Conflitto d’interessi
Questo racconto è stato scritto “su commissione”. Durante un corso di comunicazione aziendale, organizzato in vari “challenge” focalizzati su diversi temi di crescita professionale, mi ritrovo a leggere: “Diventa uno storyteller! Inventa una storia di conflitto e postala sul wall di questo programma o inviala per mail alla redazione all’indirizzo xxxxxx. Trasformeremo la tua storia in una vignetta animata!”
Giuro che ho pensato ad uno scherzo dei colleghi (mancavano solo due settimane alla messa online di questo blog).
L’idea si è fatta trovare subito. Ho spedito il racconto al 4 dicembre, la risposta è stata immediata: “Ti avviseremo quando sarà pronto il tuo fumetto!” (Sono stata l’unica a partecipare? Ti piace vincere facile!)
Avevo messo in calendario la pubblicazione per il 6 gennaio, magari in concomitanza con il fumetto. Al 2 febbraio ho chiesto notizie e mi hanno detto che mancavano pochi giorni. Da allora il buio. Ho mandato altre tre mail e non ho più avuto risposta. Chiedere è lecito, rispondere dovrebbe essere cortesia. Che lezione ne trarreste voi?
Il tema è la gestione del conflitto all’interno delle relazioni, siano esse lavorative o personali, con il riconoscimento dei diversi stili negoziali: competitivo, di compromesso, accomodante, evitante o di rimando, collaborativo o di merito.
La contrapposizione tra questi diversi approcci riguarda l’importanza di soddisfare i nostri bisogni e/o interessi personali e la rilevanza di mantenere una buona relazione con la controparte.
Se il racconto è scritto bene, dovreste individuare tutti gli stili e capire cosa è andato storto per ognuno di essi.
COMPETITIVO vs COMPROMESSO
“Ciao Carlo. Ti chiamo per la festa di Simone. Si era pensato ad uno spettacolino hot privato per riscaldare la serata. Hai qualche minuto?” chiese Andrea.
L’ultima volta che si erano ritrovati per una pizza tra maschi, Simone aveva fatto a tutti la sorpresa di annunciare il suo imminente matrimonio con Elena, di lì a tre mesi. Nulla di avventato, erano già a buon punto con i preparativi, ma il futuro sposo non aveva dato peso ad avvisarli per tempo e si era presentato con gli inviti già stampati. Il pensiero istantaneo degli amici fu uno solo: organizzare in fretta l’addio al celibato!
Si scambiarono velocemente sguardi d’intesa ed sms sotto il tavolo. Il primo contatto doveva essere necessariamente con Carlo, il testimone già designato che quella sera non aveva potuto raggiungerli in pizzeria.
“Come ho detto a Francesco, mi sono informato per la spogliarellista che aveva contattato mio cugino due anni fa. Gli aveva fatto 150 euro ma non lavora più. Ne conosce un’altra, ma questa viaggia sui 300 euro.”
Dall’altra parte nessun commento, solo un rimestare di fogli. Andrea proseguì. “E poi c’è il problema del locale, perché ci devono fornire una sala appartata solo per noi. Si ha già un’idea di quanti saremo, più o meno?”
Gli rispose una voce asciutta. “Peccato, sarebbe stata una cosa piuttosto divertente, ma abbiamo davvero poco tempo per muoverci. Ci resta appena poco più di un mese ormai, con in mezzo anche il ponte di Pasqua, per cui io sarò assente.”
“Si, in effetti siamo un po’ tirati. Però ho saputo oggi che quel sabato c’è la Notte Bianca al lago, con i negozi dell’area pedonale aperti fino alle 3 e l’open disco fino al mattino. Potremmo sfruttare l’occasione! E fidati che le ballerine dell’Hollywood sono meglio della spogliarellista che ho visto nelle foto di mio cugino!”
“Sarebbe interessante anche questo…”
Il tono della voce era piuttosto freddo però, notò Andrea. Che entusiasmo!
