Maledette penne e bloc notes!

Maledette penne

Avete idea di cosa significa vivere con una donna che scrive?
Un incubo! Terrificante!
Non so quand’è cominciata, sapevo che scribacchiava qualcosa ogni tanto, ma finora la cosa era sotto controllo, non mi ero nemmeno accorto di nulla. In casa tutto procedeva liscio. Cioè, le solite litigate insomma. Hai lasciato la tavoletta del water alzata. La smetti di fare briciole sul divano. Non mi porti mai da nessuna parte. Il solito mastino che mi aspetta al ritorno la sera.
Poi ha iniziato a girare con un taccuino e una penna sempre in borsa. Capitava che nel bel mezzo di una conversazione con nonchalance prendesse questo taccuino e ci scrivesse una sola parola. Apparentemente una mia parola, anche se non avevo detto nulla di eccezionale. A volte ridacchiava sommessa mentre lo riponeva nella borsa.
In casa sono spuntati come funghi blocchi di appunti e relativa penna ovunque: sul tavolino del salotto al posto dei telecomandi, abbandonati sopra il divano, in bagno in mezzo alle mie riviste d’auto, nel suo comodino in camera da letto, sopra la lavatrice tra i detersivi, in cucina insieme con i libri di ricette. Un’invasione aliena!
Guai a spostarglieli! Le si crea confusione mentale, dice.
E quelle maledette penne! Penne di ogni tipo, fattezza e colore in ogni angolo della casa. Ovunque ti siedi una penna tenta di infilzarti.
Di riflesso han cominciato ad andare storte parecchie altre cose: la cena bruciata nel forno, le camicie rimaste indietro da stirare, la polvere che si accumula tra i soprammobili, l’argenteria che non mi riflette più, il ragno che mi saluta ogni mattino sulla porta.
E silenzio, parecchio silenzio. In cui si sente solo il rimestare di pagine e la tastiera del suo portatile scorrere veloce.
Tant’è che un po’ di paura m’era anche venuta. Ma cosa diamine starà scrivendo?
Ho cercato di leggere qualcosa di tutti quegli appunti, ma la grafia femminile, così piena di tondini e collinette è indecifrabile, tutta ghirigori. Quando riesco a capire qualche parola, mi sembra del tutto sconnessa con le altre. Quindi proprio non lo so, cosa scriva. Temo che lo scoprirò un giorno in libreria.
Però è tranquilla, non litiga più e soprattutto mi lascia guardare la televisione tutto il weekend, pure sbriciolando sul divano.
Anzi, vi consiglierei di regalare un corso di scrittura creativa a vostra moglie.
Così, mentre lei è al corso, vi scappa pure una birretta con gli amici.

 

(c) 2016 Barbara Businaro

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Comments (44)

Michele Scarparo

Gen 19, 2017 at 7:55 AM Reply

Non bisognerebbe mai mandare la moglie a un corso in Germania 🙂

Grilloz

Gen 19, 2017 at 9:03 AM Reply

Me lo dicono tutti, eppure io non mi chiamo Paolo…
😀

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 10:51 PM Reply

Il corso di elettronica in Germania…non me lo ricordavo quel particolare!! 😀

Federica

Gen 19, 2017 at 8:14 AM Reply

Mio marito sa bene cosa questo significhi…credo che a breve inizierà a partecipate ad un gruppo di auto aiuto per mariti di scrittrici . Talvolta poi, io pretendo pure che legga ciò che scrivo e lo commenti!!!

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 10:58 PM Reply

Benvenuta nel blog Federica! L’Anonima Mariti e Mogli di Scrittori dici? Bisognerebbe proprio inventarla! 🙂

Grilloz

Gen 19, 2017 at 9:05 AM Reply

Dura vivere con uno scrittore, ogni cosa che dici potrà essere usata contro di te in un racconto 😛

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:00 PM Reply

Beh, sarebbe pure un complimento! Significa che quello che l’altro dice vale la pena di essere riportato in un racconto, qualsiasi cosa sia! 😉

grilloz

Gen 20, 2017 at 11:23 AM Reply

Mica è sempre positivo 😛 anzi, di rado finisci a fare la parte dell’eroe

Barbara Businaro

Gen 20, 2017 at 3:15 PM Reply

A dire il vero, sono i cattivi quelli più difficili da rendere sulla carta! Qualsiasi cosa sia, appunto, dovrebbe essere un onore! 😛

grilloz

Gen 20, 2017 at 5:09 PM

Una volta, dopo aver montato (da solo) un mobile IKEA ho pronunciato la frase: “i cassetti sono i più difficili”, ecco, quella frase è finita in un racconto 😛 a me la parte del cattivo sarebbe anche andata bene, ma…

Barbara Businaro

Gen 21, 2017 at 3:29 PM

Perchè i cassetti più difficili? Per le guide di scorrimento? Del catalogo Ikea mi manca solo di provare a montare una cucina, per il resto tavoli, sedie, armadi, librerie, scrivanie, mobiletti vari…non mi manca nulla. Aprire una loro scatola per me è come aprire un ovetto Kinder 😛 L’unico inghippo è alzare le strutture alte degli armadi senza rimanerci sepolta sotto!

