Vecchio viaggiatore di panchine - Caro amico ti scrivo dalla terrazza

Caro amico ti scrivo

Caro amico,
ti scrivo non per distrarmi come suggerisce la famosa canzone, piuttosto per cercare di mettere ordine ai miei pensieri, con le parole e il tempo che meritano.
Ho sofferto nel leggere la tua ultima missiva, così carica di rabbia, frustrazione e risentimento. La vita ci ha diviso su percorsi differenti, entrambi accidentati e irti di pericoli. Mentre io però ricordo con affetto la nostra amicizia tra le colline, tu sembri aver dimenticato alcuni tristi fatti occorsi che mi hanno portato lontano da quei luoghi.
Non voglio aggiungere mestizia, ma credo che portare luce su alcune vicende potrà rischiarare anche la tua anima sofferente. Se invece tu preferissi trovare sollievo nel caricare di tutte le colpe la mia persona, porterò anche questo fardello.
Non ci siamo più visti, è vero, nemmeno per le feste comandate, nemmeno quando sono passato velocemente a salutare in paese le tombe dei miei cari.
Io non ho cercato te, né tu hai cercato me, presi dalle nostre preoccupazioni. L’ultima telefonata era mia, l’ultimo messaggio era mio, l’ultima cartolina anche. Non puoi quindi accusarmi di averti abbandonato.
Non mi sono costruito un mondo mio lontano da te, ma ho dovuto ricostruire me stesso dopo che mia moglie mi ha lasciato per un altro, o dopo che io ho lasciato mia moglie perché mi aveva tradito. Prospettive.
Per amore di nostro figlio, abbiamo comunque cercato un equilibrio, una convivenza pacifica, un mutuo perdono. Non ci siamo riusciti.
Sono un anno dopo ti è caduta addosso la stessa sorte, ricordo la tua disperazione e il tuo lungo silenzio dopo. Infine la decisione di continuare come se nulla fosse, senza nemmeno comprendere che da certe esperienze non si può tornare indietro, le ferite si rimarginano ma le cicatrici restano, pure se ben nascoste.
Capisco la tua scelta e la sostengo anche, ma non accetto altresì intromissioni nella mia vita privata, nella mia depressione, nel mio divorzio. Essere rimasto in quella casa fa di te un eroe o un martire? Solo tu puoi saperlo.
Ma l’essermene andato dalla mia non rende me né uno sconfitto né una vittima. Ho deciso di rinascere, senza deludere me stesso.
Se ho deluso te, amico mio, mi spiace ma non mi interessa, non almeno per i motivi che hai citato tra le tue righe.
Ti ho già spiegato che non posso esserti vicino, non nella maniera che desideri tu. Stai combattendo una battaglia e non vorrei che le mie opinioni ti arrecassero danno. D’altra parte tornare in quei luoghi mi fa ancora soffrire, nonostante tutto.
Ricorda poi che la riconoscenza è una grande emozione quando è spontanea, ma se richiesta diventa solo un ricatto morale. Lascia che venga a te senza cercarla, non mancherà.
Io ti sono riconoscente, ma non posso essere lì a dimostrartelo in continuazione.
Mi accusi infine di inseguire le mie passioni, quasi ci leggo una punta d’invidia. E mi chiedo perché mai tu non lo fai, cosa te lo impedisce. Non ti mancano né denaro né tempo, non credo che tu debba nemmeno rendere conto ad altri di come impieghi l’uno e l’altro.
L’unico ostacolo alle proprie passioni è la paura di fallire. Il coraggio sta proprio nell’accettare il fallimento come un gradino della crescita. Perciò amico accetta anche le tue paure, ma scopri quanto ci fa stare bene impegnarci in qualcosa che ci piace solo per il gusto stesso di farlo.
Io comunque ti porterò nel cuore ogni giorno. Non ho dimenticato niente di noi.
E’ questo il mio dramma, avere una buona memoria.

Questa lettera non fu mai spedita

 

 

Vecchio viaggiatore di panchine avatar Guest blogger: Vecchio viaggiatore di panchine
Di lui sappiamo poco o niente. Se non che viaggia parecchio, ci scrive da luoghi lontani, a volte anche senza muoversi affatto. Colleziona foto di panchine, ognuna delle quali ha contribuito al suo spirito ed alla sua penna.

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Comments (18)

digito ergo sum

Lug 06, 2019 at 7:54 AM Reply

emozioni e pensieri che abbiamo fatto tutti (senza nulla togliere né alle intenzioni né alla delicatezza del mittente, eh) e che in sé racchiudono una sola costante: sia che si voglia serbare rancore, sia che si voglia perdonare, abbiamo ragione.

ed è lettera di schrödinger, non si saprà mai l’effetto che avrebbe sortito se fosse stata spedita

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:15 AM Reply

Non credo nell’assolutismo della ragione. Osservo piuttosto che quando siamo sopraffatti dalle difficoltà, riesce difficile ascoltare gli altri. E senza l’ascolto, sarà ancor più difficile comprenderli anche quando ci parlano onestamente.
La lettera non fu mai spedita perché solo chi vuole avere ragione, vuole avere l’ultima parola.
Ho preferito rispondere col silenzio del cuore.

