Confidenze numero 24-2022 - La misura dell'amicizia - Storia vera di Beatrice Z. Raccolta da Barbara Businaro

La misura dell’amicizia
In edicola su Confidenze

Quanto credete voi nell’amicizia, cari lettori? Quanto siete disposti a dare, in termini di tempo e attenzione, ad un amico e quanto vi aspettate in cambio, nella stessa scala di valori, per considerarla una vera buona amicizia?
Nonostante tutte le batoste ricevute negli anni, l’ultima nemmeno qualche mese fa, all’amicizia io ci credo ancora, e molto. Sono convinta che “chi trova un amico trova un tesoro”, e mi sento davvero molto fortunata ad avere delle persone straordinarie accanto, ma sono anche consapevole che occorre impegnarsi molto per la riuscita di un’amicizia. “Cerca di essere l’amico che vorresti avere” mi ripeto sempre, quando in determinate situazioni verso un amico non so quale sia la cosa giusta da fare.
Ci sono anche dei momenti di silenzio nelle amicizie consolidate, dei periodi in cui ognuno ha necessità di maggiore spazio e distanza, talvolta si rischia pure di bisticciare, ma di solito proprio perché si vuole bene all’altra persona e non si vuole vederla soffrire inutilmente. Se un’amicizia è solida saprà far tesoro anche delle litigate. Anzi, ho scoperto di avere un’amica vera proprio il giorno in cui ci siamo sbraitate addosso! 😀

Ci sono state, e alcune sono tuttora, delle meravigliose amicizie nate in punta di penna e coloratissima carta da lettere (con tutti i problemi del il servizio postale italiano, smarrimenti compresi). All’epoca delle mie scuole superiori erano i professori di lingua straniera a proporre lo scambio di lettere con un pen pal (trad. amico di penna), nella lingua che stavamo studiando, inglese, francese o tedesco, da scegliere praticamente a caso da una lista di persone disponibili a questa attività fornite da un’altra scuola situata all’estero, gemellata col nostro istituto. L’idea di base era buona, imparare una lingua facendo amicizia e scrivendo dei temi della nostra età, musica e cinema compresi, non la solita barbosa lezione in classe di Sue che incontra Matt per strada e parlano del tempo atmosferico. Purtroppo però restava un problema: il nostro pen pal stava imparando la lingua esattamente come noi, nessuno ci correggeva e noi non potevamo sapere se grammatica, ortografia e dizionario erano proprio giusti o meno. Però ci capivamo lo stesso ed era stupendo!

La maggior parte delle mie pen pal però le ho trovate in ben altro modo, grazie alle riviste musicali, in particolare Tutto Musica e Spettacolo, oggi ahimè non più pubblicata. Verso il fondo del giornale c’erano le rubriche Vendo/Compro/Scambio e lì finivano anche gli annunci per chi cercava amici di penna con le stesse passioni in comune. Ci si scriveva in italiano, quindi a ruota libera su tutta la propria vita, non solo sui propri cantanti e band preferiti (io seguivo Michael Jackson e sì, i Take That! 😀 ).
Amiche che ho scovato casualmente così, spedendo una lettera in risposta alle loro richieste, scambiandoci poster e foto dei nostri beniamini, sono ancora oggi presenti nella mia bacheca Facebook, incredibile a dirsi. Sono passati quasi trent’anni, senza proprio sentirli.

Sono stata pure una delle prime persone ad usare la rete per cercare nuove amicizie (ahem, talvolta anche qualcosa di più, scansatevi pivelli di Tinder! 😛 ) L’applicazione più utilizzata in quel periodo era ICQ (l’acronimo gioca sulla pronuncia di “I seek you”, dall’inglese “io ti cerco”), un programma di messaggistica istantanea da installare sul computer (non c’erano gli smartphone e non c’era nessuno dei social network conosciuti oggi), con una comoda funziona di ricerca per nazionalità, regione, lingua, interessi. Dopo pochi anni è arrivata la prima versione di Facebook, mentre ICQ stava perdendo terreno senza una versione sul web, e ci siamo tutti spostati nella nuova piattaforma dove sembrava ancora più semplice fare amicizia con persone affini.
Vivendo in aperta campagna, con poche occasioni di svago e soprattutto pochi amici che condividessero le mie stesse passioni, per me era essenziale poter usare la rete per comunicare su grandi distanze, allargando la platea delle amicizie (in realtà, l’impiego principale all’inizio era per la mia tesi universitaria in statistica finanziaria, poco divertimento!).