Grilloz

Gen 23, 2017 at 9:01 AM

Proprio I cassette, quelli larghi, devi incastraretutto in un unico movimento e farlo con solo due mane è un bell’sercizio di coordinazione 😛

sandra

Gen 19, 2017 at 9:34 AM Reply

E noi che abbiamo un pc in condivisione? Fortuna che mio marito lavora un sacco e io ehm molto meno, la sera però se ho proprio in mente una cosa e lui vuole rilassarsi con qualche gioco, “ehm. me lo dai un attimino?”
Però mio marito è il mio più grande fan, non mi posso lamentare, magari si lamenta lui.

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:06 PM Reply

I pc in condivisione qui non esistono, sarebbe come condividere l’abbigliamento intimo! 😛 Ogni pc ha un unico proprietario e utente con password. E prima di questo (che è bianco), avevo un portatile rosa, e quello tutti si rifiutavano di usarlo. 😀
Qui la più grande fan è sempre la mamma, probabilmente per compensazione.

nadia

Gen 19, 2017 at 9:53 AM Reply

Bello Barbara!
Quanto mi ci sono rivista. Penne ovunque e appunti presi nei momenti più strani, però devo dire che a parte la polvere sui mobili, nel mio personalissimo esempio mi ritrovo un compagno che mi sfida a scrivere di lui “sai che best seller se scrivi di me?!” e poi controlla minuziosamente se per caso ho davvero osato.
Vivere con chi come noi ha questa passione scribacchina mi rendo conto non sia facile, ma insomma venire punti da una penna non è proprio come uno spillo, quello fa male!

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:07 PM Reply

Ehm…anche da una stilografica? 😀

nadia

Gen 20, 2017 at 11:46 AM Reply

Quella non la uso, la spunto subito. Però hai ragione è affilata e pungente!

Daniela Bino

Gen 19, 2017 at 10:48 AM Reply

Bene, cara Barbara, un’analisi accurata della personalità di donna che scrive e di vita di coppia! Mi è piaciuto, non solo perché riflette una parte della mia quotidianità.

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:09 PM Reply

Lo ammetto: vi ho spiato un po’ tutti prima di scriverlo! 😀

salvatore

Gen 19, 2017 at 10:54 AM Reply

Esiste davvero qualcuno che ancora scrive a penna? Solo per questo avrei un timore reverenziale per quella donna: meglio lasciarla. 😛

Grilloz

Gen 19, 2017 at 10:59 AM Reply

Figurati che una volta ho visto un ingegnere fare le tabelle di excel su carta

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:05 AM Reply

…e non funzionavano le formule! 😛

Grilloz

Gen 19, 2017 at 11:07 AM Reply

come no, era il ricalcolo del foglio che prendeva un po’ di tempo 😀
Comunque non sto scherzando, era un ingegnere inglese, si era fatto tutto sto tabellone su un foglio A3

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:35 PM

Conosco ingegneri che scrivono intere specifiche funzionali su carta, scarabocchiando. Poi ti dicono: “Ti mando le specifiche aggiornate per email” e ti arriva la scansione dei fogli scritti a mano! 😀

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:33 PM Reply

La penna è un oggetto magico, così talmente simile ad una bacchetta, è impossibile resistere al suo fascino. Poi ci sono penne autentiche opere d’arte e di design. Vuoi mettere la mia Napkin Forever, la penna infinita in Ethergraf, da un progetto del lontano Leonardo Da Vinci, che mi è stata regalata ad un San Valentino? Forever. Un regalo più che furbo! Oppure quella tempestata di Swarovski tutta brillante alla luce, che fa pendant con il bracciale, ma che nessuno dei due non brillerà mai quanto me? Oppure la mia Parker in vetro blu lucido che riflette tutte le tonalità del mare che mi hanno regalato per festeggiare webnauta? Ehhhh… le penne sono un regalo sottovalutato dai più. 😉

Maria Teresa Steri

Gen 19, 2017 at 11:12 AM Reply

Due sono le possibilità: o hai una webcam a casa mia o hai fatto una chiacchierata con mio marito 😀

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:36 PM Reply

Ahahahahah, ci sono andata così vicina? 🙂

newwhitebear

Gen 19, 2017 at 9:35 PM Reply

simpatico il maritino che si frega le mani. La moglie scrittrice, lui libero di spaparazzarsi sul divano.
Chissà cosa direbbe Silvia a parti invertite.

newwhitebear

Gen 19, 2017 at 9:36 PM Reply

orrore, orrore. Ho scritto Silvia invece di Barbara. Mi scusi?

