Tre parole per una rotta 2018

Tre parole per una rotta

Da quando webnauta è online, il primo post del nuovo anno è dedicato alle tre parole da scegliere per tracciare la nuova rotta di navigazione, per il blog ma soprattutto per me. L’idea è nata al blogger Chris Brogan ancora nel gennaio 2006, quando ha capito che i buoni propositi di inizio anno durano solo la prima settimana e ha deciso di sostituirli con solo tre parole, semplici ma potenti.

Non devono essere tre parole a caso prese dal vocabolario, ma devono avere un significato particolare per noi, devono guidarci nelle scelte che faremo durante l’anno, incoraggiarci a perseguire i nostri obiettivi, guidarci attraverso le difficoltà che incontreremo.
Dovremmo scriverle su un foglio, condividerle ovunque, salvarle perché compaiano periodicamente nella nostra agenda o sullo smartphone ed utilizzarle in tutti i nostri processi decisionali. Ogni giorno.

Data la sua esperienza di ben 11 anni di parole-guida, Chris Brogan ci svela qualche trucco imparato su se stesso e la condivisione dei risultati ricevuta dagli altri che hanno partecipato all’iniziativa: potete scegliere anche due o quattro parole, ma tre danno il risultato migliore; potete utilizzare una frase, ma sprecherete l’energia in articoli e preposizioni; potete anche decidere di cambiare le parole a metà anno, ma chi l’ha fatto ha visto diminuire la loro efficienza; potete scegliere un acronimo che rappresenti le vostre parole, ma rischiate di contrarre anche gli effetti che esse avranno; potete ripetere le parole dello scorso anno, ma dovreste accontentarvi anche dello stesso risultato, ne siete davvero sicuri?

Per capire meglio come funziona, qui potete leggere le sue parole per il 2018 e pure per gli anni precedenti: My 3 Words for 2018

Le mie parole del 2017 sono state incredibilmente potenti. E dunque la scelta adesso si fa anche ardua.
Quali saranno le parole del 2018 per webnauta, ma soprattutto per me?

 

La vecchia rotta

Queste sono le parole scelte per tracciare la rotta fino ad ora (cliccate per leggere il relativo post):

2016: Resilienza, Perseveranza, Evoluzione
2017: Challenge (sfida), Straight (diritto), Achieve (raggiungere) 

Sono andata a rileggermi le tre parole del 2017 solo due giorni fa, ed è impressionante quanto sia stata fedele a quelle indicazioni che mi ero data, anche senza averle avute sotto il naso tutto l’anno. Inizio davvero a pensare che questo metodo funzioni! L’imprinting iniziale di sole tre parole riesce a sbaragliare ogni buona risoluzione complessa! 😀

Per quanto riguarda la parola Challenge, avete già letto nel post precedente non solo le statistiche del sito, ma anche i risultati che ho ottenuto proprio con il programma My Peak Challenge. Non voglio dare l’idea che sia stato semplice o poco faticoso, tutt’altro! Uscire dall’ufficio con i panta corti da palestra, in gennaio, a 0 gradi non è proprio un divertimento. Nemmeno mezz’ora dopo, trovarsi in canottiera, tutta fradicia del proprio sudore, il cuore che rimbalza tra il tallone e il cranio, i muscoli che invocano clemenza… tutte le volte ti chiedi chi te lo fa fare! L’importante è darsi la risposta giusta. Io ho la mia, e questa sì è segreta! Voi dovete trovare la vostra. 😉

Sulla parola Straight, devo dire di aver imparato molto quest’anno. Devo ringraziare non solo la carica motivazionale sia di voi lettori, sia del My Peak Challenge, ma anche di una Life Coach che mi ha seguito per circa sei mesi. Queste persone ti aiutano a gestire diversamente alcuni aspetti professionali o personali della tua vita. Ti forniscono un altro preziosissimo punto di vista. Si, noi scribacchini conosciamo bene la materia dei differenti punti di vista nella scrittura, ma applicarla ai personaggi è molto più facile che applicarla a sé stessi. Si sa che il sarto gira sempre con i calzini bucati.

