Livre Paris - Diana Gabaldon

Incontrare Diana Gabaldon al Livre Paris

Sto cercando di tornare con i piedi per terra, ma dopo un weekend così è davvero difficile! Non solo tre giorni a Parigi, una delle capitali più belle che già da sola merita il viaggio, ma tre giorni con il salone del libro Livre Paris e con la tua scrittrice preferita che sbarca dall’oltreoceano! La possibilità di incontrarla di persona e scambiarci due parole!! Beh no, non sono stata così parca alla fine, tutt’altro.

E’ iniziato tutto lo scorso 30 gennaio: Diana Gabaldon, l’autrice della saga Outlander (ve ne ho già parlato in questi articoli: Quando si definisce “romanzo storico”? ; E adesso prendimi. Come scrivo le scene di sesso di Outlander ; Il pregiudizio del lettore) annuncia sul suo profilo Facebook che sarà a Parigi dal 16 al 19 marzo, all’interno del salone del libro, un evento di carattere internazionale, che riunisce editori, scrittori francesi ed esteri da oltre 50 Paesi, accogliendo 150.000 lettori ogni anno. Lei parteciperà invitata dal suo editore francese J’Ai Lu, con un panel di discussione e un paio di sessioni firma copie con il pubblico.

Prima reazione: Ommmmioddddddio, zia Diana a Parigi!!! Dal 16 al 19 marzo, giusto il weekend dopo Tempo di libri a Milano!!! Io vado fuori di testa… DEVO andare a Parigi se lei non viene a Milano!! (questo è esattamente quello che ho scritto ai miei collaboratori di webnauta 😀 )

Seconda reazione: No dai, deve venire a Milano! La nostra fiera dell’editoria (il Salone del libro è ancora quello di Torino) si tiene giusto la settimana prima, vuoi vedere che quelli di Corbaccio-TEA, la casa editrice di Diana Gabaldon per l’Italia, si lasciano scappare un’occasione ghiotta come questa? Con 40.000 fans italiane che l’aspettano da anni ormai?!

Dopo l’annuncio ufficiale sulla sua bacheca, è iniziato un balletto di ricerche, indagini, richieste per capire se c’era la possibilità che effettuasse una tappa anche in suolo italico, purtroppo senza riscontro positivo. Già due anni fa, la stessa Diana rispose ad un mio commento su un suo post dove la invitavo a vedere il nostro bel paese, spiegandomi che non dipendeva da lei ma di chiedere al local publisher. Chiaramente, una scrittrice del suo calibro non si muove gratis, di sicuro non a sue spese, e sta all’editore capire quanto investirci e come sfruttare al massimo la sua presenza. Senza contare che Diana Gabaldon quest’anno ha diminuito drasticamente le sue partecipazioni, per potersi concentrare nella scrittura del nono libro della saga, nome in codice BEES. Dunque, adesso o mai più!

Così, da una parte cercavo di capire se era possibile averla qui tra noi, prima o dopo la permanenza francese, dall’altra guardavo se potevo organizzarmi col lavoro per preparare il weekend all’estero, considerato il tempo di viaggio. All’uscita del calendario definitivo di Tempo di libri, non c’era più spazio per sperare nella sua venuta. Rimaneva solo l’opportunità di Parigi.
Vado o non vado? Non so un’acca di francese, e non ho mai testato la mia pronuncia inglese…
Vado o non vado? Però è zia Diana, santi numi!! E quando mi ricapita?
Vado o non vado? Col lavoro sono stretta, posso aggiungere solo un giorno di ferie, ma ce la potrei fare…
Vado o non vado? Alla fine arriva Daniela: Organizziamo! Je comprends un peu le français, mais mon fils m’apprend!

Tieni Alex, queste sono le chiavi della barca webnauta. Trattala bene e stai attento ai pinguini, lo sai che sono indisciplinati! Io vò a Parigi!!

Parigi in primavera, con neve

“Immagina Parigi in primavera, con i tuoi autori e libri preferiti…” diceva la pubblicità del Livre Paris. E io me la sono immaginata bella fiorita, Parigi in primavera, con tutti i suoi bei giardini al massimo dello splendore, le fontane che giocano con l’acqua cristallina, le anatre che salutano i primi tepori, la Senna che scorre placida lungo la città. Mica mi aspettavo di trovare una tempesta di neve e ghiaccio!