Daniela Bino

Lug 06, 2019 at 12:00 PM Reply

Carissimo Vecchio viaggiatore,
Questa è una lettera toccante. Un amico, uno vero, dovrebbe lasciare ricordi di gioie e dolori sostenuti e vissuti insieme, non solo fisicamente. Tristezza, rammarico, l’apertura sempre e comunque, la memoria: grazie, caro Vecchio, per aver condiviso le tue parole. Mi sento più ricca.

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:18 AM Reply

Gli amici sono veri anche quando sbagliano, si lasciano per un’incomprensione e si ritrovano con un sorriso. Gli amici che non bisticciano mai sono solo finzione da cui scappare a gambe levate.
Le parole arricchiscono sempre. 🙂

Mister E.

Lug 06, 2019 at 2:07 PM Reply

Che lettera profonda! Rivolta ad un amico, ma forse ancor più a sé stessi, per ricordarci che abbiamo molte strade da percorrere e tra le quali scegliere. l’averne scelta una non significa che altre strade scelte da altri siano giuste o sbagliate, e questa lettere aiuta a rifletterci ed a ricordarselo. Grande! E grazie.

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:29 AM Reply

Quando si arriva all’età della saggezza ci si accorge che non è la singola scelta, per quanto drammatica, a condizionare la nostra intera vita. Tutte le strade che abbiamo percorso, giuste o sbagliate al momento, tendono alla fine ad un unico punto, quello dove volevamo essere. Una convergenza di scelte in un’unica direzione.

newwhitebear

Lug 06, 2019 at 5:07 PM Reply

Una lettera piena d’intenti e mai realizzati. Forse chi l’ha scritta o solo pensata si è messo davanti allo specchio e ha scritto rivolto alla sua ombra.

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:34 AM Reply

Nessuna finzione letteraria. La scrissi una sera su un foglio di un blocco di lavoro, foglio che ho strappato e conservato tra i ricordi. Ma era la risposta ad una lettera ricevuta per posta in busta chiusa. Allora si usavano ancora, prima di cedere alla rivoluzione elettronica.

Stefano

Lug 07, 2019 at 10:55 AM Reply

“Questa lettera non fu mai spedita.” Meglio così. “Nessun essere umano può capire veramente un altro, e nessun altro può fare la felicità di un altro” (Graham Greene).

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:37 AM Reply

“La felicità non dipende dalle cose esterne, ma dal modo in cui le vediamo.” (Lev Tolstoj)

Giulia Mancini

Lug 07, 2019 at 4:01 PM Reply

Bellissima lettera. Concordo, l’unico ostacolo alle proprie passioni é la paura di fallire.

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:39 AM Reply

Grazie. Se ci dicessero che non possiamo fallire, per merito di un sortilegio, a quante passioni ci lasceremmo andare?

Nadia

Lug 08, 2019 at 9:00 AM Reply

Arrivo tardi hanno già detto tutto prima fi me nei commenti, ma è sempre un piacere leggerti.

IlVecchio

Lug 08, 2019 at 10:41 AM Reply

Non è mai troppo tardi, né per leggere né per scrivere. 🙂

Marina Guarneri

Lug 09, 2019 at 3:21 PM Reply

Bella la tua lettera. Resterà la testimonianza di sentimenti sinceri, anche se non hanno trovato il destinatario. Forse è meglio così: è uno sfogo che porterai nel cuore, assieme ai rimpianti, le cose non dette, la riconoscenza e qualsiasi altra emozione che sola l’amicizia vera sa suscitare.

IlVecchio

Lug 10, 2019 at 10:23 PM Reply

Meglio il rimpianto per non averla spedita, che il rimorso di averlo fatto. Solo il tempo può placare gli animi sofferenti.

Barbara Businaro

Lug 09, 2019 at 8:36 PM Reply

Mi rendo conto ora di non averlo commentato… (in realtà, io lo commento in vivavoce, quando mi passa l’articolo da importare sul blog).
Grazie Vecchio viaggiatore di questa tua testimonianza che è, in fondo, una pacca di conforto sulla mia spalla.
Il silenzio a volte è l’unica via.

IlVecchio

Lug 10, 2019 at 10:29 PM Reply

Le vite degli uomini cambiano di generazione in generazione, ma alla fine ci troviamo ad affrontare sempre gli stessi piccoli o grandi drammi. Purtroppo però il silenzio non è sempre compreso, al pari delle parole.

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