Sulla parola Achieve, sempre così bella da pronunciare (si legge aciiv), ho raggiunto davvero molte cose quest’anno. Fa sempre fede il mio post precedente, dove ho inserito anche le mie soddisfazioni personali. Non ho raggiunto tutto quello che avevo scritto: la forma fisica perfetta forse era esagerato, in un solo anno; in inglese me la cavo meglio, ma per la pronunciation dovrei concedermi un viaggio all’estero; sicuramente ho raggiunto più lettori per i miei racconti, invece per la prima bozza di IPDP siamo ancora in alto mare, anche se ho iniziato seriamente con lo storyboard! Quello che mi deve aver fregato è l’aver scritto “voglio raggiungere…tante cose.” Dovevo selezionare di più?

Andiamo ora a leggere le nuove parole per il 2018.

 

Unchain (liberare)

Unchain ˌənˈCHān
verbo
1. Sciogliere dalla catena, togliere la catena a qualcosa.
2. figurativo: Liberare, sciogliere dalle catene qualcuno.

Per molti anni ho sofferto l’influenza negativa di alcune persone, che scaricavano sulla sottoscritta ansie e paure della loro esistenza, bloccando la mia. La creatività stride prepotentemente con gli individui che vogliono sentirsi normali, nascondersi nella sicurezza della massa, fare e pensare quello che fanno e pensano tutti, quello che è stato loro insegnato nei secoli dei secoli. E lamentarsi quando persone come me ricordano loro che si può vivere benissimo in maniera differente, raccogliendo le sfide, correndo incontro alle opportunità, sbagliando anche, ma pronti a tramutare un fallimento in occasione di crescita.
Se fosse stato per questi soggetti, mai e poi mai avrei dovuto aprire un blog!
Questi individui succhiano energia creativa, perché la maggior parte del tempo ci si ritrova a ribattere ogni loro lamentela, a difendere colpo su colpo ogni vostra azione, a spiegare le motivazioni di ogni vostra scelta. Ma è davvero dovuto?
Assolutamente no. L’unico a cui dovete rispondere è il vostro cuore.
Unchain mi deve ricordare di non farmi imbrigliare in altre catene.

 

Peak (vertice)

Peak pēk
sostantivo
1. Vetta, sommità, cima, punta, picco della montagna.
2. figurativo: Apice, culmine, vertice; raggiungere l’apice di qualcosa.

Questa parola è un tributo al My Peak Challenge, a cui mi iscriverò nuovamente anche quest’anno (le registrazioni aprono il 15 gennaio). Voglio continuare con l’attività fisica almeno con gli stessi ritmi, spero di incrementare l’assiduità delle mie uscite fitwalk (perché deve splendere il sole dal lunedì al venerdì e piovere sempre il weekend? perchéééé?!!), e introdurre altre variazioni nella mia dieta. Voglio assolutamente incontrare le altre mie sorelle Italian Peakers in giro per la nostra bella penisola, con due ragazze ci siamo già trovate a Venezia, a sorpresa alla laurea di una di loro! Lacrime e gioia pura! Ho mancato il raduno di Roma causa rinnovo del blog e Bookcity (talvolta anch’io devo fare scelte difficili…), ma quest’anno a quell’appuntamento non mancherò di sicuro!
E magari… chissà… riusciranno a convincermi a volare a Glasgow per il raduno internazionale?
Uhm, ci vogliono molto più di tre parole, nemmeno se le pronuncia il coach in persona!! 😀

 

Conquer (conquistare)

Conquer ˈkäNGkər
verbo
1. Conquistare, anche figurativo.
2. Soggiogare, vincere un nemico, sormontare ostacoli e difficoltà.