Siamo partite venerdì sera da Padova con il Thello notturno, direzione Parigi-Gare de Lyons. Perché il treno e non l’aereo? Perché io e l’aereo non riusciamo ancora tanto a capirci, anche se dopo questa esperienza temo dovrò proprio capitolare e mettermi le ali.
Non è stato un bel viaggio. Mia madre l’ha fatto ugualmente circa vent’anni fa, e penso sia lo stesso treno di allora. Fatiscente e sporco, troppo vecchio e poco ammortizzato per poter sfruttare l’alta velocità senza sentirsi sballottati tutta la notte. Abituata all’utilizzo di Frecciarossa e Italo, il Thello risulta rimasto in pieno Medioevo. Senza contare l’inghippo della prenotazione: il Touring Club Italia ci aveva assicurato due cabine con bagno incorporato, ci siamo ritrovate solo in cuccetta con bagno esterno, in comune a tutto il vagone. E questa sorpresa l’hanno avuta anche gli altri passeggeri, tutti a lamentarsi al responsabile Thello, il quale si scusa, che le cabine con bagno sono solo quattro e vengono occupate subito. Peccato che nell’attraversare i vagoni verso il ristorante, siamo proprio passate davanti a suddette cabine, completamente vuote. Così adesso abbiamo aperto reclamo ufficiale. Thello è controllata da Trenitalia e ci facciamo una pessima figura con l’estero, al solito.

Comunque, svegliarsi la mattina sotto il cielo di Parigi è un’emozione unica!
Certo salire sulla metro in direzione dell’albergo e trovare un mago ambulante che in francese ci dà delle “terrone del sud che vengono in città senza sapere una parola”, più altri epiteti offensivi sugli Italiani, non è stata proprio una bell’accoglienza.
Da parte nostra non abbiamo mai preteso che parlassero italiano, ci sforzavamo di parlare francese o inglese, e per la maggior parte sono sempre stati gentili e disponibili con noi, qualcuno più di altri. Si sa che la giornata storta capita a tutti, senza differenza di latitudine o longitudine.

In albergo siamo state accolte da principesse, per esempio. Situato proprio all’ombra della Tour Eiffel, a fianco dell’Hôtel des Invalides (che non è una struttura ricettiva, ma un antico ospedale per veterani, oggi edificio storico e polo museale) nel 7° arrondissement, l’Hotel Le Tourville è “ispirato all’Arte di Vivere dello Scrittore” (l’ha scelto Daniela, giuro!). Le pareti sono dense di citazioni letterarie, c’è una vasta libreria a disposizione degli ospiti, nonché comode poltrone per la lettura. Ogni camera è dedicata ad uno scrittore, la nostra era di Charles Baudelaire. Personale poi cortese e premuroso, ci hanno dato tutte le indicazioni che ci servivano per le visite, i ristoranti, gli acquisti.

L’appuntamento con zia Diana era per domenica mattina, alla dédicace allo stand J’Ai Lu dalle 11.30 alle 15.30.
Ci rimaneva dunque tutto il sabato pomeriggio per visitare qualcosa e abbiamo deciso di sfidare il brutto tempo per andare a vedere proprio lei, La Tour Eiffel. Attraversare il Parc du Champs de Mars è stata un’impresa: la neve che scendeva copiosa, il freddo che ghiacciava le mani e il fango che ricopriva tutto il giardino. Della torre non si vedeva nemmeno la punta, sommersa dalle nuvole di pioggia. Non ci siamo azzardate a salire, stavamo già gelando lì sotto.
Abbiamo attraversato la Senna e raggiunto il Trocadero, una gran bella veduta. Poi siamo scese a Chaillot in direzione della Place Charles De Gaulle, con la centro l’Arc de Triomphe. Nel frattempo era sceso il tramonto e la temperatura era crollata, la neve era tornata pioggia e sferzava decisa. Abbiamo percorso i famosi Champs Elysees giusto fino alla prima entrata in metropolitana.

Il primo impatto con la cucina francese l’abbiamo avuto a cena, quando abbiamo deciso di provare i piatti tipici.
Beh, se volete salvarvi lo stomaco, non ordinate l’Andouillette, salsicce di interiora di maiale. A meno che non siate abituati a mangiare la nostra trippa veneta, e allora forse ce la fate. Noi abbiamo rinunciato.
Per fortuna con i dessert se la cavano meglio: crepes al cioccolato fondente e crème brûlée.

Livre Paris - La TourEiffel

 

Livre Paris - Senna

No, non è un difetto dell’ottica, quella è la neve che ci ha accolte!

Oddio, è proprio Diana Gabaldon!!

Domenica mi sono svegliata con un po’ d’ansia. Oggi vedo Diana Gabaldon, cosa le dico? Aspetta che ripasso…
Nel taccuino Moleskine infatti mi ero segnata un discorsetto già pronto in inglese, giusto per non sbagliare i tempi verbali, regolari-irregolari, e non cadere in qualche false-friends come mio solito.
La scrittrice era già arrivata a Parigi giovedì, e la sera stessa aveva presenziato ad un incontro con i blogger francesi, i quali avevano già pubblicato articoli e foto (per dire come sono organizzati bene). Il venerdì mattina aveva già tenuto un panel di interviste e domande dal pubblico al salone del libro, posti andati a ruba, e nello stesso pomeriggio il primo evento firma copie aveva già registrato la folla. Figurarsi cosa avremmo trovato quella domenica, quand’era previsto il picco di accessi alla fiera, con visitatori anche dalle altre zone di Francia!