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:44 PM Reply

Nessun problema Gian Paolo. Beh, direi che la parte invertita la può scrivere ognuno di voi 😉

Giulia Mancini

Gen 19, 2017 at 9:37 PM Reply

Fantastica questa scena! Eh sì, certo che si scrive ancora a penna, io quando ho un’idea prendo appunti su un foglio di carta (non posso correre ad accendere il pc, magari quando finisco di accenderlo l’idea è già volata via, invece con carta e penna si fa presto), spesso ho un insieme di fogli e post it che successivamente assemblo sul computer 😉

Barbara Businaro

Gen 19, 2017 at 11:46 PM Reply

Penna e taccuino sempre in borsa. Stasera m’è venuta un’idea mentre entravo in palestra. Le facce stralunate dei presenti quando mi han visto fermarmi a scrivere prima ancora di togliermi il giubbotto. 🙂

Elena

Gen 20, 2017 at 12:27 PM Reply

Ahahaha Barbara, siamo proprio noi! E libri da consultare ogni momento sul comodino, che straripa di cose amene a rischio precipizio? Eppure, permettiamo a uomini meravigliosi di viverci accanto, sopportando, qua e là, qualche originale abitudine, come interrompere una discussione per disegnare qualcosa che ti resta impresso e poi discuterlo con lui, cambiando completamente argomento. L’unico problema è far combaciare le dimensioni.. Ma non è troppo difficile, in fondo, siamo simpatiche 🙂

Barbara Businaro

Gen 21, 2017 at 12:45 PM Reply

In realtà sul mio comodino c’è solo lampada e sveglia (non riesco a leggere a letto, mi addormento), il “chi ne fa le veci” è un tavolino del salotto, quello si pieno di colonne di libri + il koso kobo (lo chiamo così il mio nuovo -e primo- ereader). Quando interrompo le discussioni per scrivere mi danno solo della maleducata e a parte mia madre non mi legge nessuno in famiglia. Mia sorella qualche volta, sotto tortura. 😛

wwayne

Gen 20, 2017 at 12:47 PM Reply

A proposito di donne che scrivono, ti consiglio caldamente questo splendido libro: https://wwayne.wordpress.com/2014/10/16/qualsiasi-cosa-succeda/. L’hai già letto?

Barbara Businaro

Gen 21, 2017 at 4:08 PM Reply

Benvenuto nel blog wwayne. Il libro che consigli, Il nostro infinito momento di Lauren Myracle non l’ho letto. Però non capisco il tuo “a proposito di donne che scrivono”: nel libro non c’è la storia di una donna che scrive, se invece ti riferisci al fatto che l’autrice è donna…vogliamo far la conta di quante donne scrivono all-around-the-world?!

Elena

Gen 21, 2017 at 1:47 PM Reply

Nemo profeta in patria est

Marina

Gen 21, 2017 at 11:34 PM Reply

In casa mia le penne spariscono non si sa dove: mucchi di penne inghiottite dalla lupara bianca. Ma tanto io ho la mia personale, fidata, penna che mi segue ovunque, non presto a nessuno e guai a chi osa anche solo sfiorarla.
Mio marito sa che se vuole farmi felice può regalarmi un diario, un’agenda, un quaderno, qualunque cosa possa servirmi per raccogliere i pensieri. Anche perché, per non dimenticarli, glieli affido, poi se li dimentica pure lui e io m’inc…
Non un corso di scrittura, ma un’intera cartoleria, mi regalerebbe… 😀

Barbara Businaro

Gen 22, 2017 at 1:20 PM Reply

Ecco, la cartoleria è un altro di quei posti dove mettere a dura prova le mie finanze, dopo la libreria 😀

Stefano

Mar 01, 2017 at 1:28 PM Reply

E’ solo questione di tempo

“Non so quand’è cominciata… ma finora la cosa era sotto controllo…”
Considerazione che il narratore fa OGGI mentre si accinge a crivere eventi accaduti

“Poi ha iniziato…In casa sono spuntati…Di riflesso han cominciato…”

in un passato prossimo non molto lontano rispetto al momento in cui vengono narrati-

“In cui si sente…non lo so, cosa scriva”

riturno al presente della narrazione con un ultimo fugace riferimento al passato “Ho cercato di leggere”

“lo scoprirò un giorno in libreria.” un domani, in futuro

Ma di che ti lamenti maritino di una scrittrice se “finora era sotto controllo”? non so come possano coesistere un “finora” con un “era”; casomai “finora” è o è stato così: d’ora in avanti o rimane così o, più probabilmente, non sarà (in futuro) più così.