“Beh, bisogna sentire cosa ne pensano gli altri. Francesco mi aveva anche chiesto di sentire per il dolce, qualcosa di scenografico, tipo una torta a forma di tette o un bel culo in tanga ricamato, per capirci. Se cerchi in rete, trovi degli esempi davvero incredibili. La pasticceria sotto il mio ufficio se le fa pagare dai 60 euro per una ventina di persone circa. Anche lì: dipende da quanti siamo e dove andiamo. Se ci spostiamo al lago, non ha senso che la prenda io qui. Conviene sentire un pasticcere di zona” concluse.
“Ovviamente” disse Carlo. “Ne parlo con Francesco questo sabato che andiamo a vedere per la giacca da camera. Ora scusa, ma devo proprio andare, sono un po’ impegnato”.
Andrea salutò e chiuse la telefonata un po’ perplesso. Una…giacca da camera?!
ACCOMODANTE vs COMPETITIVO
All’uscita dal negozio di abbigliamento maschile, dove avevano scelto un modello elegante di vestaglia in seta da regalare allo sposo, Carlo propose a Francesco di prendersi un caffè per esaminare proprio i vari punti della festa.
“Dunque” esordì subito “giusto ieri ho parlato con la cameriera di un locale qui vicino dove vado spesso a cenare con i colleghi dello studio. Un sabato sera al mese organizzano la serata Karaoke, io ci sono stato un paio di volte, conosco anche il deejay ed è piuttosto bravo a coinvolgere il pubblico. La ragazza mi ha confermato che a calendario hanno il karaoke proprio quel sabato dell’addio al celibato.”
“E dove si trova questo posto?” chiese Francesco incuriosito, non figurandosi Carlo intento a cantare con un microfono in mano.
“Nella nuova area commerciale, dove hanno appena aperto anche una palestra. Hai presente il parcheggio che si vede dalla strada statale? La birreria si trova sulla destra.”
“Uhm, non ci sono mai stato, ma ne ho sentito parlare.”
“E’ anche alquanto comoda da raggiungere, per gli invitati che non sono della zona” aggiunse Carlo. “Anche le cameriere credimi non sono affatto male. Pensavo di fare un dopocena lì, potremmo comperare qualche scherzo piccante per la serata, qualcosa da sexy shop, vestire Simone in maniera imbarazzante e farlo cantare – e bere – un bel po’. Direi che è una buona idea, no?” chiese molto sicuro di sé.
“Mi sembra ottima. Non siamo nemmeno troppo lontani da casa, visto che io il giorno dopo sono in turno in centro. C’è la maratona ed hanno chiesto rinforzi al nostro comando. Per gli scherzi, potremmo fare un salto in quel negozio di cinesi all’uscita della tangenziale, così non spendiamo eccessivamente.”
“Ti ha poi chiamato Andrea? Gli ho dato il tuo numero…aveva anche lui un paio di proposte…” domandò cauto Francesco.
“Si, l’ho sentito. L’idea della spogliarellista però è troppo impegnativa, non abbiamo tempo sufficiente per trovare il luogo adatto.”
Francesco annuì col capo, mentre mescolava lo zucchero nel caffè.
“Poi mi ha parlato della Notte Bianca al lago, ed ho guardato in internet un paio di discoteche. Ma sinceramente non ce lo vedo Simone in posti del genere. Ha sempre problemi con la fidanzata quando torniamo troppo tardi dalle nostre cene. E pure la madre lo aspetta alzato, non mi sembra opportuno tenerlo fuori fino al mattino.”
Francesco si ritrovò i suoi occhi puntati in attesa di conferma.
“Ah si si, hai ragione! Non è tipo da feste eccentriche. E tu conosci bene la famiglia e certo sai meglio di me come regolarsi. Per il lago io poi avrei problemi con l’organizzarmi, non conosco la strada e dovrei tornare indietro da solo prima, appunto perché sono in turno il giorno dopo…”
“Perfetto, allora facciamo come ho proposto io.”
“Non ci conviene sentire anche gli altri prima di decidere? Così…per sicurezza, ecco…”
“No, direi di no, perderemmo altro tempo inutilmente. Questa è già una buona soluzione” replicò Carlo in maniera perentoria.