Livre Paris -Entrata

 

Col cuore in gola, abbiamo percorso tre diverse linee metro in direzione di Porte de Versailles, dove si trova l’esposizione fieristica. Alle 11 stavamo girando alla ricerca degli stand di J’Ai Lu, quand’ecco comparire il sorriso di Diana in alto nel pannello pubblicitario. OhMyGod!

Livre Paris - stand J'AiLu con Diana Gabaldon

 

La fila per la dédicace con Diana attraversava già mezzo padiglione, come se ci fosse stata solo lei, per circa tre ore di attesa (l’avevo buttata lì come stima, ma davvero saranno tre ore per me, dalle 11.30 alle 14.39). Non male per un autore che qui in Italia qualcuno considera di serie B…
Il personale di sicurezza del salone a preoccuparsi di tenere ordinata la fila, lasciando libera la via per gli altri stand. Gli altri espositori arrabbiati che questa orda di lettrici impedivano agli altri visitatori la vista dei loro libri.

Mentre me ne stavo in religiosa attesa, Daniela andava in avanscoperta, mandandomi le foto della ricognizione. Lei ha anche davvero visitato la fiera, conosciuto e parlando con altri autori, fatto incetta di libri in francese che forse per l’Italia non saranno mai tradotti. Quindi, se volete notizie precise del Livre Paris e degli altri autori e libri, dovete chiedere a lei! 😀

Io ho fatto intanto conoscenza con le fans francesi e ne ho approfittato per chiedere com’è il mercato editoriale e televisivo per Outlander in Francia: anche lì la serie tv non va in onda su canali nazionali, ma a pagamento su Netflix, anche se la maggior parte segue lo streaming in lingua originale dall’america (quindi sempre una visione di nicchia). La differenza sta nel settore editoriale: J’Ai Lu investe molto sulla presenza di Diana Gabaldon, che era già stata ospitata nel 2015 sempre a Parigi, e sulla qualità dei suoi libri (le versioni francesi seguono quelle americane e pur essendo brossure, hanno delle copertine lucide di buona fattura, con il logo della serie tv). In Francia poi viene organizzata ogni anno la Land Con, una convention di due giorni dedicata al cast di Outlander, mentre noi in Italia ne vediamo passare un paio a giugno in un evento romano che non essendo esclusivo di Outlander non garantisce la loro presenza…

Chiacchierando amabilmente è giunto il mio turno al firma copie. Oddio, eccola, mi sorride, e adesso?? Vedi di non impaperarti Barbara!
Alla fine le ho detto circa così: I’m Barbara and I came from Italy, 1 thousand kilometer on night train only for you!! And i bring you the greetings of forty thousand Italian fans. We are all waiting in Italy!! (Le ho dato la copia di Outlander in francese e il mio Outlandish Companion in inglese da firmare) I learn English with you too… I write too and I wanna have only an half of your quality!! (La manager al suo fianco vede la mia maglietta e mi chiede: “You have an Mpc tshirt?”) Oh yes, My Peak Challenge. (Diana spiega: “It’s a food and fitness program of the actor Sam Heugham” e io continuo) Yes, Mpc is a global program. We are now eleven thousand people all around the world, we make a donation of one million dollars in three years, for Bloodwise, for leukemia research. It’s a wonderful family… because (e ho alzato le mani indicando Diana) this is a wonderful author! We are waiting for you in Italy.”

Se anche voi state leggendo per la prima volta del My Peak Challenge e non sapete che cos’è, ne ho parlato qui: 2017, due anni di blog (e uno di MPC) 

Diana in persona è amabile, disponibile oltre ogni misura (in confronto a certi autori italiani famosi poi…) Quando sono arrivata io al suo tavolo, lei era lì a firmare da ben tre ore e dev’essere stancante tanto per l’autore quanto per il pubblico. Nonostante tutto era gentilissima, davvero. Io l’adoro proprio per questo.