Alcuni amicizie della vita quotidiana si sono spostate sui social per facilità di comunicazione, specie quando lavoro e famiglie ci hanno portato lontano, e altre amicizie nate in internet sono state trasportate fuori tramite incontri reali. Ma in questo secondo caso non è sempre andata bene: capitava di trovarsi di fronte a una persona completamente differente da quella con cui avevamo chattato per mesi. E non sto parlando di fisionomia.
Ecco perché quando mi ha contattata Beatrice, protagonista della storia vera pubblicata oggi su Confidenze in edicola, ho capito subito quello che le era accaduto, talmente bene da anticiparle tutti i suoi interrogativi. Mi sono comportata male in qualche modo? Non ho capito che tipo di amicizia era? Ho sbagliato a fidarmi così presto? Potevo essere io per prima un’amica migliore?
Soprattutto, crediamo davvero di poter misurare il valore o la qualità di un’amicizia?

 

Dalla rete alla realtà
come si misura un’amicizia?

Ricordo con chiarezza un episodio all’inizio degli anni Duemila. Eravamo uscite per un pomeriggio tra amiche e stavo riferendo loro delle mie nuove amicizie nate tramite internet. Una ragazza conosciuta quale fan dei Take That che li aveva visti in concerto, un esperto in videogiochi che mi aveva passato qualche trucchetto sul videogioco Tomb Raider, un informatico che mi aveva aiutato a installare un paio di software per l’università, e così via. Essendo tutte amiche single all’epoca, l’interesse c’era anche per cercare in internet qualcosa di più dell’amicizia. Ma un’amica lì presente in particolare fu categorica sulla possibilità di incontrare l’amore su quel canale. Non era possibile fidarsi di quanto raccontavano quegli sconosciuti, non c’era modo di verificare se dicevano la verità, se abitavano in quella determinata città, se studiavano sul serio e avevano quel lavoro, se erano davvero disponibili a una relazione, se erano proprio la persona della foto che avevano inviato come file. Tutti mentono in rete, affermò la mia amica severamente.

Ero alquanto perplessa. Se TUTTI mentono in rete, allora anch’io dovrei mentire, le risposi.
Ma io non sentivo il bisogno di inventarmi delle bugie e dipingermi migliore di quello che sono. Se poi ci fossimo visti dal vivo, chi avrebbe retto alla delusione?! Ovviamente prendevo tutte le precauzioni del caso, perché qualche malintenzionato poteva essere in agguato (la rete era uno strumento nuovo e eravamo più coscienti di oggi della privacy e della sicurezza personale). Omettevo delle informazioni, sulla mia residenza e sui miei spostamenti, ma non fingevo di essere una persona diversa. Sarebbe stata un’amicizia zoppa altrimenti, no?
Forte dei miei anni di esperienza come pen pal (in fondo anche lì mi ero messa in contatto con degli sconosciuti, cambiava solo il mezzo di comunicazione), sostenni con convinzione tutt’altro: non è vero che in rete tutti mentono, a prescindere, ma mentono solamente coloro che sono abituati a mentire anche nella quotidianità disconnessa, appena ne hanno l’occasione. Fu una discussione alquanto accesa e in effetti non capivo perché se la prendesse così a cuore.

Qualche mese dopo appresi con tristezza che proprio questa amica mi mentiva, non in rete, ma nella vita reale, realissima. Avevamo scelto strade diverse, io di continuare a studiare all’università nonostante le difficoltà economiche e le tante rinunce che mi erano richieste, nel tempo libero e nei divertimenti, mentre lei aveva preferito impegnarsi nel lavoro, rendendosi indipendente da subito, auto di proprietà compresa. Davanti a me, lei sembrava rispettare la mia scelta e supportarmi nelle fatiche, ma presto scoprii che non era affatto così. Qualcuno mi mise in guardia e stentavo a crederci, non poteva essere, la conoscevo da così tanto tempo oramai! Perché avrebbe dovuto nascondersi con me? Iniziai ad osservare meglio i suoi comportamenti nei miei riguardi, finché un giorno risultò palese che la nostra amicizia era finita, avvelenata dalla sua invidia nei miei confronti. Ed è strano, perché ancora oggi sono convinta che non avesse proprio motivo di invidiarmi. Lei sapeva bene quanto sangue sputavo sopra i libri e quanto mi costava studiare, ansie famigliari comprese! Ai miei occhi, la sua era un’esistenza decisamente migliore!
Il suo comportamento ha di fatto avvalorato la mia tesi. Lei era pronta a mentire rappresentando se stessa nella rete, lo aveva anche ammesso candidamente, e guarda caso mi aveva nascosto giorno per giorno quello che pensava veramente di me.