Questa parola è difficile da pronunciare, ma suona bene (si dice cangquer) e mi ha conquistata appena l’ho trovata!
Quel che voglio soggiogare il blocco dello scrittore, non come mancanza di idee, ma la paura che frena la stesura completa dell’idea. Tanto ci dobbiamo mettere l’anima in pace che poi seguiranno una sequela infinita di revisioni, no?
Quel che voglio conquistare è la prima versione di IPDP, adesso lo scrivo chiaramente. Ho sempre avuto il dubbio di dovermi fare le ossa con un corso di scrittura serio, bene, anche quello l’abbiamo depennato dalla lista. Non facciamo che corsi e manuali diventino la scusa per mettersi a tavolino a terminare quel libro. 😉

 

Scegliete anche voi!

Lanciate nel web anche la vostra personale tripletta di parole magiche!
Dall’anno scorso Chris Brogan ha istituito appositamente l’hashtag in inglese:

#my3words

per dichiarare nei social le nostre tre parole per il nuovo anno appena cominciato. Diffonderle fa aumentare la loro energia!
Se poi avete un blog e ci scriverete un post, passate di qui a lasciare il link!

Hanno già scelto le loro parole per il 2018:

Daniele Imperi su PennaBlu
Sandra Faé su I libri di Sandra 
Nadia Banaudi nel suo blog ufficiale 
Maria Teresa Steri nel suo Anima di carta
Grazia Gironella nel suo Scrivere Vivere
Tiade nel suo Tiade Opere dell’ingegno creativo

Sharing is caring! Condividi questo post:

Comments (23)

Alessandro Blasi

Gen 05, 2018 at 11:15 AM Reply

Bell’articolo… devo pensarci anche io alle mie 3 parole…

Barbara Businaro

Gen 05, 2018 at 12:07 PM Reply

La prima te la trovo io: Migrare!!! 😀 😀 😀

Sandra

Gen 05, 2018 at 11:55 AM Reply

Complimenti per i risultati davvero assai apprezzabili.
Non vedo agli altri cosa possa mai importare se tu hai un blog, mah, al massimo se non sono interessati non lo leggeranno.
Per il resto mi focalizzo (parola del 2017) soprattutto sulla terza parola “conquistare” perché sì, quel libro ha da esser scritto e basta.

Barbara Businaro

Gen 05, 2018 at 12:19 PM Reply

Scherzi? Un blog è pericolosissimo! E cosa scrivi? Stai attenta a quello che scrivi! Attenta ai nomi che usi, che magari qualcuno avrà da ridire, che parli di lui! E se ti denunciano? Che magari quello che scrivi è pure vero e non dovresti scriverlo! No, no, imprudente avere un blog. E poi, quanto ti costa? Eh perché, mica si buttano via così i soldi. Con la crisi che c’è in giro. Oggi hai un lavoro sì, ma mica lo sai se fra dieci anni ce l’hai ancora…
E potrei continuare all’infinito, ma rischio di incavolarmi da sola! 🙂
Hai ragione: questo libro s’ha da fare!

Sandra

Gen 05, 2018 at 3:16 PM Reply

wow che gente positiva, eh.

Giulia Mancini

Gen 05, 2018 at 8:20 PM Reply

Liberare nel senso che intendi è una bella parola, è importante non subire le influenze delle persone negative sempre pronte a bloccarti (forse perché il successo degli altri toglie loro serenità e/o causa assurde invidie). Ottimi i risultati che hai raggiunto e quindi fai bene a perseverare (e a finire il libro). Riguardo alle mie tre parole del 2017 esse erano: leggerezza, cambiamento e libertà. Il cambiamento c’è stato, ma più subito che voluto e purtroppo mi ha tolto spesso anche quella leggerezza e quella libertà che cercavo di perseguire nel corso dell’anno. Non so se quest’anno penserò tre parole, come scrivevo nel primo post dell’anno, preferisco non desiderare niente, poi si vedrà.