Livre Paris - Diana Gabaldon alla firma

 

Se volete sapere come stavo, chiedete a Daniela, molto più razionale di me in questo frangente.
Posso dirvi che ho rischiato una tachicardia dalla felicità! L’ha registrata il mio braccialetto Fitbit: aumento delle pulsazioni nei minuti che ero di fronte a zia Diana! Perché questo effetto adolescenziale? Le riconosco non solo di aver scritto dei bei libri, una storia che è piombata tra le mie mani nel momento esatto in cui ne avevo bisogno, ma anche di aver saputo creare intorno una bella community. Anche aver atteso vent’anni, rifiutare di sceneggiare un film per portare Outlander al piccolo schermo è stata una decisione sapiente. Non ultimo, aver partecipato ad un casting eccezionale. Li ha scelti lei, anche se dice di no. Per me è tutta una catena di eventi, dalla mia amica Silvia che mi ha prestato il primo libro, alla mia nuova coach Roberta che guardava la prima serie in lingua originale, al My Peak Challenge e alle mie Italian Peakers, eventi che mi hanno regalato due anni incredibili. E tutto è partito da lei.

Cosa non le ho chiesto?
Non le ho domandato quando finirà il nono libro, il BEES che sta scrivendo. Anzi, trovo parecchio fastidioso, per non dire oltraggioso, che ci siano lettrici che le scrivono di smetterla di perdere tempo viaggiando, di sedersi al computer e scrivere. Addirittura qualcuno continua a chiedere se è in salute! Un libro è finito quando è finito, e uno dei suoi val la pena di aspettarlo con pazienza e in silenzio.

Dopo di me, Daniela l’ha salutata con un sonoro “Buongiorno!” E Diana ha risposto con un altro “Buongiorno!”
Sono seguiti i complimenti per la sua scrittura, con Diana che risponde “Grazie mille” (!!), e all’atto della firma della versione italiana di Outlander, rilegato in copertina rigida, si è fermata ad ammirare la copia. Al che Daniela ha preso la palla al balzo e ha ribadito che alcuni suoi libri non sono ancora stati tradotti in italiano, che a volte si fatica a reperirli e chi può legge gli originali americani…
Al termine l’ha salutata con una stretta di mano, e allora ne ho approfittato anch’io (nemmeno mi era passato per l’anticamera del cervello! Toccare Diana, macché scherzi?! 😀 ). Metti mai che possa assorbire qualche magico fluido scrittorio col semplice contatto!

Parigi turistica (e italiana)

Dopo quest’esperienza, tornare al mondo reale è stato difficile. Ci siamo rituffate nella Parigi turistica e siamo ripartite da Place de la Concorde. Sempre con un freddo polare, abbiamo ammirato la ruota panoramica e l’obelisco che contrasta nel cielo la Tour Eiffel alle sue spalle. Abbiamo attraversato i giardini, sempre infangati, de Le Tuileries giusto poco prima della chiusura, per giungere di fronte al mio museo preferito, il Musée du Louvre.
Sono anche passata a salutare Mario Pàtton che era di turno. Chi è Mario Pàtton? Lo potete conoscere qui: Il codice Pàtton  E’ per lui che avevo acquistato la guida di Parigi, per scrivere il suo racconto. Non pensavo di usarla in loco! 🙂

Livre Paris - Louvre
Non sono stelle cadenti, è ancora neve!

Il giorno dopo avevamo il treno di rientro in Italia la sera, ma fino alle 17 potevamo ancora goderci la città. La mattina abbiamo preso la metro questa volta in direzione del quartiere Montmartre alla ricerca di un dentista. Perché un dentista? Beh, non avete ancora letto un Thriller paratattico? Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio… Potete leggerne qui: Un Thriller paratattico tira l’altro 

La metro per Abbesses è una delle più profonde, circa 15 km sottoterra, immaginatevi la quantità di scale poi per risalire. Senza contare che nella metro direzione Montmartre, è sparita l’elettricità proprio mentre eravamo in corsa. Blackout, buio completo, luci d’emergenza, scuse del conducente che ci chiede pazienza. Il pensiero che da qualche parte qualcuno stia usando armi e questa sia solo una precauzione ha attraversato tutti i presenti… Per fortuna, è ripartito tutto in pochi minuti.

Non ho trovato il dentista, però abbiamo preso la funicolare e siamo salite alla basilica del Sacré-Coeur, così candida che in una giornata di sole riluce. E’ una chiesa “autopulente”: la sua pietra calcarea non trattiene polvere o smog, così che ad ogni pioggia lei risplende più che mai. Dalla collina si può ammirare tutta Parigi, anche se con il cielo uggioso noi non abbiamo visto granché.
Ritornando sui nostri passi e dovendo pensare a qualcosa da portare a casa alle famiglie, abbiamo pensato ad una confezione di macarons. Per caso, davvero per caso, abbiamo scelto in rue Tardieu la pasticceria Christophe Roussel  attirate dai suoi pasticcini colorati e dalle sculture di cioccolato. Pensate la sorpresa di trovarci davanti Antonella, italianissima pasticcera trapiantata a Parigi! E finalmente parlare con qualcuno che ci spiega la vita parigina in italiano!
Fateci un salto, i loro macarons meritano. Qui a casa sono andati spazzolati e si sta già pensando di organizzare un viaggio! 😀