Ci sono tre tempi della storia.

1 |——————–| tempo in cui la signora scopre i primi segni della sua vocazione di scrittrice di cui il marito nemmeno si accorge “non mi ero nemmeno accorto di nulla.” (male! che si è innamorati solo da fidanzati? dopo… ma non sono fatti miei, sorry). Ma per il distratto coniuge “finora” quel che faceva la sua dolce metà “era sotto controllo”

2 |——————–| tempo degli eventi in cui la situazione degenera: “Poi ha iniziato…In casa sono spuntati…Di riflesso han cominciato…”

Questi possiamo chiamarli tempi cronologici nei quali han avuto luogo i fatti da narrare e si deve perciò passare al

3 |———————| tempo della narrazione: quando l’io narrante scrive? Si presume ora: Adesso ti sto raccontando degli esordi della passione di mia moglie per lo scrivere [tempo 1] e delle conseguenze che questa sua passione ha comportato sul ménage casalingo [tempo 2]. Va da sé che NEL PASSATO il [tempo 1] PRECEDA il [tempo 2] questo fa si che, narrativamente, per tutto il [tempo 1] fino ad allora io, maritino distratto, sì “sapevo che scribacchiava qualcosa ogni tanto” ma fino ad allora (e non finora) il ménage familiare non era stato turbato dall’attività di mia moglie tanto che “non mi ero nemmeno accorto di nulla”.

FINE PRIMO TEMPO

“Poi ha iniziato…”

Il SECONDO TEMPO

quello narrativamente più significativo perché deve parlare degli eventi che han reso progressivamente (se possibile: la progressione non è una cosa da poco anzi piuttosto difficile da individuare e attuare) “un incubo” e “terrificante” la vita dello sfortunato marito di una scrittrice.

Il racconto inizia con una sorta di captatio benevolentiae “Avete idea di cosa significa vivere con una donna che scrive?” tanto per indurre il lettore a dire “no, non ne abbiamo la minima idea: raccontacelo tu!”

poi una tesi da dimstrare che è poi una conclusione poiché: è “Un incubo! Terrificante!” e il narrato ce lo deve dimostrare come il marito sia arrivato a questa conclusione.

Alla fine tuttavia la conclusione non viene confermata, viene anzi elusa perché ribaltata da un “Però è tranquilla” seguito da un elenco delle pregevoli conseguienze per cui conviene la consorte si dedichi alla scrittura: “non litiga più e soprattutto mi lascia guardare la televisione tutto il weekend, pure sbriciolando sul divano.”, tanto da dare consigli agl amici.

Un dubbio mi coglie. A quel “Però è tranquilla” il marito c’era già arrivvato quando, iniziando a scrivere ci aveva detto “Avete idea di cosa significa vivere con una donna che scrive?
Un incubo! Terrificante!”; ha voluto quindi mostrarci l’incubo o la tranquillità? o tutt’e due, o prima l’uno e (in maniera non consequenziale) poi l’altra?

Un ultimo appunto:
“Ovunque ti siedi una penna tenta di infilzarti.” non ho difficoltà alcuna a immaginare dove: grazie, preferisco stare in piedi!

Barbara Businaro

Mar 01, 2017 at 2:23 PM Reply

Vedi, è la moglie che scrive e che si occupa dei tempi e dei modi, il marito no. E dal momento che è lui che “racconta”, l’essere confuso su quel che dice dovrebbe rendere proprio il personaggio. Non se n’è accorto, era distratto, e ancora lo è direi, non sa decidersi se è un bene o un male. Parte lamentandosi, ma poi chiude dicendo che in fondo non è così male. Potrebbe essere peggio. Potrebbe piovere. (cit. Frankenstein Junior) 😉

Stefano

Mar 02, 2017 at 8:56 AM Reply

Non dovresti esser tu, autrice, a dover dare queste spiegazioni. Non dovrebbero esser nemmeno necessarie. Quello che dici dovrebbe risultare già dal testo, non ti pare?

Paola

Nov 03, 2020 at 11:47 AM Reply

“Però è tranquilla, non litiga più e soprattutto mi lascia guardare la televisione tutto il weekend, pure sbriciolando sul divano.
Anzi, vi consiglierei di regalare un corso di scrittura creativa a vostra moglie.”…Se il Socio leggesse questo passaggio, considerando che mi definisce “esigente” in fatto di regali (che si traduce in: non ho mai la più pallida idea di cosa regalarti), sono certa che mi regalerebbe un corso di scrittura creativa livello pre-intermedio, intermedio, avanzato, super genio, ecc.

Barbara Businaro

Nov 03, 2020 at 11:44 PM Reply

E poi io ti regalo la maglietta “Careful or you’ll end up in my novel”!! 😀 😀 😀

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