L’amicizia ha bisogno di condivisione, affetto e fiducia, ma soprattutto di tempo per frequentarsi e capirsi, sia dentro che fuori la rete, contrariamente a quanto ci insegnano i social network, per i quali basta un click per diventare “amico” di un perfetto sconosciuto.
Uno studio condotto da Jeffrey Hall, docente della University of Kansas, e pubblicato sulla rivista Journal of Social and Personal Relationship ha quantificato il numero di ore necessarie per poter affermare di essere davvero buoni amici: almeno 200 ore per una solida amicizia intima (tra 40 e 60 ore per un’amicizia occasionale, 100 ore per un’amicizia semplice), ma deve essere un tempo di qualità, intriso di esperienze ed emozioni vissute insieme, nel reciproco rispetto (Fonte: Repubblica)

Non sono convinta di questi valori assoluti, perché ci sono amicizie che non sono sopravvissute alle intemperie della vita nonostante il tempo profuso nel coltivarle e ce ne sono altre sbocciate in cinque minuti, così all’improvviso, per un caso fortuito e da subito si sono rivelate solide e affidabili. Non è possibile misurarle con il fattore tempo, a volte è solo una questione di intuizione e ci lasciamo portare dall’entusiasmo.
Proprio questo è accaduto a Beatrice, quando un’amicizia incontrata all’interno di un sito di cucina viene trasportata nella vita reale. Tutto sembra meraviglioso all’inizio e lei si lancia con spontaneità e fiducia in questa esperienza. Ma poi qualcosa si sfalda e rischia di trovarsi ingabbiata in una relazione chiusa, egoista, contorta.

Come riconoscere allora il valore di un’amicizia?
La risposta che mi sono data io, dopo varie esperienze di amicizie complicate, controverse, confuse, pure ostili, è alquanto semplice (ed è la stessa risposta di Beatrice, la protagonista della storia vera in edicola): non si misura proprio l’amicizia, non c’è alcuna variabile o valore che possa fornirci un’idea di quanto funzioni un’amicizia. Possiamo frequentarci ogni giorno e non conoscerci affatto, possiamo comunicare una volta all’anno via mail e capirci meglio di quanto comprendiamo noi stessi. Solamente quell’amicizia deve farci stare bene, fornirci entusiasmo e gioia anche in mezzo alle tempeste della vita. Se non è così, se non ci sentiamo a nostro agio, se abbiamo paura di esprimere le nostre idee, se avvertiamo una limitazione al nostro carattere, se percepiamo di essere giudicati invece di avere ascolto e sostegno, allora è il caso di lasciare. Potrebbe sembrare un comportamento egoista e superficiale, ma in queste condizioni nemmeno noi potremmo essere una buona amicizia per l’altra persona.

 

La misura dell’amicizia in edicola
e in digitale sulla nuova app Confidenze

“Non ho mai avuto una migliore amica, una sola persona su cui concentrare tutta me stessa, condividere gioie e fatiche in maniera esclusiva. Credevo che la varietà di amici rendesse la vita più ricca di emozioni. O forse ero stata sfortunata a non trovare un’unica anima che mi potesse comprendere appieno. Finché non ho conosciuto Sonia e ho scoperto tardi quanto una migliore amica possa essere pericolosa.
Stavo cercando in rete delle nuove ricette, più leggere di quelle di mia madre, lavorazioni semplici e cotture veloci. Mi ero appena trasferita in un’altra città, convivevo con Tommaso dopo quattro anni di weekend in viaggio. Stavamo finendo di arredare l’appartamento e mancavano solo tre mesi al matrimonio. Cucinare non era il primo dei miei pensieri, ma ero entusiasta della casa e del mio angolo ai fornelli. Trovai un sito di cucina, entrando nel forum dove le lettrici si scambiavano consigli pratici e varianti degli ingredienti. Una sezione era suddivisa per le diverse regioni dove si conoscevano le persone della stessa zona, anche per commenti sui ristoranti locali. Rispondendo alle richieste, ho stretto amicizia con Sonia, vivevamo a soli 30 chilometri di distanza. Nei messaggi era una ragazza estroversa, divertente, sicura delle proprie opinioni, ma comunque comprensiva verso le altre. Come nella vita, anche a tavola si concedeva all’abbondanza e al gusto pieno. Le invidiavo quell’atteggiamento…”