Barbara Businaro

Gen 05, 2018 at 10:03 PM Reply

Le tre parole sono quelle che devono guidare le nostre decisioni, ma quando arrivano eventi esterni che non possiamo controllare, possiamo solo cercare di tamponare il danno. Avessi scelto io leggerezza per il 2017, sarei qui a fare lo stesso tuo bilancio! Anche perché le tre parole non sono “desideri” (che sembrano qualcosa di irraggiungibile o calato dall’alto), sostituiscono semmai i “buoni propositi”. Per quanto umanamente possibile. Speriamo che il destino del 2018 sia più clemente.

newwhitebear

Gen 05, 2018 at 9:28 PM Reply

letto il post lo devo metabolizzare. Trovate le tre parole le scrivo.

Barbara Businaro

Gen 05, 2018 at 10:03 PM Reply

ok, ti aspettiamo! 🙂

nadia banaudi

Gen 05, 2018 at 10:50 PM Reply

Trovo che siano legatissime tra loro le tue tre parole. E mi auguro ti conducano esattamente là dove sei diretta. Liberandoti dei freni alla creatività e puntando direttamente alla meta.
E a volte davvero basta solo iniziare e il resto avviene da sé.

Barbara Businaro

Gen 06, 2018 at 12:58 PM Reply

Ehm, sapessi quante volte ho iniziato!! Direi che è invece ora di concludere! 😉

Daniele

Gen 08, 2018 at 8:17 AM Reply

Interessanti anche le tue 3 parole. Auguri per realizzarle tutte 🙂

Barbara Businaro

Gen 08, 2018 at 9:53 AM Reply

Grazie! Mi sembra di aver scelto obiettivi realizzabili, visto l’anno precedente, ma non si sa mai! 🙂

Pietro Luciano Placanico

Gen 08, 2018 at 10:23 PM Reply

Ciao Barbara, hai scelto delle parole molto impegnative. Complimenti!
A volte non è sempre facile raggiungere gli obiettivi che vorremmo, parlando di scrivere a qualsiasi livello. Nonostante che gli sforzi ci siano e anche la perseveranza. Ma a volte non bastano .
Per questo penso che la parola che tu hai messo in cima alla lista sia la più importante. Infatti, liberarsi dai pesi e dalle “varie catene” che la vita e a volte i nostri errori ci mettono addosso non è mai facile farlo. Però chi riesce a farcela è a buon punto e il suo cammino diventa più arioso e più piacevole. Chi non ci riesce, per vari motivi anche personalmente validi, o per altre circostanze avverse può rimanere un po in difficoltà. Ma bisogna ricordare che lo scrivere non è mai fatto di molta libertà per esprimersi al massimo delle sue capacità. La libertà aiuta molo, la mancanza di essa aiuta poco. Allora ci si deve accontentare “delle minime libertà che la vita ci concede” e operare in quello spazio un poco ristretto ma di certo sempre produttivo. In tal caso ci vorrà più tempo, ma i risultati ci saranno ugualmente, ne sono convinto.
Quindi che “la libertà” sia molto o poca ben venga a benefico della scrittura e della narrazione.
Buona scrittura a tutti. E anche a te, Barbara.

Ti saluto. Pietro.

Barbara Businaro

Gen 09, 2018 at 12:09 AM Reply

Grazie Pietro per la tua testimonianza. Non ho scelto parole facili, né per me né per chiunque altro direi. Ma bisogna provarci! 🙂
Buona scrittura anche a te!

Daniela Bino

Gen 11, 2018 at 12:39 AM Reply

Barbara, le mie tre parole sono: life, freedom, peak. La terza te l’ho rubata, scusa, ma riassumeva la decina di parole che mi ronzano da qualche mese nella testa. Vorrei cogliere l’occasione per raccomandare di pensare a tre parole come una meta da prefiggersi e da non dimenticare in fondo al cassetto. Prendiamo la mira e non dobbiamo mancare il bersaglio. Forza, Barbara! E da te voglio il libro: uno che mi faccia volare e sognare come sai fare tu con i tuoi racconti. Bra-va!!!