Il pomeriggio abbiamo ripreso la metro con destinazione Île de la Cité e la cattedrale di Notre-Dame. E beh, qua i francesi fanno i furbi: è piccolina questa cattedrale, il nostro Duomo di Milano per conto mio la batte in grandezza! O forse sono quelli della Disney che me l’hanno fatta immaginare molto più maestosa, col gobbo che salta da una torre all’altra, tirando le funi delle campane?
Questa siamo riuscite a visitarla, anche se ci volevano sequestrare i macarons all’entrata! Uhlallàààà fischia la guardia! 😀
Dei suoi interni colpiscono le vetrate colorate dei rosoni e il modellino in scala in legno che mostra la sua complessità architettonica. Ci sono anche alcuni pannelli illustrati che spiegano come è stata costruita sopra altre chiese più piccole, unificandole.
Mancava solo una tappa dovuta all’antica libreria Shakespeare & Co. giusto dall’altra parte della Senna, prima di riprendere la via di casa.

Livre Paris - Parigi turistica

 

Abbiamo camminato parecchio in tre giorni, per un totale di 39,43 km a piedi, una maratona! (e infatti non ho accumulato nemmeno un grammo, da perfette peaker che siamo, yeah!)

Fitbit - Livre Paris

Non siamo salite sulla Tour Eiffel, troppo freddo a terra, figurati lassù!
Non abbiamo visto gli Champs fioriti, tutto bianco e ghiaccio, altro che La Vie en rose!
Non abbiamo potuto fotografare le fontane, tutte erano rigorosamente spente, dal Champ-de-Mars, alle Tuileries, a quelli piramidali del Louvre.
Non siamo entrate al museo del Louvre perché era già chiuso, anche se con le scale mobili dell’entrata funzionanti. Niente Gioconda.
Non siamo entrate al Sacré-Coeur perché c’era troppa fila per i controlli di sicurezza ai bagagli.
Non abbiamo fatto in tempo a vedere il Bois de Boulogne, i giardini du Luxembourg, il quartiere latino, il Marais, il quartiere Montparnasse, le catacombe (beh, non è che a quelle ci tenessi poi molto…)
Non abbiamo nemmeno usato i nostri due biglietti gratuiti per il Bateaux-Mouches, la crociera sulla Senna!
Però valgono per due anni.
Quindi.. ci dobbiamo tornare!

Le emozioni non hanno lingua

Se c’è una cosa che ho imparato con questo viaggio è che le emozioni non hanno problemi di lingua straniera.
In fila, in attesa del mio turno alla firma di zia Diana, sono riuscita a conversare anche con le fans che parlavano solo il francese, quasi a gesti. Ci parlavamo con le emozioni. Perché quel che ci accomuna è l’essere lettori.
E due lettori trovano sempre la maniera di parlare dei loro libri preferiti.

Ultim’ora!

Diana è passata per l’Italia! Ieri notte ha aggiornato la sua immagine di profilo con una bella foto del Ponte Vecchio di Firenze, ripreso dalle Gallerie degli Uffizi. Non risultano eventi pubblici in loco, semplice viaggio di piacere o una veloce verifica alla situazione editoriale locale? 😉

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Comments (29)

Elena

Mar 24, 2018 at 6:49 AM Reply

Cara Barbara è davvero bello sentire la tua grande emozione attraverso le tue parole e il tuo viaggio. Parigi è una città che adoro, ci ho persino ambientato una scena del mio romanzo. Montmartre, Places des Vosges e ora anche Diana! Dalle foto e dalle tue parole si capisce quanto affermi sulla sua personalità. E mi convinco sempre di più che le persone più grandi sono le più umili e disponibili.
Con tutta l’energia che hai accumulato, chissà che cose meravigliose scriverai… Buon rientro alla normalità (ma sarà durissima). Abbracci

Barbara Businaro

Mar 24, 2018 at 6:45 PM Reply

Si, il rientro è davvero durissimo. E’ già passata una settimana ormai, eppure il mio spirito è rimasto a Parigi.
Non solo per Diana, ma anche per le belle persone che erano in fila con noi. E nel frattempo ero collegata anche con le fans italiane via Facebook e Messenger. Loro hanno quasi avuto la diretta degli eventi. 🙂

Nadia

Mar 24, 2018 at 8:46 AM Reply

Wow che tre giorni! A parte il treno, a parte il freddo, sono stati un tripudio di emozioni fantastiche! Ora non puoi non tornare e vedere senza neve quello che ti sei persa, anche se il fascino dell’incontro con Diana come il calore del tuo sorriso ha sciolto tutto. Credo sia rara Parigi sotto una coltre così ritardataria di neve, e tu puoi dire io c’ero!