“Senti…e per la torta? Proviamo qualche pasticceria qui come dice Andrea?”
“Meglio lasciar stare al momento. Io non ho tempo per seguire questa cosa. Ognuno si prenderà lì in birreria quello che vuole.”
Posò rumorosamente la tazzina nel piattino, evidentemente un po’ contrariato.
“Uhm, ok. Vediamo quello che riusciamo a fare. L’importante è passare una serata con lui, anche se tranquilla. Pure io sono limitato tra lavoro e casa…Se ce l’avesse comunicato almeno un mese prima, cavoli! Com’è possibile dimenticarsi di avvisare gli amici?!”
ACCOMODANTE vs RIMANDO
La sera stessa Francesco si preoccupò di telefonare ad Emanuele ed aggiornarlo sui preparativi in corso. Dall’altra parte giungeva il frastuono di un bambino piccolo che animava la casa e le grida disperate della madre che cercava di trattenerlo.
“Una serata karaoke? Ah si si, mi va bene, nessun problema…smettila Tetè, poggia giù il dinosauro senza sbatterlo per terra…dicevi?”
“Volevo sapere se vieni con noi il prossimo sabato a comperare qualcosa di goliardico per la serata…”
“No guarda sabato non posso, devo tenere io Mattia che Nicoletta lavora e i miei suoceri sono via per il week end. Ma comunque fate voi, mi va bene tutto, basta che mi dite quella sera dove trovarci e a che ora. E se non ho problemi ci sono di sicuro.”
Poi sussurrando fuori campo: “Vieni qui da papà…su, fai il bravo…”
“Il locale è il Rustigò, trovi anche la mappa in internet, hanno il sito loro. Per l’orario si pensava alle 22.”
“Ok perfetto.”
“Se ti dovesse venire in mente altro, non so, qualche scherzo da fargli, basta che mi scrivi anche una mail…”
“Beh, è il primo addio al celibato a cui partecipo…ma nel caso ti mando un sms” concluse.
“TETE’ PIANTALA!” urlò all’improvviso.
Non sentì nemmeno i saluti di Francesco. Il quale ricordò che effettivamente per il matrimonio di Emanuele non s’era preparato proprio nulla.
COMPROMESSO vs ACCOMODANTE
“Scusami se ti chiamo a quest’ora al lavoro, ma ho appena ricevuto una mail da Carlo, che non mi risponde al cellulare…E volevo capire: ma alla fine si è deciso di andare a ‘sto karaoke?” chiese Andrea.
“Si, è stata un’idea di Carlo…” rispose Francesco sulla difensiva.
“Mah…non sono particolarmente euforico per il karaoke, ma non è un po’ troppo ordinario per un evento come l’addio al celibato? Oltretutto il locale è a 15 chilometri da casa di Simone, ci potrà andare tutte le sere della sua vita per i prossimi 20 anni!” esclamò Andrea. “Ma ha chiesto lui di rimanere vicino? Dimmi che non ha il rientro a mezzanotte!”
“Che io sappia no. Andremo noi a prenderlo a casa, ma ci ha parlato Carlo direttamente, su questo.”
“Ma si sa in quanti partecipiamo a questa festa? Carlo si è fatto dare la lista degli amici da Simone per contattarli?”
“Veramente da quello che ho capito siamo solo noi cinque per la serata, siamo noi che la organizziamo. Non so se si aggiungeranno i suoi colleghi. E magari i fratelli di Elena. Non ne ho idea…”
“Scusami Francesco, è che non capisco. Siamo partiti da uno spettacolino di lap dance privè e siamo arrivati al karaoke. E non sappiamo nemmeno chi sono gli invitati, non abbiamo condiviso con loro idee, scherzi e preparazione…Non vorrei che poi Simone ci rimanesse male, ecco!” sbottò Andrea esasperato.
“Guarda, è anche la vita stessa di Simone che ti porta a fare qualcosa di non eccentrico…e poi con Carlo è difficile trattare…ho proposto di informarmi per la torta ed ha detto di lasciar perdere…Che ti posso dire? Io non vado ad insistere più di tanto. Per quel poco che lo conosco è diretto, non te le manda a dire!”