La storia vera continua sul numero 24 di Confidenze in edicola questa settimana, da oggi martedì 14 giugno.
Se passate di qui dopo la lettura, fatemi sapere che ne pensate! Anche delle vostre esperienze con le amicizie in rete, perché no? 😉

Confidenze numero 24-2022 - Una nuova storia vera in edicola

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Confidenze numero 24-2022 - La nuova app digitale

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Comments (13)

Sandra

Giu 14, 2022 at 10:23 AM Reply

Stupendo il tempo dei pen pal, hai ragione.
La corrispondenza più longeva è durata 10 anni, con una finlandese.
Ma ne ho avute in Belgio, Egitto e Australia.
E poi gli amici del mare con cui ci si scriveva nei lunghi inverni: Gorizia, Bologna e Lecco.
Credo siano cose che i giovani d’oggi non possono capire fino in fondo in questa nuova epoca così immediata.
Amicizia, beh naturalmente ho comprato subito Confidenze, anzi per farlo ho perso la metropolitana, il tema è hot e potremmo parlarne per settimane. La storia vera che racconti brucia!
Abbiamo tutti il nostro bagaglio di cantonate, delusioni, tradimenti.
Ma anche di incontri stellari che ci hanno dato la giusta misura di quello che intendevamo per amicizia, ognuno ha i propri parametri forse, non mi pongo troppe domande ormai. Vivo la gioia di quel giusto numero di amicizie speciali, e declino a “conoscenze” termine ormai in disuso, rapporti comunque sinceri che vivono in una dimensione diversa.

Barbara Businaro

Giu 15, 2022 at 10:35 PM Reply

Anche tu avevi un bel po’ di pen pal, addirittura in Australia! Non oso pensare quanto ci metteva una lettera a viaggiare così distante! 🙂
Forse è per quello che subito sono rimasta affascinata dalla rete, dalla possibilità di comunicare istantaneamente con l’altra parte del mondo. Quando qui mi preparo per andare a dormire posso videochiamare la mia amica Maria nel Connecticut, seduta al sole del primo pomeriggio nel suo giardino. Ed è come se fosse di fronte a me, lei mi corregge l’inglese e io le correggo l’italiano, in attesa di vederci di persona il prossimo anno.
Nonostante le batoste accumulate, nonostante io sia più guardinga, non riesco comunque a chiudermi rispetto a un’amicizia, perché ci sono proprio quegli incontri stellari che valgono assolutamente il rischio. Non sai mai dove puoi trovarli, davvero.

IlVecchio

Giu 14, 2022 at 4:30 PM Reply

Saluti dal mio edicolante. Questa mattina mi aveva già preparato da parte una copia della rivista, che non me ne dimenticassi.
: -)

Barbara Businaro

Giu 15, 2022 at 10:36 PM Reply

Ahahahah, devo venire a salutare questo magnifico edicolante! 😀 😀 😀

Grazia Gironella

Giu 14, 2022 at 5:53 PM Reply

Davvero non esiste un metro per misurare le amicizie, e se esistesse non sarei certo io ad averlo! Per me un rapporto che è stato profondo non scade mai, nemmeno se ci si perde di vista e ci si reincontra vent’anni dopo. Questo però vale per me: l’amicizia come qualcosa di importante che resta, senza richiedere dimostrazioni impegnative per restare tale. Non è un sistema che funzioni molto bene alla prova dei fatti, devo dire! Mi è capitato di chiamare al telefono vecchi amici e leggere nella pausa di sospensione una serie di ?????? Ne deduco che ognuno ha il suo modo di concepire l’amicizia, e azzeccare la corrispondenza giusta è un colpo di c… fortuna.
Che un bugiardo consideri bugiardi gli altri, invece, è molto normale. Tendiamo sempre a proiettare le nostre caratteristiche personali sul mondo esterno, cosa da tenere presente nell’interpretare i comportamenti altrui (non alludo qui alle tue esperienze).