Barbara Businaro

Mar 24, 2018 at 6:45 PM Reply

Alle ragazze in attesa con me ho chiesto anche del tempo, soprattutto perché noi giravamo imbacuccate nei nostri piumini, sempre col cappuccio o il berretto, e spesso infilavamo il primo bistrot esauste alla ricerca di un “café à l’italienne” (riconoscono anche la parola “ristretto” anche se poi per loro è un caffé normale, perché sono abituati al caffè lunghissimo), mentre i parigini li trovani per strada con un misero soprabitino o un cappottino chic in panno. Beh, di cose strane ne abbiamo viste, pure la modella che scende dal metro con le ciabatte col pelo. “Ma è un modello di Gucci!” “No Daniela, quelle lì sono le Crocs col pelo!!” 😀 😀 😀
Comunque le fans francesi mi dicevano che è raro nevichi a marzo inoltrato, però è già accaduto due anni fa. Cambiamenti climatici per tutti.

Sandra

Mar 24, 2018 at 11:39 AM Reply

Grande, Barbara, davvero grande! Nonostante i diversi contrattempi e il gelo è stata l’esperienza dei tuoi sogni, che volevi fare e sono felice che tu l’abbia fatta. L’umiltà di un autore si vede da questo, tu sei stata paziente in fila 3 ore non sono poche per niente, ma lei si è sorbita giorni di firme e sorrisi, perché conosce il valore di ogni singolo lettore.
Fantastico, sono davvero felice, lo ripeto. Parigi è Parigi, be’ lo dicono anche Anna e Cesare.

Barbara Businaro

Mar 24, 2018 at 6:46 PM Reply

Già Sandra, quante volte avrò detto che io voglio vedere zia Diana in persona?! 😀
Sia detto anche questo: il mio stomaco è dotato di orologio interno per cui allo scattare del pranzo divento intrattabile (chiedete a marito e colleghi!). Sono stata in fila dalle 11.30 alle 14.39 (è l’orario della foto, per quello lo so) e il mio stomaco era ibernato dalle emozioni. Daniela preoccupata continuava a chiedermi: “Ma vuoi un cracker almeno?” “No, no, devo rimanere concentrata…” (su cosa poi?!) 😀
E’ vero, anche i tuoi Anna e Cesare (per i lettori: dal libro Figlia dei fiordi) sono andati a Parigi!

Daniela Bino

Mar 24, 2018 at 12:44 PM Reply

Cara Barbara, che onore essere protagonista di questo dettagliatissimo resume del nostro soggiorno Parisienne. Che dire: grazie di cuore di avermi portata in te!!!

Barbara Businaro

Mar 24, 2018 at 6:47 PM Reply

A dire il vero non so chi ha portato chi! 😀
Comunque ho pensato questo: ho acquistato la guida di Roma, e sono andata a Roma; ho acquistato la guida di Parigi, e mi sono ritrovata a Parigi.
Che dici se acquisto la guida della Scozia??? 😀 😀 😀

Giulia Mancini

Mar 24, 2018 at 3:53 PM Reply

“Si è sempre meridionali di qualcuno” affermò Luciano De Crescenzo nel film tratto dal suo libro “così parlò Bellavista”, ho pensato questo quando il simpatico francese vi ha chiamati “terroni del sud”. Meno male che gli altri incontri sono stati più simpatici e, soprattutto, non ha scalfito il tuo entusiasmo. Andare sulla Tour Eiffel con la neve non è consigliato, magari è meglio andarci con il bel tempo, se non altro per godere meglio del panorama! Che emozione deve essere stata incontrare Diana Gabaldon, soprattutto considerato che lei è davvero carina (e intelligente direi, mi sembra giusto che si comporti bene con i lettori che fanno tre ore di fila per un suo autografo dopo aver comprato il suo libro, anche se, capisco, non sia così scontato)!
Stai sprizzando energia da tutti i pori che bello! Questo incontro ti ha dato una grande energia positiva, hai fatto bene a prepararti il discorso in inglese, pensa che io con Carofiglio non ho detto una sola parola al momento dell’autografo, tranne un misero grazie…
Il dentista di Montmartre non l’trovato ma direi che è meglio la pasticciera italiana

Barbara Businaro

Mar 24, 2018 at 6:47 PM Reply

Si, anch’io ho pensato alla frase di De Crescenzo. Poi ho anche pensato che molti del Nord c’invidiano il bel sole che abbiamo in Italia, tiè. 🙂
Come non hai detto nulla a Carofiglio? E mica c’erano problemi di lingua! L’emozione gioca proprio brutti scherzi. Io ero talmente concentrata a darle il messaggio di dare più attenzione al mercato italiano, che non ho una foto con lei sorridente. Daniela continuava a dirmi “sorridi! sorridi!” ma io ero in un altro pianeta! 😀
I macarons meritano, non sono nemmeno lontanamente somiglianti a quelli che si spacciano qui! 😉