“Eh, mi rispondesse al telefono almeno! Si è eclissato da quando mi ha spedito quella mail! Ma della Notte Bianca che cosa ti ha detto? Che problemi ci sono in merito? Magari è qualcosa che possiamo risolvere insieme?”
“Mah…tra la serata al lago ed il karaoke all’inizio ho detto che la sua proposta mi sembrava più adeguata per noi cinque. Ora mi rendo conto che probabilmente la tua è migliore, come location se effettivamente siamo in tanti. Ma è difficile convincere Carlo, lo hai capito anche tu…e stiamo improvvisando tutto all’ultimo minuto!”
“Francesco, non è questione di proposta tua, mia, sua. Ma una volta avuta la lista dei partecipanti, si poteva sentire tutti e mettere in comune le forze. Più persone, più idee, più tempo. So di addii al celibato dove hanno organizzato il noleggio di un pullman con conducente fino alla Birreria Pedavena sulle Dolomiti o addirittura un intero week end con volo diretto a Barcellona all inclusive. Ma bisogna essere più collaborativi per queste cose!”
“Beh, ma noi non facciamo una festa così in grande! Non spendiamo cifre esorbitanti! Non credo nemmeno che Simone si aspetti una serata da vip! Chi vorrà partecipare lo farà spontaneamente, senza essere costretto. Poi il tempo è poco, ognuno ha i suoi impegni e non si può pretendere chissà cosa!” cerco di ribattere Francesco.
“…non è una questione di tempo, ma di criterio. Comunque, va bene, andiamo al karaoke. Non canterò eh, questo no, ve lo risparmio!” disse ridendo. “Se avete bisogno di altro, fatemelo sapere” concluse infine.
“Ok. Vedrai, Simone si divertirà un casino. Sarà comunque contento di stare con gli amici!”
TUTTI PERDONO. LO SPOSO
In auto con Carlo ed il cugino Fabio, Simone era un po’ agitato. Cosa lo aspettava? Sapeva che Andrea aveva partecipato alle feste più assurde, ne aveva raccontate di ogni colore delle sue malefatte e sicuramente si sarà impegnato anche in questa! Era preoccupato ed elettrizzato allo stesso tempo.
Si fermarono in un grande parcheggio poco illuminato, a nemmeno dieci minuti da casa. Lì c’erano le altre auto ad attenderli. Scesero tutti a salutarsi. Alla fine tra amici, colleghi di lavoro, cugini e pure zii erano pervenute una ventina di persone.
“Ecco lo sposo!”
“Allora? Inizia già a stringere il cappio?”
“Cos’hai combinato per sposarti così in corsa, eh?”
Dopo i convenevoli e le battute, Simone sempre più esaltato chiese “Bene…e adesso dove andiamo? Ci stringiamo e riduciamo le auto? Quanta strada c’è da fare?”
Carlo prontamente rispose “Ma siamo già qui, siamo arrivati!”
“Arrivati dove?!” Simone si guardò intorno ma c’era solo la vecchia sala da biliardo riconvertita a birreria dopo la ristrutturazione dell’edificio. Tutto il resto era chiuso e al buio.
“Lì dentro!” e gli indicò proprio quella.
Andrea era sufficientemente vicino allo sposo per intravedere un barlume di delusione passargli veloce in faccia. Dietro di lui, i suoi colleghi si scambiarono uno strano ghigno.
Carlo puntò imperterrito l’entrata del locale.
All’interno lo spazio era enorme e lo rendeva ancora terribilmente più vuoto. La barista poggiata al bancone guardava con aria annoiata la televisione proiettata a tutta parete. Due cameriere avevano appena terminato di preparare una lunga tavolata direttamente sotto il palco, davanti alla postazione del deejay. Questo stava sistemando gli ultimi collegamenti dell’impianto sonoro. Un altro paio di tavolini erano occupati da quelli che sembravano frequentatori abituali del luogo. In fondo, quattro persone stavano giocando alquanto silenziosamente la loro partita a biliardo ai tavoli verdi.
