto è perfetto in questo film. E davvero quando una storia come questa si affida a un gigante della regia, allora il connubio è vibrante. Non credo di aver amato un horror nella mia vita come ho amato questa produzione.
Cast stellare, Oldman superlativo. Costumi, che te lo dico a fare. Se penso al mantello di Vlad quando accoglie il giovane Archer nel castello. Per non dire delle acconciature. I dialoghi, il montaggio.
La sceneggiatura è come un romanzo vero e proprio, solo di taglio “moderno” nello stile.
Luz
Nov 26, 2019 at 8:52 PM ReplyDimenticavo: colonna sonora indimenticabile. Ovviamente ne acquistai il cd.
Ho seriamente pensato di produrre il Dracula di Stoker per il palcoscenico, avendo diversi ragazzi del laboratorio grandi estimatori del romanzo e del film. Certo sarebbe uno spettacolo “impegnativo” sotto diversi punti di vista.
Barbara Businaro
Nov 27, 2019 at 11:02 PM ReplyQuesta solo per te, allora.
Barbara Businaro
Nov 27, 2019 at 11:02 PM ReplyLe tue parole vibrano di passione per questo film quasi quanto le mie vibrano di solito per Outlander, quindi capisco molto bene.
Del periodo di uscita del film ricordo poco, per un po’ dissero che il matrimonio tra Winona Ryder e Keanu Reeves era vero perché il prete ortodosso che l’ha celebrato era un vero prete, non un attore. Ogni tanto acquistavo Ciak, ma ero abbonata a Tutto Musica e Spettacolo, seguivo più le note che il cinema allora. Era l’epoca in cui “volevo fare la deejay”! 😀
Nadia
Nov 27, 2019 at 10:45 PM ReplyIo purtroppo ho letto in giovane età il libro e visto che ormai giovane non lo sono da molto ne ricordo poco. Così come ricordo poco del film che peraltro non mi è piaciuto. Sarà perché non amo il genere o perché mi ha annoiato, sta di fatto che non saprei scegliere. Più che altro non capisco nemmeno questa mania sui
vampiri di cui si sono creati film, serie TV e e variazioni sul tema.
Ma di certo la colpa è mia. De gustibus non disputandum est.sseguitoo genere cinemavampirii
Barbara Businaro
Nov 27, 2019 at 11:16 PM ReplyPerché ti pare che ci sia poco tra film e serie tv su lupi mannari, zombie, fantasmi, streghe, demoni, angeli?
Comunque mai dire mai. Io giuravo che non avrei mai letto un romanzo storico, che tanto non mi piaceva il genere, e poi è arrivato Outlander! XD
Anzi, potrei proprio farti uno scherzetto Nadia: scrivo una bella storia di vampiri, poi tu non la leggi?! 😀 😀 😀