Barbara Businaro

Giu 15, 2022 at 10:55 PM Reply

Beh, vent’anni sono effettivamente tanti. Se mi chiamasse domani un’amica che non sento da vent’anni, credo che la prima a rimanere sconcertata sarebbe proprio lei! 😀 Perché sono cambiata molto solo in questi ultimi dieci anni (facciamo anche negli ultimi 7, da quando sono una peaker 😉 ), figurati se andiamo indietro di venti!! Se l’amicizia era solida e ci siamo solo perse di vista prese da lavoro e famiglia, anch’io tenderei a riprendere lì dove abbiamo sospeso. Però le esperienze cambiano le persone, mi piace pensare che le migliorano. Aumentano le rughe ma anche la saggezza, si spera.
Sul proiettare agli altri le nostre caratteristiche… beh, allora magari sbaglio io: penso che in rete gli altri si comportano esattamente come si comportano nella vita reale perché questo faccio io. 😛

Luz

Giu 14, 2022 at 7:12 PM Reply

Leggendoti ho pensato che non c’è dubbio, si può parlare di amicizia, cercare di definirla, solo nel vissuto. Non c’è astrazione che tenga, l’esperienza e solo questa può insegnare. Riguardo al mentire in rete, hai centrato perfettamente: mente chi è abituato a mentire anche nella vita di tutti i giorni. Mentre le persone semplici, trasparenti, non sovrastrutturate, tenderanno a essere tali anche attraverso la comunicazione social. Io ho vissuto esperienze molto forti fino a una decina di anni fa, oggi mi dico che stavo perdendo il mio tempo scrivendo su un forum, che comunque avevo fondato io, mentre avrei dovuto affacciarmi da prima al mondo del blog letterari, trovare queste affinità elettive che ho avuto la fortuna di “incontrare” 7 anni fa. A parte noi e pochi altri, in molti stavano già qui e hanno vissuto il tempo migliore. Io non solo mi sono imbattuta in una persona spregevole che credevo un amico sincero e affidabile, ma in altre conoscenze che non erano del tutto sincere. Ho subito l’astuzia altrui, io ero ingenua e troppo poco matura per esperienze simili.
Congratulazioni per il tuo articolo sul giornale!!

Barbara Businaro

Giu 15, 2022 at 11:36 PM Reply

Anch’io ho perso tempo scrivendo su un paio di forum, su temi che tra l’altro ora mi sembrano distantissimi, non sono proprio più quella persona. Ma credo che niente avvenga per caso, forse dovevamo proprio passare per quell’esperienza per prepararci e apprezzare questa nuova del blog. 🙂
Come informatico, non ti dico quanti “amici” si ricordano di me solo quando hanno un’idea grandiosa da realizzare e gli serve un aiuto per la parte tecnologica. Gratis, ovviamente. Sono caduta in questa trappola una volta, il risultato è stato che io facevo tutto il lavoro, ma proprio tutto, e gli altri se ne prendevano la gloria (di incassi non se ne sono mai visti). Ho abbandonato per motivi esterni, questioni di salute, e sono rimasta molto delusa quando quegli “amici” non hanno compreso quanto stavo male, in gita per gli ospedali. “Ma allora non lo segui più il sito?” “Secondo te?!”
In questo caso, ho imparato la lezione. Seguo solo i miei progetti, la scrittura e webnauta in primis (e sono già oberata così 😛 ). Se qualcuno ha bisogno di un consiglio veloce ok, ma per questioni corpose gli passo l’indirizzo di un professionista.
Grazie Luz per le congratulazioni. Dovrebbe essere in arrivo un’altra storia vera, non ho ancora la data di uscita. 😉

Giulia Mancini

Giu 15, 2022 at 6:33 AM Reply

Misurare l’amicizia non è facile, a volte credi di avere degli amici veri e poi scopri che non lo sono, solo il tempo può darti la possibilità di scoprire quanto vale. Le mie più grandi delusioni da parte di cosiddette “amiche” le ho avute nel periodo dell’adolescenza, persone con cui avevo condiviso tutto si sono rivelate meschine e interessate o invidiose (di cosa poi? Del fatto che studiassi con tanto sacrificio?)
Proprio per questo sono diventata abbastanza guardinga nelle amicizie, c’è però da dire che con alcune persone con cui ho creato un forte legame ai tempi dell’università, anche dopo non esserci frequentate per diversi anni al momento opportuno ci siamo ritrovate unite come prima.
Le esperienze di vita poi cambiano le persone, bisogna accettarlo, una buona amica sa fare anche questo.
Complimenti per l’articolo su Confidenze, è una cosa bella che stai continuando con costanza e impegno, immagino bene il tempo che richiede tra incontrare la persona della storia vera e poi scrivere la storia. Ti ammiro molto Barbara.