“Però! Hanno riservato tutto il locale per te, Simone!” esclamò uno dei suoi colleghi. Gli altri scoppiarono in una risata sguaiata.
Emanuele si avvicinò ad Andrea e senza farsi sentire dagli altri gli chiese “Ma che è sta storia? Perché siamo venuti in questo buco?”
L’amico si limitò ad alzare le spalle rassegnato. Non era riuscito in alcun modo a trovare una sistemazione migliore per la serata. Dopo quell’ultima mail un mese prima, Carlo l’aveva completamente ignorato.
Presero posto ed ordinarono da bere e qualche stuzzichino.
“Chi è il festeggiato stasera?” domandò il deejay dal microfono.
Tutti alzarono i boccali verso Simone.
Da una borsa piena di materiale vario, Francesco tirò fuori una maglietta fatta stampare per l’occasione, con davanti la scritta “Addio dolce vita!”, dietro “Simone. Lo Sposo” e tutte intorno le firme degli amici.
Nel frattempo furono distribuiti i libretti con i testi delle canzoni che erano disponibili per il karaoke e la lista da compilare con le richieste.
Il deejay partì con la prima base e scese dal palco per incoraggiare col microfono i cantanti improvvisati. Tra una canzone e l’altra, dalla borsa Francesco pescava qualche penitenza per il festeggiato ed ogni volta gli si allungava birra nel bicchiere.
Vicino a Emanuele, i fratelli di Elena, nonché futuri cognati, osservavano che il locale non si era ancora riempito. “Ma non viene nessuno in questo pub?”
“Beh, se il massimo è il karaoke, come dargli torto! E poi stasera è la Notte Bianca…saranno tutti al lago…e mi chiedo perché non siamo andati anche noi…”
Carlo consegnò poi a Simone un pacchetto regalo, che risultò essere la vestaglia da camera scelta insieme a Francesco, regalo ufficiale da parte di tutti gli amici.
“Uao…grazie ragazzi…è davvero troppo…non so quando avrò occasione di usarla, ma è davvero bella!”
Fabio prese da parte Carlo. “Conviene far portare la torta e lo spumante, prima che si ubriachi del tutto…”
“Non c’è nessuna torta. Ognuno può ordinare da listino quel che vuole” rispose stizzito l’altro.
“Niente dolce? Ma come mai? Cavolo, se me lo dicevate, me ne occupavo io! Mia morosa lavora in una pasticceria che fa anche corsi di cake design…per lei era un attimo prepararvela!”
Per fortuna dall’altra parte della tavolata, i colleghi intonarono la richiesta allo sposo “Di-scor-so! Di-scor-so! Di-scor-so!”
“Beh, sono contento che ci siate tutti…in fondo, l’importante è passare una serata divertente e simpatica insieme…” commentò un po’ mesto Simone.
Il suono del cellulare lo avvisò di un messaggio in arrivo. Era di Elena: “Qui è fantastico! Mi hanno organizzato una serata all’aperto in piscina termale, che per la notte bianca offre la pizza a mezzanotte e poi rimane aperta fino alle 3!! E tu? Come sta andando?”
(c) 2015 Barbara Businaro
Comments (3)
Lisa Agosti
Mar 24, 2016 at 4:50 PM ReplyNon è professionale chiedere a una persona di partecipare a un progetto e poi se questo non va in porto non degnarsi nemmeno di dare una spiegazione.
Mi è successo più di una volta.
Poi ti chiedi perché nessuno si prende la briga di partecipare!
Per fortuna, essendo tu scrittrice, hai tratto comunque un insegnamento dal tuo stesso lavoro, e ora puoi passarlo a noi.
Barbara Businaro
Mar 24, 2016 at 6:58 PM ReplyNon lo so se questi corsi di comunicazione possono essere utili alla scrittura, con l’eccessivo schematizzare le personalità in confini definiti (pur dicendo ogni volta che si tratta di semplificazioni, che esistono le sfumature e ci spostiamo all’interno di alcune aree). Non si rischia di creare personaggi banali?
Quel che ho imparato da questo racconto è che l’ho scritto sotto pressione in una settimana! Altri rimangono là per mesi…
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