Barbara Businaro

Gen 11, 2018 at 11:40 AM Reply

Le parole non si rubano, non possono essere rubate, si condividono, sempre! 😉
Life e freedom sono molto potenti. Giusto ieri sera, in seconda serata, ho rivisto l’inizio di Capitan Harlock (un navigatore, un pirata, un visionario): di quattro nuove reclute che chiedono di salire a bordo dell’Arcadia si salva solo chi pronuncia la parola “libertà”. Spero che la terza parola voglia dire che il 15 gennaio ti iscrivi anche tu ad MPC, finalmente! Io ti aspetto, eh!
Sul libro… se non lo sai tu che hai letto qualche capitolo di IPDP! 😀

Maria Teresa Steri

Gen 11, 2018 at 11:04 AM Reply

La prima parola è fantastica, è proprio quello che mi sono ripromessa anche io, liberarmi delle catene. Ovviamente ti auguro di perseguire tutti e tre gli intenti, ma in modo particolare il secondo, questo deve essere l’anno giusto per portare a termine IPDP!! Basta con i blocchi dello scrittore!

Barbara Businaro

Gen 11, 2018 at 11:48 AM Reply

Eccoti Maria Teresa, ho aggiunto anche il tuo post ai partecipanti.
Vi ringrazio di fare tutti il tifo per me e IPDP. Max e Valentina chiedono di avere il loro bel finale! 😉

Tiade

Mar 06, 2018 at 2:46 PM Reply

Ah, ma è come una formula magica.
Ci sto, mi assomiglia.
Alla fine di questo mese, il 31 di marzo, avremo la Luna Blu, cioè il secondo plenilunio in un mese. Quale occasione migliore che recitare formule magiche alla sua luce confidando nel doppio potere della crescita? Magari scritte su un foglietto che poi bruceremo recitando le parole ad alta voce.
In fondo all’inizio fu il “verbo”. Ho fatto di più, ci ho messo un imperativo, un sostantivo e un nome proprio.
Mi piace 🙂
“Questi individui succhiano energia creativa…”. Se stai parlando degli ennesimi Wurdalak, non potrei fare quanto sopra se non me ne fossi liberata. Che bella parola: liberata.
Riguardo alle piogge del fine settimana c’è una teoria scientifica. Il particolato che si accumula durante la settimana si condensa con l’umidità per precipitare, appunto, durante il w.e.
Si, anche io ho partecipato all’iniziativa con un post, ma non so dove lasciare il link.
Anzi, quando posto, dove c’è “YOUR URL”, mi riguardo a scrivere quello del sito, ho sempre paura di essere invadente. Eh, sulle spalle mi alloggiano timidezza e insicurezza. Chi nasce tondo non muore quadrato.

Barbara Businaro

Mar 06, 2018 at 4:05 PM Reply

Guarda Tiade, per inserire l’url del tuo post si fa così: Sono tre parole, “Ti Voglio Bene”…
Adesso lo piazzo anche sopra, e poi vado a leggermelo! 😉
Per la magia del plenilunio ci faccio un pensierino, il doppio potere della crescita potrebbe funzionare anche con le pagine di un romanzo? 😀

Tiade

Mar 06, 2018 at 11:21 PM Reply

Ti ringrazio anzitutto per le spiegazioni e per l’ospitalità.
Per il resto, chi lo sa? Tutto è iniziato con un “verbo”, e il Golem prende vita con una parola. Per noi che scriviamo, le immagini prendono vita con le parole.
Le streghe danzavano alla luna per ricevere forza e protezione mentre pronunciavano formule magiche. Da sempre alla parola è stato attribuito un grande potere magico, in tutte le epoche e in tutte le culture.
Dico che tentar non nuoce, e poi, dai, un po’ di magia in fondo è poesia. 😉

Leave a comment

Rispondi a Barbara Businaro Annulla risposta