Rosalia Pucci

Mar 24, 2018 at 8:12 PM Reply

Che bel resoconto Barbara! Mi hai fatto partecipare al firma- copia, ho sentito tutta la tua emozione. Un ricordo bellissimo che ti porterai dietro per sempre ^_^

Barbara Businaro

Mar 25, 2018 at 10:15 PM Reply

Grazie Rosalia, felice di averti portato con me, anche solo con la lettura! 🙂

newwhitebear

Mar 24, 2018 at 9:10 PM Reply

wow! che bella esperienza! Foto, parole ed emozioni hanno trasmesso tutto quello che avete provato. Nonostante freddo e gelo siete state di buon umore.
Guardando i vostri conta passi direi che assomigliano alle mie gite romane, quando co nsumavo un paio di scarpe al giorno.
E’ vero che le lingue non contano quando si parteciopa a venti del genere.

Barbara Businaro

Mar 25, 2018 at 10:15 PM Reply

Sono stata a Roma con mia sorella nel ponte giugno 2015, una tre giorni intensa, soprattutto perché fatalmente coincisa con la prima ondata d’afa estiva. Camminare nel centro della città con 38 gradi all’ombra è stato un vero tour de force. Fitbit registrò circa 26 km al giorno, un’altra bella maratona. Un po’ sfortunate con i monumenti: la fontana di Trevi in restauro, con l’impalcatura e visibile solo da una transenna vetrata; Trinità dei Monti ugualmente in restauro ricoperta dall’enorme telone con la sua immagine stampata; mezzo Colosseo in restauro, infotografabile con le plastiche arancioni del cantiere; il Pantheon vietato ai turisti per un funerale dell’unione monarchica italiana; arrivate poi a Caracalla ha pure iniziato a piovere (!!), e abbiamo dovuto rinunciare.
Però anche Roma è una città che si presta molto ad essere vissuta a piedi. 🙂

Stefano

Mar 25, 2018 at 12:28 PM Reply

Splendido! Sai scrivere di viaggi in maniera sorprendente. Fai risaltare il luogo visitato e chi lo visita. Ti sei descritta magnificamente. Sei una bella e simpaticissima persona. Il tuo Inglese è buono (e te lo dice un prof… d’Inglese). Vuoi ridere? le prime volte che leggevo il nome di Diana Gabaldon, prima di sapere che è statunitense ero, convinto (dal cognome) che fosse… veneta (immaginati tu con che accento lo leggevo! mi ha indotto in errore anche l’italianissimo nome: Diana e non Diane come ci sarebbe da aspettarsi in Inglese). Non ho letto nessun libro suo, non credo mi piaccia il genere (e devo ancora leggere – ce l’ho in originale – “The Lord of the Ring”) mentre, se ti è piaciuta Parigi, permettimi di suggerirti “Paris” o “Parigi” dell’americano-francese Julien Green; ho “casualmente” qui una copia in originale francese sopra lo scanner di fianco al monitor. Comunque ne ho trovata un a copia in italiano in biblioteca civica (ed. Il vascello 1991).
Tora a Parigi, magari in autunno o primavera: ti piacerà ancora di più

Stefano

Mar 25, 2018 at 12:30 PM Reply

Mi correggo: Torna a Parigi!

Barbara Businaro

Mar 25, 2018 at 10:17 PM Reply

Caspita, troppi complimenti per un solo commento!!
In merito al cognome di zia Diana, qui a casa mi prendono in giro: “Ma chi? Diana Gabaldòn da Sambrusòn?” (frazione del comune di Dolo, nel veneziano) 😀
Lei invece è dell’Arizona, di padre americano e madre inglese, sposata con Doug Watkins, di origini scozzesi. Il marito si vanta di averle dato buoni spunti per il suo protagonista maschile Jamie Fraser, ma mi verrebbe da dire che in genere una scrittrice …col cavolo che usa le caratteristiche del consorte!!
Mi segno “Paris” di Julien Green, pare che dovrò cercarlo usato, in italiano nuovo non lo trovo.
A Parigi ci torno di sicuro, manca l’elemento per eccellenza, per un’amante del fumetto di Lady Oscar come me: la magnificenza di Versailles!

Stefano

Mar 26, 2018 at 8:13 AM Reply

Io a Sanbruson ci feci una supplenza quando non ero ancora di ruolo quindi mooolti anni fa,
per Julien Green (chi fu) vedi qui:

https://it.wikipedia.org/wiki/Julien_Green e anche qui: http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/01/199816571a.htm e qui: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/08/18/addio-julien-green-americano-parigi.html

Parigi telo trovi presso Amazon qui:

https://www.amazon.it/Parigi-Julien-Green/dp/B00GY1AGDK

sALUTI!