Barbara Businaro

Giu 15, 2022 at 11:49 PM Reply

Non ricordo dove l’ho letto, ma qualcuno suggeriva un facile test per misurare l’amicizia: chiedere un prestito ed osservare la reazione della persona che abbiamo di fronte. Ora, una formichina come me, che si barcamena sulla quadratura dei cerchi contabili (!), non sarebbe molto propensa a concedere un prestito, poi dipende dal valore del prestito, ma ho finito l’anno scorso di pagare un mutuo e ne porto ancora i segni… Però, e dipende dal livello di amicizia già esistente, cercherei una soluzione per un amico che so davvero essere in un momento difficile, ma che normalmente è una persona stabile, corretta, affidabile.
Anche tu hai avuto problemi con le amicizie dell’adolescenza. Sentendo i più giovani che conosco, pare che sia proprio quel periodo il più difficile. Forse perché non sappiamo chi siamo e l’invidia per chi trova la propria strada è alquanto facile (nonostante la strada sia in bella salita!)
Grazie per i complimenti. Confidenze è una bella sfida di tempo, soprattutto per le relazioni con le protagoniste. Questa storia vera per esempio era rimasta “sospesa” anche a causa di problemi famigliari di Beatrice, e mica potevo disturbarla con queste inezie, non era proprio il caso. Poi ha dovuto attendere lei che io ritornassi dalla Scozia e sgombrassi per bene la mente. 🙂
Ma chissà quando mai riuscirò a finire un romanzo io…

Maria Teresa Steri

Giu 21, 2022 at 2:00 PM Reply

I rapporti d’amicizia possono essere complicati, forse perché noi esseri umani siano contraddittori e spesso incoerenti. Ho avuto molte delusioni nel corso della vita, ma ci sono state anche delle relazioni forti durate nel tempo, amiche ritrovate con cui sembrava non fosse passato neanche un giorno. In ogni caso ora sono molto cauta, soprattutto nei rapporti virtuali che non mi sognerei mai di equiparare a quelli reali (dopo una serie di batoste di gente che si è svelata per quello che era solo dal vivo).
Ti faccio tanti complimenti per il tuo racconto che ho ascoltato dal podcast (di edicole qua nel quartiere non c’è più neanche l’ombra). Trovo che la tua storia esemplifica molto bene certi tipi di rapporti d’amicizia che sbocciano in fretta e che solo con il tempo mostrano delle magagne. Per esempio la possessività, le gelosie. Forse è anche vero che a volte ci rifiutiamo di vedere i segnali di qualcosa che non va, anche se ci stanno sotto gli occhi.

Barbara Businaro

Giu 22, 2022 at 10:01 PM Reply

I rapporti d’amicizia sono complicati perché noi esseri umani siamo complicati. 🙂
Capisco la diffidenza con le amicizie virtuali, probabilmente mi posso permettere di equipararle alle altre amicizie semplicemente perché per me è la distanza geografica la differenza. Ho amici “virtuali” da vent’anni se non più, non ci siamo mai fisicamente incontrati perché non è semplice incrociare viaggi e impegni, ma mi sono più “vicini” di tante altre “amicizie” locali. Se è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno, posso dire che a volte la pacca sulla spalla mi arriva anche da 1000 e passa km di distanza, anche con sei ore di fuso orario di mezzo. I mezzi ci sono tutti: un messaggio, una telefonata, una videochiamata, un corriere con un regalo a sorpresa, il fiorista con un bouquet profumato. Ovviamente sono la prima a utilizzare tutto questo quando avverto difficoltà dall’altra parte. Ma sono il tempo, il rispetto e l’affinità a solidificare le amicizie.
Sì, il podcast è stata una bella sorpresa da parte della rivista, non me l’avevano detto! 🙂

Barbara Businaro

Giu 22, 2022 at 10:10 PM Reply

Se non avete trovato la rivista in edicola, potete ascoltare anche il podcast! La storia vera “La misura dell’amicizia” sul sito di Confidenze letto con la meravigliosa voce di Patrizia Missaggia! Sbrogliate il cavo delle cuffiette!! 😀
Cliccate qui: Confidenze Podcast – La misura dell’amicizia

La misura dell'amicizia - Confidenze Podcast

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