Stefano

Mar 26, 2018 at 11:14 AM Reply

Ti avevo risposto ma non vedo la… risposta, perciò te la riscrivo. Come sai i miei non sono complimenti sono constatazioni e, quindi, dati di fatto (per me).
su Julien Green:

https://it.wikipedia.org/wiki/Julien_Green

http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/01/199816571a.htm

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/08/18/addio-julien-green-americano-parigi.html

Parigi lo trovi su Amazon: https://www.amazon.it/Parigi-Julien-Green/dp/B00GY1AGDK

Ma, magari prova prima a vedere cosa c’è in biblioteca civica o quella universitaria. Io ho comprato e letto Leviathan… emotivamente forte. Personaggi adorabilmente descritti anche se in maniera un po’ ottocentesca ma è un romanzo del 1928 quindi…

Saluti

Stefano

Mar 26, 2018 at 11:17 AM Reply

Ho scusami devo aver fatto dei paticci. Cancella quello che ritieni giuto. Scusencora a te e ai tuoi lettori.

Barbara Businaro

Mar 26, 2018 at 11:26 AM Reply

Tranquillo Stefano. Abbiamo una moderazione attiva quando i link nel commento sono più di uno, per filtrare lo spam. 🙂
Li ho approvati entrambi. Grazie dei link, dopo me li guardo con calma.

Maria Teresa Steri

Mar 27, 2018 at 11:51 AM Reply

Mamma mia, che bello leggere di tutte queste emozioni, me le hai fatte rivivere davvero in pieno con questo post bellissimo. Mi sono immaginata come dovevi sentirti, soprattutto immersa in un contorno meraviglioso come quello di Parigi, che io adoro. Posso ben immaginare come sia stato tornare alla realtà, però comunque con una “valigia” di ricordi felici da custodire.
Dalle foto Diana sembra proprio una persona simpatica, valore aggiunto! E allora un po’ del suo magico fluido scrittorio te l’ha passato, che dici?
Tra parentesi io a Parigi sono stata nel mese di maggio e faceva un freddo cane, qui con le mezze maniche, lì con la giacca imbottita… altro che primavera anche allora!

Barbara Businaro

Mar 27, 2018 at 4:05 PM Reply

Grazie Maria Teresa, sono contenta di aver portato anche te a Parigi, almeno durante la lettura! 🙂
Diana è talmente simpatica e ironica che ho appena scoperto la scorsa domenica è passata proprio per Padova! Quindi sta girando l’Italia (c’è da scommetterci che farà tappa anche a Venezia, no?) ma su mio invito? E nel frattempo mi chiedo perché l’editore Corbaccio se la lascia scappare sotto al naso… Ridiamoci su, va! 😀

Alessandro Blasi

Mar 28, 2018 at 7:42 PM Reply

Deve essere stato emozionante… congratulazioni a te che hai fatto tutto questo viaggio solo per incontrare il tuo idolo!

Barbara Businaro

Mar 28, 2018 at 7:47 PM Reply

Solo solo proprio no… diciamo che Parigi era comunque un’ottima attrattiva! 😉

Luz

Mar 28, 2018 at 8:40 PM Reply

Sai che immagino ogni tuo passo molto facilmente? Come se fossi stata lì. Perché capisco questa tua emozione.
Nell’autrice tu “vedi” quel mondo tanto bene ricreato nella saga di Outlander. Nell’autrice c’è parte di quel mondo e viceversa.
La Gabaldon ha un’espressione amabilissima e traspare dalle foto tutta la sua disponibilità. Nonostante questi viaggi promozionali siano stressanti, deve essere bellissimo poter incontrare centinaia di lettori e lettrici.
Non ho mai visto Parigi e conto di andarci prima o poi, devi assolutamente recuperare su quella pioggia torrenziale e quel freddo polare. Una mia cugina vi ha trascorso un Capodanno e fu costretta a comprarsi un colbacco di pelliccia! 🙂

Barbara Businaro

Mar 28, 2018 at 11:53 PM Reply

Non è un caso se noi lettrici la chiamiamo “zia” Diana. 🙂
Diciamo che lei non ha solo scritto un bel romanzo, ma ha saputo tenere federe alle proprie idee, senza svendersi per fama o denaro. Di certo le occasioni non le sono mancate. Ai tempi si parlava anche di un film per il cinema, con colossi come Liam Neeson e Sean Connery a contendersi il ruolo maschile. Ha saputo dire di no.
Sul freddo di Parigi ci credo, per tre giorni non abbiamo mai tolto cappuccio o berretto, e facevamo a turno a scattare le foto, per non toglierci sempre i guanti. 😀

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